23 luglio 2015

Telecom Italia Dichiarazione di Massimo Cestaro Segretario generale Slc Cgil

 COMUNICATO STAMPA
“Ben 1700 esuberi e un processo di societarizzazione della divisione “Caring Services” con i suoi 10.000 dipendenti verso la neo costituita “Team Caring s.r.l.” per poter affrontare in maniera puntuale i problemi legati all’eccessivo costo del personale interno rispetto a quello offerto dal mercato in outsourcing. Questo il progetto illustrato dall’azienda Telecom durante un incontro promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico” annuncia una nota di Massimo Cestaro, segretario generale Slc Cgil.

“Abbiamo ricordato all’azienda che i lavoratori hanno contribuito in maniera attiva al processo di contenimento degli esuberi con la sottoscrizione degli accordi del 27 marzo 2013 che, a fronte di un aumento della produttività e una riduzione del costo del lavoro, prevedeva l’internalizzazione di attività per azzerare gli esuberi aziendali” ricorda Cestaro.

“Dichiarare oggi nuovi esuberi significa disdettare quell’accordo e ripristinare le condizioni di lavoro preesistenti che tanta efficienza ha garantito all’azienda  grazie al maggior impegno e minor costo del personale coinvolto.”

“Inoltre – conclude il sindacalista - sino a quando non vedremo eliminata dalla vertenza la questione della societarizzazione del servizio di customer di Telecom, Slc Cgil non aprirà alcun negoziato con l’azienda perché sarà impegnata ad attivare tutte le iniziative di contrasto a tale scelta, sbagliata e dannosa per il futuro aziendale, visto che il 60% delle vendite passa attraverso questo canale.”

“Il Ministero ha proposto un aggiornamento al prossimo 29 luglio, ma è chiaro che se queste dovessero restare le condizioni nessun negoziato sarà possibile.”


Telecom Italia incontro al MiSE del 23 luglio 2015
L’azienda ha esordito dichiarando che è stata costituita Tim Caring srl, società alla quale dovrebbe essere conferito il caring di Telecom Italia. Continuando ad analizzare la situazione dei customer, Di Loreto ha affermato che il problema costi sarebbe rimasto anche se fosse passato l’accordo di dicembre (il problema dei costi sarebbe stato affrontato con la solidarietà espansiva).
Sul tema degli esuberi l’azienda ha iniziato presentando un problema di sovradimensionamento delle staff (11.000 persone in tutto il gruppo). L’azienda non è entrata nello specifico delle aree interessate.
In totale Di Loreto ha parlato di 1700 esuberi complessivi (1200 su staff), poi ci sono esuberi su Directory Assistance (150), Cross Activity (150) e una parte di TIIT (200). Quindi, sempre secondo l’azienda, questo tavolo dovrebbe occuparsi di un problema di costi (caring) e di un problema di esuberi .
Per quanto riguarda il capitolo costi di caring services l’azienda ha identificato due punti in particolare:

    * 1) Funzionamento: eccessiva dispersione geografica dei cc rispetto a quanto avviene nel settore.
      * 2)Costo del lavoro: tocca punte di differenziale fino al 40%. C’è poi una maggiore anzianità di servizio. A questo si deve aggiungere uno sbilanciamento nel rapporto fra diretti e indiretti.

Sul primo punto il 27 marzo è ampiamente intervenuto per riequilibrare le dislocazioni geografiche.
Sul secondo punto abbiamo, come SLC, contestato la superficialità dell’analisi e, soprattutto, il modello di riferimento (a quale costo del lavoro guarda l’azienda? A quello dei competitor (e non ci risulta francamente questo divario) o a quello degli outsourcer, mercato fortemente in crisi a causa delle politiche ribassiste dei committenti (Telecom compresa)?
Come SLC‐CGIL abbiamo con nettezza richiamato il tavolo alla coerenza. Prima di tutto sul 27 marzo 2013: non è pensabile parlare ancora di esuberi su perimetri nei quali si è ampiamente intervenuti con l’accordo sia in termini di internalizzazione di attività (in qualche occasione, TIIT per esempio, l’azienda stessa ha più volte dichiarato in questi mesi
di aver effettuato internalizzazioni di attività maggiori delle eccedenze dichiarate nel 2013) che in termini di recupero di efficienza ed efficacia dell’organizzazione del lavoro.
Poi occorre coerenza con quanto dichiarato nell’ipotesi di accordo del 18 dicembre 2014. L’Azienda in quell’accordo dichiarava che il recupero ulteriore di produttività avrebbe completato il lavoro di risanamento della divisione iniziato il 27 marzo (recupero stimato in 60 milioni). Oggi in sostanza rimangia quanto dichiarato.
Per quanto riguarda la societarizzazione del caring abbiamo ribadito la nostra netta contrarietà. L’argomento non è scambiabile con nulla, l’azienda oggi ha anche gli strumenti legislativi per conseguire quel “salto culturale” nell’organizzazione del lavoro da loro tanto sbandierata. E’ chiaro che se procedessero con la societarizzazione ci sarebbe la totale indisponibilità della SLC‐CGIL a qualsiasi ulteriore confronto.

Su esplicita richiesta del Ministero dello Sviluppo Economico il tavolo è stato riconvocato al 29 per verificare se tra le parti si creano le condizioni per andare avanti.