www.tarantobuonasera.it
"Teleperformance" ha annunciato la vendita delle sedi di Taranto e Roma, ma la verità è che in un momento storico come quello che stiamo vivendo questo significa soltanto chiusura e licenziamenti di oltre 2mila dipendenti.
Dopo l’allarme lanciato da Andrea Lumino, segretario generale della Slc Cgil di Taranto al termine dell’incontro con l’azienda che ai sindacati ha annunciato la societarizzazione delle due sedi italiane che, a differenza di quella di Parco San Leonardo a Fiumicino, non sono in attivo, clima incandescente nel call center.
La societarizzazione, com’è noto, prevede che le due sedi vengano messe sul mercato in attesa di possibili acquirenti e i lavoratori, nella migliore delle ipotesi, sarebbe assunti con la nuova disciplina introdotta dal Jobs Act.
“Significa – ha aggiunto Lumino - che la perdita dei diritti finora acquisiti con lotte e sacrifici dei lavoratori e delle lavoratrici sarebbero stracciati all’istante: ci ritroveremmo di fronte a lavoratori privi delle garanzie dell’articolo 18, con demansionamento discrezionale e controllo a distanza libero dell’azienda oltre che a condizioni imposte dalla nuova azienda,come la riduzione del part time a 20 ore. Un coltello alla gola dei lavoratori che rischiano di ritrovarsi per strada”.
Ma il sindacalista tarantino aggiunge che “il rischio peggiore è che senza un nuovo acquirente, i dipendenti della seconda realtà occupazionale di Taranto dopo l’Ilva si ritroverebbe senza lavoro. Parliamo di 2mila famiglie”.
Ma le colpe non sono solo di Teleperformance. Lumino attacca anche i Governi che in questi anni si sono succeduti senza essere intervenuti sulla regolamentazione degli appalti che con il minimo ribasso favoriscono quelle piccole realtà nelle quali le donne e gli uomini vengono schiavizzate per poco più di 2 euro all’ora. “Teleperformance – è l’auspicio di Lumino - eviti di assumersi le responsabilità di una catastrofe sociale su Taranto che inevitabilmente avrebbero una serie di conseguenze nelle relazioni industriali e piuttosto valuti di aprire una trattativa seria, sulle materie che il contratto ci permette di affrontare il recupero delle condizioni precedenti a gennaio 2013”. Insomma una vera e propria nuova bufera per il capoluogo e la provincia ionica. Con i vertici di Tp che in tarda mattinata hanno tenuto una conferenza stampa, i sindacati che studiano le mosse, ed il secondo polo occupazionale di Taranto che rischia di morire.
"L'azienda farà di tutto per evitare la chiusura della sede di Taranto, ma i sindacati devono ragionare con noi su soluzioni che diano flessibilità ed efficienza".
Lo ha detto Gabriele Piva, amministratore delegato di Teleperformance Italia, in teleconferenza da Roma, intervenendo alla conferenza stampa organizzata nello stabilimento tarantino per fare il punto della situazione dopo l'allarme lanciato dai sindacati che temono la vendita del sito ionico, che occupa nel capoluogo duemila dipendenti diretti e mille a progetto. Piva ha parlato di andamento sfavorevole del mercato, difficoltà del settore non garantito da regole che mettono al riparo dalla concorrenza sleale, di scarsa produttività e di alto livello di assenteismo nella sede tarantina. Il dirigente del call center ha poi evidenziato la necessità di ridiscutere il contratto part-time, riducendo il monte ore da 33 ore settimanali a 20.
"Con il nuovo accordo sindacale – ha puntualizzato Piva- si dovranno quindi garantire turni di lavoro di quattro ore piuttosto che di sei, o in altri casi, mantenere i turni da otto ore, purchè siano spezzati, cioè intervallati da una lunga pausa pranzo. Una riduzione del monte ore che inevitabilmente comporterà una diminuzione del salario". L’azienda ha annunciato ai sindacati la volontà di procedere alla societarizzazione della sede di Parco San Leonardo a Fiumicino, cioè "di creare - è stato osservato – un nuovo assetto societario, in cui verrà confluita la sola sede di Fiumicino, con lo scorporo delle attività acquisite.
Questo ci consentirà – ha affermato Piva - di avere sul territorio almeno un’azienda in attivo e che produca utili, rispetto alla condizione attuale". Secondo i sindacati, dopo questo passaggio, la sede del call center potrebbe anche finire sul mercato.
Ed è muro contro muro, mentre in città continuano le proteste che ruotano attorno al dramma del lavoro, in tutte le sue forme.
Davanti alla sede dell’Inps, sit-in dei lavoratori interessati al ‘riconoscimento dell’amianto’, organizzato dalle segreterie provinciali Fim Fiom Uilm; in Prefettura, incontro relativo alle pulizie e la manovalanza presso gli Enti della Marina Militare; presso la sede della Cgil, gli operatori delle cooperative Salam e Fallah impegnate nel centro di smistamento immigrati del Pala Ricciardi di Taranto hanno parlato del loro essere senza stipendio da mesi.