31 gennaio 2010

Permessi mamma e papà (Telecom Italia)

I “Permessi Mamma e Papà” hanno lo scopo di offrire alle/ai dipendenti uno strumento aggiuntivo utile a meglio contemperare le esigenze familiari con la prestazione lavorativa. E’ infatti possibile per i dipendenti assentarsi dal servizio ad ore o a giornate intere, da recuperare entro il trimestre solare di competenza con prestazioni aggiuntive rispetto al normale orario di lavoro.

Il quantitativo di ore fruibili è il seguente:

FULL-TIME : 150 ore annue; 14 ore mensili

PART-TIME 75% : 112 ore e 30 minuti annui; 10 ore e 30 minuti mensili

PART-TIME 50% : 75 ore annue; 7 ore mensili

I permessi sono riservati ai genitori di bambini fino ad 8 anni di età, in servizio con contratto di lavoro a tempo indeterminato, di inserimento o di apprendistato, con livello inquadramentale dal 1° al 5°, che abbiano terminato il periodo di prova. Si può fruire dei permessi anche nei casi di:o adozione o affidamento preadottivo di minorio affidamento temporaneo di minori, purchè fiscalmente a carico degli affidatari.

Per accedere all’utilizzo dei permessi, la/il dipendente interessato comunicherà di volere essere inclusa/o tra gli utilizzatori dell’istituto al Gestore Risorse Umane di riferimento, attraverso la compilazione di un apposito modulo

I singoli permessi verranno poi di volta in volta richiesti al proprio Responsabile, sempre anticipatamente alla fruizione, compilando un relativo modulo di riferimento.

Il modulo con l’autorizzazione del Responsabile sarà quindi consegnato al preposto all’attività di Punto Delega,che inserirà il relativo giustificativo di assenza nel sistema SAP HR.

I permessi Mamma e Papà possono essere fruiti su base giornaliera per un minimo di 30’ e fino all’intera durata dell’orario di lavoro giornaliero.E’ possibile anticipare anche interamente l’utilizzo delle ore spettanti per il mese successivo. Nel caso di rapporto full time, ad esempio, si può usufruire delle 14 ore spettanti per il mese e delle ulteriori 14 del mese successivo. Non è possibile anticipare a dicembre le ore spettanti a gennaiodell’anno successivo. Eventuali ore non fruite nel mese precedente non possono essere utilizzate nel mese successivo. Resta comunque fermo che i permessi possono essere fruiti nei limiti dei plafond annui indicati in precedenza.Il recupero delle ore fruite sarà operato mediante prestazioni, oltre il normale orario giornaliero di lavoro, della durata minimo di 30 e massimo di 90 minuti giornalieri, entro il trimestre solare di competenza (ciò vale anche per le ore fruite in acconto: ad es. le ore fruite a marzo in acconto sulla quota di aprile,andranno recuperate entro giugno). sclusivamente per l’ultimo trimestre dell’anno, il recupero delle ore fruite nello stesso può essere effettuato fino al 31 gennaio dell’anno successivo. Non è possibile procedere al recupero delle ore fruite in acconto nello stesso “mese di anticipato godimento”; ad es., nel caso in cui si fruisca a gennaio di 23 ore, di cui 14 del mese di gennaio stesso e 9 in acconto di febbraio, queste ultime ore andranno recuperate a partire da febbraio ed entro marzo (eventuali ore di prestazione aggiuntiva rese a gennaio in eccesso rispetto al massimo mensile di 14, saranno pertanto considerate lavoro supplementare/straordinario).

Il controvalore economico delle ore di permesso fruite e non recuperate entro il termine previsto viene trattenuto nel foglio paga del mese successivo a quello di scadenza del periodo di recupero (ad es., il valore di eventuali ore fruite nel primo trimestre dell’anno e non recuperate, saràtrattenuto nel cedolino paga di aprile).

Moduli e permessi mamma e papà. (Formato Pdf...)


30 gennaio 2010

TLC: Delocalizzazioni lettera ad Associazioni Consumatori

Così come ho avuto modo di dire nel corso delle numerose assemblee, nel corso del prossimo anno e negli anni a venire, sarà sempre più necessario coinvolgere nelle nostre battaglie le associazioni dei consumatori. I diritti ed il lavoro oltre la crisi vuol dire anche questo. Il lavoro e non solo i lavoratori, la qualità percepita dagli utenti sarà partner nelle nostre battaglie.Un altra delle idee di SLC CGIL Catania recepita dalle istante nazionali dell'organizzazione.

Giovanni Pistorio

Segretario Generale SLC CGIL Catania


Alla cortese attenzione di:


Clara Monelli – ACU

Paolo Landi – ADICONSUM

Carlo Pileri – ADOC

Mauro Novelli – ADUSBEF

Luisa Crisigiovanni – ALTROCONSUMO

Mario Finzi – ASSOUTENTI

Walther Andreaus – CENTRO TUTELA CONSUMATORI E UTENTI

Fernando D’Angelo – CITTADINANZATTIVA

Marco Maria Donzelli – CODACONS

Ivano Giacomelli – CODICI

Francesca Arnaboldi – CONFCONSUMATORI

Rosario Trefiletti – FEDERCONSUMATORI

Giovanni Ferrari – LA CASA DEL CONSUMATORE

Pietro Praderi – LEGA CONSUMATORI

Lorenzo Mozzi – MOVIMENTO CONSUMATORI

Antonio Longo – MOVIMENTO DIFESA DEL CITTADINO

Massimiliano Dona – UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI


Proposta di costituzione di un Osservatorio congiunto con OO.SS. sui servizi di call center all’estero

Egregi rappresentanti delle associazioni per la difesa dei consumatori,con la presente siamo a denunciarvi come SLC-CGIL (Sindacato Lavoratori della Comunicazione – CGIL, il sindacato maggiormente rappresentativo nelle imprese di Telecomunicazioni e servizi di call center), un grave processo in atto avviato dai principali titolari di licenza di telefonia fissa e mobile (Telecom Italia, Vodafone, Wind, H3G, ecc.).

Si tratta di un sistematico ricorso (da noi già denunciato in sede sindacale) ad appalti di servizi di customer care ad imprese operanti all’estero (Tunisia, Romania, Albania, Argentina), con tutto ciò che ne consegue in termini sia di qualità (scarsa comprensione della lingua, dei termini più tecnici, delle procedure) che di sicurezza dei dati telefonici.

Il tutto è anche in contraddizione con la filosofia delle recenti disposizioni dell’Autorità Garante per le Comunicazioni (AGCOM), si veda per tutte la delibera 79/09.

Come stiamo infatti registrando, aumentano i tempi di intervento, numerose sono le richiamate, diversi i disguidi che richiedono poi l’intervento di un assistente di secondo grado da parte degli operatori italiani (facendo perdere giorni interi al cliente). Il tutto senza reali garanzie (almeno per quanto ci risulta) su possibili manipolazioni dei dati di traffico telefonico, sull’accesso o meno ai sistemi informatici aziendali italiani (e relative banche dati). Un contesto reso poco “trasparente” anche dalla diversa legislazione in vigore nei paesi stranieri su indicati, in materia di privacy e di commercio elettronico di dati (senza considerare l’oggettiva difficoltà di controllo e verifica in loco da parte delle autorità italiane).

Poiché come Sindacato riteniamo da sempre che la qualità del servizio sia la prima garanzia per la crescita e lo sviluppo delle aziende di TLC (e per la salvaguardia anche dei livelli occupazionali e professionali) e sia interesse di tutti (lavoratori, clienti, imprese) “investirvi”, siamo non solo a segnalare alle vostre associazioni il fenomeno ma anche ad avanzarvi una proposta.

Quella di costituire un Osservatorio nazionale congiunto tra Sindacato e Associazioni specificatamente dedicato, anche al fine di predisporre dei veri e propri rapporti sul fenomeno e sulle sue ricadute.

Certi di una vostra risposta,

p. la Segreteria Nazionale di SLC-CGIL

Alessandro Genovesi

27 gennaio 2010

Telecom Italia: Segnalazione su lettere di assunzione ex apprendisti.

Oggetto: segnalazione su lettere di assunzione ex apprendisti.

Con la presente le scriventi Segreterie Nazionali di SLC-CGIL,FISTEL-CISL, UILCOM-UIL - avendo visionato le lettere di assunzione che in questi giorni la Telecom S.p.A. sottopone per la sottoscrizione a dipendenti assunti precedentemente come apprendisti - evidenziano che in alcune parti della su menzionata lettera di assunzione si ravvedono elementi che recano pregiudizio alla parità delle parti nel contratto di lavoro, agendo su diritti indisponibili che pregiudicano condizione future.

Tale comunicazione ha valore di segnalazione formale.

Distinti saluti.

Le Segreterie Nazionali

SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL

14 gennaio 2010

CALL CENTER: ARIA DI CRISI IN OUTSOURCING

LE NOSTRE PROPOSTE:

A seguito della cosiddetta “circolare Damiano” del 14 giugno 2006 diverse aziende, che a quella data operavano nel settore dei call center in outsourcing, hanno provveduto a stabilizzare gradualmente, con contratto di lavoro subordinato ed a tempo indeterminato, i propri dipendenti. Chiaramente, tali aziende, al momento dell’assunzione, hanno utilizzato tutti i benefici previsti per legge compreso quelli di cui alla L.407/90.

Successivamente diverse altre aziende del settore, utilizzando i suddetti benefici, hanno continuato ad assumere utilizzando, nei confronti dei lavoratori, tali tipologia contrattuale. Come ben si sa, tali sgravi contributivi e previdenziali di cui alla L.407/90 sono utilizzabili per un periodo massimo di 36 mesi. A conti fatti, le aziende che hanno avviato per prime il processo di stabilizzazione, ad iniziare dai primi mesi del 2010, subiranno una impennata dei costi per il personale.

Nel frattempo, le aziende committenti, mettendo ad arte tra loro in concorrenza gli outsourcer hanno schiacciato sempre più in basso il valore di ogni singola commessa affidata all’esterno.

Lo scenario prevedibile, a tal punto, potrebbe essere il seguente:

1)man mano che i costi inizieranno a lievitare in ogni singola unità produttiva dislocata territorialmente gli outsourcer potrebbero decidere di dismettere gradualmente le proprie attività per riaprire utilizzando nuovo personale (anche benefici per la formazione) in altre parti del paese. Chiaramente verrebbero meno anche i diritti conquistati, a fatica, da chi già lavora nel settore.

2)tante altre, tra le aziende, potrebbero decidere (dietro pressione delle committenti che hanno lo scopo di realizzare maggiori profitti) di delocalizzare all’estero le loro attività.

In Sicilia, specialmente, sono a rischio migliaia di posti di lavoro.

SLC CGIL ed il suo Segretario Generale Emilio Miceli, è stata tra le prime a lanciare l’allarme su scala nazionale e le tre sigle confederali per contrastare il fenomeno delle delocalizzazioni hanno già chiesto, ai diversi livelli del governo nazionale, specifici incontri.

In Sicilia, abbiamo chiesto più volte alle Istituzioni locali, che venissero ascoltate le nostre ragioni ma le attenzioni che ci governa dedica all’argomento sono pari al nulla.

Le proposte che a tal proposito ritengo di avanzare sono le seguenti, la prima ha valenza regionale, sulla seconda e sulla terza ci si dovrebbe lavorare a livello nazionale.

1)trovare le risorse finanziarie locali per estendere per ulteriori 24 mesi i benefici accordati ai sensi della L.407/90.

2)dotarsi di uno strumento di legge attraverso il quale fare utilizzare i benefici della l.407/90 alle aziende che intendono assumere alle proprie dipendenze i lavoratori con contratto di somministrazione. Es.elevazione dei limiti di reddito per i somministrati da far valere come reddito massimo per l’utilizzo dei benefici.

3)nel frattempo, in considerazione della quantità di denaro messa in circolo nel sistema degli appalti nel settore delle comunicazioni, tenuto conto che chi agisce in tale settore svolge un servizio pubblico essenziale, ed in considerazione del fatto che il settore deve essere sterilizzato rispetto ad eventuali fenomeni criminali di riciclaggio. Tutto ciò premesso, bisogna dotare il settore di un capitolato generale di appalto che regoli i rapporti tra le committenti e l’appaltatore; prevedendo, altresì, delle norme a garanzia della manodopera, del salario e dei diritti. In parole povere: bisogna impremere una svolta decisiva all’interno dell’intero settore.

Giovanni Pistorio

SLC-CGIL-CATANIA


Nota di redazione:

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12 gennaio 2010

Concetta Raia: Fughe in avanti? No, grazie. (www.concettaraia.com)

Quello che appare con sempre più evidenza sulla stampa e all’opinione pubblica è purtroppo un Pd siciliano diviso in più galassie, con diverse tifoserie che francamente fanno molto male al giovane partito democratico, ai suoi iscritti e ai suoi elettori. Voglio precisare in modo netto che questa immagine del partito non solo è dannosa, ma anche sbagliata. Vale la pena ricordare, infatti, che appena due settimane fa l’assemblea regionale del partito ha approvato, praticamente alla unanimità, una linea chiara e responsabile di apertura e di confronto con il Governo regionale solo sulle riforme necessarie per la Sicilia e per i siciliani. Il Centro-destra ha fallito, tant’è vero che si è spaccato, e di questo bisogna prenderne atto e cogliere le opportunità che possono permettere al Pd di incidere su quelle scelte di riforma che questo governo non potrà sostenere senza la nostra partecipazione attiva e di ciò il Pd si assume la responsabilità.

Ai cittadini interessa che la politica dia risposte alle gravi emergenze sociali ed economiche, ambientali e di riorganizzazione della burocrazia regionale che non consentono alla nostra Regione di avere un proprio progetto di sviluppo.

Credo che il documento approvato lo scorso 19 dicembre rappresenti il punto di riferimento del nostro impegno e che, quindi, altre posizioni o interpretazioni rappresentino “fughe in avanti” che non servono né al Pd né ai siciliani. La linea del partito è decisa democraticamente solo dagli organismi. Sarebbe opportuno, quindi, evitare “eccessi individualistici” o “posizioni correntizie” che producono l’effetto di disorientare e non orientare gli iscritti in primo luogo, ma anche la gente che guarda al Pd con grande attenzione. Il gruppo dirigente del partito dia, quindi, un’immagine unitaria di sé e lavori sulle priorità che si è dato.


CONCETTA RAIA

Deputato Regionale del Pd

www.concettaraia.com