14 gennaio 2010

CALL CENTER: ARIA DI CRISI IN OUTSOURCING

LE NOSTRE PROPOSTE:

A seguito della cosiddetta “circolare Damiano” del 14 giugno 2006 diverse aziende, che a quella data operavano nel settore dei call center in outsourcing, hanno provveduto a stabilizzare gradualmente, con contratto di lavoro subordinato ed a tempo indeterminato, i propri dipendenti. Chiaramente, tali aziende, al momento dell’assunzione, hanno utilizzato tutti i benefici previsti per legge compreso quelli di cui alla L.407/90.

Successivamente diverse altre aziende del settore, utilizzando i suddetti benefici, hanno continuato ad assumere utilizzando, nei confronti dei lavoratori, tali tipologia contrattuale. Come ben si sa, tali sgravi contributivi e previdenziali di cui alla L.407/90 sono utilizzabili per un periodo massimo di 36 mesi. A conti fatti, le aziende che hanno avviato per prime il processo di stabilizzazione, ad iniziare dai primi mesi del 2010, subiranno una impennata dei costi per il personale.

Nel frattempo, le aziende committenti, mettendo ad arte tra loro in concorrenza gli outsourcer hanno schiacciato sempre più in basso il valore di ogni singola commessa affidata all’esterno.

Lo scenario prevedibile, a tal punto, potrebbe essere il seguente:

1)man mano che i costi inizieranno a lievitare in ogni singola unità produttiva dislocata territorialmente gli outsourcer potrebbero decidere di dismettere gradualmente le proprie attività per riaprire utilizzando nuovo personale (anche benefici per la formazione) in altre parti del paese. Chiaramente verrebbero meno anche i diritti conquistati, a fatica, da chi già lavora nel settore.

2)tante altre, tra le aziende, potrebbero decidere (dietro pressione delle committenti che hanno lo scopo di realizzare maggiori profitti) di delocalizzare all’estero le loro attività.

In Sicilia, specialmente, sono a rischio migliaia di posti di lavoro.

SLC CGIL ed il suo Segretario Generale Emilio Miceli, è stata tra le prime a lanciare l’allarme su scala nazionale e le tre sigle confederali per contrastare il fenomeno delle delocalizzazioni hanno già chiesto, ai diversi livelli del governo nazionale, specifici incontri.

In Sicilia, abbiamo chiesto più volte alle Istituzioni locali, che venissero ascoltate le nostre ragioni ma le attenzioni che ci governa dedica all’argomento sono pari al nulla.

Le proposte che a tal proposito ritengo di avanzare sono le seguenti, la prima ha valenza regionale, sulla seconda e sulla terza ci si dovrebbe lavorare a livello nazionale.

1)trovare le risorse finanziarie locali per estendere per ulteriori 24 mesi i benefici accordati ai sensi della L.407/90.

2)dotarsi di uno strumento di legge attraverso il quale fare utilizzare i benefici della l.407/90 alle aziende che intendono assumere alle proprie dipendenze i lavoratori con contratto di somministrazione. Es.elevazione dei limiti di reddito per i somministrati da far valere come reddito massimo per l’utilizzo dei benefici.

3)nel frattempo, in considerazione della quantità di denaro messa in circolo nel sistema degli appalti nel settore delle comunicazioni, tenuto conto che chi agisce in tale settore svolge un servizio pubblico essenziale, ed in considerazione del fatto che il settore deve essere sterilizzato rispetto ad eventuali fenomeni criminali di riciclaggio. Tutto ciò premesso, bisogna dotare il settore di un capitolato generale di appalto che regoli i rapporti tra le committenti e l’appaltatore; prevedendo, altresì, delle norme a garanzia della manodopera, del salario e dei diritti. In parole povere: bisogna impremere una svolta decisiva all’interno dell’intero settore.

Giovanni Pistorio

SLC-CGIL-CATANIA


Nota di redazione:

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