Rotte le trattative per il rinnovo del personale non giornalistico della Rai, che riguarda circa 15.000 dipendenti, comprese 3.000 persone a tempo determinato. In un comunicato, Il Libersind Confsal dichiara ''senza mezzi termini che il naufragio odierno della trattativa contrattuale, apre una fase di grande preoccupazione per le sorti di tutti i lavoratori della RAI.
La serrata trattativa contrattuale protrattasi per tutta la notte del 29 febbraio u.s. aveva raggiunto, a nostro parere, un grado di complessivo equilibrio normativo ed economico che consentiva, con un solidale sacrificio, di portare al sicuro interi settori produttivi dagli smantellamenti deliberati all'unanimita' dal C.d.A., contro i quali hanno scioperato e manifestato unitariamente le OO.SS. in piu' occasioni, prima dell'inevitabile periodo di turbolenza politica gia' in atto sulla RAI. Sul fronte economico, nella bozza di accordo erano contenuti elementi (una-tantum, premio di risultato, incremento dei minimi) che costituivano un recupero salariale dignitoso per i lavoratori turnisti e per gli impiegati che non hanno istituti contrattuali diversi da prima voce e contingenza. Il Libersind Confsal pertanto, stante la drammatica situazione creatasi, ritenendo preminente ed irrinunciabile la tutela dei livelli occupazionali, della conservazione dei settori produttivi di bassa e alta frequenza, della tenuta salariale, ribadisce la disponibilita' a sottoscrivere il contratto negoziato''.
Critica anche la Slc-Cgil: ''siamo costretti a dubitare - si legge in una nota - che la Rai avesse una reale intenzione di concludere un accordo equilibrato, rivedendo l'articolato delle delibere, mettendo in sicurezza il lavoro con la parte normativa del Contratto, e garantendo a tutti i lavoratori il giusto recupero economico rispetto al costo della vita''.
RAI: Comunicato ufficiale Slc Cgil Nazionale su rinnovo CCNL
Nell'incontro dell'8 marzo, l'Azienda ha dichiarato la sua indisponibilità a proseguire il confronto, non ha illustrato la proposta da lei dichiarata definitiva e alla richiesta di analizzare quanto avvenuto in questi giorni ha affermato che ritirava la sua disponibilità al confronto.
Oltre alla totale mancanza di rispetto nei confronti delle delegazioni sindacali, e di conseguenza dei lavoratori rappresentati, il dubbio che sorge è che la Rai non avesse una vera intenzione di concludere un accordo equilibrato, rivedendo l'articolato delle delibere, mettendo in sicurezza il lavoro con la parte normativa del Contratto, e garantendo a tutti i lavoratori il giusto recupero economico rispetto al costo della vita.
Il dubbio è che la finalità di una così snervante trattativa fosse anche quella di dividere il corpo dei lavoratori che in questi 2 anni ha saputo respingere piani industriali e di risanamento che avrebbero messo in ginocchio il servizio pubblico.
Non possiamo nascondere che il clima politico, le spinte alla proroga del CDA e del Direttore Generale abbiano influito pesantemente con il continuo cambiamento di opinione e di disponibilità aziendali.
Deve essere chiaro a tutti che il pareggio di bilancio per il 2011 è stato raggiunto anche grazie al mancato rinnovo del contratto e al mancato pagamento del Premio di Risultato e non certo per le "grandi" capacità del gruppo dirigente, che a nostro avviso, in questo modo, mette a rischio la coesione dei lavoratori ed il funzionamento della più grande azienda culturale del paese.
SLC-CGIL NAZIONALE