26 marzo 2012

Ull, il governo correggerà l'emendamento. Manutenzione resta in mano a Telecom Italia

Sarà l'Agcom entro 120 giorni dall' entrata in vigore della legge di conversione del decreto Semplificazioni ad avviare le indiagini di mercato necessarie a individuare "le misure atte ad assicurare l' offerta disaggregata dei prezzi relativi all'accesso all'ingrosso alla rete fissa di Telecom Italia e ai servizi accessori in modo che, in particolare, il prezzo del servizio di accesso all'ingrosso alla rete fissa indichi separatamente il costo della prestazione dell' affitto della linea e il costo delle attività accessorie, quali il servizio di attivazione della linea stessa e il servizio di manutenzione".


Questo il contenuto dell'emendamento al Dl Semplificazioni che il governo presenterà sulla norma riguardante la disaggregazione dei servizi di manutenzione da quelli di accesso alla rete fissa di Telecom Italia. L'emendamento è stato depositato in Commissione Affari costituzionali al Senato.


La nuova formulazione, oltre a "restituire" ad Agcom i poteri in materia di unbundling, secondo quanto previsto dalla normativa Ue, cancella inoltre la parte nella norma che faceva riferimento alle parti accessorie, e che stabiliva la necessità di ''garantire agli operatori richiedenti anche di poter acquisire i servizi da imprese terze di comprovata esperienza che operano sotto la vigilanza dell' Agcom in un regime di concorrenza''. Non c'è più traccia, dunque, della possibilità di rivolgersi a società terze per la manutenzione della linea affittata.


La misura mira a sanare la questione del conflitto istituzionale venutosi a creare a seguito dell'approvazione della misura dalla Camera e a "restituire" all'Agcom i poteri sull'unbundling. Nei giorni scorsi la Commissione Ue ha inviato una lettera al governo, chiedendo informazioni e chiarimenti sull'emendamento.


L'intervento dell'Europa mira a valutare la compatibilità della misura con le norme comunitarie in materia di telecomunicazioni. Le informazioni richieste riguardano, ad esempio, l'effetto della disposizione sul margine di apprezzamento dell'autorità nazionale di regolamentazione in merito alla definizione delle soluzioni regolatorie adeguate ai problemi individuati. La Commissione europea vuole inoltre verificare se la proposta di provvedimento legislativo imporrebbe obblighi direttamente applicabili. E vuole conoscere l'identità degli operatori che sarebbero soggetti agli obblighi e il rapporto con gli attuali poteri dell'Authority.


La Commissione ha indicato che, in linea generale, una disposizione legislativa nazionale che limitasse il potere decisionale delle Agcom sarebbe incompatibile con le norme comunitarie in materia di telecomunicazioni.


"Un emendamento invasivo delle competenze dell’Agcom e non rispettoso del quadro regolatorio comunitario. In zona Cesarini stiamo rientrando nell’ortodossia; ma c’è voluto un intervento della Commissione europea", ha detto il presidente dell'Agcom Corrado Calabrò che in occasione presentazione della Relazione annuale 2012 dell'Organo di vigilanza sulla parità di accesso alla rete di Telecom Italia, presieduto da Giulio Napolitano, ha puntualizzato che "si può ricondurre la manovra sotto il quadro regolatorio comunitario, raddrizzando l'impostazione, indicando gli obiettivi ma salvaguardando l'indipendenza dell'Agcom che l'Ue ha confermato" e che "spetta all'Agcom fare un procedimento appropriato e stabile".


Da parte sua il presidente di Telecom Italia Franco Bernabè ha sottolineato che "le proposte che mirano ad una disaggregazione dei costi relativi all'ultimo miglio presentano evidenti profili di legittimità costituzionale nonché un vero strappo allo stato di diritto e una evidente forma di espropriazione".

di Mila Fiordalisi