05 agosto 2010

BT/ITALIA: MANCATO ACCORDO SU CASSA INTEGRAZIONE AZIENDALE.

COMUNICATO SINDACALE
CONFERMATO SCIOPERO NAZIONALE 7 SETTEMBRE CONTRO ESUBERI E PIANO INDUSTRIALE CHE METTE A RISCHIO TUTTI I LAVORATORI
Si è svolto oggi a Roma l’incontro di procedura, previsto dalla legge, tra le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL e i rappresentanti di BT Italia, in merito alle procedura di Cassa Integrazione Straordinaria per riorganizzazione. L’incontro è stato l’occasione per ribadire esclusivamente le posizioni di contrarietà del Sindacato contro un’azienda che ha proceduto unilateralmente a mettere in cassa integrazione 216 lavoratori, proponendo un piano industriale e di riorganizzazione poco credibile che probabilmente nasconde una sola questione: nonostante i risultati positivi, il management ha deciso che l’Italia non è più un mercato su cui continuare ad essere presenti.
Già da fine agosto il 20% della forza lavoro sarà in cassa integrazione mettendo a rischio la tenuta industriale dell’intera azienda e la capacità di erogare servizi decenti ai tanti grandi clienti che si sono fidati di quest’azienda. I lavoratori attualmente in Cassa integrazione (con scadenza il 23 Agosto) si ritroveranno senza soluzione di continuità (dal 24 Agosto) nuovamente in Cassa, mentre gli altri si andranno ad aggiungere già dalla prima settimana di settembre, coinvolgendo tutti i diversi reparti come da procedura (ed eventuale rotazione).

A fronte dell’arroganza dell’azienda che, anche in sede di Ministero del Lavoro ha oggi ribadito le proprie posizioni ed è disposta a discutere esclusivamente di come attuare la Cassa, come Segreterie Nazionali confermiamo lo sciopero nazionale per il prossimo 7 settembre con iniziative e presidi a Roma, Milano e Torino.
L’azienda se vuole avere un qualsivoglia dialogo con il sindacato, ritiri le procedure di cassa e riconosca ai lavoratori il contributo che hanno dato per portare BT in sostanziale pareggio. Un’azienda che, è utile ricordare, ha più che dimezzato in questi anni la sua base occupazionale, aumentando il numero di consulenti esterni ben pagati mentre i dipendenti diminuivano e con un rapporto tra dipendenti e dirigenti ancora oggi tra i più alti e anormali mai registrati: ben 90 dirigenti su 1100 dipendenti, più di uno ogni 12 lavoratori. Probabilmente è dai troppi consulenti, dai troppi dirigenti, dai tanti sprechi che quest’azienda dovrebbe iniziare, non solo per un senso di efficienza economica ma ancor prima di giustizia.
Invitiamo per tanto tutte le lavoratrici e lavoratori di BT alla massima mobilitazione, in quanto non è a rischio il posto di lavoro e le condizioni economiche solo di 216 colleghi, ma il futuro dell’intera azienda.
Le Segreterie Nazionali
SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL
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