22 dicembre 2015

TELECOM ITALIA QUANDO IL SINDACATO GIOISCE PER LE VITTORIE DELL’AZIENDA...

Nella giornata di ieri ‐ come abbiamo immediatamente comunicato a strutture e lavoratori ‐ il tribunale di Roma ha rigettato il ricorso ex art. 28 legge 300/70 presentato da SLC CGIL sulle procedure di mobilità del personale, procedure che hanno certificato 330 esuberi a cui vanno sommati i 2600 gestiti con la solidarietà. Contro tale decisione SLC CGIL presenterà opposizione, mentre attende di conoscere i pronunciamenti degli altri tribunali coinvolti dall’azione di SLC CGIL, ovvero Milano, Bari e Catanzaro.
Il ricorso presentato da SLC CGIL è basato unicamente sulla violazione delle procedure per l’identificazione degli esuberi, cioè sul fatto che Telecom Italia si è sempre rifiutata di analizzare le motivazioni e le conseguenze che hanno determinato gli esuberi, ai sensi di quanto previsto dalla legge.
Su questo aspetto il giudice di Roma non ha speso una sola parola.
Il magistrato si è rifiutato di ascoltare gli informatori coinvolti, assecondando la forte opposizione all’ascolto dei testimoni da parte degli avvocati aziendali; ha evitato di entrare nel merito del carteggio intercorso con il Ministero dello Sviluppo Economico, cioè le lettere con cui SLC CGIL ha contestato l’indeterminatezza degli esuberi denunciati; ha ignorato l’assenza di risposta alle richieste avanzate da SLC CGIL all’azienda con la lettera formale del 11 settembre, in cui si chiedevano spiegazioni su natura, collocazione e impatti derivanti dalla dichiarazione di esubero.
È evidente che questa triste vicenda legata agli esuberi di Telecom Italia non è ancora finita, sia perché il Ministero del Lavoro non ha ancora firmato il decreto che autorizza la solidarietà sia perché l’iter presso i tribunali è ancora in corso.
L’unica certezza è che nessuno sa dove siano collocati gli esuberi né da cosa siano stati determinati. Nel frattempo però l’azienda continua allegramente ad assumere personale, anche in quei settori pesantemente impattati dai finti esuberi.
L’unico obiettivo di SLC CGIL è quello di fare emergere una cosa che tutti i dipendenti di Telecom Italia già sanno: gli esuberi sono inventati ad arte per esercitare pressioni sulle istituzioni e ottenere sovvenzioni statali. Questo è il vero dato politico sul quale i lavoratori di Telecom dovranno esprimersi per evitare che simili cose abbiano a ripetersi.
Che l’azienda sia soddisfatta dalla prima sentenza a lei favorevole è del tutto ovvio, visto che l’azione di SLC CGIL era e è rivolta a contrastare le sue politiche sul personale.
Meno ovvio è che anche le altre Organizzazioni Sindacali inneggino alla vittoria, come è accaduto con un recente comunicato.
Alcune domande ci sorgono spontanee: che tipo di sindacato festeggia quando un giudice si pronuncia a favore degli esuberi? Forse lo stesso che istiga l’azienda ad aprire procedure di licenziamento perché non riesce a firmare ulteriori esuberi nelle aziende controllate? Probabilmente la subalternità nei confronti di Telecom Italia ha raggiunto livelli tali da provocare pericolose crisi di identità.
Noi eravamo, siamo e saremo dalla parte dei lavoratori, provando a evitare che le scelte sbagliate di un’azienda finiscano per essere pagate sempre dai lavoratori.
Telecom Italia è e resta l’operatore europeo di telecomunicazioni con il miglior EBIDTA – ovvero gli incassi meno i costi per produrli ‐ eppure continua a far pagare un prezzo altissimo ai suoi dipendenti. Sarà un caso che il nuovo azionista abbia voluto segnare una distanza dalle decisioni assunte dal CDA?
Chiediamo che l’azienda inizi a guardare agli sprechi, alle regalie, alla gestione spregiudicata del potere e del denaro che la contraddistingue, invece di caricare le proprie incapacità sui lavoratori e sulle casse dello Stato.

La Segreteria Nazionale SLC CGIL