(AGI) - Palermo, 9 gen. - Paura e rabbia stamattina davanti ai cancelli di via Marcellini, a Palermo, nel giorno della protesta dei 60 operatori palermitani di Almaviva che non sono stati assorbiti da Exprivia, la societa' che si e' fatta carico della commessa Enel, e ora destinati alla sede di Rende. In sciopero dal 19 dicembre, i lavoratori - che nonostante il freddo manifestano mostrando cartelli con le scritte "Noi non ci si arRende" e "Chi si arRende e' perduto" - mercoledi' dovrebbero prendere servizio nella nuova sede in Calabria: la mancata presentazione per i dipendenti si tradurrebbe in un immediato licenziamento. Per questo motivo i lavoratori, che non intendono partire ne' sottostare a un destino di "emigranti per forza", si sono riunti stamane in presidio spontaneo sotto la sede, a pochi passi da corso Calatafimi. Chiedono che il Governo nazionale, Almaviva ed Exprivia trovino insieme una soluzione.
"Io e mi moglie lavoriamo entrambi per Almaviva e oggi avremmo dovuto prendere servizio a Rende - racconta Franz Bonomo - abbiamo una bimba di 4 anni e paghiamo ancora il mutuo della casa in cui abitiamo a Palermo. Se non si troveranno altre soluzioni - aggiunge - non avremo scelta, ma non sara' un passo indolore". Per Loredana Lucchese, lavoratrice part time che avrebbe dovuto cominciare anche lei oggi, "e' inspiegabile che non sia stato rispettato l'accordo siglato a Roma lo scorso 8 novembre. In quella occasione ci era stato assicurato che Exprivia avrebbe acquisito tutti i 297 lavoratori, invece ne ha selezionato solo 236 creando di fatto questa situazione".
"Abbiamo chiesto un incontro al Governo nazionale per fare chiarezza sua questa vicenda, ma non abbiamo ricevuto ancora risposta - dice Rosalba Vella Rsu Cgil - i lavoratori sono in sciopero da prima di Natale e per loro ogni giorno di protesta rappresenta un grave danno economico: occorre trovare al piu' presto una soluzione evitando il loro licenziamento. In caso contrario, la nostra intenzione e' di proseguire la protesta finche' i trasferimenti non verranno bloccati, in attesa di essere riconvocati al Mise. Non escludiamo ulteriori azioni di lotta - conclude - perche' i lavoratori sono disperati". (AGI)