31 agosto 2011

Tlc: A rischio povertà 7000 lavoratori

“Oltre alla gravità dell’intervento in sé, per metodo e merito, con un allungamento da 1 a 5 anni per accedere alla pensione di anzianità, migliaia di persone rischiano ora di stare senza reddito. Persone che hanno iniziato in giovane età la propria carriera professionale e, magari, hanno poi accettato di andare in mobilità contando di essere in pensione al termine della stessa. Il Governo infatti non può non sapere che, in questi anni di crisi, migliaia di lavoratori sono andati in mobilità volontaria, con accordi sindacali molti firmati proprio al Ministero del Lavoro, programmando il proprio pensionamento con le vecchie regole”. Cosi dichiara in una nota Alessandro Genovesi, Segretario Nazionale di SLC-CGIL.

“Pensiamo ad importanti riorganizzazioni come quelle di Telecom Italia o di altre grandi aziende dei servizi ed industriali, con decine e decine di migliaia di lavoratori che sono già andati in mobilità confidando di raggiungere, al termine del periodo, i requisiti per andare in pensione. Cosa ne sarà ora di queste migliaia di lavoratori che saranno per almeno un anno senza reddito alcuno? Quanti danni si faranno oggi e domani anche alle stesse imprese, rendendo la mobilità volontaria uno “strumento a rischio”?

“Solo nelle aziende delle TLC – continua Genovesi – negli ultimi tre anni sono andati in mobilità oltre 7 mila lavoratori di cui oltre almeno il 60% confidando, nel periodo di mobilità, di raggiungere i 40 anni di anzianità contando l’anno di servizio militare o gli anni universitari. L’anno o gli anni in più in cui saranno senza reddito cosa faranno? Andranno a bussare alle porte di chi ha voluto questa norma iniqua e distruttiva?. Chiederanno di essere riassunti? Pagheranno le imprese? Andranno a lavorare a nero?”

“Ogni giorno che passa – conclude il sindacalista - questo Governo dimostra tutta la propria incapacità e tutto il proprio livore contro le lavoratrici e lavoratori del Paese. Un motivo in più se mani ve ne fosse stato bisogno per scioperare il prossimo 6 Settembre”

29 agosto 2011

SLC e Circ 4/2011 "Certificati Malattia on-line"

Care compagne e cari compagni,

vi inviamo il testo della circolare n. 4 del 2011 della Presidenza del Consiglio e del Ministero del Lavoro, in relazione alle nuove modalità di comunicazione elettronica dei certificati medici al fine di giustificare le assenze di malattia.

In particolare evidenziamo che:

1) il periodo transitorio per cui varranno ancora le attuali disposizione di legge e CCNL (consegna fisica del certificato, anticipo via fax, ecc.) terminerà senza eccezione alcuna il 13 Settembre 2011;

2) è fondamentale dare ampia diffusione ai lavoratori delle nuove modalità che alleggeriranno in termini teorici gli adempimenti dei dipendenti;

3) poiché è prevista la possibilità del datore di richiedere al dipendente anche il “codice” del certificato elettronico è fondamentale che il lavoratore si ricordi sempre di chiedere al medico che emette il certificato “il numero del protocollo identificativo del certificato inviato per via telematica”, al fine di evitare eventuali e spiacevoli disguidi.

Ovviamente è probabile che sarà poi cura dell’eventuale rinnovo del CCNL codificare il tutto, ma nel frattempo occorre che tutti i lavoratori del settore siano ampiamente informati.

Fraterni saluti.

p. la Segreteria Nazionale

Alessandro Genovesi


Leggi o scarica la circolare sulla certificazione di malattia

28 agosto 2011

Sciopero della Cgil per cambiare la manovra

La manovra del governo "è ideologica", colpisce chi già paga le tasse e i lavoratori dipendenti, per questo deve cambiare. Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha spiegato oggi (24 agosto) le ragioni dello sciopero generale di 8 ore di martedì 6 settembre. E' uno sciopero "per cambiare questa manovra, cancellare le norme che non vanno e cambiarne il segno sociale", ha detto. La conferenza stampa si è svolta a Piazza Navona, davanti al Senato dove la confederazione ha tenuto un presidio di protesta.


"Il governo italiano - ha esordito Camusso - è riuscito in un'operazione che sembrava impossibile, ha ricostruito una classe sociale compatta: la classe di coloro che pagano le tasse e che quindi si sobbarcheranno il peso delle manovre, quella di luglio e quella di agosto che, qualcuno se lo è dimenticato, si sommano e non si sovrappongono". La manovra, a suo avviso, "non è solo profondamente ingiusta e sbagliata, ma è anche ideologica perché cerca di cambiare l'anima del paese cancellando il 1 Maggio, il 25 Aprile e il 2 Giugno che sono feste fondamentali".


Non piacciono neanche le norme sul lavoro presenti nella manovra. "Vi sono delle vere e proprie vendette verso il lavoro, la sua dignità, i suoi diritti, la sua memoria", così il segretario. La Cgil le considera "vendette", ha spiegato, perché "sono misure estranee ad una manovra di finanza pubblica, non hanno ricadute economiche né i caratteri di urgenza e indifferibilità che giustificano un decreto". Al contrario, i nuovi provvedimenti "eliminano i licenziamenti con giusta causa, non portano nessun beneficio al paese, creano problemi ai lavoratori al sistema delle relazioni sindacali".


Il ministro del Lavoro Sacconi ha definito lo sciopero "ingiustificabile", dalla piazza Camusso ha risposto: "A chi oggi ci chiama irresponsabili vorremmo ricordare che noi per primi abbiamo lanciato l'allarme sulla gravità della crisi del paese, quando il governo dava vita allo spettacolo patetico del 'va tutto bene, bisogna solo comprare di più. Ebbene, oggi il paese è commissariato da Germania e Bce e si ha il coraggio di accusare noi di irresponsabilità".


Il presidente della Fiat, John Elkann, è intervenuto sullo sciopero sostenendo che in questo momento "serve unità nazionale, non servono cortei". Camusso ha lanciato un messaggio anche a lui: "Se ci tiene all'unità faccia un gesto nobile e dica al Parlamento che l'articolo 8 (la norma del decreto che modifica le regole della contrattazione, ndr) non lo vuole e non gli serve, perché è retroattivo e anticostituzionale". L'esecutivo ha avanzato l'ipotesi di porre la fiducia sul testo della manovra. La Cgil la boccia duramente: "Il governo blocca la democrazia del paese, impedisce al Parlamento di fare il suo mestiere, vuole fare del Parlamento solo un luogo di ratifica delle sue decisioni". Sulla protesta del sindacato, che arriva alla vigilia dell'iter parlamentare, il segretario si è rivolto alla maggioranza: "Lavorino per trovare una soluzione diversa - ha detto -, perché forzare la fiducia sarebbe l'ennesima prova di un esproprio del Parlamento". Quindi il passaggio su Cisl e Uil. Il segretario ha rivolto loro una critica: "Penso che sbaglino, che stiano subendo il fascino di questo governo e pensano poco a come cambiare la manovra": In ogni caso, ha specificato, resta "il rispetto per due grandi organizzazioni e per i lavoratori che rappresentano".


Lo sciopero del 6 settembre si articolerà in 100 manifestazioni territoriali. Sarà costruito un percorso di avvicinamento "interloquendo con tutti quelli che pensano che il bene del paese sia in discussione". Con la proclamazione dello sciopero, ai lavoratori "stiamo chiedendo un sacrificio straordinario - ha ricordato -, ma va chiesto di fronte a una condizione straordinaria, lo chiediamo oggi per non avere una condizione sbagliata domani".


Camusso ha quindi illustrato le proposte della Cgil. A cominciare dalla tassa straordinaria sui grandi immobili, quelli con valore patrimoniale sopra gli 800mila euro. "E crediamo che sia giusto che anche la Chiesa paghi per gli immobili di sua proprietà". La Confederazione stima che con questa misura si possa recuperare un gettito potenziale di circa 12 miliardi.


IL DOCUMENTO

La Cgil ha elaborato un documento nel quale esamina e critica punto per punto la manovra del governo, suggerendo quindi una vera e propria contromanovra. Il sindacato chiede che vengano cancellate le misure seguenti: le norme lesive dell’autonomia contrattuale e in deroga allo Statuto dei lavoratori. Le norme che prevedono l'annullamento o lo spostamento delle festività civili (25 aprile, 1 maggio, 2 giugno). La norma che predispone la modifica dell'articolo 41 della Costituzione. Le norme che prevedono lo stravolgimento del collocamento obbligatorio dei lavoratori disabili. La norma sulle tredicesime dei lavoratori pubblici.


La Cgil chiede anche la "modifica radicale” con emendamenti precisi delle misure del decreto sui tagli della spesa, le maggiori entrate, gli interventi normativi volti alla libertà economica, le disposizioni previste dalla "Delega per la riforma fiscale e assistenziale”. E ancora: la cancellazione dei tagli agli enti locali e l’allentamento del Patto di stabilità interno per gli investimenti in innovazione sociale (welfare e assistenza) e per le infrastrutture materiali. Eliminare i tagli alla Sanità. Togliere i blocchi del turn-over, ed il taglio degli organici nelle Pubbliche Amministrazioni e riaprire la stagione della contrattazione nel lavoro pubblico. Non procedere all'attuazione delle misure previste per il sistema previdenziale. Bloccare l'aumento delle accise sui carburanti. Specificare e rafforzare le norme sul caporalato. Il ripristino e il completamento del Sistri.


Le proposte

Nella pars construens del suo documento il sindacato propone che "le risorse derivanti dai macro-tagli per i singoli ministeri siano destinate alla costituzione di un Fondo per la Crescita e l'Innovazione (FCI). L'unica esclusione dai tagli va fatta per il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, per le funzioni ispettive e di accertamento fiscale, prevedendo invece il taglio delle risorse anche per la componente di spesa del Ministero della Difesa relativa anche alle 'missioni all'estero', attualmente esente”. Il fondo dovrebbe sostenere il sud, la ricerca e lo sviluppo, il piano energetico e le politiche di green economy ed un piano per l'occupazione. Un incentivo diretto di natura straordinaria (vedi sotto le misure sulle tasse di successione) finazierebbe invece l'inserimento dei giovani nel mercato del lavoro.



La Cgil propone inoltre: la rimodulazione e il trasferimento di parte dei Fondi Grandi Opere (es. Ponte sullo Stretto). Il riordino del sistema di incentivi pubblici per le imprese. Assumere e incrementare alcuni punti della manovra: le operazioni sulle stock options; l'aumento del Bollo del Conto Titoli, l'aumento del bollo per auto di grande cilindrata e inquinanti.


Tagli alla politica

"Serve un disegno organico di riforma – si legge nel documento della Cgil - basato su interventi strutturali dell‟architettura istituzionale, senza ridurne gli spazi di partecipazione democratica, attraverso un sistema organico di revisione della spesa e una vera lotta alla corruzione”. In particolare: la riduzione del numero dei parlamentari e il rafforzamento del loro ruolo attraverso la riforma federalista del sistema bicamerale; una nuova legge elettorale; il tema delle Regioni a Statuto speciale; attraverso la Carta delle Autonomie (già in Parlamento), il tema della riforma delle Province, l'accorpamento delle funzioni amministrative e di servizio per i Comuni piccoli e medi valorizzando la pratica dell'associazionismo (Consorzi comunali, Associazioni di Comuni).


Allo stesso modo, vanno affrontate le misure in tema di spesa corrente, attraverso il taglio lineare ed immediato di tutti gli emolumenti, le indennità e i "vitalizi” di politici e amministratori pubblici; una maggiore riduzione delle "auto blu” (e del personale addetto); la sospensione fino al 2014 delle "consulenze” in tutta la Pubblica Amministrazione; l'introduzione di un tetto retributivo e previdenziale per le alte cariche dello stato, ripristinando il tetto, già abrogato; la riduzione delle società che non producono servizi collegate agli enti locali e del numero di amministratori delle società di servizi. Queste misure, complessivamente, secondo la Cgil possono produrre un risparmio di spesa immediato fino a 8,5 miliardi di euro, da destinare a livello locale.


La sovrattassa sullo scudo fiscale

Il sindacato propone inoltre una sovrattassa straordinaria sui capitali già sanati con lo scudo fiscale, ma non rientrati dall'estero, con un'imposizione aggiuntiva del 15% (oltre il 5% che già era stato previsto): ne potrebbe derivare un ulteriore contributo di 9 miliardi di euro.


Attraverso un Piano strutturale di lotta all'evasione fiscale e al sommerso si può programmare una riduzione dell'evasione fiscale e contributiva del 10% nel 2012 e del 20% dal 2013.


Il contributo di solidarietà

Un altro punto è la modifica del "contributo di solidarietà” impostandolo su tutti i redditi (non solo ai fini Irpef), in ragione della "capacità contributiva”, con un prelievo del 5% per la parte eccedente i 90mila euro e del 10% per la parte eccedente i 150mila euro. Il contributo deve assumere le caratteristiche della "straordinarietà” e dell'equità, ragiona la Cgil.


La tassa sulle grandi ricchezze

Il sindacato chiede l'introduzione di un'Imposta ordinaria sulle Grandi Ricchezze (IGR), come il modello francese. Si prevede un'aliquota progressiva dallo 0,55% all'1,8% sulle attività reali, patrimoniali e finanziarie, al netto delle passività finanziarie (mutui e altri debiti). L'imposta verrebbe pagata solo sulla quota che eccede gli 800.000 euro. A subire un aumento del prelievo fiscale strutturale non sarebbe il 95% delle famiglie italiane ma solo gli ultraricchi, ossia il 5% delle famiglie. La Cgil stima un gettito massimo potenziale di circa 15 miliardi ogni anno dal 2013.


L'imposta straordinaria sui grandi immobili

L'introduzione di un'Imposta straordinaria sui Grandi Immobili (IGI) il cui valore patrimoniale netto superi la soglia dei 800.000 euro, con aliquota fissa dell'1%, per l'anno 2012 potrebbe generare un gettito massimo potenziale di circa 12 miliardi di euro.


Le tasse di successione

La Cgil chiede infine di aumentare la Tassa di successione, modificandone i criteri attualmente in vigore (riferimenti catastali, ipotecari e di registro; inserire un principio di progressività; etc.), cancellare l'esclusione dei patrimoni redditizi. Si punta ad un gettito di circa 2 miliardi di euro l'anno.


In un ambito europeo, il sindacato promuove l'ipotesi di introdurre da subito gli Eurobond della Bce e chiede, tra l'altro, di "allungare la decorrenza degli obiettivi e dei vincoli di Bilancio dall'attuale 2013 almeno al 2015”.


(a cura di Emanuele Di Nicola, Davide Orecchio, Fabrizio Ricci)


CGIL, al via petizione per salvare feste civili

Spostare o accorpare alla domenica le festività civili e laiche “colpisce l'identità e la storia del nostro Paese, ne indebolisce la memoria e rappresenta un grave limite per il futuro”, producendo per altro un “irrisorio beneficio economico”. Per cancellare questa scelta contenuta nella manovra la CGIL lancia oggi una petizione per salvaguardare le tre ricorrenze in discussione - il giorno della Liberazione, quello del lavoro e quello della Repubblica - che si potrà firmare sul sito della CGIL www.cgil.it (a partire da domani mattina) o direttamente presso le Camere del lavoro sul territorio.

La segreteria nazionale della CGIL in una nota sottolinea, infatti, come “in un provvedimento iniquo, e che noi contrastiamo con forza, si colloca così anche una norma che colpisce l’identità e la storia del nostro Paese, ne indebolisce la memoria e rappresenta un grave limite per il futuro”. Le ricorrenze civili, spiega il sindacato di corso d'Italia, “vanno celebrate con attenzione e rispetto, perché parlano a tutti, alla ragione stessa del nostro stare insieme, e perché i valori che esse affermano non siano ridotti ad un momento residuale”.

Il 25 aprile, il 1° maggio e il 2 giugno, ovvero “il ricordo della Liberazione del nostro Paese da una dittatura feroce e sanguinaria; la celebrazione del Lavoro come strumento di dignità per milioni di donne e uomini che con la loro fatica ed intelligenza consentono al Paese di progredire; la celebrazione del passaggio alla Repubblica parlamentare”, sono “tappe fondamentali che non intendiamo consentire vengano cancellate”. Per altro, sottolinea ancora la segreteria CGIL, “mentre irrisorio è il beneficio economico che ne deriverebbe, i costi civili sul versante della memoria e dell’identità sarebbero, se la norma venisse confermata, di gran lunga maggiori. Inoltre, è sufficiente un confronto con altre situazione per vedere come l’Italia è un Paese che ha un numero contenuto di festività civili e come in altri Paesi le ricorrenze civili siano celebrate e custodite con attenzione”.

Da queste considerazioni nasce per la CGIL la convinzione che “bisogna che ognuno di noi si faccia carico di dire la propria contrarietà a questa previsione e di farla dire al maggior numero di cittadini possibile: tante sono le gravi conseguenze dei contenuti della manovra, quella che riguarda le festività civili non è da meno”. Per questo a partire da domani mattina e per i prossimi giorni sarà possibile firmare la petizione sul sito della CGIL ( www.cgil.it ) o direttamente presso le diverse sedi delle Camere del Lavoro dietro le parole “alziamo insieme la nostra voce perché l’identità ed il futuro dell’Italia sono un bene indisponibile ad ogni manipolazione”.

Clicca qui per firmare la petizione

27 agosto 2011

Elezione Coordinamento Nazionale Telecom Italia

Premesso che

In data 28 giugno 2011 SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, in qualità di organizzazioni maggiormente rappresentative in Telecom Italia S.p.A., hanno avviato le procedure per l’elezione del nuovo Coordinamento Nazionale Telecom. composto da 66 componenti;

Pur potendo presentare una lista di maggioranza assoluta per l’elezione dei 66 componenti, le Scriventi OO.SS. hanno riservato 6 posti alle altre organizzazioni di minoranza come di seguito suddivisi:

28 titolari + 28 supplenti a Slc-Cgil

17 titolari + 17 supplenti a Uilcom-Uil

15 titolari + 15 supplenti a Fistel-Cisl

6 titolari + 6 supplenti a altri sindacati.

nella stessa giornata era stato predisposto un regolamento elettorale affisso nelle bacheche aziendali;

l’elezione del nuovo Coordinamento, è avvenuta, tramite quanto stabilito dal regolamento elettorale, in data 18 luglio 2011 nel territorio nazionale da tutte le RSU appositamente convocate in ogni regione per procedere al voto.

Nelle assemblee delle RSU sono state presentate le liste:

Lista n. 1 “SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM UIL”

Lista n.2 “CUB-COBAS”

Le elezioni hanno registrato la maggioranza dei voti a favore della lista SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM UIL come risulta dai verbali delle votazioni (257 voti), seguita dalla seconda lista (15 voti ) e con 4 voti di astensione

SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL

Prendono atto dell’elezione dei candidati inseriti nella lista n. 1 “SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM UIL” a componenti del Coordinamento Nazionale RSU Telecom Italia, nonché dell’elezione dei candidati della lista n. 2 “CUB-COBAS”.

I membri SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM UIL nel Coordinamento risultano pertanto essere i signori di seguito indicati in elenco

Titolare Supplente

Cognome Nome Cognome Nome Sindacato

1. EVANGELISTA Dario IROLLO Esterita SLC CGIL

2. SALATO Pietro D'ANGELO Salvatore SLC CGIL

3. SACCO Vito MOSCARA Tommaso SLC CGIL

4. BELLASPICA Vincenzo BUSI Paolo SLC CGIL

5. BASTONI Giovanni DESSI' Mariangela SLC CGIL

6. CUPIDO Guido ADAMI Roberta SLC CGIL

7. BEROLA Paola Maria CARRETTA Luca SLC CGIL

8. GAJ Emiliano TIMPANI Donato SLC CGIL

9. FRANZOLINI Roberto SARTI Alessandro SLC CGIL

10. PUCCI Guido PACE Sandro SLC CGIL

11. CANDILORO Angelo TRENTACOSTE Massimiliano SLC CGIL

12. FOTI Davide AMARA Salvatore SLC CGIL

13. SPIGHETTI Fabio CHIACCHIARINI Giorgio SLC CGIL

14. ARIEMMA Maurizio CICERONI Emma SLC CGIL

15. DI RUSSO Fabio GRECO Cataldo SLC CGIL

16. FILONI Paolo ##### ##### SLC CGIL

17. RANDACCIO Alessandro TOLA Maurizio SLC CGIL

18. VISENTIN Paolo BALLO Stefano SLC CGIL

19. CESTARO Marianna SARTORI Roberto SLC CGIL

20. FALOSSI Samuele GARGIANI Paolo SLC CGIL

21. FELICIANO Raimondo CAMPOLI Lorenzo SLC CGIL

22. CANNISTRA' Pietro POLICICCHIO Maurizio SLC CGIL

23. COMELLI Renato TORTORELLA Flavio SLC CGIL

24. DAMIANI Luca RINALDI Graziana SLC CGIL

25. PAOLI Antonio Sergio MAVIGLIA Francesco SLC CGIL

26. TATARANNI Eustachio ##### ##### SLC CGIL

27. DE NARDI Renato BIANCHINI Carla SLC CGIL

28. LUPIA Vincenzo AMENDUNI Domenico SLC CGIL

29. RUSSO Saverio BRAGA Fiorentino FISTel CISL

30. CATENA Massimiliano GABRIELLI Vincenzo FISTel CISL

31. MAZZUIA Loredana AMITRANO Roberto FISTel CISL

32. VIANELLO Mauro BELLIO Massimo FISTel CISL

33. BELLASI Massimo GALASTRI Paolo FISTel CISL

34. MORAGLIA Oronzo MALLARDI Francesco FISTel CISL

35. DI GIOVANNI Orazio NICOSIA Mario FISTel CISL

36. MERLINO Giorgio MONTALTO Ernesto FISTel CISL

37. DEL COTTO Silvano FAZIO Pietro FISTel CISL

38. CIANI Fiorella NOVELLI Daniele FISTel CISL

39. CATAPANO Bianca Maria COGOI Amedeo FISTel CISL

40. CARUSO Rocco PIZZUTO Salvatore FISTel CISL

41. BITTO Marisa APPEDDU Gavino FISTel CISL

42. ANDRIANO Giacomo FRAU Alberto FISTel CISL

43. HASSON Giuseppe PALUMBO Antonio FISTel CISL

44. MARINI Rosario MOLINO Vincenzo UILCOM UIL

45. RIVETTI Pietro TELESCA Vincenzo UILCOM UIL

46. FRANCHI Maurizio MASTRACCHIO Rocco UILCOM UIL

47. GUERRIERO Fabio LAGANA' Giuseppe UILCOM UIL

48. CERULLO Giuliano SANNA Francesco UILCOM UIL

49. DALLA BELLA Andrea GRIDELLI Michael Gabriel UILCOM UIL

50. MORO Flavio MOLINER Sabrina UILCOM UIL

51. NAZARENO Gianni TODINI Paolo UILCOM UIL

52. COSTA Roberto PARODI Guido UILCOM UIL

53. PATTI Maurizio FRATANTONIO Luca UILCOM UIL

54. SANNA Tommaso DI PRETORO Aldo UILCOM UIL

55. ZACCARIA Patrizia DALPONTE Armando UILCOM UIL

56. FUMAROLA Vincenzo PICHECA Antonio UILCOM UIL

57. RICCARDO Loi TRONU Simone UILCOM UIL

58. LO IACONO Leonardo PEPE Paolo UILCOM UIL

59. TEMPERINI Roberto GRAZZINI Sonia UILCOM UIL

60. GASPARIN Roberto SCARSO Ermes UILCOM UIL

Pertanto SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL invitano Telecomitalia S.p.A ed Unindustria a prendere atto del risultato elettorale per gli adempimenti di loro competenza

Le Segreterie Nazionali

SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL

26 agosto 2011

Cile: La più grande manifestazione degli ultimi 20 anni

Il Cile ha visto oggi la marcia più numerosa da 20 anni, nelle ultime 24 ore dello sciopero generale convocato dalla Centrale unitaria dei lavoratori per «un Cile diverso» ed in appoggio alla causa del movimento studentesco guidato da Camila Vallejo, mobilitato da mesi per un'istruzione «gratuita e di qualità». Solo al termine della manifestazione, quando la folla si stava ormai disperdendo, si sono registrati alcuni incidenti tra persone incappucciate e forze dell'ordine. Intanto la giornata di ieri era stata caratterizzata da saccheggi, incendi, un tentativo di assalto ad una caserma della polizia, con 42 carabinieri feriti, 285 autobus danneggiati, decine di semafori distrutti, e centinaia di arresti.

A decine di migliaia, studenti e lavoratori oggi hanno manifestato fianco a fianco in forma completamente pacifica, in quattro cortei colorati, con bandiere e striscioni, per chiedere un cambiamento radicale e profondo del paese, una «primavera» cilena, un cambiamento dell'attuale Costituzione, imposta dal regime di Augusto Pinochet. E per la prima volta si sono visti scendere in piazza numerosi anche gli esponenti dei partiti di opposizione mentre il governo di Pinera, sempre più ammaccato sotto il fuoco incrociato delle proteste del Movimento studentesco e della Centrale unitaria dei lavoratori sta vivendo il suo momento di maggiore impopolarità, con i consensi crollati al 30%. Tra la gente in marcia oggi c'era anche lei, Camila Vallejo, la presidente della Federazione degli studenti universitari del Cile, seconda donna nella storia del movimento a ricoprire questo incarico. La giovane di 23 anni, studentessa di Geografia, che a poco a poco si è trasformata da timida militante della Gioventù Comunista nel nuovo volto della protesta sociale del paese. Da ritrosa adolescente, Camila è diventata interprete e portavoce del malcontento sociale, della piazza che va via via infiammandosi e che reclama riforme all'istruzione, pari opportunità per i giovani del paese, nuove misure per i lavoratori, ma soprattutto cambiamenti strutturali alla democrazia.

Telecom Italia: Regolamento in materia di malattia

1. DEFINIZIONE

Ai fini del presente Regolamento per malattia deve intendersi uno stato patologico acuto o sub- acuto che comporti un’incapacità lavorativa alle mansioni cui il dipendente è assegnato e la totale impossibilità temporanea della prestazione lavorativa dovuta.

2. AMBITO DI APPLICAZIONE

Il presente Regolamento si applica al personale quadro, impiegatizio ed operaio cui si applica il CCNL TLC 3 dicembre 2005.

3. ONERI E OBBLIGHI IN CAPO AL LAVORATORE

3.1 Comunicazione di inizio malattia

Il lavoratore che non si presenti in servizio per malattia deve darne avviso all’Azienda entro il primo giorno in cui si è verificata l’assenza, comunicando contestualmente il luogo ove si trovi degente, se diverso dal domicilio già noto all’Azienda stessa, nonché eventuali variazioni successive del luogo di degenza espressamente autorizzate dal medico(art. 36 CCNL)1.

Al fine di consentire le necessarie soluzioni organizzative da parte dell’Azienda l’assenza dovrà essere comunicata il primo giorno di assenza prima dell’inizio dell’orario di lavoro o entro l’orario stabilito per il termine della fascia di flessibilità.


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Sicurezza sul lavoro: Il nuovo assetto istituzionale

La revisione ed il riordino della disciplina in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro sono da anni al centro del dibattito politico, non solo per il primato che la Costituzione ha attribuito alla sicurezza del lavoro rispetto alla libertà di iniziativa economica privata, ma soprattutto per le sempre più frequenti morti bianche, segno dell’inadeguatezza del sistema prevenzionistico rispetto all’attuale contesto economico e sociale.

Infatti, dopo il d.lgs. 626/1994, che aveva recepito la direttiva quadro n. 89/391/CEE e le altre direttive particolari, la normativa sulla sicurezza del lavoro ha continuato a sovrapporsi, spesso senza alcun coordinamento, alla preesistente, nella prospettiva di adeguare l’ordinamento interno alla costante produzione normativa di fonte comunitaria e nella strenua ricerca di una tutela effettiva dell’integrità psicofisica del lavoratore.

Del resto, come evidenziato da Giuseppe Santoro Passarelli nel suo Commentario al Titolo I del d.lgs. 81/2008, a rendere poco chiaro e coerente il quadro d’insieme era lo stesso d.lgs. 626/1994, il quale, anziché razionalizzare l’intero sistema, faceva salve le disposizioni in materia di prevenzione degli infortuni e igiene del lavoro non specificamente modificate dal decreto medesimo, lasciando alla sensibilità dell’interprete il non facile compito di individuare, caso per caso, le norme anteriori implicitamente (o di fatto) superate o sostituite dalla nuova disciplina.


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25 agosto 2011

«Cisl e Uil affascinate dal governo»

Susanna Camusso, nel giorno del presidio di fronte al Senato, ha rivendicato la posizione del sindacato di Corso Italia, attaccando le altre organizzazioni confederali: «Penso che Cisl e Uil sbaglino, che stiano subendo il fascino di questo Governo e pensano poco a come cambiare questa manovra».

VOGLIAMO COSTRUIRE UNITÀ. Una posizione solitaria? «Nella trappola di credere che avere molti nemici vuol dire molto onore non non ci caschiamo. Abbiamo il problema opposto, quello di costruire una grande unità, di cercare posizioni unitarie quando è possibile». Rispetto a chi non la pensa come la Cgil, ha spiegato la Camusso, «il nostro obiettivo è convincerli, non considerarli nemici».

Lo sciopero potrebbe arrivare anche dopo un voto di fiducia al Senato, se l'iter parlamentare accelera come ha annunciato la maggioranza, ma la sindacalista non si è scoraggiata: «Se non viene cambiata la manovra oggi la mobilitazione continuerà per cambiarla domani».

Sulla posizione assunta da Cisl e Uil, la Camusso si è chiesta: «Se di fronte ad una manovra che rompe la coesione» sociale non sarebbe invece interesse di tutti provare ad interloquire con il disagio. La segretaria della Cgil ha comunque voluto sottolineare «il rispetto per due grandi organizzazioni e per i lavoratori che rappresentano».

«IRRESPONSABILE È IL GOVERNO». La Camusso ha anche ribaltato contro il governo le accuse di irresponsabilità per l'annuncio dello sciopero generale. Sul piazzale di Palazzo Madama ha parlato di «spettacolo patetico di chi per tre anni ha negato la crisi», e degli «accordi avvilenti» con il governo che a agosto «non ha ascoltato le parti e cercava di convincerci ancora che non ci sono problemi. Lascio a voi giudicare chi è irresponsabile in questo paese», ha detto.

E ha annunciato che lo sciopero del 6 è destinato a comprendere «cento manifestazioni territoriali», frutto di un percorso costruito «interloquendo con tutti quelli che pensano che il bene del Paese sia in discussione».

«Sappiamo benissimo», ha detto, «che stiamo chiedendo un sacrificio straordinario ai lavoratori, ma un sacrificio straordinario va chiesto di fronte ad una situazione straordinaria, e lo chiediamo oggi per non avere una condizione sbagliata domani».

Teatro stabile Catania: "basta meschinità, giù le mani dalla cultura"

Che le meschine polemiche abbiano fine e la politica, quella con la p minuscola, culturalmente incapace di leggere non solo i bisogni sociali ma anche le trasformazioni in atto nella società, metta giù le mani dalla cultura.

Attorno alle necessità che riguarderebbero il Teatro Stabile di Catania è stato sollevato, in questi ultimi mesi, da parte un non meglio identificato sottobosco politico, innumerevoli polemiche e sono state alimentate le più allarmanti speculazioni. Il Teatro Stabile di Catania, che ricordiamo a tutti è patrimonio di chi ci lavora e soprattutto di chi ne ha garantito attraverso la presenza agli spettacoli il successo, ha bisogno di altro: della vera politica , di quella con la P maiuscola che si muove per rimediare ai tagli in bilancio che ne mettono a rischio le attività.

I veri pericoli per le attività, non solo del Teatro Stabile di Catania, così come per tutte le istituzioni culturali catanesi derivano dai continui tagli ai contributi assegnati dagli enti locali e dalle continue manovre del governo nazionale che penalizzano i territori che a loro volta, in maniera miope e sconsiderata, tagliano i fondi alla cultura.

Questi tagli spesso, invece, non insistono nei confronti di tutte quelle istituzioni culturali che si assoggettano in maniera servile ai voleri del potente di turno con il cappello teso in mano.

Il Teatro Stabile di Catania è per tradizioni, qualità del prodotto e servizi resi al pubblico ed alla città un immenso patrimonio della nostra comunità.

Da anni, lo riaffermiamo con forza, grazie alla passione di un pubblico sempre attento ed accorto e, ci si permetta di affermarlo con orgoglio, soprattutto grazie al costante impegno dei tanti attori che anche presso la scuola di formazione del Teatro Stabile si sono formati, delle eccellenti maestranze impegnate nella elaborazione e nella messa in opera degli spettacoli (scene, luci, vestiti, trucchi, etc), il Teatro Stabile è un apprezzatissimo palcoscenico che fa di Catania una delle più importanti piazze teatrali in Italia.

Ultimamente, pertanto, siamo rimasti sorpresi che a fronte di tanta qualità e di tanta quantità resa non siano state adeguatamente riconosciuti alle istituzioni culturali catanesi, quindi anche al Teatro Stabile di Catania, soprattutto da parte della Provincia, i finanziamenti adeguati e ciò, riteniamo anche a causa delle meschine polemiche in corso che sono alimentate da chi ha tutto l’interesse a mettere il bavaglio alla cultura.

Il Teatro Stabile di Catania, il nostro bel Teatro, va sostenuto e sorretto e quindi ci appelliamo alla “vera Politica” affinchè tali meriti, talenti, capacità e professioni non vadano disperse e soprattutto chiediamo che il nostro Teatro non venga trasformato nel palcoscenico di una lotta per il potere che li non deve trovare il suo terreno di scontro.

La vera Politica, così come spesso ha fatto, sostenga chi ama il Teatro in questa lotta a favore della libertà di ingegno e della libertà di espressione.


Cgil Catania:Giovanni Pistorio - Slc Catania: Davide Foti - Rsa Slc Catania: Antonio Giardinieri


23 agosto 2011

La CGIL proclama per il 6 settembre lo Sciopero Generale contro la manovra

La Segreteria Confederale della CGIL, a conclusione della riunione dei segretari generali di categoria e territoriali sulla base del mandato ricevuto dal Direttivo nazionale dell'11 e 12 luglio, ha indetto per martedì 6 settembre uno sciopero generale di 8 ore per ogni turno contro (e per cambiare) la manovra iniqua e sbagliata del governo.

Prende il via in Commissione Bilancio del Senato l'esame della manovra economica che lo scorso 13 agosto ha ricevuto il via libera dal Consiglio dei Ministri. Un provvedimento da oltre 45 miliardi che andrà a sommarsi ai 47 dell'intervento di luglio, per un impatto complessivo che supererà i 90 miliardi da qui al 2013 e che la CGIL, fin da subito, ha fortemente contrastato poiché ritiene essere nella forma “depressivo, socialmente iniquo, innefficace e antisindacale” e contro il quale ha rafforzato la sua mobilitazione, proclamando per martedì 6 settembre uno sciopero generale di 8 ore per ogni turno.

La protesta inizierà domani, 24 agosto alle ore 9, davanti alla sede del Senato con un presidio proclamato dalla Confederazione, al quale parteciperà, insieme ai componenti della Segreteria Nazionale, il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso. Prevista in piazza per le ore 11 la conferenza stampa della leader del sindacato di Corso Italia, la quale illustrerà le proposte alternative della CGIL e le ragioni e le modalità dello Sciopero Generale promosso oggi. Come spiegato dalla CGIL, la completa bocciatura della manovra sta nel fatto che con questo provvedimento si “condanna il paese alla recessione e alla disgregazione sociale” per difendere invece “le grandi ricchezze e gli interessi che rappresentano la base di consenso del Governo”.

In particolare per la CGIL la manovra è “depressiva” e “socialmente iniqua”, perchè non viene destinata alcuna risorsa né alla crescita, né all'occupazione, mentre i redditi e i consumi dei cittadini continuano a ridursi. Per la CGIL ad essere colpiti dal provvedimento sono, ancora una volta, i soggetti sociali più deboli: lavoratori, pensionati, famiglie, mentre si continua ad evitare di intervenire sull'evasione fiscale, sulle rendite finanziarie e sulle grandi ricchezze. Il decreto del 13 agosto oltre ad essere “inefficace” perchè, come spiega la CGIL, “non affronta in maniera strutturale le cause del deficit, né pone le basi per ridurre realmente il debito”, possiede “caratteri antisindacali” in quanto “pretende di cancellare per legge uno strumento di regolazione generale dei diritti dei lavoratori come il Contratto Nazionale di lavoro”.

La manovra di ferragosto prevede, infatti, che gli accordi aziendali possano regolare le condizioni di lavoro in deroga al CCNL e alle leggi anche in materia di licenziamento. Per la CGIL questa norma rappresenta un “nuovo gravissimo taglio ai diritti dei lavoratori”. E' proprio sull'articolo 8 del decreto ('misure a sostegno dell'occupazione') che la CGIL si sofferma nella lettera inviata a CISL e UIL, il 22 agosto scorso. Alle due Confederazioni la CGIL apre una serie di questioni: “L’art. 8 della manovra non è un attacco alla autonomia delle parti?”, “Non è forse chiaro che trasformare l’art. 18 in materia contrattabile di non meglio identificate 'rappresentanze sindacali operanti in azienda', mina l’efficacia dell’articolo stesso?”, “Non è forse evidente che una norma che non si basa sulla rappresentanza, e affida poteri su tutte le materie fuori dai contratti, è la proliferazione di qualunque forma di sindacalismo ed un attacco esplicito al sindacato confederale?”.

Altra scelta contenuta nella manovra e fortemente criticata dalla CGIL è quella di spostare o accorpare alla domenica le festività civili e laiche, per la CGIL significa “colpire l'identità e la storia del nostro Paese, indebolirne la memoria”, rappresenta, prosegue “un grave limite per il futuro”, producendo per altro un “irrisorio beneficio economico”. Per questo motivo la CGIL ha deciso di lanciare una petizione popolare a difesa delle feste della Liberazione, del Lavoro e della Repubblica. Raggiunte al momento quasi 16mila firme. E' possibile firmare la petizione sul sito della CGIL (www.cgil.it) o direttamente presso le diverse sedi delle Camere del Lavoro dietro le parole “alziamo insieme la nostra voce perché l’identità ed il futuro dell’Italia sono un bene indisponibile ad ogni manipolazione”.