18 febbraio 2016

Lite sul lavoro tra dipendenti: licenziamento solo per rissa


La semplice lite tra due colleghi sul posto di lavoro, se non sfociata in un aperto contrasto fisico, senza arrecare pregiudizio alla produzione o ai beni dell’azienda, non può essere causa di licenziamento. Neanche se la provocazione è provenuta chiaramente da uno dei due. È quanto chiarito dalla Cassazione con una recente sentenza [1]. Nel caso di specie il fatto era stato costituito da una spallata rivolta da un dipendente nei confronti di un altro.   La Corte ammonisce: la valutazione circa la possibilità di licenziamento deve essere fatta tenendo conto della gravità del singolo caso.   Spesso è lo stesso contratto collettivo a sanzionare, con il licenziamento, infrazioni connotate da livelli di gravità particolarmente elevati, come ad esempio la rissa in azienda (che comporta lo scontro fra due opposte fazioni con il ricorso a vie di fatto) o il danneggiamento volontario del materiale dell’azienda (si pensi al dipendente che rompa la tastiera del computer del collega).   Deve sempre sussistere una proporzione tra condotta e sanzione adottata nei confronti del lavoratore: la violenza deve essere particolare peso e importanza. Il semplice contatto fisico, sebbene poco urbano, come una spallata provocatrice, non può considerarsi di per sé violento, specie se non abbia avuto alcun ulteriore strascico. Impossibile allora parlare di “rissa”, spiegano i giudici.   Allo stesso tempo, vanno valutati i precedenti del lavoratore: se quest’ultimo, negli anni, non ha mai manifestato condotte tali da comportare sanzioni disciplinari, non può, per un singolo episodio non particolarmente grave, essere licenziato.
Corte di Cassazione, sez. Lavoro, sentenza 2 dicembre 2015 – 12 febbraio 2016, n. 2830 Presidente Manna – Relatore Della Torre