09 giugno 2016

SLC CGIL: Comunicato Telecom Italia del 9 giugno 2016

In queste settimane il management di Tim sembra colto da una sorta di sindrome che potremmo definire di “Re Mida al contrario”, ovvero riescono a trasformare in argomento di polemica e risentimento anche temi in linea di massima condivisibili.
E’ successo con la mail sul rifornimento obbligatorio all’iperself, sta succedendo in queste ore con la fruizione di EF e ROL.
Ora improvvisamente l’azienda scopre che esistono istituti quali ex festività e ROL, istituti “misteriosi” in alcuni reparti aziendali tanto è difficile poterne usufruire a causa di sempre più urgenti esigenze tecnico-organizzative, e decide che, quelli del 2016, vanno consumati entro l’anno. E per questo decidono di “agevolare la programmazione” degli istituti eventualmente residui.
Cosa vuol dire? Che in reparti quali il caring finalmente i lavoratori potranno immaginare di usufruire di questi istituti con un minimo di visibilità senza più essere “appesi” fino all’ultimo secondo per poi vederseli molto spesso respingere?
Temiamo di no. E allora cosa si persegue?
Tenendo poi presente che nel contratto, ci spiace per chi ha partorito questa ennesima intemerata estemporanea, non esiste in alcun modo l’obbligo di programmazione, né forzata né “agevolata” e quindi non possiamo che diffidare dall’esercitare qualsivoglia forzatura sui lavoratori.
Nel contratto si auspica, è vero, uno smaltimento annuale degli istituti (che nascono anzitutto per conciliare tempi di vita e tempi di lavoro) ma è specificatamente previsto che la richiesta di fruizione sia di esclusiva competenza del lavoratore, prevedendone comunque una monetizzazione automatica trascorsi i 24 mesi dalla loro maturazione.
Cosa vuol dire questo? Semplice, che ogni responsabile dovrebbe, nel predisporre l’organizzazione del lavoro del proprio reparto, saper organizzare anche, forse soprattutto nei casi di reparti operativi, una fruizione intelligente degli istituti, che valorizzandone il valore di conciliazione dei tempi di vita per i lavoratori possa portare a casa un risultato utile per l’azienda in termini di abbattimento dei costi.
Ma così non è. Semplicemente si passa da un eccesso ad un altro.
Da desiderio proibito ad “obbligo” agevolato senza cambiare la sostanza delle cose: gettare sul lavoratore l’incapacità di programmare alcunché.
Evidentemente qualcuno deve essersi chiesto come peggiorare ulteriormente il clima dopo l’annuncio della mancata erogazione del PDR.
E si perché può capitare che un’azienda manchi i risultati economici e, quindi, anche i parametri di erogazione di un premio di risultato.
Ma è veramente questo quello che è successo in Tim? No perché il mancato raggiungimento del risultato Ebidta dipende da tre partite straordinarie, sulle quali i lavoratori sono totalmente ininfluenti, cioè la chiusura del contenzioso con gli OLO, il pagamento delle multe di Agcom e gli accantonamenti per gli incentivi alle uscite.
Le prime due voci, come è facile notare, sono da addebitare unicamente agli errori commessi dal management, che però a marzo hanno visto riconosciuti i premi per gli obbiettivi raggiunti.
Così chi ha lavorato per raggiungere i parametri qualità e fatturato non percepisce il PDR mentre chi ha determinato il mancato raggiungimento del parametro Ebidta ha, come di consuetudine, percepito le migliaia di euro di MBO.
Così i sacrifici si continuano a scaricare sui soliti noti in una riedizione del Robin Hood al contrario: togliamo a chi ha di meno per dare a chi ha di più!
E nel frattempo, con le buste paga di maggio e giugno si continuano ad erogare canvass unilaterali e non contrattate, cioè parte di quel problema che ha portato pezzi di azienda ad “addomesticare” i numeri per trarne un vantaggio e condannando l’azienda al contenzioso che ha impedito il raggiungimento dell’Ebidta.
Complimenti ha chi ha congegnato tutto questo.
Tutto questo non può non mettere una certa apprensione se si pensa che questa nuova dirigenza sta studiando un piano di riduzione dei costi per un miliardo e seicento milioni.
Se i criteri che si utilizzeranno sono simili a quelli che abbiamo appena descritto allora è scontato che per Telecom ci sarà un futuro complicato.
Altrimenti, se gli interventi saranno in linea con quelli annunciati dall’Amministratore Delegato, molto più seri e coerenti, allora è necessario che questa azienda si interroghi per capire se tutto il gruppo dirigente sta remando dalla stessa parte.
Roma,9 Giugno 2016
La Segreteria Nazionale