30 ottobre 2013

Frequenze, Catricalà frena: "Non è il momento giusto per l'asta"

di Antonello Salerno
Il percorso che porterà all’asta delle frequenze "ex beauty contest" sarà probabilmente più lento di quanto si prevedesse prima dell’estate. Soltanto pochi giorni fa i grandi player delle Tlc avevano lasciato intendere di non potersi permettere grandi spese, chiedendo genericamente “garanzie sugli investimenti”. E oggi il viceministro alla Sviluppo, Antonio Catricalà, sembra aver raccolto e preso in seria considerazione quel segnale.

Parlando a margine dell’appuntamento per l’89sima giornata mondiale del risparmio, Catricalà ha fatto il punto della situazione: “Siamo in Commissione europea e abbiamo mandato il bando, ora aspettiamo che si esprimano in due diverse direzioni, su concorrenza e comunicazione. Ma non c'è tutta questa fretta per fare l'asta, perché non so se sia il momento migliore per vendere frequenze che valgono molto, mentre i soldi scarseggiano".

Una presa di posizione che va a modificare quanto lo stesso Catricalà aveva annunciato a luglio, quando aveva iniziato a prefigurare il percorso che avrebbe portato alla nuova assegnazione delle frequenze. “Finché non avremo un preventivo assenso della Commissione sullo schema di bando e di disciplinare di gara - aveva confermato anche in quell’occasione - non potremo procedere”.

Piuttosto è necessaria una spectrum review. “Al di là della gara - aveva detto Catricalà la scorsa estate - c’è da fare un discorso generale sulla risistemazione dello spettro radioelettrico per vedere come si possono risolvere i problemi interferenziali che si sono manifestati finora”.

In quell’occasione il viceministro con delega alle Tlc si sera anche spinto un po’ più in profondità: “Come tutti sanno, sullo sfondo c’è la vicenda della banda 700. Noi punteremo a garantire l’utilizzo coprimario della banda 700 tra tv e servizi di telecomunicazione. D’altra parte, però, non può essere che il settore delle tv locali sia di nuovo l’agnello sacrificale. Perché l’emittenza locale rappresenta un valore pluralistico non facilmente sostituibile”.