La Cgil insieme alla Slc Cgil e al Nidil Cgil hanno preparato un sondaggio sulla monitorizzazione del processo di delocalizzazione e il rischio privacy nei call center. Catania, come è noto, è una delle città più esposte al fenomeno delle delocalizzazioni. Migliaia di lavoratori, soprattutto giovani donne ed uomini con un tasso di scolarizzazione medio-alto, per i quali lavorare nei call center rappresenta l’unica possibilità di occupazione, rischiano dall’oggi al domani di perdere il lavoro. Spiegano il segretario confederale della Cgil Giovanni Pistorio, il segretario della Slc Cgil Davide Foti e il segretario del Nidil Giuseppe Oliva: “Chiediamo ai lavoratori, addetti e cittadini di darci una mano e segnalarci alcune informazioni relative alla natura di queste delocalizzazioni semplicemente scrivendo alla mail stopdelocalizzazione@gmail.com . Le informazioni di cui abbiamo bisogno riguardano il particolare la nazione verso cui si delocalizza; il nome della committente che delocalizza; il nome dell’ azienda che gestisce la commessa (se dato in possesso); il numero di numero di occupati per ogni singola azienda che opera all’estero”.
Il fenomeno delle delocalizzazioni, ossia il trasferimento delle aziende all’estero, sta gravemente lacerando il tessuto produttivo con grave perdita di posti di lavoro, atipico e a tempo indeterminato; lavoro che “migra” verso altri paesi nei quali i lavoratori non vengono adeguatamente retribuiti e tutelati e sono spesso sfruttati.“E tuttavia, quello del crollo dell’occupazione non è l’unico elemento che ci preoccupa. A questo infatti si aggiunge il tema delicato della privacy dei cittadini italiani i cui dati sensibili vengono trattati senza alcuna garanzia in call center – sottolineano Pistorio, Foti e Oliva- che hanno sede soprattutto nei paesi dell’est e del nord africa, prive di leggi adeguate di tutela dei dati personali: dati anagrafici, fiscali, bancari. E’ del tutto evidente che occorre porre un freno a questa continua emorragia di posti di lavoro, come peraltro abbiamo già provato a fare attraverso diverse iniziative anche di natura parlamentare. Per farlo abbiamo bisogno di conoscere la reale dimensione del fenomeno. Per questo chiediamo ai lavoratori, addetti e cittadini di segnalarci alcune informazioni relative alla natura di queste delocalizzazioni”.