Conferenza stampa alla Camera del Lavoro etnea sugli ammortizzatori in deroga. Presenti il Segretario Generale Angelo Villari, il segretario confederale Giovanni Pistorio e il segretario del Nidil Cgil e responsabile del Dipartimento del mercato del lavoro, Giuseppe Oliva
Su 3000 lavoratori catanesi che hanno fatto domanda per gli ammortizzatori in deroga, almeno 1800, ossia coloro che si sono rivolti alla Cgil, non hanno ancor ricevuto risposta. Un danno gravissimo, sulle spalle di chi trova in quest’ultima risorsa l’aiuto economico necessario in attesa che arrivi un nuovo lavoro.
Stamattina alla Camera del lavoro i numeri hanno dato ragione agli allarmi che il sindacato etneo lancia periodicamente. Stavolta sotto osservazione ci sono, appunto, gli ammortizzatori sociali in deroga, l’ultimo strumento utile di sostegno al reddito, soldi erogati solo quando si è già fatto ricorso a quelli ad ammortizzatori ordinari.
A snocciolare dati e fotografie della realtà attuale ci hanno pensato il segretario generale della Camera del lavoro, Angelo Villari, il segretario confederale Giovanni Pistorio e il segretario del Nidil Cgil nonché responsabile del Dipartimento del mercato del lavoro, Giuseppe Oliva, (nella foto, da sinistra, Oliva, Villari, Pistorio).
Ma veniamo ai numeri. Nel 2013 a Catania sono state presentate, sino ad oggi, richieste di accesso agli ammortizzatori sociali in deroga per circa 1800 lavoratori dipendenti da circa 910 imprese. La crisi ha colpito indistintamente tutti i settori di attività ma, alla luce dei dati che riguardano gli ammortizzatori sociali in deroga i settori più colpiti, sino ad oggi nel 2013 sono stati, in una prima fase quelli dell’edilizia (440 lavoratori dipendenti da 300 diverse aziende hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali in deroga) e del commercio (1250 lavoratori dipendenti da 565 aziende hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali in deroga) . In quest’ultimo periodo , però, si registra una impennata decisa della crisi nel comparto metalmeccanico (115 lavoratori dipendenti da 45 aziende hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali in deroga). La vera preoccupazione del sindacato é che ogni giorno che passa, il numero di lavoratori che fanno richiesta di mobilità in deroga è in continuo aumento.
Dice Angelo Villari: “Troppi licenziati da un anno non percepiscono un euro dagli ammortizzatori in deroga. Questa è l’amara verità di cui oggi dobbiamo prendere atto. Non è più accettabile sentirsi dire che la ripresa è vicina, bisogna invece rimettere in moto l’economia. Chiediamo che facciano i decreti rimasti in sospeso e chiediamo soprattutto che la Regione Sicilia affronti la questione sociale del lavoro”.
Il rapporto Svimez presenta un Paese in piena desertificazione industriale “tanto è vero –aggiunge Oliva- che in Europa siamo ancora tra i paesi in recessione e, soprattutto, continuiamo a perdere lavoro e nello specifico i dati che riguardano le aree del mezzogiorno, ed in particolare la Sicilia, sono ancora più allarmanti . Qui si concentrano le sacche di povertà più grandi. Qui la disoccupazione reale viaggia su percentuali del 28% ed il 14,3% delle famiglie deve sopravvivere con meno di mille euro al mese. Ad un primo esame dei dati si rende sin da subito evidente che dal 2007 al 2012, il Sud ha perso ben il 10% di PIL, quasi il doppio del Centro-Nord (-5,8%) ed in particolare solo nell’ultimo anno la Sicilia ha perso il 4,3% “.
Aggiunge Pistorio: “E’ urgente più che mai invertire la rotta, riqualificare le istituzioni e fare in modo che gli impegni presi, soprattutto a favore dei più deboli e dei più bisognosi, ossia di coloro che hanno perso il lavoro, siano immediatamente esigibili. Non è possibile che non ci sia certezza sui tempi di erogazione degli ammortizzatori sociali in deroga. In generale, bisogna fare scelte politiche e decidere da dove e come il paese debba ripartire e occorre operare una seria riduzione fiscale per i lavoratori e per i pensionati, recuperando risorse da una revisione della tassazione sulle rendite finanziarie”.
Intanto, è già tutto pronto per lo sciopero generale del 15 novembre che coinvolgerà anche la città di Catania.