19 febbraio 2016

Elezioni vodafone catania


Grandissima affermazione Della Slc Cgil alle elezioni vodafone catania: votanti 394 voti validi 393 bianche 1. Slc 263 fistel 80 uilcom 50. Cgil 4 rsu, cisl 1 rsu, uil 1 rsu. Eletti Mario LicciaGianluca PatanèAlessandro DainottiPiero Giordanella. Grazie a tutte le lavoratrici e i lavoratori e allo splendido gruppo dirigente della Cgil in Vodafone.

18 febbraio 2016

Cassazione: no al licenziamento per sopravvenuta incapacità totale di svolgere le precedenti mansioni


Con la sentenza n. 12489 del 17/06/2015, la Suprema Corte afferma come la sopravvenuta inabilità totale del prestatore di lavoro alle mansioni precedentemente svolte non sia causa sufficiente, autonomamente considerata, per ricorrere al licenziamento.
Il fatto che ha dato luogo alla pronuncia è stato il caso di un'ausiliaria socio-sanitaria licenziata dalla Casa di Cura datrice di lavoro per sopravvenuta totale inabilità alle mansioni alle quali era adibita. Nel 2005 il Tribunale di Roma ha dichiarato l'illegittimità del licenziamento intimato dalla Casa di Cura ordinando la reintegrazione nel posto di lavoro, così come stabilito dall'articolo 18 Stat. Lav., nonché la condanna al risarcimento dei danni.
Per contro, la società ha impugnato la sentenza dinanzi alla Corte d'Appello di Roma, la quale ha rigettato il gravame interposto contro la pronuncia emessa in prima istanza.
La Casa di Cura è ricorsa alla S.C. per la cassazione della sentenza di secondo grado.
La società ricorrente ritiene che il licenziamento è stato correttamente intimato sulla base di un giudizio reso da un organismo pubblico, ovvero dalla Commissione medica ospedaliera, che al tempo aveva giudicato la donna totalmente e permanentemente inabile alle prestazioni lavorative alle quali era adibita precedentemente. La Casa di Cura sostiene quindi come la sopravvenuta incapacità totale della dipendente fosse causa ostativa alla positiva prosecuzione del rapporto lavorativo giustificando il recesso senza la necessità di provvedere ad accertamenti circa la possibilità di assegnare alla dipendente altre mansioni equivalenti, o in via residuale, inferiori.
La S.C. considera infondato il motivo addotto dalla parte ricorrente.
In primis, la Corte afferma come il giudizio d'inidoneità della Commissione ospedaliera, formulato sulla base di quanto disposto all'art. 5 Stat. Lav. , non sia vincolante né per il datore né per il giudice, il quale può provvedere discrezionalmente ad un ulteriore controllo avvalendosi, se ritenuto necessario, dell'ausilio di un consulente tecnico.
Di conseguenza, in caso di contrasto tra l'accertamento sanitario e la consulenza prevista durante il processo, il giudice del merito è tenuto a confrontare le diverse risultanze allo scopo di stabilire quale sia maggiormente attendibile e convincente.
In subordine, il giudizio di totale inabilità alle mansioni precedentemente svolte non integra né un caso di impossibilità sopravvenuta tale da risolvere il contratto, né tanto meno risulta essere condizione sufficiente per il licenziamento in quanto in capo al datore di lavoro grava l'onere di dimostrare l'inesistenza di altre mansioni (equivalenti o, in extremis, deteriori) compatibili con la situazione di salute del lavoratore a condizione che quest'ultimo non abbia già manifestato, ab origine, il rifiuto di qualsiasi diversa assegnazione (nel caso esaminato, questa ipotesi non sussiste) e che l'attribuzione non comporti un'alterazione dell'organizzazione produttiva.
Si profila dunque l'onere di ricollocazione del lavoratore, individuando nel licenziamento un'extrema ratio.

Alla luce di quanto detto, la Corte ha respinto il ricorso presentato dalla Casa di cura S.p.A.

Solidarietà ad Andrea Lumino

COMUNICATO STAMPA
SOLIDARIETÀ ANDREA LUMINO
Apprendiamo di gravi intimidazioni e minacce rivolte al Compagno Segretario Generale di Taranto,  Andrea Lumino, per aver scoperto e denunciato lo sfruttamento di decine di lavoratori irregolari e privi di qualsiasi tutela e diritti, impiegati in un call center che gestisce addirittura una commessa pubblica.
La SLC CGIL Sicilia esprime la massima solidarietà e vicinanza ad Andrea, in questa battaglia per la legalità. I compagni della Sicilia, altra terra lasciata al malaffare, spesso concubina di politici e corrotti, ti esprimono pieno sostegno e forza affinché si faccia chiarezza e soprattutto venga ripristinato un percorso in cui sia la legge a trionfare. Non abbiamo timore di dire che “a noi la MAFIA fa schifo” e riteniamo che lo Stato debba intervenire prontamente a partire dal caso di Taranto e di Brindisi. L'esempio di Andrea deve essere di riferimento per tutti i sindacalisti, i giovani e i lavoratori che vogliono ribellarsi dalle catene delle mafie sia pur imprenditoriali.
Il Coord. Reg. Gen. SLC CGIL SICILIA: Davide Foti

Attivo unitario regionale ccnl TLC


Cari compagni,
come anticipatoVi dal Coordinatore generale, Davide Foti, il prossimo 23 febbraio alle ore 10:30 è convocato l'Attivo unitario regionale RSU/RSA di SLC CGIL, FISTEL CISL e UILCOM UIL sulla piattaforma di rinnovo del CCNL TLC.
La riunione si terrà presso il salone della CGIL SICILIA, in via Bernabei, 22 - Palermo.
Si raccomanda la massima partecipazione e puntualità di tutte le compagne e i i compagni coinvolti.
Rosalba Vella
SLC CGIL SICILIA
Area Organizzazione

Filcams Cgil, su boom voucher è allarme illegalità

"L'imponente incremento dell'utilizzo dei voucher è un campanello di allarme che non può essere sottovalutato". Lo afferma la Filcams, categoria della Cgil che tutela le lavoratrici e lavoratori del terziario, turismo e  servizi, settori dove l'incremento dei buoni lavoro è significativo.
"Lavoro domestico, pubblici esercizi, turismo e ora anche il commercio; il voucher viene utilizzato spesso per 'mascherare' prestazioni di lavoro continuative e subordinate più che per regolarizzare rapporti di lavoro realmente occasionali", spiega il sindacato.
"Le finalità del lavoro accessorio erano in origine orientate a regolamentare attività occasionali e saltuarie: in realtà con le modifiche introdotte prima dalla riforma Fornero e poi dal Jobs Act - spiega la Filcams - vi è il rischio concreto che l'effetto sia contrario e che il voucher incentivi l'irregolarità, non essendo più necessario alcun riferimento qualitativo al carattere occasionale della prestazione".
"L'utilizzo di queste tipologie contrattuali sta aumentando la precarietà - spiega il sindacato -: è necessario intervenire subito con controlli ispettivi più frequenti e mirati, per contrastare tutti gli abusi. Nel comparto turistico è più che mai urgente l'apertura di un confronto più generalizzato con il governo. La contraddizione di un settore decisivo per l'economia del paese, che nei fatti genera solo precarietà e povertà per chi vi lavora, va affrontata immediatamente".

AREA SERVIZI POSTALI: RIPOSI SETTIMANALI: MISSIONE COMPIUTA!

Dopo mesi di confronto, incalzando continuamente l’Azienda, la battaglia sui tempi minimi di riposo giornaliero è stata vinta! Finalmente anche nel settore trasporti, ultimo reparto escluso, è stato sancito il sacrosanto diritto di conciliare i tempi di lavoro con quelli di vita, favorendo e garantendo un giusto recupero psicofisico e più tempo da dedicare alle esigenze personali e familiari.
Esprimiamo soddisfazione per il raggiungimento di un obiettivo che, inizialmente, in pochi credevano raggiungibile, a dimostrazione che delle energiche quanto corrette relazioni industriali, entrando nel merito delle questioni, portano all’affermazione degli interessi collettivi.
Tuttavia, nell’elaborazione delle turnazioni, non si è tenuto conto di ripercussioni legate a tematiche di equo guadagno, carichi di lavoro e ciclicità dei turni. Precisiamo sin da adesso che trattasi di gestione di esclusiva competenza aziendale, crediamo
però che se qualcosa è suscettibile di miglioramento varrebbe la pena modificarlo.
Proponiamo, quindi, all’Azienda di innescare un processo di partecipazione gestionale con i lavoratori, rendendo fattiva la condivisione dell’organizzazione del lavoro. Sarebbe un sistema moderno, maturo, inclusivo di gestione che avvicinerebbe i lavoratori alla vita ed agli obiettivi aziendali, un momento di coinvolgimento che li vedrebbe, per la prima volta, attori protagonisti ed artefici del loro futuro, senza la, spesso ingombrante, presenza sindacale, comunque vigile e disponibile.
Non vediamo motivi ostativi per testare la maturità di una categoria, spesso ingiustamente denigrata, che, sicuramente non scevra di peccati, nutre un grande senso del dovere e del funzionamento del servizio.
Confidiamo, pertanto, nella saggia guida della dirigenza, certi del buon esito di un esperimento partecipativo sfidante ma coinvolgente.
Abbiamo atteso qualche giorno a condividere la ns soddisfazione, per vedere uscire le lumachine all’odor dell’acqua, ed eccole che puntualmente si assurgono al ruolo di protettori della categoria. A costoro, OO.SS., RSU, RLS chiediamo dove erano quanto l’illegalità regnava sovrana?
Siamo certi che alla fine le lavoratrici ed i lavoratori giudicheranno le azioni e non le chiacchere ed i proclami populisti, tanto minacciosi quanto inconcludenti. E adesso ci aspettano nuove sfide, ambiziose come sempre, ma necessarie ed urgenti per restituire alle lavoratrici ed ai lavoratori la dignità professionale.
SLC CGIL, IN PRIMA LINEA PER LA DIFESA DEI DIRITTI DEI LAVORATORI!
Catania, 17 febbraio 2016
Il Delegato Agg.to
Giancarlo Bonaventura

Telecom Italia, dati deboli e poche prospettive m&a, riduce personale

MILANO, 16 febbraio (Reuters) - Telecom Italia chiude il 2015 con risultati in linea con le attese, ma giudicati deboli dagli analisti, mentre si raffreddano le speculazioni sul fronte m&a.
Il gruppo promette di migliorare i target finanziari nel triennio 2016-18 attraverso azioni sui costi. E nelle slide della presentazione del piano si parla di uscite volontarie per 3.300 dipendenti al 2018, utilizzando la legge Fornero sui prepensionamenti.
Il gruppo prevede anche contratti di solidarietà che corrispondono a esuberi per 2.600 persone.
Gli analisti sottolineano in positivo l'aumento, anche se solo dello 0,1% dei ricavi del settore mobile, dopo anni di contrazione, e in negativo il target sul rapporto debito Ebitda previsto sotto quota 3 nel 2018, mentre i concorrenti viaggiano intorno a quota 2.
Il target sul debito è poi legato, tra l'altro, alla cessione della societàdelle torri Inwit, per la quale si prevedono progressi in 4-6 settimane, ma anche alla cessione di Telecom Argentina che l'AD Marco Patuano "spera di portare a termine nel corso dell'anno".
Sui conti del 2015 ovviamente non si parla di dividendo alle ordinarie, mentre per le risparmio ci sarà il minimo previsto dallo statuto. Per la loro conversione in ordinarie non ci sono le condizioni di mercato.
Il fronte m&a che si sta raffreddando da tempo e oggi arrivano ulteriori conferme in questa direzione.
Per l'acquisizione di Metroweb, Marco Patuano dice che sono in corso colloqui con la Cassa Depositi e Prestiti, azionista di riferimento in modo indiretto, ma che non bisogna ostinarsi se non ci sono le condizioni per un accordo.   Orange, separatamente nella sua call con gli analisti di oggi, dice che non sta trattando questioni riguardanti Telecom Italia con Vivendi, primo azionista del gruppo italiani, o con Xavier Niel che detiene derivati convertibili in una partecipazione significativa.
L'AD Telecom, Patuano, ribadisce che non ci sono trattative con Grupo Oi per una fusione e che è molto più razionale e salutare che la partecipata brasiliana Tim Participacoes (Tim Brasil) si focalizzi sul delicato riposizionamento sul mercato che deve realizzare.
Questo dato potrebbe essere positivo per il titolo considerato che lo stesso Patuano ammette che il tempo potrebbe consegnare a Telecom Italia "una società per la quale è possibile fare un turnaround".
Telecom Italia ha chiuso il 2015 con un netto calo dell'Ebitda e un aumento del debito, dati appesantiti però da poste negative non ricorrenti.
Il piano industriale per il periodo 2016-18 accelera sugli investimenti in Italia, aumentando di 2 miliardi di euro a 12 miliardi il target sul triennio nel piano 2016-2018, rispetto al piano 2015-2017 e punta a un aumento dell'Ebitda domestico dal prossimo anno.

Lite sul lavoro tra dipendenti: licenziamento solo per rissa


La semplice lite tra due colleghi sul posto di lavoro, se non sfociata in un aperto contrasto fisico, senza arrecare pregiudizio alla produzione o ai beni dell’azienda, non può essere causa di licenziamento. Neanche se la provocazione è provenuta chiaramente da uno dei due. È quanto chiarito dalla Cassazione con una recente sentenza [1]. Nel caso di specie il fatto era stato costituito da una spallata rivolta da un dipendente nei confronti di un altro.   La Corte ammonisce: la valutazione circa la possibilità di licenziamento deve essere fatta tenendo conto della gravità del singolo caso.   Spesso è lo stesso contratto collettivo a sanzionare, con il licenziamento, infrazioni connotate da livelli di gravità particolarmente elevati, come ad esempio la rissa in azienda (che comporta lo scontro fra due opposte fazioni con il ricorso a vie di fatto) o il danneggiamento volontario del materiale dell’azienda (si pensi al dipendente che rompa la tastiera del computer del collega).   Deve sempre sussistere una proporzione tra condotta e sanzione adottata nei confronti del lavoratore: la violenza deve essere particolare peso e importanza. Il semplice contatto fisico, sebbene poco urbano, come una spallata provocatrice, non può considerarsi di per sé violento, specie se non abbia avuto alcun ulteriore strascico. Impossibile allora parlare di “rissa”, spiegano i giudici.   Allo stesso tempo, vanno valutati i precedenti del lavoratore: se quest’ultimo, negli anni, non ha mai manifestato condotte tali da comportare sanzioni disciplinari, non può, per un singolo episodio non particolarmente grave, essere licenziato.
Corte di Cassazione, sez. Lavoro, sentenza 2 dicembre 2015 – 12 febbraio 2016, n. 2830 Presidente Manna – Relatore Della Torre

12 febbraio 2016

Slc Cgil Catania: Natale Fala' è stato eletto Coordinatore Regionale Call Center Outsorcing.


Lotta e lavoro. E' per me un dogma, un sentiero da tenere, tastare, sentire. Oggi(11-2-2016) grazie a Davide Foti ed all esecutivo della slc cgil regionale mi viene consegnato un mezzo la cui mia unica speranza e quella di far diventare strumento in grado di difendere organizzare progettare il futuro dei lavoratori dei call Center siciliani. Quasi 20000 lavoratori spesso ancora oggi lontani dai diritti conquistati e troppo spesso sottoposti a crisi aziendali che ne minano tranquillità e futuro. E' una sfida dura ed esaltante che in un solo modo si può giocare... insieme. Insieme ai miei compagni. Quelli Catanesi il cui impegno quotidiano ha consentito nel tempo che questa sfida fosse possibile, quelli Palermitani la cui stima e vicinanza mi riempie d orgoglio e fiducia, e quelli di tutti gli altri territori che oggi hanno avuto il "coraggio" di votare unanimamente la mia elezione. Insieme ai miei fratelli e compagni davide foti Giovanni Pistorio Giuseppe Oliva in cui esempi e consigli in questi dieci anni di militanza sono sempre stati di grande ispirazione e sostanza. Insieme a tutti i colleghi e compagni ed rsu slc cgil di Almaviva CT. Grazie a mia moglie...che semplicemente mi sopporta e so che c'è ne vuole. E allora ancora una volta al lavoro e alla Lotta. 
W la slc cgil !
Natale Falà

09 febbraio 2016

Call center: tavolo sindacale su Almaviva, il 16 incontro Regione

Si e' svolto a Palermo un tavolo su Almaviva delle organizzazioni sindacali per affrontare la vertenza del call center, in preparazione della convocazione del 16 febbraio alla Regione. "I lavoratori sono molto preoccupati e noi rilanciamo la preoccupazione per le sorti non solo di Almaviva ma di un settore che in Sicilia impiega 20 mila addetti - dice il segretario della Slc Cgil di Palermo Maurizio Rosso - Finalmente si e' aperto con un tavolo con la Regione, che per tutto questo tempo era rimasta la grande assente. L'assessore Mariella Lo Bello ha confermato l'incontro del 16. Alla politica chiediamo uno sforzo concreto, un piano industriale su ricerca, sviluppo e formazione nel settore, anche alla luce degli investimenti sulla digitalizzazione in Italia. Quando la politica interviene fattivamente, come ha fatto il Comune di Palermo che ha inserito 22 milioni nel masterplan per il Teatro Massimo, si riescono a ottenere dei risultati. Ci attendiamo una riposta concreta. Non vorremmo ritrovarci con la fuga di un'altra grande industria dal nostro territorio, come ha fatto la Fiat, che ha dismesso la fabbrica di Termini e ha continuato a produrre auto altrove. Non vorremmo che la stessa cosa accada nel settore dei servizi". Restano al momento confermate altre due giornate di sciopero gia' proclamate a dicembre per il 17 febbraio e il primo marzo. "Le date sono state gia' decise con largo anticipo. In base alle risultanze dell'incontro, valuteremo se effettuare queste altre due giornate di sciopero - aggiunge Maurizio Rosso - Il 16 i lavoratori si raduneranno in sit-in sotto la sede dell'assessorato. E' abbiamo messo in cantiere anche altre iniziative: e' in programma uno spettacolo in una piazza della citta' per mettere al centro la vertenza Almaviva e faremo un'assemblea a palazzo delle Aquile, invitando tutti i deputati nazionali della Sicilia. In programma ci sono anche una petizione e una raccolta di firme". (AGI)

Comunicato violenza sulle donne

E’ notizia di questi ultimi giorni l’aggressione di tre donne da parte dei relativi compagni: due sono morte ed una versa in fin di vita all’ospedale.
Non cambia la sensazione che questa violenza cosi efferata sia figlia di un modello culturale che non accenna a modificarsi.
Si discute animatamente sul concetto di famiglia dimenticando che di famiglia si dovrebbe parlare quando ad un gruppo di persone è sotteso un legame di affinità, di convivenza, di parentela, e che la famiglia è il nucleo essenziale di ogni modello sociale. Legare l’esistenza di famiglia ad una necessaria composizione differenziata di genere ed a finalità riproduttive riduce ai minimi termini, anzi, nega, quell’elemento di coesione e sviluppo culturale e sociale che solo una comunanza di affetti, un legame improntato al reciproco rispetto, l’educazione stessa al rispetto dell’altro, possono costituire.
Dove si impara la non violenza legata alla diversità? Nel primo nucleo sociale costituito, la famiglia appunto, e da lì si esporta alla società tutta. Una famiglia, comunque costituita, è quella che può annullare la forza pervasiva di messaggi distorti provenienti dai media, che stigmatizza rapporti improntati sulla prevaricazione, che interagisce con l’istituzione scolastica affinché si affrontino in modo competente e collettivo temi sensibili per i ragazzi.
E così, mentre continuiamo ad assistere a delitti di questa natura, a violenze sena fine su donne, compagne, madri, si censurano trasmissioni che parlano di sessualità, si organizzano family day, si disserta su chi abbia titolo ad interpretare o meno il dogma della “vera famiglia”. Da una società civile e dai suoi rappresentanti politici ci si aspetta maggior coraggio e capacità di essere interpreti di un necessario cambiamento.
E noi, donne ed uomini della CGIL, cosa possiamo fare? Nel rappresentare lavoratrici e lavoratori dobbiamo far emergere quelle situazioni di palese discriminazione che si perpetrano quotidianamente sui posti di lavoro, dobbiamo impegnare le aziende a rispettare il protocollo recentemente sottoscritto contro le molestie sui luoghi di lavoro, dobbiamo esigere la costituzione o la rivitalizzazione dei Comitati opportunità. E dobbiamo estendere diritti, quelli che riteniamo qualificanti della dignità del lavoro in qualsiasi forma contrattuale svolto. Con questo spirito dobbiamo sostenere la nostra proposta di legge popolare, la Carta dei diritti, utilizzando le assemblee per spiegare a tutte e tutti che sui diritti non si media e che estenderli è il primo passo necessario perché siano universalmente esigibili.
Cinzia Maiolini
Segreteria Nazionale Slc Cgil

02 febbraio 2016

Offese e ingiurie: licenziamento in tronco


Rivolgersi con tono minaccioso e offensivo nei confronti del proprio datore di lavoro, usando parole violente, giustifica un licenziamento per giusta causa, ossia “in tronco”, senza cioè preavviso. Inoltre, il comportamento del dipendente può essere provato attraverso la testimonianza non solo dei suoi stessi colleghi di lavoro, ma anche di soci e parenti dell’imprenditore che abbiano assistito alla scena o anche ascoltato da un’altra stanza le parole violente rivolte all’indirizzo del datore di lavoro. È quanto chiarito dalla Cassazione con una recente sentenza . Secondo la Corte non c’è nessuna incompatibilità a testimoniare per il socio della Srl, che ben può essere sentito come teste nella causa che riguarda la sua stessa società e un terzo, non essendovi alcuna astratta incompatibilità. Spetta, poi, al giudice valutarne la concreta attendibilità.   L’offesa e l’insubordinazione al proprio superiore gerarchico – tanto più allo stesso datore di lavoro – è considerata dalla giurisprudenza e da numerosi contratti collettivi come causa di licenziamento in tronco. Si tratta, infatti, di una condotta che mina gravemente il rapporto di fiducia che vi deve essere tra imprenditore e dipendente (nel caso di specie, la frase incriminata è stata “ti spacco il…”).   In virtù della costante giurisprudenza della Cassazione, per giustificare un licenziamento disciplinare, i fatti addebitati devono rivestire il carattere di grave violazione degli obblighi del rapporto di lavoro, tale da lederne irrimediabilmente l’elemento fiduciario. La relativa valutazione deve essere effettuata valutando gli aspetti concreti dell’episodio, la posizione delle parti, il grado di affidamento richiesto dalle specifiche mansioni del dipendente, il danno eventualmente arrecato all’azienda, la portata soggettiva dei fatti stessi, ossia le circostanze del loro verificarsi, i motivi del comportamento e l’intenzionalità o meno dello stesso. Si tratta di valutazioni che deve effettuare di volta in volta il giudice per verificarne la gravità concreta tale da giustificare un licenziamento in tronco.

I call center si danno nuove regole: “basta telefonate moleste a qualsiasi ora del giorno”

Stop alle telefonate moleste da parte dei call center“. Chiunque abbia un telefono in casa sa quale dimensione ha ormai raggiunto questo problema, con chiamate che arrivano ad ogni ora del giorno e della sera proponendo servizi, tariffe o offerte mai richieste.
I più attenti sapranno anche quante volte si è provato ad ovviare a questo fenomeno e alle altrettante in cui le imprese sul mercato sono riuscite a svicolare da ogni paletto imposto continuando l’attività di telemarketing in modo sempre più spregiudicato.
A volte, addirittura, rispondendo ad una chiamata non richiesta si viene persino messi in attesa del primo operatore disponibile pronto ad offrirci l’ennesima offerta. Per questo ogni volta che viene proposta una risoluzione del problema è giusto avere qualche scetticismo.
A cercare di porre un freno, tuttavia, sono questa volta i call center stessi, riuniti nell’associazione di categoria di Assocontact che rappresenta gli operatori in Italia e aderisce alla Federazione Confindustria Digitale. All’interno dell’associazione si sono imposti un codice etico professionale per l’autodisciplina.
Con questo Codice Assocontact intende garantire che l’attività dei call center, quale espressione di una delle modalità di vendita di beni e servizi, venga realizzata, come servizio per il pubblico, nella tutela dei diritti dei consumatori. In particolare, il presente Codice impegna le imprese associate a mantenere comportamenti etici volti a garantire la correttezza dell’attività commerciale e la sostenibilità economica della vendita diretta.
Un lavoro che ha coinvolto committenti, outsourcers, e associazioni dei consumatori, specificano dall’associazione, per delineare i comportamenti delle Aziende e dei loro collaboratori, le politiche di tutela del consumatore e le sanzioni che incorreranno i contravventori.
Per la prima volta si è anche voluto sottolineare l’aspetto relativo al luogo di lavoro, troppo spesso rappresentato in maniera farsesca, che invece il Codice chiede debba essere superiore agli standard regolamentari. Si definiscono quindi le norme di deontologia professionale (contatti telefonici effettuati in modo e in orario ragionevole), le regole di comportamento interne all’azienda e verso i fruitori di servizi, le istituzioni e la committenza. Esso definisce altresì le responsabilità delle aziende che si impegnano a rispettare con l’adesione ad Assocontact.
Un settore che rappresenta comunque 80000 posti di lavoro e 2 miliardi di euro di fatturato. Il codice etico sarà sottoposto alla ratifica della Assemblea annuale di Assocontact che si terrà a Roma giovedì 10 marzo.


Telecom Italia: Senza Progetti non c’è FUTURO

A meno di un mese dall’applicazione dei Contratti di Solidarietà continua inesorabile la lunga serie di attività esternalizzate da Telecom Italia. A perdere pezzi importanti di attività, ancora una volta, il settore Creation di Aol (Progetti).
Ad essere cedute a impresa le attività di Progettazione per sviluppo Negativo Rete.
La decisione, al momento, ci risulta essere stata presa solo nell’Aoa Sud a seguito di consistentigiacenze di attività inevase. Abbiamo consapevolezza che i “Negativi rete”, essendo direttamente collegati ai “Ko Delivery”,
sono lavorazioni che vanno espletate con urgenza per rispettare il “Livello del Servizio”(SLA), in particolare quello degli OLO, fonte dei nostri attuali guai.
La stessa consapevolezza che non ci ha fatto firmare gli accordi del 27 ottobre 2015, che si stanno rilevando ogni giorno che passa sempre più rovinosi.
Com’è già avvenuto in altri settori, quando si sono accumulate giacenze, che potrebbero causare ulteriori guai con Agcom e Agcm, anche nei progetti, la scelta più ovvia da fare è quella di interrompere subito la solidarietà e aprire all’immissione di nuove risorse al fine di consentire il rientro di tutte le attività.
È insopportabile che a progettare in Sicilia siano progettisti ex Telecom in pensione (vedi SITE). La scellerata decisione di affidare ad impresa ancora attività ci lascia sgomenti. Ma questo vale in generale per tutti i settori di Telecom.
Il Lavoro c’è e Telecom fa stare a casa i suoi dipendenti!
Onestà intellettuale imporrebbe, azienda in primis, di riconoscere gli errori commessi e di rimettere in discussione tutto il piano. D’altronde le elezioni RSU sono praticamente concluse e i torti o le ragioni i lavoratori le hanno già giudicate.
Ma forse stiamo chiedendo troppo, come possiamo pretendere che a tirarci fuori dai guai siano gli stessi soggetti che li hanno causati?
Sarebbe come chiedere a Schettino di tirare su la Concordia!
Per questo, facciamo appello, ai progettisti e a tutti i lavoratori Telecom, ad abbandonare percorsi solitari ed unirsi in un comune cammino, che porti, anche a costo di dure lotte, a convincere i nuovi padroni di Telecom ad abbandonare il deleterio piano difensivo e intraprendere un vero piano di rilancio dell’azienda, garante di Futuro!
Palermo 01/02/2016
R.S.U. – Coordinamento Regionale Sicilia
Sindacato Lavoratori Comunicazioni – CGIL