19 gennaio 2018

Telecom Italia, nel piano fino a 7.500 esuberi


Settimane caldissime per Telecom Italia, alle prese innanzitutto con il piano industriale da mettere a punto entro la presentazione prevista a marzo, mentre nei prossimi giorni saranno riavviate le procedure per la joint venture con Canal Plus, come stabilito nel Cda  per venire incontro ai rilievi mossi dalla Consob e dalle minoranze.
Ieri intanto si è aperto l'atteso tavolo dell'azienda con i sindacati sul piano cosiddetto di turnover generazionale, un tassello importante dello stesso piano industriale al 2020.
Sul fronte occupazionale, secondo le prime indiscrezioni, le richieste di Telecom ricalcano in parte le ipotesi circolate negli ultimi giorni. Da una parte i potenziali esuberi sono meno dei 10mila ipotizzati nello scenario più "estremo", ma si tratta comunque di una discreta cura dimagrante per il colosso italiano delle tlc oggi targato Vivendi.
In particolare, secondo la proposta che Telecom ha messo sul tavolo delle trattative, l'azienda indica 4mila prepensionamenti ex articolo 4 della legge Fornero, elevabili a 5mila, da attuare entro la fine del 2018. A questi si aggiungono fino a un massimo di 2.500 esodi incentivati entro il 2020. Il totale quindi si attesta fra 6.500 e 7.500 unità. Inoltre sono previste 2mila assunzioni, che andrebbero però finanziate con 20 minuti al giorno di solidarietà espansiva per tutto il personale. In mancanza di un accordo entro la data di presentazione del piano (6 marzo) Telecom potrebbe procedere con "soluzione autonome", si pensa cassa integrazione.
La riunione odierna ha visto la partecipazione di una folta delegazione sindacale, considerando che il solo coordinamento delle rappresentanze aziendali nazionali conta 71 persone. La controparte aziendale è Agostino Nuzzolo, manager che ricopre ad interim la responsabilità delle risorse umane dopo l'uscita di Francesco Micheli.
Da parte loro, SLC-CGIL, FIStel-Cisl e Uilcom, a fronte del piano esposto da Telecom, hanno dichiarato "la propria disponibilità al confronto di merito fermo restando la necessità di approfondimenti e risposte adeguate su tutte le tematiche, ivi incluso la strategicità della tenuta del perimetro aziendale a partire dalla rete" e "livelli idonei degli investimenti atti a sostenere credibilmente il piano strategico 2018-2020".
Al momento non è confermata l'ipotesi di un costo del piano quantificato per l'azienda in 700 milioni.
Intanto si sono fatti vivi anche i piccoli azionisti dell'Asati, esprimendo soddisfazione in un comunicato per le decisioni prese dal Cda. L'associazione esprime apprezzamento per il lavoro "straordinario" svolto dal collegio sindacale, della Consob e dei consiglieri indipendenti di Telecom Italia nall'affaire della joint venture che la compagnia intende realizzare con Canal Plus. "Apprendiamo positivamente che l'offerta convergente di contenuti video è ritenuta dal CdA uno degli elementi principali del piano strategico 2018-2020 e che il Comitato per il controllo e i rischi sarà chiamato a esprimersi sulla joint venture tra Tim e Canal+ attraverso un parere vincolante su interesse, convenienza e congruità delle condizioni dell'iniziativa. Tale accordo, anche se espone Tim a un impegno economico non trascurabile, è da intendersi positivo visto che accresce l'offerta di servizi per i clienti, sollecitando anche il mercato della connettivita". Asati conclude invitando tutto il "governo" di Telecom ad assumere "decisioni di interesse per tutti gli azionisti, compresi quelli di minoranza e compresi i moltissimi dipendenti azionisti che costituiscono certamente il miglior esempio di appartenenza".