28 giugno 2013
26 giugno 2013
Blocco Iva, acconto Irpef 100% e l’anticipo Ires: tassa che evita tassa
mercoledì, giugno 26, 2013
Salvo Moschetto
Iva bloccata, scongiurato l’aumento previsto per luglio. Il governo, con un decreto, ha finalmente trovato il modo di bloccare quell’aumento, dal 21 al 22%, già deciso in precedenza. I consumi possono rifiatare, o meglio, evitare una ulteriore contrazione a causa delle tasse. Non proprio. Perché per bloccare la tassa il governo ha aumentato un’altra tassa.
A leggere il testo del decreto appena firmato dal Consiglio dei ministri si scopre che è stato deciso anche un aumento dell’acconto Irpef al 100%. A novembre, quando si versa l’anticipo dell’acconto sull’imposta sulle persone fisiche, i contribuenti non dovranno più versare il 96% delle tasse dovute per l’anno successivo, ma l’intero ammontare, il 100%. Fino a oggi infatti la parte rimanente andava versata a giugno.
Aumento virtuale, certo, ma pur sempre una piccola stangata proprio in prossimità del Natale, quando di solito i consumi hanno un picco. Una beffa anche perché la riduzione dell’acconto Irpef, dal 99 al 96%, era stata decisa proprio da Mario Monti, il premier criticato sia da Pd che da Pdl come eccessivamente “rigorista”.
Non solo. Il decreto recita che “Per il periodo d’imposta in corso al 31 diecembre 2013, la misura dell’acconto dell’imposta sul reddito delle società è aumentata dal 100 al 101 per cento”. Non più soltanto un anticipo totale delle tasse da versare, ma una sorta di anticipo delle imposte dell’anno successivo.
Almaviva, l'IT sui treni Alstom
mercoledì, giugno 26, 2013
Salvo Moschetto
Almaviva porta l’innovazione italiana sui treni Alstom. La società guidata da Marco Tripi ha firmato un accordo con la multinazionale per l’installazione di innovativi sistemi di informazione ai passeggeri sui treni di ultima generazione Coradia Meridian. Infotren - OBoE & Dove6 sono i sistemi che Almaviva installerà su tutti i nuovi treni prodotti da Alstom Ferroviaria per il trasporto regionale.
I sistemi garantiscono l’interazione e lo scambio di informazioni tra le postazioni a terra e i sistemi a bordo treno e consentono ai passeggeri di fruire, durante il viaggio, di informazioni audiovisive utili e aggiornate, quali disponibilità dei servizi di bordo, indicazioni sulla sicurezza dei passeggeri, informazioni sulla tratta e percorso del treno, velocità, localizzazione cartografica del convoglio in movimento, meteo, coincidenze, news e messaggi pubblicitari.
I sistemi di Almaviva consentiranno ad Alstom di essere al passo con le moderne esigenze di info mobilità, in particolare dalle città al territorio extra urbano e in ambito regionale.
Appello all'Ars dei giovani Cgil
mercoledì, giugno 26, 2013
Salvo Moschetto
"Datevi una regolata! ". E' attraverso questo slogan, che vuole essere anche un Sos, che tanti giovani siciliani si rivolgono alle istituzioni regionali per chiedere a gran voce che venga finalmente emanata una legge che regolamenti stage e tirocini lavorativi. Promotori di questa nuova campagna in difesa dei giovani stagisti, sono i giovani della Cgil che chiedono alle istituzioni regionali di affrontare una volta per tutte la questione, alla luce dell'indirizzo assunto della conferenza Stato regioni e, soprattutto, della legge di iniziativa popolare depositata da loro all'Ars e sottoscritta da oltre 12 mila cittadini siciliani.
«Il governo regionale non può rimanere sordo di fronte ad una richiesta tanto forte che proviene direttamente dalla società e che è stata sottoscritta da 12mila siciliani, con oltre 2200 firme raccolte nella provincia di Catania, quasi tutte tra i giovani - dice Fabio Tasinato, responsabile delle politiche giovanili per la Cgil Catania -Ogni anno sono migliaia i giovani della provincia, come di tutta la regione, che si cimentano in uno stage formativo. Non parliamo solo di quei tirocini previsti dai piani di studio universitari, ma di quelli lavorativi, che hanno come protagonisti le migliaia di giovani che abbiamo incontrato nelle piazze, nei luoghi di lavoro, nelle facoltà e che hanno condiviso con forza il contenuto della nostra proposta di legge, sottoscrivendola quasi con rabbia, prima di raccontarci le esperienze che avevano vissuto durante il periodo di stage».
«Spesso infatti - continua Tasinato - il sogno di tanti giovani di entrare finalmente nel mondo del lavoro si trasforma in un incubo, con stagisti che si ritrovano a svolgere mansioni totalmente diverse da quelle per le quali sono stati selezionati, per periodi molto lunghi, non retribuiti e senza i più elementari diritti».
La proposta prevede il riconoscimento di tutele e diritti per i tirocinanti attraverso il rispetto di alcuni principi fondamentali (come la durata non superiore ai 6 mesi per lo stage), il divieto di utilizzare i tirocinanti come sostituti dei dipendenti ordinari, l'impiego dei giovani stagisti in attività realmente formative, il riconoscimento di un rimborso spese di almeno 400 euro mensili e la predisposizione di meccanismi che favoriscano l'assunzione dei ragazzi al termine del tirocinio.
"Si chiede un intervento deciso per favorire l'accesso dei giovani nel mercato del lavoro e contrastare lo sfruttamento di tanti giovani stagisti - precisa Pina Palella, della segreteria provinciale Cgil Catania -. Per questo chiediamo alle istituzioni siciliane che si riparta dalla nostra proposta di legge che ha coinvolto tantissime associazioni, giovani, studenti e lavoratori. Tra le richieste che abbiamo sempre portato avanti sugli stage c'è il rimborso obbligatorio di almeno 400 euro per gli stagisti e, sebbene consapevoli della carenza endemica di risorse della Regione Sicilia, questa volta non intendiamo ascoltare chi ci risponde che "non ci sono soldi"».
In verità, nel "Piano Straordinario per il lavoro: Opportunità Giovani" promosso dal Ministero della Coesione Sociale e Territoriale e dalla Regione Sicilia, sono previsti 33 milioni di euro per dare assegni mensili agli stagisti e incentivi alle aziende che intendono assumerli alla fine del periodo di stage. E' alla luce di queste considerazioni che continueremo a sollecitare il governo regionale, attraverso mobilitazioni e iniziative di sensibilizzazione, fino a quando non si prenderanno provvedimenti concreti sul tema e la questione della disoccupazione giovanile possa essere realmente aggredita, e non semplicemente denunciata. "
RAI: SLC CGIL, GRAVE CANCELLAZIONE DI "BLU NOTTE". AZIENDA SIA SERVIZIO PUBBLICO
mercoledì, giugno 26, 2013
Salvo Moschetto
COMUNICATO STAMPA
“Se fosse vera la notizia riportata da Il Fatto Quotidiano on line, circa la mancata programmazione su Rai 3 di Blu Notte, la trasmissione di Carlo Lucarelli sui misteri italiani, sarebbe un fatto gravissimo.” Così una nota della segreteria nazionale Slc Cgil.
“Se la questione è risparmiare qualche migliaio di euro sarebbe facile, per chiunque gestisce i conti della Rai, trovare risorse identiche altrove, magari tagliando qualche spreco o qualche nomina ridondante nelle reti, evitando però di chiudere una delle vere trasmissioni di servizio pubblico, oltretutto di grande qualità narrativa, presente nel palinsesto Rai.”
“Quando poi si parla di Blu Notte, per i temi affrontati con dovizia di dettagli, senza subalternità ai poteri occulti e alle mafie, il sospetto è – prosegue la nota - che dietro l'esigenza di risparmiare si celi la volontà di non raccontare storie scomode che da anni fanno riflettere gli italiani.”
“L'invito di Slc Cgil alla Rai è di non abdicare alla sua funzione di servizio pubblico e trovare il modo per proseguire una delle migliori esperienze di Rai 3.”
25 giugno 2013
Telecom: via libera alla fibra ottica in tutta Italia
martedì, giugno 25, 2013
Salvo Moschetto
Internet superveloce, a breve, non sarà più alla portata solo di pochi privilegiati, ma raggiungerà le case di milioni di persone. L’Agcom (Autorità garante delle comunicazioni) ha dato il via libera a Telecom Italia per offrire la fibra ottica (Vdsl2 a 30 Megabit) in tutto il territorio italiano senza restrizioni. In precedenza Telecom era autorizzata ad offrirla a un numero limitato di utenti in poche selezionate città.
Telecom è pronta a vendere il servizio già in 25 città: Roma, Milano, Torino, Firenze, Monza, Bologna, Bergamo, Brescia, Como, Varese, Venezia, Verona, Vicenza, Padova, Bologna, Reggio Emilia, Genova, Pisa, Prato, Ancona, Bari, Taranto, Palermo, Brindisi e Catanzaro mentre il lancio è imminente a Udine, Forlì, Trieste, Treviso, Perugia, Livorno, Pescara e Catania.
Il progetto di Telecom per l’espansione della banda larga prevede la copertura di 61 città entro il 2014 e 125 entro il 2015 con l’obiettivo di raggiungere il 35 per cento della popolazione (pari a 8 milioni di famiglie).
Sul cammino della banda larga però, l’Italia dovrà affrontare alcune incognite: il raggiungimento di un buon livello di concorrenza, e quindi prezzi accettabili a livello nazionale, e l’effettivo raggiungimento degli obiettivi dell’Unione Europea che chiede di raggiungere il 100 per cento della popolazione con i 30 Megabit entro il 2020 (ben al di sopra dunque dei progetti di Telecom Italia). A dicembre 2012 infatti, secondo il rapporto 2013 sullo stato di avanzamento dell’Agenda digitale, pubblicato dalla Commissione europea, solo il 14 per cento delle case italiane era coperto da 30 Megabit, contro una media degli altri Paesi UE del 53,8 per cento.
Mercato unico Tlc, arriva il "ni" dell'Antitrust
martedì, giugno 25, 2013
Salvo Moschetto
Si fanno sempre più tempestose le acque in cui naviga l’atteso pacchetto Ue sul mercato unico delle tlc. A tre mesi dalla sua presentazione, programmata per fine settembre, il piano al quale sta lavorando il Commissario per l’Agenda Digitale Neelie Kroes ha oggi incassato un ulteriore colpo alla propria credibilità. Con la differenza, non minore, che questa volta le perplessità sulla efficacia del pacchetto si sono levate dalle stesse fila della Commissione. Peggio, a darle in pasto al pubblico è addirittura l’antitrust Ue. Intervenendo stamane in rappresentanza del commissario alla concorrenza Joacquin Almunia nel corso di una conferenza promossa da Ecta (l’organizzazione europea che raccogli gli Olo), il direttore generale aggiunto di Dg Competition Cecilio Madero ha detto chiaro e tondo che il mercato unico delle tlc non potrà farsi dall’oggi al domani.
“Il raggiungimento di un mercato unico delle telecom, cosa che implicherà l’abbattimento di tutte le barriere ancora esistenti, richiederà molto tempo prima di potersi concretizzare”, ha spiegato l’alto funzionario europeo. Aggiungendo in maniera ancora più esplicita: “Nonostante Neelie Kroes si stia spendendo molto affinché le tempistiche siano ridotte, nessun intervento regolamentare, quantunque vasto, potrà creare un mercato unico da un giorno all’altro”.
Il Commissario per l’Agenda Digitale, nelle ultime settimane, ha in più occasioni reiterato l’auspicio che il suo piano venga approvato entro e non oltre Pasqua 2014. Anche oggi, parlando alla platea di Ecta poco dopo l’intervento di Madero, ha ribadito che “il tempo a nostra disposizione sta scadendo”. “Questo status quo – ha soggiunto la Kroes – non è buono, né sostenibile. Né per il settore, e tanto meno per l’intero continente”.
Di tenore analogo l’intervento del vice direttore DG Connect della Commissione Ue Roberto Viola.“La situazione del settore telecom europeo è allarmante e noi vogliamo che torni a cresce ed investire” ha scandito Viola. Proprio per questa ragione, “abbiamo urgente bisogno del Mercato Unico delle telecom in Europa se vogliamo vincere la partita della transizione verso l’economia digitale”.
E tuttavia, come emerso una volta di più oggi, prima ancora di vedere la luce il pacchetto è ormai assediato da una selva di sospetti e disaccordi. Sia gli stati membri sia il Parlamento europeo hanno fatto sapere in maniera più o meno informale che non hanno alcuna intenzione di dare il via all’iter di approvazione del dossier regolamentare prima del rinnovo della legislatura europea, quindi non prima dell’autunno 2014. Frattanto, in una lettera aperta inviata proprio ieri al presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso, anche gli incumbent europei hanno lasciato trapelare un certo disappunto verso le misure (non ancora ufficiali, ma parzialmente anticipate nei giorni scorsi) che verrebbero a comporre il nocciolo del pacchetto.
Per sua parte, lo stesso Almunia si è sin dall’inizio mostrato assai tiepido nei confronti del pacchetto. Secondo quando filtra dai corridoi della Commissione, quando l’11 giugno scorso la prima bozza del piano (un unico e corposo regolamento da 30 articoli) è andata all’esame del collegio Barroso, sembra che l’antitrust Ue lo abbia bocciato su tutto la linea. Mentre anche il commissario alla giustizia Viviane Reding e quello agli affari economici Olli Rehn avrebbero espresso forti dubbi.
Barroso avrebbe quindi deciso di prendere tempo, rinviando la discussione del piano a data da destinarsi e domandando alla Kroes di rivedere meglio la proposta. Intanto, la più volte annunciata conferenza stampa di presentazione dei lineamenti generali del piano, prevista per luglio, è stata annullata alla chetichella. Se ne riparlerà a fine settembre, poco prima del Consiglio Ue che dovrebbe ufficialmente vagliare e dare un primo via libera al pacchetto. Via libera che, a questo punto, appare sempre più in bilico, se perfino all’interno della Commissione si rafforza il fronte degli scettici.
Secondo quanto annunciato da Neelie Kroes, due dei pilastri della proposta prevedono l’abrogazione delle tariffe di roaming e una normativa volta a garantire il principio di net neutrality in tutta Europa.
Al contempo, il pacchetto dovrebbe dare il via alla creazione di un “passaporto unico europeo” per gli operatori (che però non toccherebbe la sostanza dei poteri in capo ai regolatori nazionali) e maggiore coordinamento tanto nelle modalità quanto nelle tempistiche delle aste per le licenze. Come confermato dalla stessa Kroes, non ci sarà invece spazio per la creazione di un garante per le comunicazioni europeo.
Sul tema collegato del consolidamento, in un’intervista pubblicata dal Financial Times il 17 giugno scorso, il commissario per l’agenda digitale aveva inoltre auspicato uno scenario sul modello delle “alleanze delle compagnie aeree”. Non è però abbastanza per calmare i timori dei grandi operatori che ieri, con una lettera inviata a Barroso, hanno chiesto che il piano sul mercato unico segua la via di una maggiore deregolamentazione. Anche su questo punto, Madero ha oggi riportato il parere manifestamente negativo dell’antitrust europeo: “se il quadro regolamentare offre una garanzia minima alla concorrenza, allora è ovvio che esso debba essere preservato tale e quale”.
Secondo Markus Reinisch, Direttore Politiche Pubbliche del Gruppo Vodafone, “la proposta sul Mercato Unico della Commissione deve avere l’obiettivo di rafforzare e rendere più competitivo il settore delle telecom europee nel lungo termine. L’opportunità di plasmare riforme di questa portata non capita spesso; proprio per questo il pacchetto deve essere considerato con attenzione, testato e deve tradursi in un chiaro effetto positivo per il settore”.
"Nei Paesi europei in cui non c'è la concorrenza degli operatori tv via cavo, come in Italia, la diffusione della banda ultralarga è indietro rispetto agli altri Paesi - ha sottolineato Carsten Schloter, amministratore delegato di Swisscom e presidente di Fastweb -. E' necessario che il Regolatore adatti la sua azione alle specificità di tali Paesi e, in assenza della concorrenza infrastrutturale della tv via cavo, spinga gli operatori di telecomunicazioni a investire in proprie reti fiber to the cabinet. Questo puo avvenire solo attraverso un quadro regolamentare specifico che incentivi l'utilizzo di porzioni sempre minori di rame rendendo conveniente utilizzare il sub loop per arrivare con le proprie reti in fibra sempre piu vicino al cliente finale". L Ad, sottolinenado la sua esperienza di top manager tlc in diversi paesi e diversi ruoli, ha enfatizzato la necessita di un approcio regolatorio specifico per i paesi europei con diverse condizioni di concorrenza infrastrutturale (con o senza reti cavo tv ), diversi costi di realizzazione delle reti Ngn e diversi valori degli investimenti per capita.
di Francesco Molica
Bando per l’assegnazione dei contributi per l’acquisto dei servizi per l’infanzia
martedì, giugno 25, 2013
Salvo Moschetto
Bando per l’assegnazione dei contributi per l’acquisto dei servizi per l’infanzia di cui all’art. 4, comma 24, lettera b) della legge 28 giugno 2012, n. 92
1. OGGETTO
L’articolo 4, comma 24, lettera b) della legge 28 giugno 2012, n. 92 introduce in via sperimentale per gli anni 2013-2015 la possibilità per le lavoratrici di richiedere un contributo economico utilizzabile alternativamente:
- per il servizio di baby-sitting;
- − per far fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati.
Il contributo per l’acquisto dei servizi per l’infanzia può essere richiesto in alternativa al congedo parentale ex art. 32 del decreto legislativo n. 151 del 26 marzo 2001 “Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma dell’articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53”.
I benefici saranno riconosciuti nei limiti delle risorse economiche indicate nell’art.4, comma 26, della legge 28 giungo 2012, n.92 e nell’art. 10, comma 1 del decreto ministeriale del 22 dicembre 2012, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 13 febbraio 2013 n. 37, attuativo della predetta l. n. 92/2012 e sulla base di una graduatoria nazionale.
2. SOGGETTI AMMESSI ALLA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA
2.1 Sono ammesse alla presentazione della domanda:
- le madri, anche adottive o affidatarie, lavoratrici (dipendenti o iscritte alla gestione separata) che siano ancora negli undici mesi successivi al termine del periodo di congedo di maternità obbligatorio;
- le lavoratrici (dipendenti o iscritte alla gestione separata) beneficiarie del diritto al congedo di maternità obbligatorio per le quali la data presunta del parto sia fissata entro quattro mesi dalla scadenza del bando.
2.2 Sono ammesse alla presentazione della domanda anche le lavoratrici che abbiano già usufruito in parte del congedo parentale. In tal caso, il contributo potrà essere richiesto per un numero di mesi pari ai mesi di congedo parentale non ancora usufruiti, con conseguente riduzione di altrettante mensilità di congedo parentale; non è possibile richiedere il contributo oggetto del presente bando per frazioni di mese.
2.3 Possono presentare domanda di beneficio solamente le lavoratrici che appartengano alle categorie lavorative individuate dalla legge 28 giugno 2013, n.92, e dai successivi provvedimenti attuativi vigenti alla data di pubblicazione del presente bando.
3. SOGGETTI NON AMMESSI ALLA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA
3.1 Non sono ammesse alla presentazione della domanda:
- le lavoratrici autonome;
- le madri lavoratrici che, relativamente al figlio per il quale intendono richiedere il beneficio, usufruiscono dei benefici di cui al fondo per le Politiche relative ai diritti ed alle pari opportunità istituito con l’art. 19, c. 3 del decreto legge n. 223 del 4 luglio 2006 convertito dalla legge n. 248 del 4 agosto 2006;
- le madri lavoratrici che, relativamente al figlio per il quale intendono richiedere il beneficio, risultano esentate totalmente dal pagamento della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati convenzionati.
3.2 Nel caso in cui il diritto all’esenzione totale di cui al paragrafo 3.1 venga riconosciuto successivamente all’ammissione al contributo richiesto, la madre lavoratrice decade dal beneficio per il periodo successivo alla decadenza medesima, senza obbligo di restituzione delle somme percepite.
4. MISURA E DURATA DEL BENEFICIO
I contributi, di importo pari a 300,00 euro mensili, saranno erogati per un periodo massimo di sei mesi, divisibile solo per frazioni mensili intere, in alternativa alla fruizione del congedo parentale, comportando conseguentemente la rinuncia allo stesso da parte della lavoratrice.
Si precisa che per frazione mensile deve intendersi un mese continuativo di congedo.
Le lavoratrici part-time, in ragione della ridotta entità della prestazione lavorativa, potranno accedere al contributo nella misura riproporzionata come specificato nell’allegata tabella, che costituisce parte integrante del presente bando.
Le lavoratrici iscritte alla gestione separata possono usufruire del contributo per un periodo massimo di tre mesi.
Le lavoratrici possono accedere al beneficio, sia come genitore anche per più figli (in tale caso si deve presentare una domanda per ogni figlio), che come gestanti (in caso di gravidanza gemellare si deve presentare domanda per ogni nascituro), purché ricorrano per ciascun figlio i requisiti sopra richiamati.
5. MODALITÀ DI EROGAZIONE DEL BENEFICIO
5.1 Il contributo per la fruizione della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati verrà erogato attraverso pagamento diretto alla struttura prescelta dietro esibizione, da parte della struttura, della documentazione attestante la fruizione del servizio, fino a concorrenza dell’importo di 300 euro mensili, per ogni mese di congedo parentale cui la lavoratrice rinuncia.
5.2 Il contributo per il servizio di baby sitting verrà erogato attraverso il sistema dei buoni lavoro (ex art. 72 del decreto legge n. 276 del 10 settembre 2003). I voucher saranno ritirati dalle lavoratrici utilmente collocate in graduatoria presso la sede provinciale INPS territorialmente competente individuata in base alla residenza o al domicilio temporaneo dichiarato dalla madre nella domanda di partecipazione al bando, se diverso dalla residenza, entro i quindici giorni successivi alla pubblicazione della graduatoria.
Detti voucher possono essere ritirati in un’unica soluzione oppure scegliere di ritirarne solo una parte o ritirarli con cadenza mensile.
La madre lavoratrice beneficiaria di più contributi per servizi di baby sitting, quando si reca in sede per ritirare i voucher deve indicare espressamente il codice fiscale del figlio per cui è concesso il beneficio.
In analogia alle modalità già in uso nell’utilizzo dei buoni lavoro, prima dell’inizio della prestazione lavorativa del servizio di baby sitting la madre è tenuta ad effettuare la comunicazione preventiva di inizio prestazione, indicando oltre al proprio codice fiscale, il codice fiscale del prestatore, il luogo di svolgimento della prestazione e le date presunte di inizio e di fine dell’attività lavorativa, attraverso i seguenti canali:
- il contact center Inps/Inail (tel. 803.164, gratuito da telefono fisso, oppure, da cellulare il n. 06164164, con tariffazione a carico dell’utenza chiamante);
- il numero di fax gratuito INAIL 800.657657, utilizzando il modulo presente sul sito dell’INAIL;
- il sito www.inail.it /Sezione 'Punto cliente’,
- la sede INPS
In caso di annullamento della prestazione per le date previste o di modifica delle suddette date, dovrà essere effettuata, con le stesse modalità, nuova comunicazione di variazione all’INAIL/INPS tramite gli stessi canali sopra indicati.
Al termine della prestazione lavorativa, la madre lavoratrice - prima di consegnare al prestatore i voucher – provvede ad intestarli, scrivendo su ciascun buono lavoro, negli appositi spazi, il proprio codice fiscale, il codice fiscale della prestatrice, il periodo della relativa prestazione e convalidando il buono con la propria firma.
Il prestatore del servizio di baby sitting può riscuotere il corrispettivo dei buoni lavoro ricevuti, intestati e sottoscritti dalla committente, presentandoli all’incasso – dopo averli convalidati con la propria firma - presso qualsiasi ufficio postale ed esibendo un valido documento di riconoscimento, entro e non oltre i 24 mesi dalla data di emissione del voucher.
La madre lavoratrice può richiedere la riemissione dei voucher a lei consegnati, solamente nel caso di furto o smarrimento degli stessi, presentando presso la sede la denuncia effettuata alle Autorità competenti.
I voucher emessi per servizi di baby sitting non possono essere oggetto di ri-chiesta di rimborso in caso di mancato utilizzo.
6. PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA
In sede di domanda la lavoratrice richiedente deve:
- inserire i propri dati anagrafici, di residenza e di domicilio, nel caso in cui sia diverso dalla residenza;
- indicare il numero di telefono cellulare e l’indirizzo PEC o email per la ricezione delle comunicazioni da parte di INPS; in particolare, il numero di cellulare sarà utilizzato per eventuali comunicazioni tramite SMS;
- inserire i dati relativi al padre del minore per cui si chiede il beneficio: nome, cognome, codice fiscale, data di nascita, stato di nascita, provincia di nascita, luogo di nascita, cittadinanza, stato di residenza, provincia di residenza, luogo di residenza, indirizzo, numero civico e CAP, tipo di rapporto lavorativo, codice fiscale del datore di lavoro, periodi di congedo parentale fruiti dal padre in relazione al minore per cui si chiede il beneficio e presso quale datore di lavoro in caso di più rapporti lavorativi;
- inserire i dati del minore: cognome, nome, codice fiscale, data di nascita, sesso e luogo di nascita; in caso di adozione o affidamento: data di ingresso in famiglia, data di ingresso in Italia, data di adozione/affidamento, numero dei bambini, data di trascrizione del provvedimento straniero di adozione, provvedimento straniero di adozione trascritto nel registro di stato civile di (provincia e comune);
- accedere nuovamente, all’esito del parto, per inserire il codice fiscale del minore, nel caso in cui sia lavoratrice che abbia presentato la domanda nei quattro mesi antecedenti la data presunta del parto;
- inserire i dati riguardanti il congedo di maternità: dichiarazione di aver usufruito o di essere in corso di fruizione del congedo di maternità, data ultimo giorno del congedo stesso;
- indicare i periodi di congedo parentale già fruiti;
- indicare a quale dei due benefici intende accedere, per quante mensilità ed il periodo, con conseguente riduzione di altrettante mensilità di congedo parentale; in caso di scelta del contributo per far fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati, indicare la struttura per l’infanzia (pubblica o privata accreditata) nella quale è stato iscritto il minore oggetto di domanda; una volta effettuata, la scelta della struttura non è modificabile, ad eccezione dei casi previsti al successivo punto 7;
- inserire dati relativi al proprio datore di lavoro/committente: nome, cognome/ragione sociale, codice fiscale, PEC o e-mail del datore/committente, tipo di contratto o di collaborazione, data di iscrizione alla gestione separata (solo per le tipologie di lavoro che prevedono l’iscrizione alla gestione separata), ovvero dichiarare di non avere datori di lavoro o committenti (solo per le libere professioniste iscritte alla gestione separata);
- dichiarare di aver presentato la dichiarazione ISEE.
La domanda va presentata all’INPS in modo esclusivo attraverso il canale WEB - servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino tramite PIN attraverso il portale dell’Istituto (www.inps.it) attraverso il seguente percorso: Al servizio del cittadino – Autenticazione con PIN – Invio domande di prestazioni a sostegno del reddito – Voucher o contributo per l’acquisto dei servizi per l’infanzia.
Il PIN con cui viene effettuata l’autenticazione al servizio deve essere di tipo “dispositivo”. Si precisa dunque che, ai fini della presentazione della domanda, il richiedente dovrà munirsi in tempo utile del PIN “dispositivo” (per le modalità di richiesta e rilascio del PIN “dispositivo” si rinvia alle disposizioni contenute nella circolare INPS n. 50 del 15/03/2011 e sul sito web dell’Istituto). Le lavoratrici che siano già in possesso di un PIN rilasciato dall’INPS, sono tenute preventivamente a verificare la natura e la validità dello stesso.
L’INPS provvederà a recuperare le somme erogate a coloro che abbiano prodotto dichiarazioni risultate mendaci a seguito dei controlli che verranno effettuati.
7. VARIAZIONE E CANCELLAZIONE DELLA DOMANDA
L’invio della domanda compilata on line può essere effettuato immediatamente oppure rinviato ad un momento successivo, utilizzando in quest’ultimo caso l’apposita funzionalità di salvataggio dei dati inseriti, presente nella procedura.
La domanda salvata e non inviata può essere modificata sino al momento dell’invio, termine oltre il quale la domanda non potrà più essere modificata, ma solamente cancellata ed eventualmente ripresentata. Il tutto sino alla scadenza del termine ultimo di presentazione della domanda.
Ai fini della definizione della graduatoria farà fede la data e l’orario di invio, così come recepiti dai sistemi INPS e riportati nella ricevuta di invio.
8. CAMBIAMENTO DELLA STRUTTURA EROGANTE SERVIZI PER L’INFANZIA
La madre lavoratrice potrà cambiare la struttura erogante i servizi per l’infanzia, prescelta al momento della domanda, solamente nei casi di seguito riportati:
- cambio di residenza o della dimora temporanea della madre lavoratrice;
- variazione della sede di lavoro;
- ancellazione dell’istituto scolastico dall’elenco INPS delle strutture eroganti servizi per l’infanzia.
9. TERMINI PER LA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE
La presentazione delle domande sarà consentita dalle ore 11:00 del giorno 1 luglio 2013 fino al giorno 10 luglio 2013.
10. CRITERI DI FORMAZIONE DELLA GRADUATORIA
La graduatoria sarà definita tenendo conto dell’ISEE - Indicatore della Situazione Economica Equivalente (come da dichiarazione relativa al nucleo familiare della concorrente valida alla data di scadenza del presente bando) con ordine di priorità per i nuclei familiari con ISEE di valore inferiore e, a parità di ISEE, secondo l’ordine di presentazione della domanda.
La graduatoria sarà pubblicata dall’INPS entro 15 giorni dal termine ultimo di presentazione delle domande sul sito www.inps.it al seguente percorso: Home>Avvisi e Concorsi>Avvisi.
L’elaborazione della dichiarazione ISEE relativa al nucleo familiare della concorrente è obbligatoria per determinare il posizionamento in graduatoria della medesima. Essa, prima di trasmettere la domanda, dovrà pertanto far elaborare detta dichiarazione ISEE affinché, durante l’istruttoria della pratica, il sistema automatico dell’Istituto ne rilevi i valori corrispondenti.
La dichiarazione ISEE può esser presentata all’INPS esclusivamente in via telematica, collegandosi al sito Internet www.inps.it, nella sezione “Servizi On-Line” (v. circolare INPS n. 2 del 12/01/2011 e circolare INPS n. 130 del 10/10/2011) ed inserendo i dati necessari per l’elaborazione direttamente nella procedura e nelle banche dati dell’Istituto; la lavoratrice ha comunque la possibilità di richiedere all’Istituto informazioni e consulenza in merito .
In alternativa la lavoratrice può rivolgersi ad un CAF convenzionato, che provvederà alla predisposizione e trasmissione all’INPS della dichiarazione ISEE. Si ricorda che la trasmissione delle dichiarazioni ISEE da parte del CAF all’Istituto non avviene in tempo reale ma in differita e secondo tempistiche definite dal singolo CAF. Si consiglia quindi, prima della presentazione della domanda, di verificare l’avvenuta trasmissione della dichiarazione da parte del CAF.
Nel caso si sia già proceduto all’elaborazione della dichiarazione ISEE ed esista nelle banche dati dell’INPS una dichiarazione valida alla data di scadenza del bando, non sarà necessario richiederne una nuova. Durante l’istruttoria della pratica, qualora il sistema non rilevi un valido ISEE, la domanda sarà respinta.
11. RINUNCIA DEL BENEFICIO
La rinuncia del beneficio può essere effettuata dal giorno successivo alla pubblicazione della graduatoria, esclusivamente via web, nel portale Internet dell’Istituto (www.inps.it) attraverso il seguente percorso: Al servizio del cittadino – Autenticazione con PIN – Invio domande di prestazioni a sostegno del reddito – Voucher o contributo per l’acquisto dei servizi per l’infanzia.
In caso la rinuncia avvenga in un periodo successivo al ritiro dei voucher, i voucher non ancora fruiti dovranno essere restituiti alla sede INPS presso la quale sono stati ritirati, che provvederà al loro annullamento.
La restituzione dei voucher vale come manifestazione implicita di volontà di non voler fruire del beneficio per il numero di mesi corrispondenti all’importo dei voucher riconsegnati.
La madre lavoratrice a cui è stato riconosciuto il beneficio e che abbia ritirato i voucher, qualora effettui la rinuncia on-line, è tenuta a riconsegnare i voucher percepiti e non utilizzati. In mancanza, la rinuncia non avrà effetto e la lavoratrice non potrà chiedere i periodi di congedo parentale a cui aveva rinunciato per accedere al beneficio.
I voucher non restituiti verranno considerati come fruiti.
L’Istituto, ai fini del reintegro del periodo di congedo parentale spettante alla lavoratrice, provvede a comunicare al datore di lavoro (tramite PEC), l’avvenuta rinuncia al beneficio da parte della stessa, indicando altresì i periodi per i quali la rinuncia è stata esercitata.
L’Istituto provvede ad effettuare controlli in merito alle situazioni dichiarate dalle lavoratrici richiedenti il beneficio.
12. INFORMATIVA RESA AI CONCORRENTI AI SENSI DELL’ART. 13 DEL D.LGS. 30 GIUGNO 2003, N. 196 – CODICE PRIVACY
INPS con sede in Roma, Via Ciro il Grande 21, in qualità di Titolare del trattamento, informa che tutti i dati personali che riguardano il soggetto richiedente, compresi quelli sensibili e giudiziari, raccolti attraverso la compilazione della domanda, saranno trattati in osservanza dei presupposti e dei limiti stabiliti dal Codice, nonché dalla legge e dai regolamenti, al fine di svolgere le funzioni istituzionali in materia previdenziale, fiscale, assicurativa assistenziale e amministrativa su base sanitaria. Il trattamento dei dati avverrà anche con l’utilizzo di strumenti elettronici a opera di dipendenti dell’Istituto opportunamente incaricati e istruiti. Attraverso logiche strettamente correlate alle finalità per le quali sono raccolti, eccezionalmente potranno conoscere i dati di cui sopra altri soggetti che forniscono servizi o svolgono attività strumentali per conto di Inps e operano in qualità di Responsabili designati dall’Istituto. I dati personali del richiedente potranno essere comunicati, se strettamente necessario per la definizione della pratica, ad altri soggetti pubblici o privati, tra cui Istituti di credito o Uffici postali, altre Amministrazioni, Enti o Casse di previdenza obbligatoria. Il conferimento dei dati è obbligatorio e la mancata fornitura potrà comportare impossibilità o ritardi nella definizione dei procedimenti che riguardano il richiedente. Inps informa, infine, che è nelle facoltà del richiedente esercitare il diritto di accesso previsto dall’art. 7 del Codice, rivolgendosi direttamente al direttore della struttura competente all’istruttoria.
21 giugno 2013
Cgil: “Cassa integrazione per 520mila lavoratori, 3.300€ in meno sul salario”
venerdì, giugno 21, 2013
Salvo Moschetto
I lavoratori in cassa integrazione a zero ore da inizio 2013 sono già 520mila. In appena cinque mesi, denuncia la Cgil, sono state tagliate 460 milioni di ore di lavoro per una perdita di 1,7 miliardi di euro in busta paga per i dipendenti, per circa 3.300 euro a lavoratore. “Numero spaventosi, segno della crisi profondissima”, ha commentato la Cgil.
I dati di maggio dell‘osservatorio cassa integrazione della Cgil, osserva la segretaria confederale Elena Lattuada, ”confermano per l’ennesima volta come il trend ci porti inesorabilmente, anche per il 2013, al miliardo di ore di cassa integrazione, che si sommeranno alle 4,4 mld di ore messe a segno negli ultimi cinque anni”. Per la Cgil, che il 22 giugno sarà in piazza a Roma con Cisl e Uil, ”servono risposte urgenti: il lavoro è la vera emergenza”.
A maggio le ore di cassa integrazione, richieste e autorizzate, sono state 89.315.049, in flessione sul mese precedente per un -10,68%. Nel periodo gennaio-maggio, rispetto ai primi cinque mesi dello scorso anno, l’aumento è del +6,74% per un totale di ore pari a 457.258.239. Nel dettaglio, la cassa integrazione ordinaria cala a maggio sul mese precedente del -7,53%, mentre da inizio anno segna +22,56% sui primi cinque mesi del 2012.
La cassa integrazione straordinaria cala su aprile del 30,39% mentre nel periodo gennaio-maggio segna un +27,42% sullo stesso periodo del 2012. La cassa integrazione in deroga ”esplode a maggio, sul mese precedente, di un +139,02%”; e ”nei primi cinque mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo dello scorso è in calo del 29,15% Nelle regioni del nord si registra il ricorso più alto alla cassa integrazione. Tra i diversi settori, è ancora la meccanica a registrare il ricorso più alto alla cassa integrazione. Poi l’edilizia che sorpassa il commercio.
La Cgil spiega: “Considerando un ricorso medio alla cig, pari cioè al 50% del tempo lavorabile globale (11 settimane) sono coinvolti nel periodo gennaio-maggio 1.048.757 lavoratori in cig ordinaria, straordinaria e in deroga. Se invece si considerano i lavoratori equivalenti a zero ore, pari a 22 settimane lavorative, si determina un’assenza completa dall’attività produttiva per 524.379 lavoratori, di cui 215 mila in cig straordinaria e 177 mila in cig in deroga”.
"Che genere di contrattazione?" - Relazione di Barbara Apuzzo
venerdì, giugno 21, 2013
Salvo Moschetto
L’iniziativa di oggi rappresenta il nostro secondo appuntamento nell’ambito del percorso confederale “Le donne cambiano…”.
Un percorso avviato con l’Assemblea Nazionale dell’anno scorso e alimentato dai successivi tre seminari di dicembre, durante i quali, partendo da una analisi approfondita della crisi, letta dalle donne della nostra organizzazione, e' risultato evidente rilanciare il principio su quanto sia determinante il ruolo delle donne per cambiare la società e costruire un'alternativa di pensiero, di politiche e di approccio ai problemi che attanagliano il nostro paese e su quanto sia necessario fare - e quali strumenti utilizzare - per cambiare la contrattazione, il welfare e il Paese.
Dentro questo solco, che va rapportato al Piano del Lavoro della CGIL, anche le donne della nostra categoria si sono mosse, riprendendo questa discussione all’interno della SLC con l’assemblea nazionale del 19 marzo scorso.
Ne è conseguita la condivisione di analisi e obiettivi, ritenuti necessari da raggiungere con determinazione perché le donne, pur rappresentando una preziosa risorsa per rilanciare l’economia del paese, anche per l’effetto moltiplicatore che producono sulla creazione di nuovi posti di lavoro (penso alla richiesta di servizi che va di pari passo con un maggiore impiego delle donne nel mercato del lavoro), sono ancora le maggiori vittime di un sistema in cui la crisi sta continuando a colpire pesantemente.
Senza voler ripercorrere l’analisi già fatta durante l’assemblea delle donne sullo scenario politico che fa da sfondo a questa nostra discussione, che oggi punta ad affrontare il tema della contrattazione, mi limiterò a fare qualche considerazione.
Violenza contro le donne, le misure da prendere
venerdì, giugno 21, 2013
Salvo Moschetto
Questo intervento è stato pronunciato il 23 maggio scorso nell'ambito dell'audit nazionale sulla violenza di genere, durante il quale la ministra Josefa Idem ha ascoltato le associazioni impegnate nel contrasto alla violenza di genere e alle discriminazioni sull'orientamento sessuale. L'incontro è avvenuto nel salone d’onore del Comando generale della guardia di finanza, con un parterre vastissimo di associazioni e una presenza forte delle istituzioni (bipartisan), a cominciare dai presidenti del Senato, Pietro Grasso e della Camera, Laura Boldrini e dal ministro della salute, Beatrice Lorenzin. La ministra Idem ha ascoltato voci arrivate da tutt'Italia, spiegando che questo non è il suo «punto di arrivo ma la sua partenza», e ha salutato la platea con un «grazie anche a nome dello stato che non ha saputo dare le giuste risposte». Una giornata aperta dai saluti del presidente Grasso, che si è dichiarato «preoccupato di questo fenomeno» e che si è reso disponibile «per la commissione d'inchiesta sul femminicidio»; e della presidente Boldrini.
Per combattere la violenza degli uomini contro le donne non basta più difenderci. E' necessario promuovere grandi campagne di denuncia e formazione obbligatoria per costruire, a partire dalle scuole, la cultura della libertà e del rispetto.
Bisogna intervenire sulla rappresentazione pubblica del corpo delle donne nei media e nella pubblicità con particolare attenzione al linguaggio anche nella descrizione dei femminicidi quando si parla ad esempio di “attacco di gelosia”, “raptus”, “troppo amore” ecc, linguaggi e descrizioni che rischiano di diventare assuefazione, e la violenza o la morte quasi un prezzo da pagare nella sfera familiare e sentimentale.
I centri antiviolenza sono luoghi per noi di interesse generale oltre ad avere una funzione importante contro la violenza e di sostegno alle donne quindi vanno finanziati adeguatamente e in modo costante. Così come bisogna lavorare per migliorare le nostre città, non solo per renderle più sicure, con maggiore attenzione al decoro urbano, alla riqualificazione dei quartieri , per costruire città a misura di donne.
E' necessario e urgente partire da queste poche misure che vanno nella direzione di prevenire il fenomeno, tralasciando tutto ciò che riguarda il contrasto alla violenza in sé anche in termini punitivi (perché il tempo è poco) e su questo punto viene da dire che nonostante assunzioni di responsabilità, di principi fondamentali, convenzioni, trattati,raccomandazioni, leggi, nel nostro paese i femminicidi non sono diminuiti ma sono, a differenza di altri gravi reati o degli omicidi, un dato stabile nel tempo, in un lungo tempo.
Dal nostro punto di vista di organizzazione sindacale vogliamo porre all'attenzione di tutte e di tutti il legame che c'è tra violenza sulle donne e lavoro in due punti:
Il primo riguarda il lavoro dal punto di vista dell'occupazione femminile che raggiunge solo il 47% contro una media europea che si avvicina al 60%. Un dato allarmante non solo per le donne ma per tutto il paese come ci dicono le tante ricerche svolte da istituti diversi perché il lavoro delle donne significa crescita e il lavoro per le donne, quando parliamo di violenza, significa libertà. Per questo auspichiamo che nei provvedimenti del governo che riguardano la creazione di posti di lavoro per giovani e per donne ci siano azioni concrete e chiediamo un impegno in questo senso. Il lavoro del governo non può essere a compartimenti stagni, tutto si lega. E in tempi di crisi, in una crisi lunga che ha prodotto molte diseguaglianze, hanno sofferto e soffrono di più i soggetti più deboli in particolare le donne giovani e anziane che continuano a subire discriminazioni, vessazioni, violenze. E su questo bisogna agire.
Il secondo punto riguarda la violenza contro le donne sul lavoro. Un fenomeno troppo spesso sottovalutato e poco indagato, ma molto più ampio di quanto si possa credere e nella crisi e in un mercato del lavoro che o esclude le donne o rende le lavoratrici sempre più precarie e deboli assume diverse forme compreso il ricatto sessuale come la richiesta, più o meno velata, di "disponibilità" a donne che devono essere assunte o che devono mantenere il posto o che chiedono un avanzamento di carriera. Gli ultimi dati diffusi dall'Istat datati, ma la situazione nella crisi non può che essere peggiorata purtroppo ci dicono che sono più di 800.000 le donne nel corso della loro vita sono state vittime di "pressioni" , mezzo milione quelle a è stata chiesta una "disponibilità sessuale" al momento della ricerca del lavoro.
Altra forma di ricatto “Le dimissioni in bianco”. Sappiamo dai dati Istat che nel 2008 – 2009 800.000 donne sono state costrette a lasciare il lavoro firmando dimissioni in bianco. Nonostante la riforma Fornero, che solo in parte tenta di arginare questo fenomeno aberrante, il fenomeno non si ferma. Quindi va rivista ripristinando a nostro avviso la legge 188/2007.
Per quanto riguarda il mobbing, poi, chi occupa una posizione di lavoro temporanea o precaria è il ritenuto soggetto 'ideale': è maggiormente ricattabile (lo si può minacciare di licenziamento o trasferimento) e difficilmente si ribellerà, proprio per non accentuare la sua posizione già instabile, ma anche chi ha un impiego a tempo parziale è più facilmente vittima del mobbing, in quanto trascorre meno tempo degli altri sul luogo di lavoro e ciò viene sfruttato a suo svantaggio.
E i soggetti si trovano in queste condizioni oggi sono per lo più le donne che sono impiegate in lavori di bassa qualifica nonostante spesso un titolo di studio più elevato di quello dei colleghi maschi, che subiscono par time involontari, contratti precari, quando va bene a tempo determinato, che hanno carriere più “deboli”, mentre il loro livello retributivo, in media, non raggiunge neppure il 75% di quello maschile.
Altro dato impressionante: quasi nessuna delle vittime ha denunciato l'episodio alle forze dell'ordine e la motivazione più frequente è la "scarsa gravità dell'episodio" (28,4%), seguita dall'essersela cavata da sole o con l'aiuto dei familiari (23,9%), dalla mancanza di fiducia nelle forze dell'ordine o dalla loro impossibilità di agire (20,4%) e dalla paura di essere giudicate e trattate male al momento della denuncia (15,1%). Quindi sfiducia e paura, ed è per questo che l'azione coordinata è importante e dove c'è, penso alle reti antiviolenza che si sono sviluppate in alcuni territori, funzionano.
Su questo fenomeno che ho voluto descrivere perché se ne parla poco è chiaro che l'impegno deve essere nostro, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni datoriali. Per prevenire e contrastare la violenza contro le donne l'impegno deve essere di tutti: del Governo, delle istituzioni, delle associazioni datoriali e nostro perché crediamo che quando le donne sono sottomesse e schiavizzate al volere di una società che calpesta le loro intelligenze, le loro competenze, le loro qualità, si tratta di una società sconfitta nelle sue maglie più importanti.
di Rosanna Rosi
Responsabile delle politiche di genere Cgil
18 giugno 2013
Telecom, 5,1 mln a Luciani
martedì, giugno 18, 2013
Salvo Moschetto
Era diventato famoso nel 2008 per la sua gaffe sulla vittoria di Napoleone a Waterloo. Ai tempi Luca Luciani era un rampante manager della Telecom e da allora di strada ne ha fatta. Prima ha scalato i vertici italiani del gruppo, poi, quando sono arrivati i guai con la giustizia italiana, è stato spedito a dirigere niente meno che Tim Brasil. Di risultati ne ha sempre portati, ma, secondo le accuse della procura di Milano, non erano del tutto veritieri i numeri che andava a scrivere in bilancio insieme con l'amministratore delegato di Telecom Italia Riccardo Ruggiero. I due (con anche la complicità Massimo Castelli, ex direttore operativo di Tim) sono finiti a processo a Roma per la vicenda delle sim false. Una storia di ricariche finte che permetteva di gonfiare gli abbonati del gruppo. L'accusa è di ostacolo all'attività di vigilanza attraverso false comunicazioni. Telecom ha dovuto quindi liquidarlo e lo ha fatto nel migliore dei modi possibili. Luciani si è dimesso e doveva ricevere 2,2 milioni di buonuscita, ma il gruppo ha preferito tutelarsi con un accordo di non concorrenza e il compenso è salito a 4,4 milioni, un malloppo che sale a oltre 5,1 milioni con l'aggiunta di altri 700mila euro per le fatiche brasiliane.
CGIL, CISL e UIL a Terni per difendere l'Ast e il futuro della siderurgia in Italia
martedì, giugno 18, 2013
Salvo Moschetto
www.cgil.it
Grande giornata di mobilitazione in Umbria, in vista della manifestazione nazionale unitaria del prossimo 22 giugno a Roma. E' proprio Terni, città salita alle cronache nelle scorse settimane per le cariche della polizia sul corteo degli operai Ast (Acciai Speciali Terni), protagonista della manifestazione regionale e dello sciopero generale di tutta la provincia.
Una mobilitazione proclamata unitariamente da CGIL, CISL e UIL per lanciare un grido d'allarme sulla situazione della siderurgia in Italia ed in particolare per chiedere chiarezza e tempi celeri in merito al processo di vendita dello stabilimento ternano, da un anno di proprietà della multinazionale finlandese Outokumpu, costretta a cederlo per rispettare i vincoli imposti dall'Antitrust europea. Ma non solo, la protesta di oggi vuole allargare lo sguardo all'intero tessuto produttivo della regione Umbria, fortemente colpito dalla crisi economica e con ripercussioni gravi su tutto il tessuto sociale.
Un partecipatissimo corteo partito dai cancelli dell'Ast in viale Brin ha attraversato la città fino a Piazza della Repubblica dietro alle parole 'Lavoro è Democrazia'. “Il Governo ha la responsabilità di garantire il settore siderurgico del nostro Paese” ha detto Susanna Camusso, Segretario Generale della CGIL, presente a Terni al fianco dei lavoratori. ''L'Italia ha una siderurgia con caratteristiche di qualità” ha sottolineato Camusso ricordando anche gli impianti a ciclo integrale di Piombino e Taranto, “fondamentali per la produzione industriale italiana”.
Per la leader della CGIL, infatti “bisogna esattamente ripartire da qui” perchè, ha sottolineato “la crisi di questo settore è la dimostrazione che tanti anni in cui si è trascurata l'industria portano a una debolezza del sistema, che il Paese non può permettersi”. Camusso ha ribadito la necessità di ”scelte giuste”: a Taranto, ha spiegato “c'è da governare l'Ilva e, contemporaneamente, avviare il piano di risanamento ambientale; a Terni, invece, non si possono allungare all'infinito i termini della gara per Ast, perchè non proliferano le offerte se si rinvia, piuttosto si impoverisce lo stabilimento”. La chiave per capire questa situazione, ha proseguito la dirigente sindacale della CGIL “è una politica diseguale tra i vari Paesi europei: noi, ormai, abbiamo il fondato sospetto che il continuo rinvio delle decisioni sulla proprietà dello stabilimento stia favorendo altri Paesi con il trasferimento delle produzioni ad altri”. Inoltre, ha aggiunto Camusso, la Commissione europea “ha una visione miope nel momento in cui considera che le misure di monopolio e di antitrust devono essere valutate sulla sola realtà europea e non sulla dimensione del mondo. In questo modo l'Europa rischia di non saper competere globalmente".
Dunque, per la leader della CGIL bisogna “cambiare il passo” o la deindustrializzazione del paese continuerà e con essa il crollo dell'occupazione. “Il Governo – ha concluso Camusso – deve assumersi la responsabilità di garantire un futuro alla siderurgia italiana. O cambia il passo o la mobilitazione continuerà”.