18 giugno 2013

CGIL, CISL e UIL a Terni per difendere l'Ast e il futuro della siderurgia in Italia

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Grande giornata di mobilitazione in Umbria, in vista della manifestazione nazionale unitaria del prossimo 22 giugno a Roma. E' proprio Terni, città salita alle cronache nelle scorse settimane per le cariche della polizia sul corteo degli operai Ast (Acciai Speciali Terni), protagonista della manifestazione regionale e dello sciopero generale di tutta la provincia.
Una mobilitazione proclamata unitariamente da CGIL, CISL e UIL per lanciare un grido d'allarme sulla situazione della siderurgia in Italia ed in particolare per chiedere chiarezza e tempi celeri in merito al processo di vendita dello stabilimento ternano, da un anno di proprietà della multinazionale finlandese Outokumpu, costretta a cederlo per rispettare i vincoli imposti dall'Antitrust europea. Ma non solo, la protesta di oggi vuole allargare lo sguardo all'intero tessuto produttivo della regione Umbria, fortemente colpito dalla crisi economica e con ripercussioni gravi su tutto il tessuto sociale.
Un partecipatissimo corteo partito dai cancelli dell'Ast in viale Brin ha attraversato la città fino a Piazza della Repubblica dietro alle parole 'Lavoro è Democrazia'. “Il Governo ha la responsabilità di garantire il settore siderurgico del nostro Paese” ha detto Susanna Camusso, Segretario Generale della CGIL, presente a Terni al fianco dei lavoratori. ''L'Italia ha una siderurgia con caratteristiche di qualità” ha sottolineato Camusso ricordando anche gli impianti a ciclo integrale di Piombino e Taranto, “fondamentali per la produzione industriale italiana”.
Per la leader della CGIL, infatti “bisogna esattamente ripartire da qui” perchè, ha sottolineato “la crisi di questo settore è la dimostrazione che tanti anni in cui si è trascurata l'industria portano a una debolezza del sistema, che il Paese non può permettersi”. Camusso ha ribadito la necessità di ”scelte giuste”: a Taranto, ha spiegato “c'è da governare l'Ilva e, contemporaneamente, avviare il piano di risanamento ambientale; a Terni, invece, non si possono allungare all'infinito i termini della gara per Ast, perchè non proliferano le offerte se si rinvia, piuttosto si impoverisce lo stabilimento”. La chiave per capire questa situazione, ha proseguito la dirigente sindacale della CGIL “è una politica diseguale tra i vari Paesi europei: noi, ormai, abbiamo il fondato sospetto che il continuo rinvio delle decisioni sulla proprietà dello stabilimento stia favorendo altri Paesi con il trasferimento delle produzioni ad altri”. Inoltre, ha aggiunto Camusso, la Commissione europea “ha una visione miope nel momento in cui considera che le misure di monopolio e di antitrust devono essere valutate sulla sola realtà europea e non sulla dimensione del mondo. In questo modo l'Europa rischia di non saper competere globalmente".
Dunque, per la leader della CGIL bisogna “cambiare il passo” o la deindustrializzazione del paese continuerà e con essa il crollo dell'occupazione. “Il Governo – ha concluso Camusso – deve assumersi la responsabilità di garantire un futuro alla siderurgia italiana. O cambia il passo o la mobilitazione continuerà”.