13 giugno 2013

Telecom: Patuano, "Possibile ipotizzare organo di garanzia per newco"

Nella società che nascerà dallo scorporo della rete di Telecom Italia è possibile ipotizzare l'istituzione di un organismo di vigilanza sul modello di quello istituito per Open Access "magari rinforzato". Lo ha detto l'amministratore delegato della società, Marco Patuano, intervenendo ad un convegno dell'Agcom. Patuano ha sottolineato che lo scorporo della rete sarà ispirato, come chiesto da alcuni degli operatori alternativi, sicuramente da una logica pro-competitiva ma anche da una logica "pro-investimenti".

La differenza "verrà fatta dalla governance di questa azienda separata" che dovrà garantire la "terzietà: per averla non è necessario rinunciare ad una partecipazione azionaria" nella societa' stessa. L'obiettivo indicato dall'Ad è dunque la parità di accesso alla rete per gli operatori alternativi, i cosiddetti Olo. "Poi per la domanda chi controlla il controllante si può pensare ad un organismo di vigilanza come per Open Access magari rinforzato" e a "denifire dei contatti di servizio tra la societa' della rete e le altre societa', sia Telecom che gli Olo".

Nel definire quello dello scorporo "un passaggio sicuramente epocale", Patuano ha detto di concordare con il presidente della Cdp, interlocutore in questa fase di Telecom Italia, Franco Bassanini, quando afferma che occorre definire "le regole di governance nell'ambito di un progetto di politica industriale".

Intervenendo allo stesso evento, il viceministro alle Comunicazioni, Antonio Catricalà ha evidenziato che lo scorporo della rete di Telecom Italia "è un evento importantissimo". "Su questa operazione  - ha detto - si possono fare mille distinguo, si può cercare l'optimum, si può cercare la perfezione, ma intanto -incoraggiamo quello che c'è, quello che viene dal mercato".

Catricalà ha rilevato che sarà necessaria "una disciplina che assicuri la certezza degli investimenti, che riduca i rischi giuridici ed economici ad essi connessi". In quest'ottica, il viceministro spiega che non sarebbe una corretta declinazione di politica economica se "il governo intervenisse a dettare le regole di governance di questa società che certamente dovrà garantire la neutralità della rete e la parità nelle condizioni di accesso a tutti gli operatori".