Anche in pieno agosto è necessario che la politica e le istituzioni concentrino la loro attenzione sulla vera emergenza di questo momento che sta creando disagi e sofferenze a tanta gente: quella del lavoro.
In particolare, è importante soffermare l'attenzione anche(e soprattutto) a livello europeo di un importante settore, strategico in questa fase economica del Paese, come quello delle telecomunicazioni e dei call center.
Il Governo Italiano sta affrontando insieme alle parti sociali quello che effettivamente è lo snodo essenziale della tenuta di tutto il settore e degli 80000 occupati: ovvero il settore degli appalti e della continuità occupazionale in presenza di cambio di attività.
Negli anni trascorsi in Puglia come Assessore al Lavoro, tante volte sono scoppiate crisi aziendali proprio per una mancanza di regole del settore: in particolare, sono state le vertenze e le crisi aziendali che hanno colpito l'azienda di Teleperformance a destrare grandi preoccupazioni, vista anche la presenza sul territorio jonico, ancor più gravato dalla crisi congiunturale e territoriale.
La questione legata agli appalti deve essere risolta in maniera definitiva e drastica, per cui è necessario quanto prima mettere regole certe che consentano alle aziende di competere in maniera corretta ed ai lavoratori di non essere costantemente sottoposti alla paura di perdere il posto di lavoro.
Per questo è necessario portare il tema anche a livello europeo, per cui, in questo momento di Presidenza italiana dell' Unione Europea, sarà fondamentale interpellare il Ministro del Lavoro Poletti sulla questione, ricordandogli, peraltro, come ancora oggi l'Italia, a differenza degli altri Paesi europei, non abbia interpretato nella maniera dovuta la direttiva europea 23/2001 con cui si definisce, a livello comunitario, la regolamentazione del sistema di appalti.
Ancora oggi l'Italia è inadempiente e non è più rimandabile in nessun modo un intervento che sani la posizione italiana rispetto a quella europea.
La direttiva europea n.2001/23/CE appare insensibile al mutamento della titolarità nell’impresa e collega la continuità dei rapporti di lavoro esistenti al trasferimento dell’entità economica, quale che sia la vicenda circolatoria del bene o del servizio.
La giurisprudenza comunitaria ammette che nella nozione di trasferimento d’impresa debba ricomprendersi anche la successione di privati nel medesimo appalto, l’eccezione è rappresentata dal fatto che al nuovo appaltatore venga attribuito un appalto completamente diverso dal precedente, il che logicamente non può dare luogo neppure ad un passaggio di dipendenti. (v.sentenza 11 giugno 2009, causa C-561/07, Commissione/Italia, Racc. pag. I-4959, punto 30 e giurisprudenza ivi citata).
Occorre ricordare che la Corte ha fornito dell’espressione «in seguito a cessione contrattuale o a fusione», un’interpretazione sufficientemente elastica per soddisfare lo scopo della direttiva, che è quello di tutelare i lavoratori in caso di cambiamento del titolare dell’impresa (sentenze 19 maggio 1992, causa C-29/91, Redmond Stichting, Racc. pag. I-3189, punti 10 e 11; 7 marzo 1996, cause riunite C-171/94 e C-172/94, Merckx e Neuhuys, Racc. pag. I-1253, punto 28, nonché Jouini e a., cit., punto 24).
L’assenza, dunque, di un rapporto contrattuale tra il cedente ed il cessionario “non può escludere l’ipotesi di un trasferimento ai sensi della direttiva”. (sentenza 24 gennaio 2002, causa C-51/00 v anche Trib Siracusa,24 luglio 2008).
Alla luce di questo, il Governo deve intervenire inserendo la clausola sociale nel settore per legge, in modo da applicare l'articolo 2112 del Codice Civile.
Parimenti è essenziale che si intervenga sul tema delle delocalizzazioni, obbligando al rispetto dell'art 24 bis del Decreto Sviluppo tutte le aziende del settore.
Su invito della SLC CGIL di Taranto, tra fine agosto ed inizi di Settembre, sarò presente ad un'iniziativa pubblica su questo tema specifico: la città di Taranto, già martoriata per la nota vicenda dell' ILVA, non può rischiare di subire l'ennesimo schiaffo con la crisi di Teleperformance, a pochi mesi dalla scadenza del sofferto accordo del 2013.
Per questo motivo, intervenire sulla vertenza specifica deve servire per un intervento complessivo sul settore, garantendo un giusto equilibrio tra le aspettative di occupazione stabile dei lavoratori(anche in questo senso la legislazione europea individua il contratto stabile come formula contrattuale prevalente) e la necessaria competività sana, scorporata del costo del lavoro(eliminando quindi il massimo ribasso) delle imprese.