08 ottobre 2014

Vertenza Servizi Postali Sicilia

Nel settore dei servizi postali siano essi pubblici (Poste Italiane) che privati (Appalti Privati), da qualche anno si sta navigando a vista con gravi contraccolpi complessivi sull’occupazione e la qualità del servizio all'utente, ciò non a causa della crisi finanziaria, ma per le strane politiche industriali che Poste Italiane ha imposto negli ultimi anni.
Poste Italiane, società di fatto controllata dal Ministero del Tesoro e principale concessionaria dello stato nel settore, infatti, sta riorganizzando la propria presenza sul mercato puntando al mero recupero economico a danno della qualità del servizio verso i cittadini consumatori.
Va purtroppo in questa direzione l’ultima scelta operata da Poste sull’internalizzazione, a partire  dal 1 ottobre, del servizio raccomandate, servizio sino ad oggi svolto in appalto da ditte esterne.
Tutto ciò causerà disagio sia tra i propri addetti sia nell'utente. Sono stati, infatti, ridotti i centri di smistamento così come le zone con conseguente ampliamento delle porzioni di territorio assegnate al proprio organico. L'internalizzazione dei prodotti ad alto valore aggiunto come le raccomandate e la pesante ed incessante incentivazione all'esodo del proprio personale, oggi chiamato esodato, ha fatto si che il carico di lavoro continua a diventare sempre più insostenibile ed ha determinato il crollo dei livelli occupazionali del settore servizi privati.
Infatti, dal 2000, anno in cui lo Stato ha ritirato le concessioni a tante aziende private, Poste Italiane ha affidato in appalto a ditte esterne circa il 35-40% del mercato delle raccomandate a fronte di un prezzo quantomeno discutibile.  L'appalto viene, infatti, assegnato a circa 0,97 euro a raccomandata a fronte di un incasso che varia da 3,5 euro a 15 euro, tanto viene pagato dall'utente.
A causa di tutto ciò si è venuto a creare nel settore del recapito privato un settore povero, con un CCNL diverso da quello applicato ai dipendenti di Poste Italiane e che schiaccia verso il basso il costo del lavoro per gli addetti del recapito privato. Ciò ha voluto anche dire maggiori ricavi a costi fissi per Poste Italiane SPA e maggiore qualità del servizio per le conseguenze determinate sul perimetro, non più infinito, delle zone di recapito.
A questo punto ci chiediamo quale sia la strategia di Poste Italiane e se tale strategia miri esclusivamente all'utile immediato con pari nocumento per la qualità del servizio reso al cittadino, per la salute dei propri lavoratori e per i livelli occupazionali degli addetti al recapito privato.
Se anche Poste Italiane pensa di poter evadere dalle sue responsabilità sociali e pensa che la propria azione possa essere indirizzata verso l'esclusiva produzione di un utile economico, che poi comunque non ci sarà, siamo davvero alla canna del gas.

Palermo,08/10/2014