L’accordo del 27 marzo 2013 ha definito le premesse per un definitivo riassorbimento di tutti gli esuberi denunciati dall’azienda nel 2013. Tale obbiettivo, fortemente voluto dal sindacato e basato sulla politica delle internalizzazioni di attività prima gestite all’esterno per saturare le prestazioni dei dipendenti del gruppo Telecom, è stato raggiunto.
L’azienda, infatti, ha più volte illustrato i risultati conseguiti che sono, già in questa fase, in linea con le previsioni dell’accordo.
Si apre ora una nuova stagione per l’azienda.
Le riforme volute dal ministro Fornero sugli ammortizzatori sociali e, soprattutto, sulle pensioni hanno determinato l’azzeramento di fatto delle uscite per pensionamento dall’azienda con conseguente impossibilità di procedere all’assunzione di nuovo personale.
Le assunzioni sono indispensabili per un’azienda tecnologica in cui la trasmissione delle conoscenze tra “anziani e giovani” e l’immissione di nuove figure professionali con le competenze sviluppatesi negli ultimi anni, sono condizione fondamentale per lo sviluppo e la continuità dell’azienda.
Inoltre, crisi economica e la forte concorrenza del settore hanno determinato un ingente calo dei fatturati, il settore ha perso 1/3 del fatturato negli ultimi 5 anni, con conseguente impossibilità di aumentare la struttura dei costi.
Con queste premesse le parti si sono incontrate per individuare eventuali soluzioni che contemperassero l’esigenza di assumere nuovi lavoratori, senza aumentare il costo complessivo, permettendo in questo modo di traguardare gli anni, dal 2017 in poi, in cui il ricambio tra uscite per pensionamento e assunzione di nuovo personale tornerà a diventare una condizione normale e fisiologica.
In questo quadro si è riscontrato che l’attuale struttura degli ammortizzatori sociali presenti è tutta strutturata per difendere l’occupazione esistente mentre nulla è finalizzato a sviluppare un ricambio generazionale non traumatico.
In quest’ambito le parti hanno condiviso l’opportunità di proporre al Governo una modifica legislativa alla cd “solidarietà espansiva” strumento previsto dalla legislazione italiana, ma del tutto inadeguato perché i costi ricadono totalmente o sulle spalle dei lavoratori o sui conti aziendali.
La proposta di modifica punta a garantire ai lavoratori lo stesso trattamento previsto dalla “solidarietà difensiva” (quella oggi applicata in Telecom) per quanto riguarda l’integrazione economica e i versamenti contributivi con il vincolo per l’azienda di utilizzare tutte le somme risparmiate per fare nuove assunzioni stabili e a tempo indeterminato.
Il Governo, che ha mostrato interesse per uno strumento che consentirebbe alle grandi imprese di riprendere ad assumere personale (proprio in quelle fasce di giovani che oggi pagano pesantemente la crisi con una disoccupazione che supera il 40%) ha introdotto un emendamento nella legge delega di riforma del mercato del lavoro.
Questo non è, però, sufficiente perché il provvedimento vero e proprio è rinviato a un decreto attuativo che dovrà essere definito dopo l’approvazione della legge delega. E’ evidente che in assenza della modifica legislativa sopra descritta non sarà possibile applicare la norma perché i costi a carico dei lavoratori (mancata integrazione e contribuzione) sarebbero elevatissimi andando anche a incidere sul futuro della pensione.
Ovvio, infine, che un eventuale accordo (la norma non prevede automatismi o atti unilaterali dell’azienda) sarà illustrato e discusso con i lavoratori e pertanto le ipotesi fantasiose che circolano in questi giorni sono destituite di ogni fondamento perché nessun approfondimento riguardante tale strumento sarà ipotizzabile prima della modifica legislativa. Interessante e totalmente condiviso resta il cambio di passo accettato da Telecom.
Si è chiusa dopo decenni la fase di riorganizzazione che ha ridotto gli organici complessivi e si riprende a parlare di assunzioni e sviluppo. Questo, associato anche all’attivismo sui mercati internazionali svolto da Telecom, non può che permetterci di guardare al futuro con un barlume di ottimismo in più rispetto a quanto fatto nel recente passato.
La Segreteria Nazionale SLC CGIL