di Antonio Condorelli
CATANIA- La Cassazione ha confermato le condanne, inflitte in appello al Gruppo Ciancio, per il licenziamento di Valter Rizzo, Alfio Sciacca, Fabio Albanese, Nicola Savoca, Katia Scapellato e Giuseppe La Venia. Telecolor è stata condannata al reintegro dei giornalisti, al versamento dei contributi e delle indennità, si tratta di centinaia di migliaia di euro che pesano come un macigno sugli equilibri dei bilanci aziendali.
Non si tratta di una vertenza qualunque, il caso Telecolor è stato al centro di interrogazioni parlamentari e manifestazioni organizzate da Articolo 21. Con l'acquisizione di Telecolor Ciancio controllò tutte le principali testate giornalistiche siciliane, ma i sei dipendenti della “vecchia” redazione non accettarono di lavorare al fianco di una “redazione parallela”, imposta dall'editore, che doveva occuparsi della creazione di contenuti. La tesi dell'azienda, ovvero che i licenziamenti fossero la conseguenza della crisi aziendale, non è stata accolta dalla Corte d'Appello, sezione Lavoro di Catania (Presidente Pasquale Nigro, relatrice Elvira Maltese, a latere Laura Renda). La Corte ha sposato appieno la tesi difensiva dei giornalisti, che sono stati licenziati “senza adeguata motivazione”, portando a termine -come hanno sostenuto i cronisti- una vera e propria “epurazione” dovuta all'indipendenza e all'imparzialità dei redattori divenuti “scomodi” per Telecolor.
Tra l'altro, proprio mentre il gruppo Ciancio licenziava, sono andate in porto le varianti per la costruzione dell'ospedale San Marco e del centro commerciale Icom proprio sui terreni dell'editore, garantendo incassi per decine di milioni di euro.
Adesso si apre una nuova fase, quella dell'esecuzione della sentenza.