La leader della Cgil Susanna Camusso e il segretario della Fiom Maurizio Landini, insieme 'bocciano' la mediazione raggiunta all'interno del Pd sul Jobs Act e promettono battaglia "fino in fondo" sul provvedimento per la tutela dei lavoratori.
Ma a stretto giro arriva la difesa della sinistra Dem che spiega che con quell'intesa si estendono i diritti. Un accordo, quello interno al Pd, sul quale, però, restano i dubbi di Ncd. "Sono fiducioso in un riconoscimento da parte di Ncd", dice Filippo Taddei, responsabile economico del Pd, parlando a Sky Tg24 delle reazioni politiche alla mediazione sul Jobs act. "Quando dalle dichiarazioni si passerà al provvedimento - aggiunge - tutti si sentiranno rassicurati". Ma Ncd è sulle barricate: "quello che accade nel Pd è legittimo ma non si può far pagare il conto agli alleati", ammonisce Gaetano Quagliariello
Dalla testa del corteo in corso Venezia a Milano, in occasione dello sciopero Fiom Cgil, Susanna Camusso afferma che ''non ci pare che quella mediazione sia una risposta per mantenere la difesa dei diritti che noi facciamo''. Poco dopo arriva Maurizio Landini e anche lui tuona: l'intesa raggiunta è "una presa in giro che serve solo ai parlamentari a mantenere il loro posto". Landini replica anche a chi ha polemizzato sulla data dello sciopero generale il 5 dicembre a ridosso del ponte dell'Immacolata. "Bisogna avere rispetto dei lavoratori - ha detto - chi parla senza sapere di cosa parla è meglio che stia zitto". "Noi non siamo quelli che pagano mille euro per una cena, siamo quelli che con mille euro debbono mangiare per un mese".
Sul Jobs act avverte la Camusso: "la partita non è assolutamente chiusa" sul Jobs Act. "L'abbiamo già detto e lo ripetiamo - aggiunge - non è un voto di fiducia che cambierà il nostro orientamento e le nostre iniziative". "Non ci fermiamo - ha detto anche Landini - andiamo avanti fino in fondo, finchè non cambieranno le loro posizioni". "Lo si deve sapere - ha aggiunto - abbiamo la forza e l'intelligenza per farlo".
Camusso, all'avvio del corteo, commentando la forte partecipazione, la definisce ''la conferma di quello che diciamo da sempre''. ''C'è bisogno - spiega - di un grande investimento pubblico che crei lavoro e rimetta in sicurezza il Paese, il governo Renzi si dovrebbe decidere a fare qualcosa anziché ridurre i diritti''.
"Questa volta - replica con un tweet il presidente Pd Matteo Orfini - ha ragione @SusannaCamusso: la mediazione del Pd sul jobs act non difende i diritti. Li estende".
Per il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini "la piazza si rispetta" ma "ascoltiamo anche le sigle sindacali che non ci stanno". Per Camusso nostri sforzi non bastano? "Noi crediamo che sia uno sforzo titanico che in questo Paese nessuno ha mai fatto", sulle scelte di politica economica e sul Jobs Act.
Sul jobs act interviene anche il capogruppo Ncd al Senato Maurizio Sacconi: "L'accordo? Ci stiamo lavorando, non è ancora fatto ma mi pare che ci siano tutte le condizioni per raggiungerlo. Il Governo mi ha dato rassicurazioni che non vuole attenuare la portata innovativa della riforma proprio perché risulti efficace a fare lavoro e impresa", spiega il capogruppo Ncd al Senato a Effetto Giorno, su Radio 24. "Da ieri sera negoziamo con il Governo che deve operare una sintesi. Credo che avremo alla fine una soluzione concordata che conserva l'impostazione individuata comunemente al Senato", spiega il presidente della commissione Lavoro. "Rimarrà - aggiunge Sacconi - quell'impulso innovativo ai contratti a tempo indeterminato, non verranno modificate le regole relative alla maggiore flessibilità delle mansioni, non si modificheranno le regole che vogliono allargare l'impiego dei voucher per dare tutela agli spezzoni lavorativi e sulla stessa disciplina del licenziamento resteremo sostanzialmente nell'impostazione del Senato, che già prevedeva il reintegro per i licenziamenti discriminatori e dall'altra parte vi si assimileranno alcune limitatissime tipologie di licenziamenti disciplinari. Questa è la nostra tesi".
Beatrice Lorenzin a chi le ha chiesto se oggi il Jobs Act mette a rischio il Governo, risponde: "No, non mette a rischio il Governo, ma credo che una buona riforma del lavoro interessi prima di tutto l'Italia e quindi il Jobs Act è fatto per far crescere il paese e non per rispondere a un problema sindacale".