CLAUSOLA SOCIALE NEI CALL CENTER: 80.000 AMICI CONVINTI E QUALCHE PERICOLOSO E SUBDOLO NEMICO INSOSPETTABILE.
In queste ore due grandi call center di questo Paese, Almaviva e Comdata, si stanno incredibilmente distinguendo per il loro atteggiamento di forte contrarietà all’approvazione della legge sulle clausole sociali nei call center. Una cosa semplicemente incredibile!
In questi anni le lavoratrici ed i lavoratori di questo settore, compresi quelli di Almaviva e Comdata, hanno pagato un prezzo altissimo all’assenza di regole. Prezzo che si è tradotto in anni di ammortizzatori sociali, flessibilità sempre più spinte fino a rendere inconciliabili i tempi di vita da quelli di lavoro, ricatti belli e buoni sulla riduzione degli orari di lavoro come unico mezzo per conservare il posto di lavoro. Ebbene, nonostante tutto ciò, proprio oggi che, piaccia o non piaccia, siamo in dirittura di arrivo per dotare l’Italia di una legislazione che mette il paese alla pari dell’Europa, due fra le principali vittime della protervia della grande committenza si schierano contro i loro lavoratori ed a fianco di quelli che, a forza di ribassare le tariffe, stanno portando un intero settore indietro di decenni. Arrivando perfino ad appoggiare un emendamento alla legge proposto da ASSTEL con il quale si permette a Vodafone di aprire la strada al trasferimento delle proprie attività di assistenza clienti alle sedi Vodafone in Albania e Romania!
Viene da chiedersi cosa possa giustificare una scelta simile? Un classico episodio di “sindrome di Stoccolma” dove la vittima finisce per solidarizzare col carnefice?? O forse più semplicemente un altrettanto tipico caso di convenienza dove a pagare saranno sempre i lavoratori di queste aziende o, in subordine, la collettività attraverso il massiccio ricorso ai vari strumenti di sostegno al reddito o incentivazione che si sono succeduti in questi anni per questo settore? E’ incredibile il trasformismo dialettico con il quale, questo inedito fronte della conservazione che sta tentando di “scippare” la clausola sociale ai lavoratori, riesca a trovare sempre un buon motivo per lasciare le cose come stanno. C’è sempre una soluzione più intelligente che viene sottovalutata, un obbligo che verrebbe disatteso, insomma ogni scusa è buona per tenere 80.000 persone ostaggi degli uffici acquisti dei grandi committenti. E intanto però si aumentano le pressioni per la produttività, si mettono in discussione finanche le pause fisiologiche per recuperare una misera parte di quanto viene sottratta dalle tariffe scandalose imposte dalla committenza.
Tutto questo è semplicemente vergognoso! Occorre che, a partire dai centri di lavoro di Comdata ed Almaviva, si alzi forte la voce dei lavoratori e delle lavoratrici dei call center, di quei lavoratori che in questi anni hanno tenuto in piedi con i loro sacrifici, con parte del loro salario, quelle stesse aziende che oggi gli stanno voltando le spalle.
La clausola sociale non ce la faremo scippare perché #idirittinonsiappaltano e noi #nontorneremoadesserefantasmi!
La Segreteria Nazionale SLC CGIL