Dopo l'inserimento di quattro rappresentanti nel board di Telecom Italia e dopo essere salita al 21,4%, l'ad di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, ieri di fronte ai parlamentari riuniti al Senato ha parlato forse per la prima volta esplicitamente da azionista di riferimento della società italiana.
A tenere alta l'attenzione su Telecom Italia sono le notizie relative alle ultime mosse nell'azionariato del gruppo. Vivendi, ha ripetuto il numero uno operativo della società, vuole essere "azionista di lungo periodo" in Telecom Italia. Nessuna opzione nemmeno per Orange: Vivendi, ha spiegato, non è un punto di accesso a Telecom per la tlc francese, comunque interessata a un consolidamento a livello europeo per diventare un player mondiale dei contenuti. A sgombrare il campo dalle illazioni oggi è stato l'ad di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, chiamato in audizione al Senato dove sono piovute domande sulle reali intenzioni del gruppo capitanato da Vincent Bollorè.
"Noi siamo investitori a lungo termine - ha continuato il manager -, vogliamo sviluppare un piano industriale strategico, non ci muoviamo per conto di terze parti". Lo scorso 15 gennaio, i francesi di Vivendi hanno rafforzato la loro partecipazione in Telecom Italia, di cui è principale azionista. A chi chiedeva quale fosse l'orientamento riguardo alla presenza, inportante, di Telecom nel Paese sudamericano, il ceo di Vivendi ha precisato che in questo momento non ci sono sul tavolo tutte le informazioni che servono per una valutazione e che la risposta si potrà dare quando saranno presentate "tutte le alternative".
Quanto alle possibili alleanze per costruire la nuova rete "sappiamo ci sono state conversazioni con Cdp" per l'alleanza con Metroweb: "siamo pragmatici ma c'e' anche altro", ha sottolineato il manager che si è detto anche "favorevole" a possibili accordi con Enel per la posa della fibra.
Il problema debito esiste, ha aggiunto de Puyfontaine, ma è pur vero che l'azienda "ha il potenziale per pensare alla propria strategia, per pensare al futuro aggiungendo molti più servizi ai consumatori e per cominciare a pensare ai propri settori di efficienza".
Sul fronte del Brasile non c'è ancora una posizione definita, ha spiegato infine de Puyfontaine: "stanno ancora lavorando il presidente esecutivo Giuseppe Recchi e l'ad Marco Patuano".