25 maggio 2011

Festa Srl: Comunicato SLC

COMUNICATO:

Leggiamo con stupore il comunicato nazionale della Segreteria Fistel che in relazione alla vicenda dell’accordo aziendale siglato presso la società Feste, ci attacca.

Stupore perché il menzionato articolo del manifesto di ieri (ma potremmo citare anche Repubblica) e che alleghiamo per completezza di informazioni, non cita mai SLC-CGIL, ma soprattutto perché invece di attaccare questo o quel giornale, la Fistel-Cisl dovrebbe interrogarsi se ciò che è scritto sia vero o meno, visti i numerosi riferimenti e i dettagli impressionanti che non possono essere tutto frutto di fantasia (minacce, trasferimenti a Lucca, estorsione di dimissioni,

condanna già avvenuto per violazione delle norme sulla maternità, ecc.).

Ovviamente questo non cambia i termini della questione e ribadiamo sia la nostra solidarietà ai lavoratori di Festa che i seguenti punti di merito:

1) non condividiamo l’accordo fatto da FISTEL-CISL che di fatto si fa protagonista di un attacco gravissimo al CCNL, cioè al principio di regole uguali per tutti (e questo lo fa alla vigilia del rinnovo del CCNL di settore per di più). Lo abbiamo già scritto e lo scriviamo nuovamente senza problemi;

2) è un fatto che l’azienda in questione sta cercando di applicare il contratto firmato dalla Fistel-Cisl anche ai lavoratori subordinati, facendo transazioni tombali con l’assistenza dello stesso sindacato in cui testualmente i lavoratori rinunciano al CCNL accettando, come unica fonte di regolazione del proprio rapporto di lavoro, il contratto aziendale siglato dalla Fistel. Così come è un fatto la condanna già avvenuta nei confronti di questa azienda;

3) vi è una contraddizione evidente tra la volontà di combattere il dumping, la concorrenza sleale, le gare al massimo ribasso, e la sottoscrizione di accordi sostitutivi del CCNL come questi che prevedono deroghe ai minimi contrattuali, meno diritti e minori maggiorazioni. Sono accordi come questi che alimentano il dumping e che spingono il settore a competere sempre di più sulla riduzione del costo del lavoro e non sulla qualità;

4) per noi il sindacato di deve battere per combattere la precarietà alzando le tutele degli ultimi, non abbassando quelle di chi si è conquistato qualche diritto e briciolo di dignità in più;

5) accordi come questo fanno male a tutti i lavoratori del settore seri e impegnati e fanno male anche a quelle imprese che invece credono in un sistema di regole e diritti uguali per tutti e che pensano occorra competere sull’innovazione, sulla responsabilità sociale, sulla valorizzazione delle relazioni sindacali e del protagonismo dei dipendenti.

Per quanto riguarda la vicenda personale del signor Salvatore Capone non sta a noi valutare il suo comportamento da un punto di vista giudiziario (per questo esistono i tribunali). La nostra è e rimane una critica politica e sindacale alla Fistel-Cisl, organizzazione che per storia e importanza non dovrebbe comportandosi come l’ultimo dei piccoli sindacati gialli, che firma accordi quasi di “nascosto” da tutti, lavoratori compresi.

La Segreteria Nazionale di SLC-CGIL


Leggi e scarica articolo di giornale....

Poste: Norme disciplinari

Estratto del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il personale non dirigente di Poste Italiane S.p.A:

Il dipendente è tenuto ad osservare le norme del presente contratto nonché le disposizioni per l’esecuzione e la disciplina del lavoro impartite dalla Società. Inoltre, in ossequio ai principi enunciati negli artt. 2104 e 2105 del codice civile, deve tenere un comportamento disciplinato e rispondente ai doveri inerenti all’esplicazione delle attività assegnategli, ed in particolare:


Leggi e scarica il documento...

24 maggio 2011

SKY: SINDACATI, SCIOPERO AL 50%. AZIENDA CONVOCHI SINDACATI

“Lo sciopero in Sky del 22 e 23 maggio è riuscito: hanno aderito, a livello nazionale, il 50% dei lavoratori con punte significative dell’80 nella sede di Cagliari (Call center Telecare) – lo annuncia una nota unitaria delle segreterie nazionali di Slc/Cgil, Fistel/Cisl e Uilcom/Uil.

“Quest’importante adesione conferma le ragioni dello sciopero contro le politiche di outsourcing, sulla certezza delle sedi dell’azienda (in particolar modo di Cagliari e Roma) e sul rispetto del contratto nazionale in materia di politiche retributive. Invitiamo formalmente l’azienda a riflettere seriamente sul suo atteggiamento – concludono i sindacati - e ad aprire un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali che dia risposte certe a tutti i lavoratori che, aderendo allo sciopero, hanno manifestato appieno il loro disagio.”

VODAFONE: SLC-CGIL “NO AD ACCORDI SOTTOBANCO”. SE QUALCUNO HA GIA’ L’INTESA CON L’AZIENDA LO DICA CHIARAMENTE.

LA RIUSCITA DELLA MOBILITAZIONE NON VA SVENDUTA E DEVE PORTARE A RIVENDICAZIONI FORTI NEI CONFRONTI DELL’AZIENDA.

Non ci interessa entrare nel merito delle posizioni altrui, ma come SLC-CGIL è nostro dovere ribadire e rilanciare alcuni punti chiari per affrontare questa vertenza complicata che riguarda il futuro dei 335 lavoratori della manutenzione e di tutti coloro che rimarranno in Vodafone. Prima di tutto la riuscita della mobilitazione rende i lavoratori più forti e la mobilitazione non va svenduta ne depotenziata. Il successo dello sciopero, delle manifestazioni e dei presidi sono la prova che i lavoratori vogliono che Vodafone la “paghi” il più possibile.

In secondo luogo come SLC-CGIL, prima di incontrare l’azienda, convocheremo a Roma, per il prossimo 27 Maggio, il Coordinamento Nazionale delle RSU per definire, anche in linea di massima, una piattaforma con le principali richieste

emerse durante le assemblee e le manifestazioni, sfidando l’azienda su tutti i terreni, dalle garanzie industriali a quelle occupazionali.

Quindi andremo in trattativa con le nostre idee e le nostre posizioni, cercando di tutelare al meglio i lavoratori e prendendo a riferimento la strategia che verrà definita dalle Segreterie Nazionali, territoriali ed RSU e non da qualche altra “strana entità”.

Ed infine, in ogni caso, prima di firmare eventualmente qualsiasi accordo come SLC CGIL ci batteremo perché l’ultima parola spetti sempre ai lavoratori. Il futuro dei lavoratori non può essere deciso se non dai diretti interessati.

Noi come SLC-CGIL prendiamo formalmente l’impegno di sottoporre, anche solo per quanto riguarda noi, al giudizio dei colleghi di Vodafone il lavoro che proveremo a fare al tavolo con l’azienda. Ovviamente invitiamo Fistel-Cisl e Uilcom-Uil a promuovere insieme la riunione del Coordinamento Nazionale delle RSU per il prossimo 27 Maggio a Roma, per varare una comune strategia sindacale.

La Segreteria Nazionale di SLC-CGIL

23 maggio 2011

VODAFONE E LE PROFEZIE DI "UGLIALOMUS...."

Quando si sceglie di fare un lavoro per la collettività, tutelare lavoratori nel diritto e nella dignità, bisogna scegliere di farlo sapendo che portiamo una grande responsabilità. Ad alcuni invece del contratto e della legge 300, danno in dotazione le sfere di cristallo in maniera tale da poter prevedere quello che succerà il giorno dopo. Non avere umiltà, non avere trasparenza e soprattutto cercare di "prendere in giro il prossimo" è atto ignobile! Come si può rilasciare un intervista il giorno prima di uno sciopero generale su una cessione di ramo d'azienda ( vodafone ) e dichiarare che lo sciopero ha avuto un alta adesione e che bisogna ora sederci a discutere con l'azienda? Riflettete e meditate lavoratrici e lavoratori di Vodafone!!!!!!!!

NOTA A MARGINE:

Il termine mago viene normalmente utilizzato in alternativa per designare:


  • una persona con poteri magici (mago, sciamano, stregone, ...)

  • un artista che esegue giochi di destrezza di cui nasconde i meccanismi (prestigiatore, illusionista o prestidigitatore),

    una persona eccezionalmente abile in un campo specifico.

Lui, il mago, ha inserito nel calderone della pozione parole dolci ma ferme, concetti semplici e profondi, ragionamenti ed idee che possono cambiare la struttura dei nostri modi di fare sindacato e, pensate, ha persino cantato come solo un mago può fare.

GUARDA IL VIDEO:



Questo video è stato caricato su You Tube il 19 maggio 2011. Le dichiarazioni sono del 20 maggio. Ai nostri lettori le giuste considerazioni...

TELEPERFORMANCE: SINDACATI, MULTINAZIONALE FRANCESE DELOCALIZZA E LICENZIA 1500 LAVORATORI IN ITALIA. IL GOVERNO PER ORA TACE.

Oggi più di tremila lavoratori italiani della multinazionale francese Teleperformance (call center) hanno scioperato contro le procedure di licenziamento per 1500 colleghi, di cui 700 a Taranto e gli altri a Roma e Fiumicino. Oltre 500 lavoratori hanno inoltre partecipato alla manifestazione organizzata a Roma. Dopo oltre due ore di presidio una delegazione composta dalle Segreterie nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, UGL TLC e dai rappresentanti delle istituzioni locali è stata ricevuta a Palazzo Chigi”. Così dichiarano in una nota congiunta le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, UGL TLC.

“Al rappresentante del Governo, le Organizzazioni Sindacali hanno denunciato l’inaffidabilità della multinazionale la quale, a distanza di un anno dall’ultimo accordo sottoscritto anche dal Ministero per la gestione di 864 esuberi - conclusosi con un contratto di solidarietà in deroga e l’impegno a sviluppare il business italiano, rafforzandone la presenza occupazionale in Italia - si presenta senza avere rispettato il vecchio accordo, con un ulteriore conto salatissimo dal punto di vista sociale, denunciando, ancora una volta, 1464 esuberi e con una politica di delocalizzazione non sostenibile. Sono circa 700 le nuove postazioni in Albania che svolgono attività su commesse italiane.

“Abbiamo per tanto chiesto al Governo un tavolo istituzionale perché occorrono garanzie reali sulla volontà della multinazionale francese di rimane nel nostro Paese. Il rappresentante della Presidenza del Consiglio ha chiesto alcuni giorni, al fine di approfondire meglio i temi posti, consegnando il tutto nelle mani del Sottosegretario alla Presidenza, On. Letta, e riservandosi di comunicarci se e quando vi possa essere un tavolo con il Governo. Responsabilmente come Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, UGL TLC, anche al fine di governare la normale esasperazione di centinaia di lavoratori, giovani e non, venuti a Roma, dichiariamo che siamo in attesa fiduciosa di un tavolo con il Governo, perché riteniamo sia dovere delle istituzioni capire le reali intenzioni della multinazionale ed evitare un vero e proprio dramma sociale di proporzioni enormi. E’ chiaro che, se non verrà dal Governo un segnale di attenzione alla vertenza, un impegno concreto ad aprire un tavolo specifico, proponendo interventi seri e concreti, come sindacato non potremmo che continuare con la mobilitazione. Del resto da un oltre un anno, come parti sociali abbiamo consegnato proprio al Governo, compresa la Presidenza del Consiglio, il Ministero dello Sviluppo economico e del Lavoro, tutta una serie di proposte per contrastare la crisi del settore e favorirne il rilancio. Questa è una tragedia annunciata e il Governo non può fingere di non sapere”.

22 maggio 2011

Sky - Current, "Non mentiamo al pubblico"

- www.repubblica.it -

Il canale di Al Gore mostra le bozze di rinnovo contrattuale con delle cifre assenti nella versione della piattaforma satellitare: "Ci hanno cancellato unilateralmente"

Tom Mockridge, ad di Sky Italia

ROMA - Current Tv non ci sta, e controreplica ai documenti con cui Sky dichiarava di aver tentato un rinnovo contrattuale con il canale di Al Gore. "Current non mente al suo pubblico e conferma: Sky ha deciso unilateralmente di cancellare il canale, senza nessun preavviso e senza nessuna ragione imputabile alle performance del canale", dice una nota diffusa dal canale. E a supporto dell'affermazione allega due documenti: un fax inviato il 22 aprile a firma Tom Mockridge e una lettera del 13 maggio di Sky Italia.


I documenti. Secondo Current, "con il fax viene comunicata a Current la cancellazione senza alcuna possibilità di negoziazione e senza alcuna offerta di rinnovo. Una decisione tanto perentoria da essere accompagnata soltanto dalle necessarie note relative al licenziamento dell'intero staff italiano". Per protestare contro tale decisione, spiega il canale, "il top management di Current compresi i fondatori Al Gore e Joel Hyatt sono riusciti a incontrare personalmente James Murdoch, figlio del presidente di News Corp. Rupert Murdoch solo il 10 maggio a Los Angeles. Il 13 maggio poi, la beffa: per coprire le reali intenzioni, Sky Italia invia la prima e unica offerta mai ricevuta da Current, pari a meno di 1/3 dell'attuale contratto in scadenza: 1 milione di 'license fee', la stessa cifra con cui avrebbero chiuso il canale".


Una cifra secondo Current, "così bassa da non concedere alcuna possibilità di sopravvivenza e da rappresentare un insulto deliberato. Ecco perchè il Ceo Tom Mockridge ieri ha cancellato le cifre dalla lettera del 13 maggio. Noi alleghiamo la stessa lettera ma con le cifre leggibili."


Gli introiti di Current. La nota prosegue con un'ultima precisazione rispetto al milione all'anno di pubblicità contenuto nell'offerta: "Current realizza già grazie al proprio lavoro ben oltre 1 milione d'introiti pubblicitari che guarda caso contribuiscono anche alle casse della concessionaria Sky Pubblicità. Carte alla mano, qualcuno ha ancora dubbi sulla natura politica o commerciale di questa chiusura improvvisa di Current?"

Il canale ringrazia poi il pubblico e lo invita ad incalzare Sky: "Certi di poter contare su un ulteriore sforzo, invitiamo il pubblico a contattare il call-center di Sky e a disdire l'abbonamento satellitare, qualora Sky non si decida ad avanzare una proposta economica accettabile per mantenere il canale e il suo staff in vita".

Telecom - Accordo sulla detassazione 10%

l'art. 1, comma 47, della legge n. 220 del 2010, in attuazione dell'art. 53, 10 comma, del D.L. n. 78/2010 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122/2010, ha dettato, per il periodo d'imposta 2011, nuove disposizioni in materia di "imposta sostitutiva del 10% sulle componenti accessorie della retribuzione corrisposte in relazione ad incrementi di produttività";

con le circolari nO 3/E del 14 febbraio 2011 e nO 19/E dellO maggio 2011, l'Agenzia delle Entrate ed il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali hanno fornito indicazioni sul nuovo quadro normativo, precisando tra l'altro che le somme corrisposte a titolo di incrementi di produttività, qualità, redditività, innovazione, efficienza organizzativa, in relazione ai risultati riferibili all'andamento economico o agli utili d'impresa o ad ogni altro elemento rilevante ai fini del miglioramento della competitività aziendale, sono assoggettabili al beneficio fiscale "solo a condizione che siano erogate sulla base di accordi o contratti collettivi territoriali o aziendali anche preesistenti alla entrata in vigore della novella legislativa purché in corso di efficacia";


Continua a leggere e scarica documento...

21 maggio 2011

SKY E TELEPERFORMANCE: 22 E 23 MAGGIO SCIOPERO DI "FILIERA" E MANIFESTAZIONI A DIFESA DEL CONTRATTO E DELL'OCCUPAZIONE

1. SCIOPERO SKY. Il 22 e 23 maggio si svolgerà un sciopero dei lavoratori di Sky, e a Milano sciopereranno anche i giornalisti, contro la politica aziendale sugli appalti, con sempre maggiori quote di lavoro delocalizzate, e per il rispetto del Contratto Nazionale di Lavoro da parte dell'azienda. Un politica complessiva che mette a rischio la tenuta di alcune sedi aziendali. Lo annuncia una nota unitaria di Slc/Cgil, Fistel/Cisl e Uilcom/Uil.

"Lo sciopero è l'inevitabile risposta dei lavoratori alla scelta aziendale di congelare, di fatto, le retribuzioni dei lavoratori del gruppo per i prossimi anni e di non riconoscere gli aumenti previsti dai rinnovi del CCNL. Tutto questo malgrado una sentenza del Tribunale di Milano giudichi il passato assorbimento dei superminimi "antisindacale". Tutto ciò non è accettabile, come non è accettabile la chiusura aziendale su tutti i fronti (appalti ed outsourcing, chiarezza sulla conferma delle sedi di Roma e Cagliari, trattamento delle lavoratrici\madri, precarietà del lavoro, gestione delle relazioni sindacali)."

2. SCIOPERO TELEPERFORMANCE. "Il 23 maggio, inoltre, si svolgerà lo sciopero intero turno dei lavoratori di Teleperformance. I lavoratori di Teleperformance stanno, in questi giorni, portando avanti una vertenza difficile a difesa dell'occupazione e contro i 1464 licenziamenti dichiarati dall'azienda (il 50% della forza lavoro di Teleperformance!). Un piano che, se confermato, sancirebbe la chiusura di sedi e, nel complesso, il forte ridimensionamento dell'azienda."

"Una crisi, quella di Teleperformance, che si trascina da troppo tempo e che non può essere ascritta, come invece fa l'azienda, al solo momento di difficoltà che vive il settore dei call center - proseguono i sindacati. In Teleperformance, infatti, stiamo sperimentando la drammatica contraddizione di un'azienda multinazionale che riduce il personale in Italia a tutto vantaggio delle proprie sedi albanesi per assecondare il progetto di committenti come Sky che, alla ricerca di sempre maggiori profitti, stanno progressivamente spostando importanti volumi di lavoro del customer care all'estero. Una politica che mette a rischio la tenuta occupazionale di Sky, di Teleperformance e di altri call center in outsourcing che, oggi, occupano in Italia centinaia di lavoratori proprio sulla commessa Sky."

3. MANIFESTAZIONI. "Contro tutto questo le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL hanno organizzato per il 23 maggio manifestazioni in tutta Italia per unire queste vertenze. Dalle 10 di lunedì i lavoratori di Sky, Teleperformance ed Almaviva (altro call center che sta mettendo in cassa Integrazione centinaia di persone a seguito del calo dei volumi di Sky) manifesteranno a Roma, in piazza Montecitorio, a Milano, davanti alla sede di Sky e a Palermo, sotto la sede della Confindustria regionale. A Milano manifesteranno i lavoratori di Sky con la partecipazione di delegazioni di lavoratori di Almaviva. A Roma convergeranno invece i lavoratori di Teleperformance delle Sedi di Taranto, Roma e Fiumicino, oltre ad una delegazione dei lavoratori e dei giornalisti di Sky. A Palermo manifesteranno i lavoratori della sede palermitana di Almaviva dove, proprio lunedì 23 maggio, inizierà il fermo dei volumi di Sky che porterà un periodo di Cassa Integrazione per 638 persone.

A Roma una delegazione chiederà di essere ricevuta a Palazzo Chigi per portare ai massimi livelli istituzionali il problema dei licenziamenti di Teleperformance, degli effetti ormai devastanti sull'occupazione in Italia delle delocalizzazioni.

Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL

Barbara Apuzzo: Lettera dott. Faieta e dott Picucci 20 maggio 2011

La scrivente intende con la presente denunciare il comportamento adottato da vari rappresentanti aziendali di Poste Italiane il 6 maggio u.s., data dello sciopero generale proclamato dalla CGIL.

Nonostante infatti avessimo diffidato l’azienda dal porre in essere comportamenti che ledono il diritto allo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori, abbiamo dovuto registrare una serie di azioni che andavano esattamente in quella direzione.

La grande adesione da parte delle lavoratrici e dei lavoratori di Poste alla giornata di mobilitazione promossa dalla nostra Confederazione dimostra che anche i più “miseri” tentativi di vanificare le azioni messe in campo dal più grande sindacato italiano non sono andati a buon fine neanche in Poste Italiane, tuttavia non possiamo esimerci dal manifestare tutto il nostro disappunto per le richieste di straordinario o di flessibilità operative effettuate su tutto il territorio nazionale, che sono culminate con situazioni paradossali in cui, come nel caso di Cividale in Friuli, il Responsabile del CPD sostituisce una lavoratrice in sciopero! Confidiamo che in futuro tali episodi non abbiamo a ripetersi.

Cordiali saluti.

La Segretaria Nazionale Area Servizi

Barbara Apuzzo

Sky vuole trasferirsi in Albania e Croazia In agitazione i 1200 dipendenti di Sestu

- www.unionesarda.it -

Cgil, Cisl e Uil annunciano per lunedì uno sciopero nazionale dei lavoratori di Sky. La rottura tra sindacati e azienda arriva dopo numerose assemblee dei lavoratori Telecare di Sestu e dopo un incontro con l'amministratore delegato del gruppo per l'Italia, Tom Mockridge. Pur non parlando di licenziamenti, l'azienda conferma l'intenzione di proseguire con la politica di riduzione dei costi e lascia trasparire l'intenzione di ampliare la quota di lavoro dato all'esterno e la delocalizzazione delle attività di call center nei paesi dell'Est Europa.


IL CALL CENTER Il sito Sky di Sestu, con i suoi 1200 lavoratori assunti a tempo indeterminato, costituisce una delle più importanti realtà occupazionali dell'Isola e, dal punto di vista aziendale, il più grande insediamento in Italia. Gli impiegati si occupano del customer care, ossia l'assistenza ai clienti italiani tramite il call center, dell'assistenza tecnica e della gestione dei reclami. Altre 300 unità sono impiegate a Milano mentre a Roma è operativo il settore televisivo, giornalistico e cinematografico che inizierà lo sciopero domenica 22 maggio (a rischio le partite di serie A).


«Se fino a due anni fa l'azienda appaltava a call center esterni il 20 per cento del lavoro ora la percentuale è passata al 70 per cento», chiarisce Tonino Ortega, segretario generale di Uilcom Sardegna. In altre parole, una cospicua parte del traffico telefonico è già stata dirottata in Albania e Croazia. Da lì una parte degli operatori risponde agli oltre 5 milioni di clienti italiani che chiamano il numero verde Sky per avere qualsiasi tipo di informazione: dal mal funzionamento di decoder e parabole, a delucidazioni su fatture e abbonamenti.


LA PROTESTA «In questi paesi il costo del lavoro è di 2 euro all'ora a fronte dei 18 pagati agli addetti italiani», aggiunge il sindacalista della Uil evidenziando che la scelta dell'azienda mina l'attuale assetto societario e produttivo e non dà nessuna certezza sul mantenimento della sede cagliaritana e dei posti di lavoro. A questo proposito emerge un altro segnale che per i sindacati si aggiunge ai campanelli d'allarme già denunciati negli ultimi 18 mesi: l'attuale sede di Sestu, sulla strada statale 131, è obsoleta e non adatta al numero di addetti, per questo l'azienda aveva in programma la realizzazione del cosiddetto Villaggio Sky, progetto che, denuncia Ortega non ha ancora avuto seguito. Per i sindacati ce n'è quanto basta: e lo sciopero sarà un richiamo forte al rispetto del contratto collettivo nazionale, al ripensamento della politica degli appalti e delle esternalizzazioni, alla trasparenza aziendale su sedi e prospettive di sviluppo.


Carla Etzo

20 maggio 2011

Teleperformance-In&Out lettera SLC a Commissione Lavoro e Capigruppo e Camera dei Deputati.

Egregio Presidente,

il prossimo 23 maggio la Segreteria Nazionale di SLC‐CGIL, congiuntamente a FISTEL‐CISL e UILCOM‐UIL, ha organizzato una manifestazione dalle ore 10 a Roma, in piazza Montecitorio, contro l’apertura delle procedure di licenziamento di 1464 lavoratori da parte della In&Out Teleperformance. Si tratta di un’azienda multinazionale di call center che, in Italia, impiega 2817 dipendenti a tempo indeterminato nelle tre sedi di Taranto, Roma e Fiumicino.

Già l’anno scorso Teleperformance aprì le procedure di licenziamento per 864 dipendenti, licenziamenti che furono scongiurati grazie alla mobilitazione dei lavoratori che portò al ritiro della procedura ed alla concessione da parte del Ministero dei contratti di solidarietà in deroga per un anno. Parte fondamentale dell’accordo stipulato al ministero riguardava l’impegno da parte dell’azienda ad investire per il rilancio e, soprattutto, il rafforzamento dei volumi delle commesse lavorate in Italia, mettendo così un freno alla politica delle delocalizzazioni verso l’Albania.

Questo era quanto pattuito in sede ministeriale. Nella realtà dei fatti l’azienda ha, invece, continuato la propria politica di delocalizzazione delle commesse acquisite in Italia (una per tutte la commessa Alitalia, vinta in Italia e lavorata al 70% nelle sedi albanesi). Nel biennio 2009/2011, per dare un idea delle dimensioni del fenomeno, mentre in Italia Teleperformance apriva due procedure di licenziamenti le sedi albanesi (focalizzate esclusivamente sul mercato italiano) passavano da 100 postazioni di lavoro a più di 700 (tenendo presente che si parla di lavoratori part time, 700 postazioni di lavoro posso potenzialmente ospitare più di 1600 lavoratori). Una politica che, come SLC‐CGIL, denunciamo da mesi come sbagliata e pericolosa per la tenuta occupazionale dell’azienda stessa e per il mercato dei call center in outsourcing tutto.

Tutto questo avviene in un momento nel quale il settore dei call center sta vivendo, nel suo complesso, un momento di grande difficoltà. Nel solo 2010 si sono persi circa 10000 posti di lavoro (due crisi su tutte: quella del gruppo Phonemedia e quella della Omnia Network) ed il 2011 rischia di essere altrettanto gravoso. Difficoltà che non può ascriversi alla sola crisi mondiale ma ad un progressivo ritorno del settore a pratiche di illegalità, di concorrenza sleale, di un generale risorgere di quella precarietà che avevamo provato a fermare nel 2007 con le stabilizzazioni.

Per tutte queste considerazioni siamo a chiedervi per lunedì 23 un incontro con una delegazione di lavoratori che saranno in piazza Montecitorio a manifestare. E’ di fondamentale importanza che, in questo momento, la crisi di Teleperformance non rimanga un “problema” di 1464 famiglie. Abbiamo bisogno dell’impegno di tutti per fermare quei licenziamenti e ridare un futuro a migliaia di giovani donne e uomini che solo pochi anni fa credevano di aver trovato un lavoro stabile sul quale iniziare un progetto di vita.

Ringraziando anticipatamente per la disponibilità, porgiamo distinti saluti.

La Segreteria Nazionale di SLC‐CGIL

Festa Srl\Fistel: Articolo apparso sull’agenzia stampa on line “AgenParl” sul contratto aziendale. Slc Nazionale: Preoccupazione e sconcerto...

Un accordo che rischia di diventare il modello Pomigliano dei call center italiani. Succede a Roma, alla fine di marzo, la società Festa Srl del gruppo Snai con sedi a Roma (Tor Pagnotta e Bufalotta) e Lucca (in località Porcari), presenta ai propri dipendenti un accordo da firmare in sostituzione dei contratti di lavoro a progetto, ma anche dei contratti nazionali di lavoro, Telecomunicazioni e Commercio, applicati fino ad ora, a tutto lo staff delle sedi di Roma ed a tutti i dipendenti, operatori e staff, di Porcari. Con questo accordo, discusso e firmato solo con la Fistel Cisl, si fanno uscire i lavoratori dal perimetro del contratto nazionale, modificando in peius le condizioni di lavoro di tanti dipendenti.

I dipendenti del call center di Roma lo scorso 18 aprile si sono visti recapitare un verbale di conciliazione, senza che fosse mai sorta nessuna controversia con l’azienda, con l’invito a presentarsi presso l’ufficio vertenze della Fistel – Cisl per sottoscrivere la conciliazione “con un taxi che partirà all’orario nella sede di appartenenza”.

Firmando l’accordo il lavoratore “acconsente che divenga unica fonte regolativa del suo rapporto di lavoro con Festa Srl a far data dalla sottoscrizione del presente accordo e rinunciando ad ogni pretesa connessa con il Ccnl Commercio”. I dipendenti a tempo indeterminato inquadrati nel contratto nazionale sono stati sottoposti ad una sorta di out – out, firmare o trasferta a Lucca fino al 31 agosto e poi in maniera definitiva dal primo settembre prossimo. I “dissidenti” prima sono stati sottoposti ad un regime di ferie forzate, dal 26 al 29 aprile e poi ad una trasferta con incarico verbale di una settimana a Lucca. Le ferie forzate sono state imposte in violazione dell’art. 148 del Ccnl Commercio che stabilisce che il datore di lavoro possa stabilirne il godimento solo da maggio ad ottobre. Secondo la società, sotto uno stesso tetto non possono coesistere due o più regimi contrattuali e quindi chi non aderisce all’accordo può andare a Lucca. A questa prima trasferta sono state inviate anche due persone in regime della legge 104/1992 che prevede speciali deroghe per chi deve assistere familiari disabili e una madre in periodo di allattamento, palesemente contrastante con ogni tipo di trasferta. Un atteggiamento che mette una pietra tombale su anni di lotte sindacali e conquiste per la tutela delle donne sul posto di lavoro.

Non finisce qui. Una volta arrivati a Lucca i lavoratori si trovano a svolgere lavori dequalificati in base alle proprie mansioni. A qualcuno viene chiesto di archiviare i contratti scaduti, di undici anni fa, chi smista la posta.... Mentre digitando sui motori di ricerca "call center Festa Snai" escono decine di annunci di ricerca di 10 unità di personale da impiegare a tempo determinato con paga fissa più variabile. Gli annunci sono datati 26 aprile e 6 maggio 2011.

Mentre a Roma, i loro posti sono stati coperti da colleghi firmatari dell'accordo. La trasferta per “esigenze dell’azienda” sembra ingiustificata e imposta solo per scoraggiare i dipendenti dissidenti e spingerli a firmare l’accordo modello Marchionne. Quello che ai più potrà sembrare un piccolo accordo, rischia di scardinare e riformare in peggio un sistema di relazioni sindacali. Lo scontro adesso si gioca anche tra la Slc – Cgil e la Fistel Cisl, in cui la prima accusa la seconda di avere un piede in due staffe. Infatti se da un lato starebbe lavorando ad un tavolo comune, per portare il Ccnl Telecomunicazioni a unico schema contrattuale garantito per tutti gli operatori dei call center; dall’altro però firmando accordi di questo tipo mina il suo stesso lavoro. Inoltre, se un call center di medie dimensioni come quello gestito da Festa Srl, (stiamo parlando di 160 circa dipendenti nelle due sedi di Roma e circa 80/100 a Porcari). riuscisse a spuntare questa partita, potrebbe diventare un esempio per tanti altri imprenditori e per la stessa Festa di Lucca. La partita che si sta giocando è molto più ampia di quello che sembra.


COMUNICATO - CONTRATTO FESTA Srl:

LA CONCORRENZA SLEALE NON SI REGOLAMENTA, SI COMBATTE!


Desta forte preoccupazione e sconcerto l’accordo aziendale firmato dalla Fistel Cisl Nazionale e la società FESTA Srl, call center del gruppo Snai con sedi a Roma e Lucca. Sconcerto perché si tratta di un vero e proprio contratto “alternativo” al CCNL vigente che introduce importanti deroghe ed oggettivi peggioramenti delle condizioni di lavoro.

La FESTA SrL è un call center che svolge attività prevalentemente outbound ed applica il contratto del commercio. Con questo accordo si fanno uscire i lavoratori dal perimetro del CCNL del commercio e si costruisce per loro un impianto “nuovo”. Nuovo tra virgolette perché viene riproposto il vecchio schema tanto caro ad una parte di Assocontact, ovvero quello di un contratto che prevede come salario un fisso ed una parte variabile legata alla produttività, il tutto “condito” da una serie di deroghe una peggiore dell’altra. Come le ore di supplementare per le quali è previsto che il 50% del consentito non venga pagato mentre per il restante viene stabilita una maggiorazione del 5%! O l’introduzione di una flessibilità oraria esasperata. O gli scatti di anzianità, calcolati su base triennale e non più biennale e più bassi rispetto a quanto previsto dal CCNL TLC ( un operatore 3° livello con CCNL TLC prende 23.24 € ogni due anni; un operatore 3° livello con contratto FESTA/FISTEL prende € 20 € ogni tre anni!). Un monte permessi retribuiti annui pari a sole 50 ore per contratto full time. Per non parlare della parte relativa alla retribuzione, dove sono stati stabiliti, per la parte fissa, minimi che vanno al di sotto di quelli oggi previsti per un operatore di call center con contratto TLC. O dei criteri di valutazione della qualità e quantità della parte variabile. Qui gli estensori dell’accordo hanno dato il meglio di se stessi. Con un tratto di penna viene, di fatto, superato l’articolo 4 della Legge 300 (che non a caso non viene mai menzionata, parlando invece di astratti “diritti fondamentali dei lavoratori”) arrivando a prevedere un sistema di monitoraggio della produttività individuale che definire “invasivo” è un complimento. Vengono monitorati i rapporti fra ore programmate, ore effettivamente prestate, contatti utili, contatti andati a buon fine, la “resa mensile” (testuale) dei singoli. Altro che controllo individuale!! Siamo al “Grande Fratello”. Così come per la qualità della prestazione, dove semplicemente si contempla la registrazione delle telefonate ed il loro ascolto (presumiamo di tutta la telefonata, non già della sola transazione commerciale come prescrive puntualmente l’ AGCOM). Insomma un piccolo accordo in una piccola azienda che rischia di scardinare completamente quanto fatto unitariamente sino ad oggi nel settore dei call center. Ulteriore forte perplessità suscita la scelta di affidare la sanità integrativa alla FASI (il Fondo di assistenza sanitaria integrativa dei dirigenti). In questo modo si sancisce, di fatto, la volontà di tenere fuori dal perimetro TLC una parte del mondo dei call center, finendo per indebolire quella conquista importantissima che è stata l’istituzione di Assicassa, ovvero la sanità di settore per il mondo delle Telecomunicazioni. Quindi con una mano la Fistel Cisl lavora per uno schema inclusivo che vede nel CCNL TLC lo strumento di tutela dei diritti e di gestione del welfare di tutti, lavoratori dei call center compresi sottoscrivendo piattaforme unitarie; con l’altra mette le basi per frazionare nuovamente quel mondo, prevedendo forme di welfare alternative ed inconciliabili con Assicassa, contro il CCNL e favorendo dumping e concorrenza sleale!

Tutto questo mentre, a fatica, proviamo a gestire, anche insieme alla Fistel Cisl, le tante crisi che in queste settimane si susseguono in questo settore proprio a causa del dumping e della deregolamentazione risorgente : i licenziamenti di massa di Teleperformance, le difficoltà di Almaviva e di ECARE. Tutto questo a pochi giorni dalla presentazione della piattaforma unitaria per il rilancio del settore dei call center. Piattaforma nella quale tutti insieme, Fistel Cisl compresa, proviamo a rafforzare il mondo degli outsourcer partendo proprio dal rispetto delle regole, dall’osservanza del CCNL contro le cattive pratiche che alimentano il dumping salariale e dei diritti. Piattaforma talmente sentita da tutti che, a sua difesa, verranno chiamati i lavoratori alla mobilitazione! (anche quelli iscritti alla Fistel-Cisl).

Siamo francamente sbalorditi da una simile incoerenza! Non potendo ritenere, anche valutando l’esperienza indubbia di chi questo ”accordo aziendale” l’ha firmato per conto della Fistel Cisl Nazionale, che ne sia stata sottovalutata la portata ed il potenziale effetto deregolamentatore, ci chiediamo a questo punto quale sia il fine di tutto questo. Lo chiediamo soprattutto alle centinaia di iscritte ed iscritti alla Fistel Cisl che, quotidianamente, combattono con forza insieme a noi la battaglia per la buona occupazione e la difesa del CCNL delle Telecomunicazioni. Chiediamo loro se hanno capito che, domani, la prossima crisi aziendale potrebbe essere causata proprio dalla “appetibilità” di un accordo come quello sottoscritto in Faste dalla Fistel Cisl Nazionale rispetto alle tutele presenti nel vigente CCNL!!!

Noi pensiamo che, in questo momento, anche il solo proporre un accordo del genere indebolisca molto i lavoratori e mini fortemente l’azione unitaria di contenimento della crisi del settore e rafforzamento del CCNL TLC (suggeriamo a tutti di rileggere attentamente il punto 4 della Piattaforma unitaria per i call center e valutarne la compatibilità con l’accordo aziendale FESTA). Non si combatte il fenomeno delle delocalizzazioni offrendo un modello che, di fatto, accondiscende alla spinta ribassista che anima il fenomeno stesso. A noi hanno sempre insegnato che il lavoro si prova a tenerlo in Italia lavorando per l’innalzamento del livello dei diritti dei lavoratori dei paesi dove si delocalizza, non abbassando quello dei lavoratori italiani; cercando di vincolare tutte le parti in causa al rispetto delle regole e non, una volta costatato che uno degli “attori” non vuole rispettare i patti, offrire modelli alternativi che, di fatto, assecondano la tendenza alla contrazione dei diritti. Alla vigilia del rinnovo del CCNL delle TLC ci chiediamo, e chiediamo sopratutto alla FISTEL-CISL, che tipo di messaggio stia mandando: è veramente volontà di tutti rafforzare le tutele esistenti rendendo il CCNL un contratto veramente inclusivo di tutta la filiera delle TLC?

E’ per questi motivi che continueremo a combattere le scorciatoie, le illegalità e le deroghe da qualunque parte arrivino. Già nelle prossime ore metteremo in campo tutte le azioni legali per contrastare le conseguenze di questo sciagurato accordo ed avvieremo una massiccia campagna di informazione in tutti i posti di lavoro, a cominciare da quei call center dove siamo chiamati, insieme alla Fistel Cisl, ad arginare gli effetti dirompenti del ritorno alla illegalità, al dumping ed alla deregolamentazione.

P.S.: Sapendo che ci potrebbe essere obiettato che si tratta di un accordo limitato alla sola attività outbound svolta con contratti a progetto, precisiamo subito che: la società Festa SrL lo sta proponendo “spintaneamente” a tutti i propri profili indipendentemente dalla tipologia di contratto e dalla mansione; chi accetta ( anche se con un contratto a tempo indeterminato) deve licenziarsi ed essere riassunto con il nuovo accordo, firmando una transazione direttamente nelle sedi degli uffici vertenze Cisl; chi non accetta viene trasferito dalla sede di Roma a quella di Lucca dove al momento non verrà applicato questo contratto aziendale (lo sanno questo alla Fistel Cisl?!); che presto questo “prodigio della modernità” arriverà anche nel perimetro del CCNL delle TLC dal momento che responsabili dell’azienda consorella FASTE SrL (società dove trova applicazione il CCNL delle TLC) hanno già annunciato alla SLC-CGIL che intenderanno “proporre” anche ai loro lavoratori il passaggio al nuovo contratto aziendale.


La Segreteria Nazionale di SLC-CGIL

SKY: FERRARO (SLC/CGIL), PER MANCATO RINNOVO CONTRATTO LICENZIAMENTI A CURRENT. LUNEDI' SCIOPERO E INCONTRO STAMPA

"Il mancato rinnovo del contratto da parte della piattaforma Sky con Current TV sta producendo un ulteriore danno: siamo stati avvisati questa mattina dall'emittente fondata da Al Gore delle procedure di licenziamento dei lavoratori delle sedi di Roma e Milano", annuncia Riccardo Ferraro, segretario nazionale Slc/Cgil.

"Quest'ultima decisione di Sky conferma e aggrava ulteriormente la situazione dell'occupazione nel paese, e rilancia quindi le ragioni dello sciopero unitario dei lavoratori Sky a difesa del contratto e dell'occupazione, cui aderiscono anche i giornalisti della sede milanese."

"Invito i giornalisti a incontrarci al presidio di lunedì 23 a Milano di fronte la sede Sky in via Rogoredo 1: sarà occasione per discutere sulle politiche dell'azienda di Rupert Murdoch, insieme ai lavoratori Sky presenti. Al presidio di Roma a Montecitorio saranno presenti le segreterie nazionali e regionali dei sindacati di categoria."

VODAFONE: SLC-CGIL "ALTA ADESIONE A SCIOPERO CONTRO ESTERNALIZZAZIONE RETE"

"La giornata di mobilitazione e di sciopero nazionale in tutto il gruppo Vodafone è andata benissimo, con adesioni superiori all'80% nella rete e oltre il 60% nei customer, con punte del 100% e del 90% in molte realtà da Bologna a Catania". Così dichiara in una nota Alessandro Genovesi, Segretario nazionale di SLC-CGIL.

"Lo sciopero di oggi è stato accompagnato da importanti manifestazioni e presidi a Milano, Roma, Bologna, Napoli e in tutte le altre principali città a dimostrazione non solo della contrarietà dei lavoratori alla cessione della manutenzione e dei 335 colleghi a Ericsson, ma anche e soprattutto per esplicitare la volontà di avere tutele occupazionali e industriali per tutti, compresi per chi rimane. Dobbiamo costringere l'azienda ad una trattativa che non sia finta, ma reale, a tutela di tutti i lavoratori".

"Le ragioni del sindacato e dei lavoratori sono oggi più forti - continua Genovesi - e l'azienda dovrà tenerne conto, senza nascondersi dietro facili proclami, belle parole e atteggiamenti ambigui. Ora sta all'azienda dimostrare le sue reali intenzioni, noi da parte nostre difenderemo le ragioni dei lavoratori fino in fondo, continuando a costruire con loro la vertenza e lasciando a loro l'ultima parola".

19 maggio 2011

PROCLAMAZIONE DI SCIOPERO NAZIONALE SKY E TELECARE

LAVORATORI SKY: LO SCIOPERO È INDETTO PER TUTTI I TURNI E PER L’INTERO TURNO LAVORATIVO DI DOMENICA 22 MAGGIO.

PER CHI NON È IN TURNO E PER I LAVORATORI NON TURNISTI LO SCIOPERO È INDETTO LUNEDÌ 23 MAGGIO CON LE STESSE MODALITÀ.

LAVORATORI TELECARE: LO SCIOPERO E’ INDETTO PER L’INTERA GIORNATA DI LUNEDI’ 23 MAGGIO PER TUTTI I TURNI PER L’INTERO TURNO.

Lo sciopero è l'inevitabile risposta dei lavoratori alla scelta aziendale di congelare, di fatto, le retribuzioni dei lavoratori del gruppo per i prossimi anni e di non riconoscere gli aumenti previsti dai rinnovi del contratto nazionale. Tutto questo malgrado una sentenza del Tribunale di Milano giudichi il passato assorbimento dei superminimi “antisindacale”.

Tutto ciò non è accettabile, come non è accettabile la chiusura aziendale su tutti i fronti (appalti ed outsourcing, chiarezza sulla conferma delle sedi di Roma e Cagliari, trattamento delle lavoratrici/madri, precarietà del lavoro, gestione delle relazioni sindacali).

RSU SKY: SLC CGIL - FISTEL CISL - UILCOM UIL

Sky: Andrea Lumino, lavoratore di Teleperformance ed utente Sky ha inviato una diffida alla pay-tv.....

Una nuova battaglia per contrapporsi alla delocalizzazione delle commesse italiane di Teleperformance, il call center che a Taranto ha avviato le procedure per 700 licenziamenti, nelle sedi in Albania che fanno capo alla multinazionale.

Protagonista è Andrea Lumino, lavoratore di Teleperformance ed utente Sky che ha inviato una diffida alla pay-tv relativamente all'utilizzo dei dati personali.

La questione posta è in questi termini: gli utenti (in questo caso di Sky) che firmano un contratto con cui si autorizza al trattamento dei dati personali, danno l'autorizzazione, consapevoli che i loro dati saranno trattati ai sensi della legge 196/2003, che garantisce la riservatezza al trattamento. È di questi giorni la notizia che la commessa di Sky si stia spostando totalmente in Albania. Pertanto si pone un problema nel momento in cui cittadini e lavoratori albanesi vengono a contatto con questi dati, non essendo loro stessi vincolati alla legge 196/2003, non essendo cittadini italiani.

L’articolo 5, comma 1, della legge 196/2003, difatti, recita testualmente che “Il presente codice disciplina il trattamento di dati personali, anche detenuti all'estero, effettuato da chiunque è stabilito nel territorio dello Stato o in un luogo comunque soggetto alla sovranità dello Stato”. Andrea Lumino, pertanto, ha inviato una raccomandata a Sky, e per conoscenza al garante della privacy, con cui diffida la prima a trasmettere i suoi dati ad aziende per le quali i dipendenti non sono soggetti alla legge 196, e quindi obbligati alla riservatezza dei dati.

«È un tentativo di fermare questa corsa sfrenata alla delocalizzazione. Sappiamo - spiega Lumino - che in questo momento si sta preparando anche un’iniziativa parlamentare sul tema. Come cittadino, nego il trattamento dei miei dati a Sky ed altre aziende che portano i dati all’estero. Non credo sia sicuro, per i cittadini italiani, sapere che personale non soggetto all’obbligo alla riservatezza, veda i propri dati anagrafici, conto corrente e quant’altro. Dobbiamo andare avanti: mi auguro che gli utenti Sky mandino anche loro le stesse raccomandate all’azienda».


Infortunio sul lavoro: Il membro del Cda responsabile della gestione risponde dell'infortunio del dipendente

Il membro del consiglio di amministrazione di una società che riveste la qualifica di "responsabile della gestione aziendale" risponde in prima persona dell'infortunio occorso al dipendente. Se poi l'azienda non è neppure in regola con le norme antinfortunistiche, allora alla "colpa generica" si aggiunge quella "specifica". Il caso è quello di un amministratore di una azienda della provincia di Milano, attiva nel ramo della meccanica, il cui ricorso è stato respinto dalla Corte di cassazione, con la sentenza 19555 di oggi (si legga il testo integrale su l sito di Guida al diritto). I giudici di Piazza Cavour hanno bocciato tutti i motivi sollevati e in particolare quello mirante a escludere la responsabilità del datore perché l'incidente si sarebbe potuto evitare «con un minimo di attenzione» da parte del lavoratore, confermando la condanna a 15 giorni di reclusione inflitta dalla Corte di Appello meneghina.


La dinamica dell'infortunio

L'incidente aveva provocato a un operaio della fabbrica una lesione grave alle dita della mano sinistra «per aver inavvertitamente appoggiato la mano sulla lama della macchina rettificatrice» senza averla preventivamente arrestata«allorché aveva allungato la stessa mano nel tentativo di fermare la caduta a terra di uno dei pezzi che aveva allineato sulla macchina».


La condotta imprudente non solleva l'impresa

Il fatto che «alla produzione dell'evento avesse concorso la parte offesa, con condotta imprudente, per aver fatto verosimilmente eccessivo affidamento sulla pregressa esperienza», "ovviamente", secondo i giudici, «non vale ad escludere la responsabilità» dell'amministratore, in qualità di datore di lavoro, e «tantomeno potrebbe condurre ad escludere l'aggravante» dovuta alla violazione della disciplina antinfortunistica.

Infatti la «macchina rettificatrice» non solo «era già obsoleta all'epoca del fatto» ma «non era stata adeguata, per omissione dell'amministratore agli specifici congegni di sicurezza, individuati dal progredire della tecnica». Nel caso specifico, come precisato dal tecnico della Asl, con il montaggio di alcuni "scudi di sicurezza" in grado di «bloccarne il funzionamento in difetto di espresso consenso all'apertura, elettricamente azionabile dall'operatore».