17 aprile 2013

Cgil Catania: «Stati generali per salvare teatri e cultura»

Da un lato i tagli, a volte estremi, ai più prestigiosi enti catanesi considerati dei veri e propri “templi” della cultura nell’Isola. Dall’altro la certezza che di cultura Catania potrebbe vivere, magari coniugandola con il territorio, la creatività giovanile ed il turismo.
Ieri il segretario generale della Camera del lavoro Angelo Villari ha lanciato un appello che in tempo di elezioni suona più azzeccato che mai: «Si facciano presto gli stati generali della Cultura a Catania - ha detto- si lanci un gruppo di lavoro serio,qualificato e attento ai risvolti concreti, che metta insieme teatro pubblico, privato e sociale, ma anche musei e biblioteche ». Ma non è solo questione di buona volontà: mancano i fondi: la Regione li ha tagliati per motivi di crisi, ma forse anche per una certa incomprensione di quanto può accadere da un momento all’altro, e cioè un pericoloso tracollo. La Cgil non usa mezzi termini: è tempo che dal governo Crocetta arrivi un segnale serio e decisivo per il destino del settore a Catania.
«Per questo la Cgil lancia un appello a tutte le istituzioni che non solo dovranno verificare il senso di questi tagli ma che dovranno ascoltare la base, - continua Villari- che a sua volta deve trovarsi pronta a lavorare in sinergia su proposte che facciano bene alla cultura e ai catanesi». All’incontro presenti anche i segretari confederali Giacomo Rota e Giovanni Pistorio, i segretari di categoria Antonella Di Stefano (Flc Cgil) e Davide Foti (Slc Cgil) il coordinatore della sezione attori Aldo Toscano, e per l’istituto musicale “Bellini”, il coordinatore del dipartimento Cultura Cgil Antonio Torrisi. Sono intervenuti anche Antonio Giardinieri, Rsa del teatro Stabile e Duilio Belfiore per il teatro Massimo. Secondo i dati della Cgil, ad esempio, negli ultimi tre anni al teatro “Bellini” è stata registrata una ascesa di vendita di abbonamenti e biglietti singoli; i primi sono cresciuti fino a 1.700 unità in controtendenza con altre storiche realtà dell’isola. Un risultato frutto di sacrifici immani, visto che mentre nel 2006 il contributo della Regione ammontava a 21 milioni e 700 mila euro, nell’esercizio 2013 la voce ammonta a soli 11 milioni e 750 mila euro. Il costo per il personale si aggira attorno ai 14.500.000 di euro; il 78% circa per il personale di ruolo e il 18% per il personale stagionale.
Il personale non di ruolo ricopre però settori basilari con contratti di 11 mesi l’anno e in linea di massima il precariato storico è di lungo corso, “vecchio” di 12/16 anni. Allo “Stabile” il calo dei contributi nel 2012 ammontava al -41,07% rispetto all’anno precedente (nel 2011 la cifra assegnata è stata di oltre 2 milioni e 900 mila euro): nell’ultimo anno l’ente ha dovuto fare i conti con l’amara realtà: mentre altri teatri riuscivano a recuperare i crediti, lo Stabile è rimasto fuori dal giro, risultando, nei fatti, il più penalizzato in Sicilia.
Sul taglio ai fondi per i teatro si schierano contro anche Fiste Cisl, Uil Con, Ugl, Fials e Libersind che ieri hanno tenuto una riunione al teatro Sangiorgi. «L’appello dispserato che si rivolge al presidente Crocetta è di fare in modo che non si decreti la chiusura dei teatri, ossigeno della vita culturale e sociale dell’isola. Investire su di essi e quindi sulla cultura non deve essere considerato come un investimento passivo, ma al contrario come un investimento che produce ricchezza e prestigio».

Plauso al provvedimento da Cgil, Cisl e Uil che adesso chiedono una audizione all’Ars
COMUNICATO
Cgil, Cisl, Uil e le federazioni di categoria Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil di Catania hanno apprezzato la presentazione del disegno di legge Leanza su «Norme per la promozione ed il sostegno alle imprese dell’informazione locale», che interrompe all’Ars una colpevole inerzia lunga anni. Dopo averne ricevuto copia in occasione dell’incontro, promosso da Assostampa, le organizzazioni sindacali ritengono doveroso offrire un contributo di idee alla stesura definitiva del testo normativo e chiedono a questo proposito un’audizione dinanzi alla Terza commissione dell’Assemblea regionale che esamina il ddl. In piena sintonia con Assostampa, Giovanni Pistorio, Rosaria Leonardi e Rosario Laurini per le segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil ritengono, innanzitutto, che non si possa procedere all’esame di un disegno di legge di settore che non tenga conto dei tanti lavoratori licenziati dalle emittenti locali e regionali, ad esempio, a Catania, e della latitanza del precedente governo regionale nella fase di passaggio al digitale terrestre, che avrebbe richiesto sostegno alle imprese editoriali com’è avvenuto nel resto d’Italia.
I sindacati registrano con favore l’intenzione manifestata dai proponenti del ddl, che non intendono aprire nuove stagioni di assistenzialismo, e sottolineano la necessità di rafforzare le misure (defiscalizzazione,formazione e riqualificazione professionale) per la tutela e la promozione dell’occupazione. Inoltre, sollecitano la previsione di specifici benefici da un lato per le aziende che intendano procedere ad assunzioni e riassunzioni di personale espulso dal mondo produttivo e, dall’altro, per le iniziative di autoimprenditorialità (costituzione di cooperative e altre forme societarie) che possano valorizzare il patrimonio professionale e umano costituito da quei lavoratori.
Cgil, Cisl, Uil e le federazioni di categoria Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil ritengono, infine, indispensabile che il legislatore individui soluzioni per favorire le sinergie tra emittenti, perché le 110 emittenti siciliane possano affrontare le sfide di mercato con l’orgoglio della propria specificità ma anche con maggiore forza e solidità, messe a rischio oggi da un’eccessiva frammentazione dell’offerta.