19 aprile 2013

Vertenza Almaviva, sono ore decisive

Un attivo per discutere del drammatico impatto determinato dalla crisi industriale e dei “catastrofici” effetti sui livelli occupazionali in atto nel comparto telecomunicazioni. Ieri mattina ha avuto luogo un incontro delle Rsu ed Rsa della Slc-Cgil settore Telecomunicazioni, presso i locali della Camera del lavoro in via Crociferi, alla presenza del coordinatore nazionale Tlc Slc Cgil Riccardo Saccone.
«Stiamo facendo il punto sul settore delle Telecomunicazioni - spiega Davide Foti, segretario generale della Slc Cgil -, e Almaviva (il call center con sede a Misterbianco, ndc) è una delle aziende più importanti nel Catanese. Almaviva fino a un mese fa era in condizioni difficili, dal punto di vista occupazionale.
Venerdì ci incontreremo coi vertici di Almaviva per vedere quale è la situazione e come possiamo intervenire per questo calo di volumi». Il problema di Almaviva diventa un nodo emblematico : «Perché un po’ tutte le commesse del gruppo Almaviva in Italia, sono in crisi di volumi - continua Foti -; quindi ci sarà un tavolo delicato dove dover discutere di che tipo di strumenti mettere in atto per evitare anche l’impatto occupazionale».
Sui livelli occupazionali che correrebbero qualche rischio di tenuta, il sindacalista dà qualche numero: «A Misterbianco erano a rischio, prima 600 posti di lavoro, dopodiché si è arrivati a una divisione dell’esubero, come con Napoli, e ora si parla di 200 posti.
Quindi solo venerdì possiamo vedere con chiarezza qual è la situazione territoriale e occupazionale ».
È anche emerso che «le problematiche non riguardano solo Almaviva ma è in crisi l’intero settore a livello nazionale e in particolare in provincia di Catania - ha osservato il segretario confederale della Cgil Catania, Giovanni Pistorio -: perché nella nostra provincia le grosse aziende del settore avevano deciso di investire, perché c’è una predisposizione del lavoratore a non effettuare troppi turn-over, quindi unificando i processi positivi in termini di qualità; mentre è successo che, le grandi committenti nazionali, stanno adottando delle politiche differenti».
A giudizio del sindacato «per un verso non vengono disciplinati gli appalti in questo settore contando su un vuoto normativo, e si continuano ad assegnare gli appalti al massimo ribasso senza tener conto del costo del lavoro; per altri versi stanno pressando per poter delocalizzare all’estero».
di Fabio Rao