02 aprile 2013

Lascia lo sportello per la pausa caffè: Lincenziato

Un espresso ora si può avere anche a casa, con le cialde, magari sentendosi un po’ George Clooney. Ma il caffè è anche un momento di socializzazione, un’occasione per discutere con calma, per prendersi una pausa. Possibilmente con una certa frequenza perché la caffeina, ricordiamolo, è anche una droga. Non pericolosa come altre, ma se abbinata alla pausa caffè addirittura perisolosissima. Tanto da legittimare il licenziamento del dipendente, che si è preso la licenza di bere.
In parziale contrasto con sentenze precedenti, la linea dura in materia arriva dalla Cassazione che, comunque, precisa che la sanzione dell'espulsione non riguarda tutti i lavoratori che si concedono il break caffè. Tuttavia la sanzione colpisce quei dipendenti che, allontanandosi per un caffè, creino rallentamenti al lavoro. In questo modo la sezione lavoro (sentenza 7819) ha convalidato il licenziamento inflitto dal Credito Emiliano ad un impiegato di banca siciliano che, tra le altre inadempienze, il 27 novembre del 1997 aveva abbandonato il posto di lavoro per recarsi al bar.
Come segnala la Suprema Corte, l'allontanamento dell’impiegato per la pausa caffè era avvenuto senza chiudere la cassa, lasciando in sospeso un'importante operazione finanziaria di 250 mila euro. Da qui il licenziamento.
CASSA APERTA
Inutile il ricorso del bancario volto a dimostrare la severità dell'espulsione in quanto la banca autorizzava i dipendenti ad allontanarsi per un break e che in ogni caso il suo allontanamento «non aveva sortito alcun effetto sui 15 clienti presenti determinando al più un leggero ritardo nelle operazioni». Tra l'altro, faceva notare la difesa del dipendente, mentre lui si era allontanato operavano più casse. A questo risponde la Suprema Corte: «La presenza di una pluralità di casse non esclude che il venir meno di una cassa rallentava le operazioni delle altre sulle quali venivano dirottati i clienti in fila».
La Cassazione ha inoltre evidenziato che «la giusta causa di licenziamento di un cassiere deve essere apprezzata con riguardo non soltanto all'interesse patrimoniale della banca, ma anche alla potenziale lesione dell'interesse pubblico alla gestione del credito».
L'ex dipendente del Credito Emiliano è stato inoltre condannato a pagare più di 3.500 euro di spese processuali.
di Alberto Guarnieri