27 marzo 2010

Call center sul territorio siciliano. 20.000 posti di lavoro sono a rischio.

Cari compagni,

mi scuso anticipatamente per lo sfogo. Sin dal mese di luglio c.a., forse prima ancora, abbiamo sollevato nella Regione Sicilia, insieme a Fistel e Uilcom regionali la questione che riguarda la crisi che sta investendo il settore dei call center in outsourcing sul territorio siciliano. 20.000 posti di lavoro sono a rischio.

Nonostante i ripetuti allarmi e le continue richieste d'incontro,inviate a tutti i livelli, la Regione Siciliana continua ad ignorare il problema e a sottovalurne la portata.

Adesso siamo alla "canna del gas", la crisi è venuta fuori, cosi come avevamo previsto, e nessuna delle nostre proposte è stata adeguatamente presa in considerazione.

Ritengo, pertanto, di sottoporre alla comune valutazione (in Sicilia per fortuna abbiamo avuto sempre posizioni unitarie, pur nelle differenti sfumature) la possibilità di mettere su una mobilitazione generale del settore, di portare in piazza la crisi e di manifestare il disagio.

La Regione Sicilia e chi la governa ha l'obbligo morale e civile di dare risposte alla "nostra gente". Penso che il momento dell'attesa sia da intendersi concluso.

Giovanni Pistorio

Slc Cgil Catania

NOTA DI REDAZIONE:

Ho letto bene le carte: l'Ass Reg al Lavoro ha presentato il pianino marshallino. Pensa che attraverso il finanziamento di cantieri di lavoro trimestrali può contribuire a rilanciare l'economia nell'Isola. Traduco:Il Governo Regionale non ha nessun progetto per il rilancio dell'economia e dell'occupazione. Dichiara la propria incapacità gestionale e la propria mancanza di fantasia nel governo della cosa pubblica. Dio ce ne guardi, riescono a volte solo a fare gestione.

Giovanni Pistorio