Il governo vuole rendere i lavoratori «più deboli e ricattabili», ma la Cgil annuncia un ricorso in Corte Costituzionale. Parola del segretario generale del sindacato Guglielmo Epifani, che in un’intervista al quotidiano “La Repubblica”, attacca la legge sul processo del lavoro, in ballo in Parlamento da quasi due anni (il 28 ottobre del 2008 era stata approvata alla Camera).
«L’impressione è che ci sia più di una norma in contrasto con la Costituzione», ha detto Epifani. Il disegno di legge è stato approvato mercoledì in Senato e contiene norme sull’arbitrato per risolvere le controversie di lavoro. Secondo sindacati e opposizione, la nuova normativa potrebbe vanificare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (l’impossibilità del licenziamento senza giusta causa in aziende con piu’ di quindici dipendenti).
Rispondendo alle parole del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, che ha parlato di una polemica da parte dei ’soliti noti’, Epifani ha dichiarato: «Non capisco perché Sacconi parli di malafede. Questa non è una questione di malafede e buonafede. Sacconi dovrebbe dire se ciò che sostiene la Cgil è vero o meno».
Per Epifani in sede di contrattazione non si potrà «certo modificare quello che stabilisce la legge». Il sindacalista ha osservato come il ricorso all’arbitrato fosse un’opportunità in più per difendersi «prima di questa legge», ma come «in questo nuovo schema una volta imboccata la strada dell’arbitro non si può più andare dal giudice. Sacconi non dice la verità».
Ma la legge è in Parlamento da quasi due anni e, sentendosi attaccato il leader Cgil si difende: «Non è vero che non ce ne siamo accorti. Abbiamo sollevato il problema molto tempo fa. Intorno alle nostre posizioni si sono ritrovati giuristi moderati come Romagnoli e Treu. La stessa Associazione nazionale dei magistrati ha condiviso le nostre preoccupazioni. È il ministro Sacconi che non vuole rendersi conto che la sua scelta renderà più deboli i lavoratori. Tanto più – e in questo ha ragione Bersani – in una fase di crisi come l’attuale. La legge non solo è sbagliata ma è anche fuori tempo».