Tempi duri per l’arte e la musica, come sottolineano le recenti ed accorate manifestazioni di addetti ai lavori e non del Teatro Stabile, del Teatro Massimo “V. Bellini” ed anche dell’Istituto superiore di studi musicali Bellini di Catania, a causa dei “tagli” a cui viene sempre più sottoposta la cultura: questo, purtroppo ed inevitabilmente a scapito della qualità e della resa delle rappresentazioni e delle esecuzioni musicali che il popolo dei cultori dell’arte e dei melomani è “costretto” a subire.
A tal proposito, su La Sicilia del 20 Luglio 2012, compare un interessante ed accorato “sfogo” di Antonio Torrisi, coordinatore del Dipartimento della Cultura della CGIL di Catania, dal titolo “Norma, occasione sprecata e spettacolo imbarazzante” che denuncia l’attuale situazione di crisi e degrado artistico e culturale in cui non solo Catania e la Sicilia, ma l’Italia intera, tradizionale “culla” del Belcanto sta versando in questo particolare momento storico.
Il sindacalista catanese, in particolare, si riferisce, alla recente messa in scena della più famosa e rappresentativa opera del cigno catanese, Vincenzo Bellini, ossia “La Norma”.
Torrisi afferma che “La Norma è un marchio culturale per Catania, per la Sicilia e l’Italia intera, un capolavoro assoluto degno di rappresentarci nel mondo, e giuste erano le ragioni della rete televisiva di stato, per celebrare il passaggio al digitale terrestre, di trasmetterla addirittura in mondovisione dal canale dedicato alla cultura”, ma secondo il suo parere, tale importante avvenimento non è stato onorato al meglio da chi ha gestito le risorse artistiche e che ha
indirizzato gli organizzatori ad utilizzare delle risorse poco adeguate all’importanza ed alla visibilità dell’evento facendone così come “un’arma a doppio taglio”.
In verità, tale spiacevole situazione viene regolarmente reiterata in ambito artistico, quando si tratta di organizzare e cercare di realizzare una qualsiasi manifestazione che cerchi, in qualche modo, di testimoniare il vasto e qualificato repertorio di tradizionale culturale, artistica e musicale che possiede la Sicilia e l’Italia intera.
Conseguenza di tale presa di posizione delle autorità statali e locali addette alla cultura e l’invitabile oblio in cui è relegata la cultura e l’arte italiana appannaggio di discutibili e spesso dispendiose iniziative che non ci fanno onore agli occhi del mondo.
Tale situazione, in definitiva, non rende giustizia all’immenso e smisurato patrimonio culturale ed artistico italiano che, avvalorando l’affermazione di Pasquale Pistorio, il quale solo pochi mesi fa affermava dalle autorevoli colonne di un autorevole quotidiano che si potrebbero guadagnare 3 punti percentuali di PIL investendo nella cultura, anche i giovani artisti e musicisti italiani potrebbero riuscire a realizzare e trasmettere le loro infinite e notevoli capacità come importante ed arricchente veicolo di cultura agli occhi del bel paese e del mondo intero.
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