30 aprile 2014

Lavoratori Almaviva ricevuti da Boldrini e Bellanova porre freno a deloclizzazioni e gare al ribasso

Oggi una delegazione di lavoratrici e lavoratori di Almaviva Contact è stata ricevuta dalla Presidente della Camera dei Deputati, Onorevole Laura Boldrini e dal Sottosegretario al Lavoro, Onorevole Teresa Bellanova. Lo comunica in una nota Slc Cgil.
Durante gli incontri la Delegazione ha portato all’attenzione della Presidente della Camera e del Sottosegretario la delicata situazione di Almaviva Contact e, più in generale, del settore dei call center in outsourcing. In particolare le lavoratrici ed i lavoratori di Almaviva Contact hanno espresso particolare preoccupazione sul tema della disciplina degli appalti in Italia, che non lega a sufficienza i lavoratori alle commesse; il continuo ricorso alle gare a massimo ribasso, a partire dalla Pubblica Amministrazione; il fenomeno delle delocalizzazioni e le politiche di incentivazioni alle assunzioni che, così strutturate, rischiano di alimentare il dumping “territoriali”.
“La delegazione di lavoratori ha inoltre sottolineato come con circa 10000 dipendenti in Italia, -riferisce ancora la nota SLC CGIL - Almaviva Contact è una delle realtà più importanti del settore e un ulteriore aggravamento della condizione complessiva dell’azienda aprirebbe scenari preoccupanti sotto il profilo occupazionale di cui difficilmente si può prevedere l’esito.”

“Da parte loro sia la Presidente della Camera che il sottosegretario al Lavoro hanno assicurato la loro massima attenzione ad un mondo, quello dei call center in outsourcing, che ormai rappresenta una importante realtà produttiva del Paese, un settore che da anni ormai impiega stabilmente decine di migliaia di persone. In particolare sia la Presedente della Camera che il Sottosegretario hanno convenuto sull’importanza di mettere un freno al fenomeno delle delocalizzazioni e delle gare al massimo ribasso riportando al centro il lavoratore a la sua professionalità.”

Natale Falà lavoratore di Almaviva Catania : ''Oggi è un giorno emozionante per me''

Oggi è un giorno emozionante per me. È un giorno emozionante per il me lavoratore, il Papà, il rappresentante dei lavoratori, da uomo che crede che esistono dei luoghi sacri per chi pensa che "resistenza", "liberazione", nn siano categorie passate ma valori di vita che danno sostanza al diritto ed alla costituzione. Ho avuto la possibilità di parlare alla Presidente della Camera a nome dei lavoratori di Almaviva di quali siano le nostre difficoltà quali le nostre preoccupazioni. Abbiamo trovato nella presidente Laura Boldrini una persona interessata e preparata che conosceva già il problema e ne ha parlato con noi in maniera consapevole ed appassionata. La Presidente ha condiviso con noi la necessità di promuovere regole nuove che tutelino il nostro lavoro il nostro settore. Dicendosi pronta già a calendarizzare nel più breve tempo possibile le proposte che arriveranno in Parlamento sul tema anche dalla commissione parlamentare conoscitiva sui call center guidata da Luisa Albanella oltre ad altre norme che l europa sugli appalti anche per i servizi impone già oggi di assumere. Ha condiviso con noi i problemi della delocalizzazione delle gare al massimo ribasso del dumping territoriale. Alla fine la Presidente si è detta felice di poter condividere con noi alla vigilia del primo maggio la frase simbolo della nostra protesta NO ALLE DELOCALIZZAZZIONI

Cassazione: Cessione ramo d'azienda" ed efficacia del licenziamento dovuto a suo trasferimento


Corte di Cassazione Civile, sezione lavoro, sentenza n. 8756 del 15 Aprile 2014. Il licenziamento o del trasferimento del contratto per cessione di ramo d'azienda è legittimo nel caso in cui la cessione riguardi effettivamente un intero ramo produttivo, dotato di autonomia funzionale, e non di meri meri immobili sprovvisti di adeguata dirigenza tecnica.
E' quanto ha stabilito la Cassazione nella sentenza in oggetto, pronunciandosi su ricorso promosso da un datore di lavoro a cui un dipendente aveva contestato il licenziamento.
Secondo l'azienda ricorrente il giudice del merito avrebbe confuso i concetti di "autonomia funzionale" e di "consistenza" del ramo d'azienda ceduto. Sempre a detta del ricorrente sarebbe prevalso il concetto di organizzazione, senza che il giudice del merito potesse legittimamente fermarsi ad un esame quantitativo del prodotto, ritenuto nella specie esiguo, dunque insufficiente.
La Corte ricorda che secondo giurisprudenza costante, l'art. 2112 codice civile presuppone che siano trasferiti, "nella loro funzione unitaria e strumentale, beni materiali destinati all'esercizio dell'impresa, ovvero strutture a tal fine organizzate". Ciò perchè la cessione non può ridursi ad un mero trasferimento di beni immateriali, anche se questi non vengono a priori esclusi. In ogni caso, per ramo autonomo d'azienda, suscettibile di trasferimento, deve ritenersi "ogni entità economica organizzata in maniera stabile che, in occasione del trasferimento, conservi la propria identità; il che presuppone però una preesistente realtà produttiva funzionalmente autonoma e non anche una struttura produttiva creata ad hoc in occasione del trasferimento". La prova della sua sussistenza grava sul datore di lavoro interessato. Il ricorso è rigettato.



Telecom: Sindacati, dai sacrifici al rilancio l’obiettivo della nuova governance

I Segretari Generali di Slc Cgil (Cestaro), Fistel Cisl (Vitale) e Uilcom Uil (Di Cola) esprimono soddisfazione per la risposta positiva fornita dai vertici di Telecom che indica un cambio di rotta rispetto a una politica di soli tagli perseguita negli ultimi anni dall’azienda.
La scelta di intervenire sulle retribuzioni dei dirigenti e individuare risorse aggiuntive a carico aziendale per erogare ai lavoratori in solidarietà un “bonus” circa pari alla differenza di retribuzione scaturita dalla riduzione della copertura economica per la solidarietà (oltre 200 euro), passata nel 2014 dall’80% al 70%, è giudicata positivamente dai vertici sindacali di categoria.
I sacrifici resisi necessari a causa della crisi economica, che si sono concretizzati con l’accordo del 27 marzo 2013, iniziano a dare i loro risultati. Si è interrotto il periodo dei risultati pesantemente negativi e si può immaginare un rilancio dell’azienda in cui il contributo dei lavoratori e delle lavoratrici ha assunto un ruolo fondamentale che va riconosciuto e apprezzato.
Il segnale di rispondere positivamente alle richieste del sindacato, erogando un bonus all’insieme dei lavoratori in solidarietà, va in quella direzione confermando la correttezza delle scelte compiute dai lavoratori e dal sindacato nella difesa dell’intero perimetro aziendale.
Si tratta ora di continuare su questa strada immaginando gli assetti di Telecom allo scadere degli accordi del 27 marzo 2013.
E’ necessario implementare i processi di internalizzazione per garantire la migliore qualità ai clienti, unica vera arma in grado di far vincere la sfida competitiva, e individuare soluzioni che consentano nuovi ingressi in azienda, necessari a garantire il ricambio generazionale per mantenere competitiva l’azienda sul mercato e dare una risposta ai problemi della disoccupazione giovanile nel Paese.
Il nuovo vertice aziendale deve operare per rilanciare l’azienda e consentire a Telecom di competere sui mercati internazionali, garantendo al Paese un veloce sviluppo delle reti di nuova generazione, condizione fondamentale per il rilancio dell’economia intera.
Il primo banco di prova sarà la verifica dei risultati ottenuti nel caring service che dovranno confermare la volontà delle parti di non procedere verso soluzioni che rompano il perimetro aziendale con la costituzione di nuove società.
Il sindacato e i lavoratori di Telecom sono pronti ad accettare questa nuova sfida che dovrà portare Telecom a ragionare di sviluppo, crescita e rilancio e consentire ai lavoratori di beneficiare, economicamente e normativamente, dei risultati conseguiti dall’azienda.


PRIMO MAGGIO "CATANIA IN CONCERTO"PER IL LAVORO, PER LA CULTURA


La Festa dei Lavoratori come occasione di riflessione sul lavoro che non c’è e sulle lotte per maggiori diritti e più solidarietà, in Italia come in Europa. Il concerto del Primo Maggio come occasione di comune impegno civile con le istituzioni, di visibilità per tanti giovani, di spazio alla cultura e all'arte così centrali nella vita di Catania.
Sono i pilastri su cui Cgil, Cisl, Uil e il Comune di Catania hanno basato la collaborazione per organizzare “Catania in Concerto”, la manifestazione non solo musicale che si terrà giovedì, Primo Maggio, in piazza Università, dalle 16 fino a mezzanotte. La prima volta che succede a Catania con la piazza che torna ai sindacati unitari.
L’evento è stato illustrato oggi, nel corso di una conferenza stampa, dai sindacati confederali catanesi, presenti con i segretari generali Giacomo Rota (Cgil) e Rosaria Rotolo (Cisl), e con il segretario territoriale Uil Fortunato Parisi. Per il Comune di Catania, è intervenuto Orazio Licandro, assessore ai Saperi e alla Bellezza condivisa.
Per Rota, Rotolo e Parisi, «il Primo maggio a Catania sarà una giornata di impegno civile di un territorio che chiede, come recita anche lo slogan nazionale, più lavoro più solidarietà e più Europa, in un momento di crisi terribile, in cui non ci si può chiudere in se stessi. Anche se c’è poco da festeggiare, e a Catania sono tante le vertenze che coinvolgono lavoratori di piccole e grandi aziende, e i precari enti pubblici, e tantissimi pensionati e famiglie soffrono pesanti disagi, vogliamo lo stesso testimoniare la nostra voglia di lottare per il lavoro perché dà vita e dignità.
«Sarà un’opportunità di riflessione anche sulla necessità di trovare sempre più spazi di confronto con le istituzioni anch'esse chiamate alla responsabilità, per creare opportunità di lavoro vero e produttivo. Sarà anche un appuntamento importante di spazio e di visibilità per tanti giovani e, soprattutto, per la cultura e per la musica, che sono centrali per la città di Catania, con i suoi teatri e l’istituto musicale, che saranno con noi in piazza testimoniare l’impegno. Ringraziamo quanti, col loro impegno e la loro disponibilità, permetteranno di trascorrere un pomeriggio che sarà indimenticabile: le band, i musicisti e i presentatori e gli sponsor».
Anche per Licandro, «il Primo maggio è la festa ma anche la consapevolezza della difficoltà dei tempi. C’è anche la necessità di avere una visione collettiva per affrontare insieme i problemi della crisi economica, della disoccupazione, non solo giovanile ma anche di chi non più giovane continua a perdere il lavoro. E c’è l’idea e l’esigenza di una Europa più equa, dove prevalgano i diritti e le esigenze di giustizia sociale piuttosto che le ragioni della finanza».
Questo il programma della giornata che si svolgerà in due parti.
Dalle 16 alle 19, si esibiranno le giovani band emergenti; il set sarà presentato dalla giornalista Elisa Petrillo e da Dj di Radio Lab.
Si partirà con Shaked (cover pop), The 64 Years (cover pop), Stop Motion, Beyond The Aura, Dirty Duck (indy folk acustico), Blumodo (pop rock), Epistheme (metal), Crossing over (cross rock), First impact (rock elettronico), New Generation Class, Karma Inverso (hard rock psichedelico), Karbonica (rock italiano), Noise Pollution, Karmanovo (pop folk), Marta Mauceri (cantautrice), Jo M (cantautore acustico).
Dalle 19,30 alle 20,30 lo spazio istituzionale, presentato dai giornalisti Antonello Carbone e Agata Saccone.
Si esibirà l’Italian Brass Band, un ensemble composto solo da ottoni e percussioni, dell’istituto musicale Vincenzo Bellini.
Dalle 20 alle 20,30, il saluto dell’amministrazione comunale di Catania e quello dei segretari generali sindacali provinciali.

Dalle 20.30 alla mezzanotte, il finale di serata sarà condotto da Aldo Toscano. Si esibiranno Funkylab, 4 in Blues, Mojo Working, Mapuche, nome d’arte del cantautore acustico catanese Enrico Lanza; Gill e Pupi di Surfaro (quartetto di musica popolare antimafia); Giorgio Carbone and the Preachers (trio blues rock), Wild Bones, la jazz woman Agata Lo Certo in duo; Andrea Dell’Arpa, dal programma televisivo Mediaset Amici 2009, I Figli dell’Officina (Troina folk rock), le letture di Antonio Caruso, il gruppo rock Helletrik, gli Equal Zero, i Miracle (cover Queen Magazzini), Demo Mode, Nigga Radio e Cat Walks.

Cgil Nazionale: Il primo maggio a Pordenone


Domani primo maggio, festa dei lavoratori, la tradizionale manifestazione sindacale si svolgerà a Pordenone, sede scelta perché la vertenza che ha interessato la Electrolux in questi mesi è il paradigma della crisi che colpisce il paese. Simbolo dei tanti tavoli aperti al Ministero dello Sviluppo economico al momento senza alcuna soluzione, mentre prosegue inesorabile il processo di deindustrializzazione del nostro paese, per mancanza di un'idea di futuro e di una strategia di politica industriale.
Un faro acceso contro la scelta suicida di pensare di contrastare la crisi attraverso il taglio dei salari dei lavoratori, nonché della produzione stessa: una scelta fallimentare che ha delle assonanze con la politica di austerità europea, non per altro, tra le parole d'ordine di questo primo maggio, e alla vigilia di un cruciale appuntamento elettorale, sono 'più lavoro, più Europa, più solidarietà'. L'appuntamento -  che vedrà la partecipazione dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti - è in largo San Giovanni Bosco alle ore 8.30. Lì partirà il corteo per raggiungere piazza XX settembre dove si terranno i comizi conclusivi dalle ore 10 alle 11 dei tre leader sindacali. Nel pomeriggio, anche qui come tradizione, il consueto appuntamento con il concertone di piazza San Giovanni a Roma quest'anno dedicato a 'Le nostre storie. Accordi e disaccordi delle nostre radici, della nostra memoria e del nostro domani'.

Almaviva. Albanella (Pd), solidarietà a lavoratori, da giovedì al via indagine conoscitiva commissione

“Esprimo la mia solidarietà e quella dei deputati del Pd in commissione Lavoro ai lavoratori dell’azienda Almaviva che oggi hanno incontrato la presidente della Camera, Laura Boldrini, per chiedere l’attenzione delle istituzioni sulla loro situazione che è diventata particolarmente grave a causa delle delocalizzazioni dei call center fuori dall’Italia. Questa realtà è ben presente alla commissione Lavoro che ha deciso di dedicare una indagine conoscitiva ai call center”. Lo dice Luisella Albanella, deputata del Pd che ha partecipato all’incontro della Presidente della Camera con i lavoratori di Almaviva.
“L’indagine conoscitiva – prosegue Albanella – sarà utile per approfondire la conoscenza del settore e individuare eventuali misure di sostegno all’occupazione in un settore in cui i lavoratori sono al 67 per cento donne e giovani. In particolare l’indagine approfondirà il tema della delocalizzazione in paesi non Ue e altri punti: la problematica dell’esclusione del costo del lavoro e della sicurezza dei lavoratori nell’applicazione del criterio del prezzo più basso nelle procedure di affidamento degli appalti; l’entità delle attività svolte nei paesi non appartenenti all’Unione europea; il rispetto della privacy dei soggetti che vengono chiamati da questi call center. A partire da giovedì saranno ascoltati esperti in materia, associazioni di categoria e aziende delle grandi committenze”.

Roma, 30 aprile 2014

29 aprile 2014

Telecom Italia, dai dirigenti 4 milioni per i lavoratori in solidarietà

Dai dirigenti di Telecom Italia un contributo a favore dei lavoratori in solidarietà. E' quanto prevede un accordo sottoscritto dal Coordinamento delle Rappresentanze sindacali aziendali dei dirigenti e dall'azienda: modificando temporaneamente alcuni istituti contrattuali - spiega una nota - deriveranno risorse economiche stimate in circa 4 milioni di euro, a cui si andranno ad aggiungere altri 4 resi disponibili dall'azienda da recuperi di produttività. Il totale di oltre 8 milioni andrà ad alimentare le posizioni contributive dei lavoratori in solidarietà iscritti ai Fondi Pensione Chiusi; ai non iscritti a tali Fondi sarà corrisposto un equivalente importo una tantum in busta paga, al lordo di imposte e contributi.
L’accordo individua gli strumenti attraverso i quali i dirigenti di Telecom Italia permetteranno all’azienda di realizzare dei risparmi che saranno monetizzati e che, insieme ad un’analoga somma messa direttamente a disposizione dalla società grazie ai recuperi di produttività, contribuiranno a ridurre l’onere gravante sui lavoratori oggetto di contratti di solidarietà, la cui integrazione salariale per il 2014 è stata ridotta dalla Legge di Stabilità dall’80 al 70%.
Le misure contenute nell’intesa – indirizzate ai dirigenti delle aziende del Gruppo Telecom Italia – riguardano i seguenti aspetti:
- riduzione del tempo di lavoro con riproporzionamento della retribuzione (a valere per il periodo dal 23 aprile 2014 al 30 aprile 2015) nella misura di tre giorni per i Dirigenti il cui trattamento economico complessivo lordo è pari al Minimo Contrattuale di Garanzia e di sei giorni per gli altri;
- maturazione dell’importo aggiuntivo per rimborso spese non documentabili – previsto nel Ccnl per i dirigenti di aziende produttrici di beni e servizi - solo nel caso di pernottamento nella località di trasferta;

- spettanza - per l’anno 2014 - di trenta giorni di ferie (anziché trentacinque) per i dirigenti che abbiano, al 1 giugno 2014, un residuo relativo ad anni precedenti.

CALL CENTER IN OUTSOURCING: ORA O MAI PIU’

A neanche dieci anni dal processo di stabilizzazione che, solo fra il 2007 ed il 2008, ha prodotto più di 25000 regolarizzazioni di rapporti di lavoro, il comparto dei call center in outsourcing italiani è nuovamente sull’orlo del baratro.
Schiacciate da una legislazione sugli appalti che non tutela il lavoro e che fa del massimo ribasso la pressoché unica regola di questo mercato, con il fenomeno delle delocalizzazioni sempre più massiccio e senza alcuna regola, decine di azienda sono
ormai al collasso.
Crisi occupazionali gravissime sono già in atto, migliaia di lavoratori sono oggi in regime di ammortizzatori sociali (molto spesso in deroga, quindi con coperture economiche limitatissime nella quantità e nel tempo).
Mentre nel Paese si discute di come creare occupazione stabile, soprattutto per i giovani e le fasce sociali più esposte, il settore che più di tutti in questi anni ha saputo creare occupazione buona, rivolgendosi principalmente al mondo giovanile, a quello femminile e nelle zone dell’Italia dove più forte è stato l’impatto della crisi, rischia oggi di crollare nel silenzio generale della politica e dell’opinione pubblica.
A fronte anche del silenzio assordante della politica SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL a tutti i loro livelli, a partire dalle migliaia di militanti ed RSU che in questi anni sono cresciuti sindacalmente in un mondo dove vigeva arbitrio e precarietà, si stanno mobilitando affinché la crisi dei call center in outsourcing venga affrontata dalle istituzioni. Tante sono le iniziative locali che già stanno interessando le tante città italiane dove i call center in outsourcing sono un luogo di lavoro vero che, una volta chiuso, lascerebbe solo disoccupazione, precarietà, illegalità.
Tutto queste iniziative culmineranno Il prossimo 4 giugno con una giornata di sciopero di tutti i call center in outsourcing e con una manifestazione nazionale che si svolgerà a Roma
Perché abbiamo “tutta la vita davanti” ma il nostro futuro è oggi e non torneremo ad essere fantasmi!


Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL

28 aprile 2014

Almaviva Catania: I lavoratori catanesi su Rai tre per manifestare contro le delocalizzazioni dei call center

Catania 28 aprile - I lavoratori di Almaviva questa mattina hanno manifestato in maniera forte e decisa di fronte alle telecamere di Agorà ribadendo il loro no alle delocalizzazioni dei call center. Un problema che da anni affligge il territorio nazionale e che il sindacato sta contrastando a tutto campo.

Natale Falà (Slc Cgil Catania) ha dichiarato ai microfoni di Rai tre: “ Noi come lavoratori ci mettiamo la faccia, il cuore e la vita perché questo è il nostro lavoro e vogliamo difenderlo. L’8 aprile la Società ci ha avvisato che a causa delle delocalizzazioni e delle gare al massimo ribasso il nostro lavoro ha pochi mesi di vita e noi questo non lo possiamo permettere.
Con questo lavoro la gente ci vive realmente. Da 10 anni a questa parte ci siamo organizzati, ci siamo creati una famiglia, abbiamo chiesto mutui per poter avere una casa dove vivere e far crescere i nostri figli. Noi non siamo lavoratori da sottoscala, e facciamo parte di quella grande schiera di persone che in Italia svolgono questa attività con professionalità, cuore, dignità e passione per avere una vita libera che vogliamo continuare a mantenere tale''.

 La Cgil e la Slc catanese, insieme all’onorevole Luisa Albanella, hanno da sempre lottato insieme ai lavoratori ed allo stesso sindaco di Catania hanno chiesto di prendersi carico del problema “poiché la delocalizzazione selvaggia equivale ad una rapina del territorio”

Alcuni giorni fa Giacomo Rota, segretario generale della Camera del Lavoro di Catania, rivolgendosi al presidente della regione Sicilia, Crocetta, ha chiesto anche una maggiore e marcata attenzione in quanto esiste pure un problema di regole e garanzia per gli stessi cittadini italiani.

Lo scorso dicembre alcuni rappresentanti di Cgil, Slc ed Inca sono stati ricevuti in audizione alla Camera dei Deputati dal presidente Damiano , dal deputato Luisa Albanella componente della Commissione Lavoro e promotrice dell'incontro, e dal capo della segreteria politica del Presidente della Commissione Lavoro, Giovanni Battafarano. In quell'occasione furono esposte le principali criticità del settore e furono avanzate numerose proposte; soprattutto emerse che la delocalizzazione di attività verso paesi extraeuropei , oltre che a far perdere posti di lavoro , laddove le norme sulla tutela e sul trattamento e la conservazione dei dati personali non sono omogenei a quelli in vigore nel nostro paese, mette a rischio privacy e la sicurezza dei cittadini italiani i cui dati (identità e dati fiscali) vengono "spesso spregiudicatamente visionati e tracciati".
Tra qualche settimana, lo speciale comitato presieduto dall'onorevole del Pd Luisa Albanella inizierà ad analizzare il fenomeno delle delocalizzazione nei call center. La notizia é stata annunciata nei giorni scorsi a Catania dall'ex ministro Cesare Damiano, attualmente presidente della Commissione lavoro alla Camera, ed è stata rilanciata dalla Cgil e dalla Slc Cgil nel corso di un incontro in via Crociferi.


Giovanni Pistorio, segretario confederale Cgil, ha lanciato un altro allarme: "Il settore rischia l’imminente tracollo a causa del massimo ribasso applicato dalle committenti; un ribasso che non tiene conto del reale costo del lavoro che nel caso dei call center ricopre circa il 90% a differenza di un 50% tipico del settore edilizio".


Call Center Comunicato Stampa On.Albanella e presentazione interrogazione parlamentare su delocalizzazioni


On. Luisa Albanella
Camera dei Deputati 
Partito Democratico
Delocalizzazione call center. Albanella (PD) presenta interrogazione "no a ulteriore emorragia di posti di lavoro" 
"Il Governo nazionale impedisca che la delocalizzazione all'estero che riguarda le attività dei call center si trasformi in un'ulteriore emorragia di posti di lavoro in Sicilia, e a Catania, in particolare, dove i lavoratori assunti a tempo indeterminato sono tremila e quelli a progetto sono quasi diecimila, i quali vivono ogni giorno con la paura di trovarsi senza lavoro da un momento all'altro".
Lo dichiara la parlamentare nazionale del partito Democratico Luisa Albanella, componente della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati, che ha presentato un'interrogazione parlamentare al Ministro del Lavoro, facendo seguito all'incontro romano da lei promosso con il presidente Cesare Damiano e una delegazione di sindacalisti della Cgil di Catania.
"Abbiamo raccolto la preoccupazione ed il malessere  di migliaia di giovani per i quali il lavoro in questo settore rappresenta l'unico spiraglio di luce nel deserto delle opportunità lavorative che il nostro territorio purtroppo offre - spiega la deputata Albanella - la delocalizzazione in questo senso non è una semplice operazione di marketing ma un vero e proprio scippo del reddito e del futuro per i nostri giovani e riteniamo grave che vengono delocalizzati anche i servizi delle aziende che operano dietro concessione governativa ". "Chiediamo al Governo nazionale di adottare misure che rafforzino la tutela del reddito dei lavoratori perché il sistema delle aggiudicazioni delle commesse assegnate mediante il meccanismo del massimo ribasso non consente una piena garanzia di un reddito dignitoso e costringe spesso le aziende di call center che rispettano le norme a chiudere i battenti". "Crediamo che il Governo debba seguire il modello virtuoso tracciato nel 2008 dall'allora Ministro del lavoro Damiano che ha insediato una commissione ad hoc ed ha consentito la stabilizzazione di 24 mila lavoratori assunti a tempo indeterminato ed è da tale punto che bisogna ripartire". "E' necessario invertire una tendenza che rischia di estromettere dal mercato del lavoro migliaia di addetti che negli ultimi anni hanno sviluppato professionalità di alto livello e adottare provvedimenti che permettano di stabilizzare l'occupazione nel settore che sennò rischia di essere quasi cancellato"
"Ma c'è anche una grave questione legata alla privacy dei dati sensibili dei cittadini italiani che il governo deve preservare - spiega - in quanto la differente legislazione sulla tutela e sul trattamento e la conservazione dei dati personali vigente presso alcuni Paesi extraeuropei, compromette seriamente la riservatezza delle informazioni personali quali i dati anagrafici, il codice fiscale ed in qualche sofisticato caso il tracciamento del profilo psicologico dell'utente soprattutto quando questi vengono gestiti e trattati in stati considerati canaglia dalla stessa UE" "Il lavoro delle fasce meno tutelate, và difeso e tutelato e non mercificato,  così come devono essere tutelati complessivamente i cittadini la cui privacy è serio a rischio.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE
Al Ministro degli interni, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali – per sapere – premesso che:
il settore dei call center – che nella provincia di Catania è un importante fattore di occupazione, impiegando circa 3mila lavoratori a tempo indeterminato e, a seconda dei periodi,  tra i 6 mila e i 10 mila i lavoratori con contratto a progetto – sta attraversando una congiuntura fortemente negativa nel nostro Paese, anche a causa della progressiva e apparentemente inarrestabile tendenza alla delocalizzazione dei servizi verso Paesi extraeuropei;
i rappresentanti della CGIL di Catania nel corso dell’incontro svoltosi alla Camera il 4 dicembre con il Presidente della Commissione lavoro, Cesare Damiano, e con l’interrogante, hanno evidenziato tale problematica, affermando che sempre più frequentemente le aziende committenti, anche titolari di concessioni governative, trasferiscono all’estero importanti commesse di call center, che in passato hanno impiegato migliaia di giovani italiani;
durante l’incontro è stata posta l’attenzione anche su altre criticità: il sistema delle aggiudicazioni delle commesse - assegnate mediante il meccanismo del massimo ribasso - che non consente una piena garanzia di un reddito dignitoso, e la differente legislazione sulla tutela e sul trattamento e la conservazione dei dati personali vigente presso alcuni Paesi extraeuropei, che rischia di pregiudicare la privacy e la sicurezza dei cittadini italiani, i cui dati, sono spesso  visionati e tracciati;
gli sforzi dovrebbero essere indirizzati all’adozione di misure volte a prevenire la perdita di ulteriori posti di lavoro e a rafforzare la tutela del reddito dei lavoratori, nonché  a preservare la privacy dei dati sensibili dei cittadini italiani;
la Commissione per i call center istituita nella XV legislatura dal Ministro del lavoro, Damiano,– che ha consentito la stabilizzazione di 24 mila lavoratori assunti a tempo indeterminato – dovrebbe rappresentare il modello virtuoso  da seguire, al fine di invertire una tendenza che rischia di estromettere dal mercato del lavoro migliaia di addetti che negli ultimi anni hanno sviluppato professionalità di alto livello - :
quali urgenti iniziative intenda intraprendere allo scopo di  tutelare il posto di lavoro e il reddito dei lavoratori italiani impiegati presso i call center, anche mediante  l’adozione di provvedimenti volti a incentivare l’occupazione legata a tale settore;
se siano a conoscenza delle problematiche citate in premessa, relative alla tutela della privacy e, per quanto di propria competenza,  quali iniziative, anche di carattere normativo, intenda adottare al fine di assicurare, in ogni caso, la massima garanzia di un utilizzo corretto e coerente con il nostro ordinamento dei dati personali dei cittadini italiani in possesso di società di call center operanti in Paesi extraeuropei.   
Luisa Albanella.

Cgil, dal 2 al 4 maggio a Rimini con le 'Giornate del Lavoro'

www.cgil.it
Una grande manifestazione, di carattere politico e culturale di rilievo nazionale, lunga tre giorni che si terrà a Rimini dal 2 al 4 maggio dal titolo le 'Giornate del Lavoro'. A organizzarla è la Cgil - alla vigilia del 17° Congresso Nazionale del sindacato 'Il Lavoro decide il Futuro' che si terrà dal 6 all'8 maggio sempre nella città romagnola - come un'occasione per mettere al centro il tema del lavoro e dei lavoratori a partire dalle proposte della Cgil, una su tutte il 'Piano del Lavoro'. Tre giorni di appuntamenti per parlare al paese del lavoro, fornendo idee, sondando le necessità, individuando le decisioni, attraverso un fitto calendario di appuntamenti, che si snoderanno lungo diversi luoghi della città, fatto di dibattiti, confronti, lectio magistralis e altro ancora, tutti animati da nomi di rilievo della scena istituzionale, economica e culturaleitaliana, con alcune punte di eccellenza costituite da oratori di fama internazionale.

Il programma della intensa tre giorni di kermesse promossa dalla Cgil, presentato oggi in una conferenza stampa a Rimini alla presenza del segretario generale dell'organizzazione sindacale, Susanna Camusso, del segretario della locale Camera del Lavoro, Graziano Urbinati, e del sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, parte venerdì 2 maggio con una particolare 'cerimonia' d'apertura. Alle ore 17.30 i suoni e la musica della PFunking band “indicheranno la strada” da piazza Cavour a piazza Tre Martiri. Qui, dopo i saluti istituzionali, ci saranno altri momenti di intrattenimento con musica, danze e letture. Il tutto accompagnato da pane e pizza, sfornati direttamente in piazza e distribuiti gratuitamente (non solo venerdì ma per tutta la durata dell'iniziativa), grazie alla Flai, la categoria dei lavoratori agroalimentaristi della Cgil. Nella serata di venerdì alle ore 21, presso il Teatro degli Atti in via Cairoli 42, grande evento con l'appuntamento 'Donne e Potere': la giornalista de 'La Repubblica', Natalia Aspesi, intervisterà il presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini.

Il secondo giorno (sabato 3 maggio) sono in programma decine di appuntamenti che partiranno dalla mattina fino a sera lungo le quattro location in cui si svolgeranno le 'Giornate del Lavoro' - ovvero la sala dell’Arengo in piazza Cavour, piazza dei Tre Martiri, il Teatro Novelli in via Cappellini 3 e il Teatro degli Atti - con tantissimi protagonisti. Tra questi, per citarne solo alcuni, il ministro per i Beni e le Attività Culturali e Turismo, Dario Franceschini; il ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina; il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni; il presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro; l'ex presidente del Consiglio, Romano Prodi. Nella serata di sabato invece spazio alla cultura. A partire dalle ore 19.30, presso la sala dell'Arengo, doppia proiezione: si parte con la puntata pilota di una serie tv, prodotta dalla Cgil, dal titolo 'Carolina va a lavoro' di Mimmo Calopresti mentre alle ore 21.30 ci sarà l'anteprima del film 'Mirafiori Luna Park' a cura sempre del regista Calopresti. Al Teatro degli Atti, invece, alle ore 20.30 è in programma lo spettacolo teatrale 'Buon Lavoro', nato da un’idea di Elisabetta Vergani e Maurizio Schmidt, e realizzato da Farneto Teatro con il contributo della Cgil. In piazza dei Tre Martiri, alle ore 20, sono previste letture di scritti di Agostina Altobelli mentre infine al Teatro Novelli sarà messo in scena lo spettacolo di Serena Dandini 'Ferite a morte'.

Il terzo e ultimo giorno (domenica 4 maggio) ancora decine di dibattiti e confronti, con altrettanti autorevoli ospiti. Tra questi i ministri Stefania Giannini (Istruzione, Università e Ricerca), Federica Guidi (Sviluppo  Economico), Beatrice Lorenzin (Salute), Giuliano Poletti (Lavoro e Politiche Sociali). Saranno inoltre presenti il procuratore aggiunto di Milano, Francesco Greco, e top manager come Mauro Moretti, neo nominato ai vertici di Finmeccanica; Pietro Guindani, presidente di Vodafone; Riccardo D’Angelo, fondatore di Edisonweb; nonché professori come Tito Boeri e Aldo Bonomi. Domenica sarà anche la giornata con i protagonisti delle 'parti sociali', da Pierangelo Albini di Confindustria a Carlo Sangalli di Confcommercio, passando per esponenti di Cisl e Uil. Le 'Giornate del Lavoro' si chiuderanno quindi in serata in piazza dei Tre Martiri con un concerto di musica etnica.

Informazioni – La tre giorni verrà integralmente 'coperta' dalla web radio della Cgil RadioArticolo1 con una programmazione totalmente dedicata: audio e video in diretta streaming su www.radioarticolo1.it; così come un pool integrato, formato dai redattori di Rassegna Sindacale, di Radio Articolo1 e degli uffici stampa della Cgil, provvederà ad assicurare l'informazione completa sugli avvenimenti delle Giornate del Lavoro. Le notizie, le sintesi, tutto il materiale informativo confluiranno su una home page comune al sito della Cgil nazionale (www.cgil.it), di Rassegna.it (www.rassegna.it) e di Radio Articolo1. Media partner dell'evento di Rimini è il 'Quotidiano Nazionale' con le testate 'Il Giorno', 'Il Resto del Carlino' e 'La Nazione'. Sarà inoltre un appuntamento 'social' con i profili twitter e facebook della Cgil Nazionale interamente dedicati dietro l'hashtag #giornatelavoro mentre a breve verrà lanciata una app specifica sulla tre giorni e poi sul congresso nazionale. Infine, per tutti coloro che seguiranno gli eventi in programma, la Cgil ha stipulato una convenzione con alcuni ristoranti che offriranno menù a prezzo convenzionato: si tratta del Ristorante dallo Zio in via Santa Chiara 16, della Trattoria La Marianna in viale Tiberio 19 e dell'Osteria De Borg in via Forzieri 12.




24 aprile 2014

Telecom Italia-Agcom, divergenze sulle spese sostenute per portare il telefono ovunque.

Per Telecom Italia vale 32 milioni di euro, per l'Agcom appena 70mila. Sono le differenti valutazioni che l'ex monopolista e l'Autorità di settore fanno rispetto al servizio universale, vale a dire quei costi sostenuti, e che quindi vengono ripartiti tra gli operatori (Telecom compresa), per portare ovunque il telefono, anche dove non rende, per le cabine e per le facilitazioni alle categorie agevolate. Ebbene, secondo Telecom tutto ciò, nel 2007 (ultimo anno sotto esame), "è costato" 32 milioni, mentre per l'Autorità appena 70mila.
Agcom, che sta ancora valutando i costi relativi al 2007 e ha appena avviato i procedimenti relativi al 2008 e al 2009 in seguito a una lunga battaglia giuridico amministrativa che ha sostanzialmente bloccato i lavori, ha appena messo a consultazione (per 45 giorni) un documento che praticamente azzera il valore del servizio universale, non consentendo quindi la creazione del fondo da parte di tutti gli operatori. Un risultato analogo si è già registrato con la delibera relativa al 2006, che è però stata impugnata dal gruppo telefonico con un ricorso che è ancora pendente davanti al Tar del Lazio.
In sostanza, il calcolo dei costi avviene tenendo conto delle tre voci principali, secondo parametri molto complessi, sia da un punto di vista tecnico che economico. Per quanto riguarda la telefonia vocale in aree potenzialmente non remunerative Telecom Italia calcola un costo netto pari a 9,97 milioni di euro; secondo la società di revisione Axon, incaricata di valutare la proposta, questa voce è invece addirittura negativa per 6,35 milioni di euro e l'Autorità condivide questo valore. La discrepanza si spiega con la metodologia di calcolo, che l'Autorità basa anche sui costi storici della rete in rame e non su quelli correnti o di sostituzione. Per quanto riguarda il costo netto della telefonia pubblica, notoriamente in caduta libera da quando hanno fatto la loro comparsa sul mercato i telefoni cellulari, Telecom stima un costo pari a 27,3 milioni, mentre Axon arriva appena a 13,71 milioni, che l'Agcom condivide. In questo caso, le differenti valutazioni riguardano la remunerazione delle cabine. Per le categorie agevolate (che pagano il canone al 50%), invece, le valutazioni sono abbastanza simili: il gruppo telefonico calcola un costo pari a 9,04 milioni, il revisore scende a 8,29 e l'Autorità va ancora più giù, a 7,91 milioni.
In totale, quindi, secondo Telecom i costi sostenuti per il servizio universale nel 2007 sono stati pari a 46,29 milioni, a cui vanno tolti 13,62 milioni di benefici indiretti derivanti dallo stesso servizio universale (in pratica fedeltà al marchio e valore pubblicitario), per una cifra finale di 32,67 milioni di euro. Per Axon il valore totale è 15,65 milioni, a cui togliere 14,36 milioni di benefici indiretti, per un totale di 1,29 milioni. Per l'Autorità, infine, ed è su questo che la consultazione è stata avviata, il costo totale è pari a 15,27 milioni, che decurtato dei 15,2 milioni di benefici indiretti, lascia sul piatto appena 70mila euro appunto.
I tempi in cui il fondo per il servizio universale, al quale concorrevano tutti gli operatori (Telecom compresa) superavano i 40 milioni di euro (è stato così fino al 2003) sono quindi molto lontani. Da allora la cifra è bruscamente scesa, fino ad arrivare a zero nel 2006.


Conferenza stampa Cgil sulla crisi nei call center catanesi


Nei call center catanesi attualmente lavorano 9000 dipendenti (il numero é piuttosto variabile a causa dei contratti a progetto) e non ci sono state vere e proprie riduzioni di posti di lavoro a causa della delocalizzazione del servizio all'estero, dove assumere costa meno. Ma il ricorso ai contratti di solidarietà, a Catania è la spia evidente di un pericolo destinato ad ingrandirsi. Uno spiraglio per una possibile soluzione del problema? Tra due settimane, lo speciale comitato presieduto dall'onorevole del Pd Luisa Albanella inizierà ad analizzare il fenomeno delle delocalizzazione nei call center. La notizia é stata annunciata nei giorni scorsi a Catania dall'ex ministro Cesare Damiano, attualmente presidente della Commissione lavoro alla Camera, ed è stata rilanciata stamattina dalla Cgil e dalla Slc Cgil nel corso di un incontro in via Crociferi. Per l'occasione, il segretario generale della Camera del lavoro, Giacomo Rota, e il segretario confederale Giovanni Pistorio, hanno chiesto pubblicamente al primo cittadino, Enzo Bianco, di prendersi carico del caso "poiché la delocalizzazione selvaggia equivale ad una rapina del territorio", senza contare i gravi problemi di privacy per gli utenti. Anche alla Regione, che fino ad ora non ha dato feedback di rilievo, secondo il sindacato è necessario chiedere maggiore attenzione.
"Un'attenzione che chiederemo anche al presidente della Regione, Rosario Crocetta. Non abbiamo ovviamente nulla contro i paesi che vivono condizioni di marginalità - sottolinea Rota- ma esiste di certo un problema di regole e di garanzie per gli utenti italiani. In Romania, Albania, Croazia, sono migliaia i posti di lavoro legati ai call center italiani e il problema non riguarda solo Almaviva, ma anche le altre società come Q'É, Visiant next, Mics Eurocall. Per questo, oramai da anni, insieme a Slc Cgil, cerchiamo di prevenire il disastro, e per questo pensiamo che le istituzioni debbano farsi carico del problema. Questo, insieme al dossier conoscitivo sul comparto che sarà curato dallo speciale gruppo di lavoro presieduto da Luisa Albanella, la quale farà tesoro della sua solida esperienza sindacale, potrebbe portarci a risultati del tutto nuovi".
L'identikit del lavoratore call center corrisponde in media ad un quarantenne intenzionato a mantenere un reddito che, seppure non alto, può comunque contribuire a mantenere un dignitoso reddito familiare. Giovanni Pistorio ha lanciato un altro allarme: "Il settore rischia l’imminente tracollo a causa del massimo ribasso applicato dalle committenti; un ribasso che non tiene conto del reale costo del lavoro che nel caso dei call center ricopre circa il 90% a differenza di un 50% tipico del settore edilizio". All'incontro di stamattina erano presenti anche i lavoratori dei call center Domenico Guido, Natale Falá, insieme a Lucia Torrisi e Isabella Cassibba della segreteria Slc.

Lo scorso dicembre alcuni rappresentanti di Cgil, Slc ed Inca furono ricevuti in audizione alla Camera dei Deputati dal presidente Damiano , dal deputato Luisa Albanella componente della Commissione Lavoro e promotrice dell'incontro, e dal capo della segreteria politica del Presidente della Commissione Lavoro, Giovanni Battafarano. In quell'occasione furono esposte le principali criticità del settore e furono avanzate numerose proposte; soprattutto emerse che la delocalizzazione di attività verso paesi extraeuropei , oltre che a far perdere posti di lavoro , laddove le norme sulla tutela e sul trattamento e la conservazione dei dati personali non sono omogei a quelli in vigore nel nostro paese, mette a rischio privacy e la sicurezza dei cittadini italiani i cui dati (identità e dati fiscali) vengono "spesso spregiudicatamente visionati e tracciati".

23 aprile 2014

TV: SINDACATI, SOTTOSCRITTO RINNOVO CCNL LAVORATORI RADIO E TV PRIVATE


Il 17 aprile 2014, Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil unitamente alle segreterie territoriali e alle Rsu hanno sottoscritto con Confindustria Radio TV l'ipotesi d'Accordo per aggiornare economicamente il CCNL per i lavoratori delle imprese radio televisive private.
Non si è trattato di una rinnovazione piena, ma della sigla di un “Accordo ponte” che, in risposta alla difficile crisi economica e pubblicitaria che sta colpendo il settore, recuperasse valori economici lasciando pressoché invariata la parte normativa allungando, di fatto, la vigenza del CCNL 2010/2102 al 31 dicembre 2014.
Le parti hanno ribadito che il modello contrattuale rimane quello triennale stabilito dagli Accordi interconfederali, e che l’ipotesi d’accordo sottoscritta conferma ancora una volta la volontà di indicare nel CCNL il riferimento certo cui guardare per garantire diritti, tutele e recupero salariale.
Alla luce di questo a giugno sarà data disdetta dell'intero CCNL per avviare la discussione nei termini previsti. La volontà delle parti sarebbe quella di concludere i lavori in tempo utile per far decorrere il nuovo CCNL 2015/2017 dal 1 gennaio 2015.
A tal fine si è stabilito di dare corso all’attivazione definitiva dell’Osservatorio Nazionale insediando, entro il 30 giugno c.a., le commissioni degli osservatori nazionali che lavoreranno per punti sui temi normativi principali: appalti, mercato del lavoro, aggiornamento figure professionali, formazione, pari opportunità, sicurezza, etc. per iniziare nel più breve tempo possibile il percorso che porterà alla presentazione della piattaforma relativa al rinnovo del CCNL.
In particolare l'Accordo stabilisce aumenti sui minimi:
per le TV: al livello intermedio (5) 260 € di Una Tantum da erogare con le competenze di maggio, 20 € sui minimi sempre con le competenze di Maggio 2014, altri 31 € con le competenze di settembre 2014.
per le Radio: al livello intermedio (3) 182 € di Una Tantum da erogare con le competenze di Maggio, 20 € di incremento dei minimi con le competenze di Maggio 2014, altri 15,7 € con le competenze di Settembre 2014.
Per queste ultime infatti si è chiesto di erogare la tranche maggiore prima.
L'Accordo stabilisce anche l'istituzione, a partire dal 1 gennaio 2015, dell'assistenza sanitaria (Salute Sempre) per i lavoratori delle imprese radiotelevisive che ancora non hanno altre forme di assistenza.
Quest'ultimo punto rappresenta un importante segnale solidaristico tra lavoratori dello stesso settore che però, in forza delle proprie dimensioni, vivono condizioni economiche e normative assai diverse.
Infine, le parti hanno condiviso di scrivere alle istituzioni per segnalare la gravità della situazione di un settore privo di qualsivoglia forma di ammortizzatori sociali per sollecitare la ricerca di soluzioni al problema, a partire dalla necessità di veder rifinanziata la cassa integrazione in deroga.
Per sciogliere la riserva sull'intesa in questi giorni si svolgeranno le assemblee consultive dei lavoratori interessati.
Le Segreterie Nazionali

Slc-Cgil Fistel -Cisl Uilcom-Uil

19 aprile 2014

VISIANT: E’ IL MOMENTO DELLE SCELTE CHIARE PER LA SALVAGUARDIA DEI LAVORATORI

Si è concluso ieri  presso l’Unione industriali di Roma l’incontro nazionale tra l’azienda Visiant Contact, le Segreterie Nazionali- territoriali e le Rsu Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil.
Ci corre l’obbligo di chiarire ai lavoratori che l’oggetto di questa trattativa scaturisce dalla difficoltà economica in cui versa l’azienda, dalla crisi di settore e dal tentativo da parte delle OO.SS. di aprire a percorsi non cruenti verso i lavoratori in un momento così particolarmente difficile.
Pertanto, nei giorni scorsi, si era portato avanti una trattativa complessa dalla quale nelle ultime ore si era riusciti a sottrarre i TL da iniziative unilaterali da parte dell’azienda, si erano limitati i danni per quanto possibile sulla gestione di Ferie e ROL degli operatori, e si era cercato di inserire iniziative volontaristiche per il mantenimento dell’occupazione.
Nella notte di ieri queste posizioni non sono state condivise da tutti e sono stati fermati i lavori della delegazione aprendo il fronte a possibili iniziative unilaterali da parte dell’azienda.
Quali scenari si prospettano?
Per quanto ci riguarda la situazione è molto chiara, o il sindacato unitamente ai lavoratori decide di non accettare tutta l’impostazione dell’Accordo proposto e quindi partire subito con iniziative forti di lotta, o la delegazione unitariamente, individuati i punti positivi dell’Accordo, lavora per il superamento di quelle che possono essere le preoccupazioni su strumenti solidaristici a tutela dei lavoratori delle aree non operative.
Sul tema chiariamo subito che la SLC CGIL, soprattutto la delegazione napoletana, si è battuta per la tutela di tutti i lavoratori, aree operative e non operative, arrivando a limitare il danno economico eventuale del lavoratore delle aree non operative e salvaguardando in toto le prospettive salariali e occupazionali dei lavoratori delle aree operative.
Ora è il momento delle scelte chiare assumendosi la responsabilità di rappresentare ai lavoratori i 2 percorsi che abbiamo prospettato.
Noi che da sempre stiamo tra i lavoratori condivideremo con loro l’evoluzione di questa vertenza rappresentando i punti di caduta della stessa e decidendo se sarà il caso anche di intraprendere un percorso di lotta se non condivideremo la stipula dell’Accordo. 
Slc Cgil Campania /Napoli e RSU SLC CGIL Visiant Arzano


Rai dovrà contribuire al risanamento dei conti pubblici

Anche la Rai dovrà contribuire al risanamento dei conti pubblici con un “contributo volontario, ma obbligatorio” di 150 milioni di euro dal 2015. La notizia di per se non scandalizzerebbe se quel contributo dovesse - come qualche giorno fa era stato ipotizzato -essere una parte dei 600 milioni circa che il governo potrebbe far recuperare autorizzando la Rai a collegare il Canone alla bolletta elettrica. Ma è' evidente che la impopolarità che deriverebbe d una scelta del genere ha fatto scegliere un'altra strada, quella della riorganizzazione (leggasi riduzione!) delle sedi regionali o peggio ancora quella della vendita di Raiway. Nessun intervento strutturale, nessun obiettivo di salvaguardare il servizio pubblico, semplicemente tagli.
E' evidente che questo rappresenta l'ennesimo attacco alla tenuta della Rai. Vendere Raiway significherebbe colpire al cuore l'azienda, così come chiudere una parte delle sedi regionali significherebbe mettere a rischio posti di lavoro e pluralismo nell'informazione.
E' questo il "si cambia verso?". A noi sembra tutto tristemente già visto!
Noi crediamo che per cambiare verso davvero servirebbe più coraggio per affrontare il tema dell'evasione del canone. Da li sarebbe possibile recuperare 600 milioni circa, necessari per rilanciare un servizio pubblico in grado di competere con quelli degli altro paesi europei e al tempo stesso nelle condizioni di garantire quel "contributo volontario ma obbligatorio" richiesto in questa fase straordinaria.
Per una volta non sarebbero i lavoratori a pagare il prezzo di scelte impopolari e la qualità dei prodotti editoriali e dell'informazione avrebbe qualche garanzia in più.
Ma siamo sicuri di volerlo proprio cambiare questo verso?
Barbara Apuzzo
Slc Cgil Nazionale




18 aprile 2014

Telecom Italia: Il cda conferisce le deleghe


Il cda di Telecom Italia, presieduto da Giuseppe Recchi ha nominato Marco Patuano amministratore delegato della società.
Al presidente risultano attribuiti un ruolo d’indirizzo e supervisione rispetto all’elaborazione e all’implementazione dei piani strategici, industriali e finanziari della società e del Gruppo e delle linee guida dello sviluppo, oltre che la supervisione della definizione degli assetti organizzativi e dell’andamento economico e finanziario; la rappresentanza della società e del Gruppo nei rapporti esterni con le Autorità, le Istituzioni e gli Investitori; la responsabilità organizzativa delle funzioni Legal Affairs, Press Office & Opinion Makers Relations, Public & Regulatory Affairs, Corporate Social Responsibility e la supervisione dell’Audit.
All’Ad - si legge nella nota Telecom - sono conferite la responsabilità del governo complessivo della società e del Gruppo (ivi inclusa la responsabilità di definire, proporre al Consiglio di amministrazione e quindi attuare e sviluppare i piani strategici, industriali e finanziari) e tutte le responsabilità organizzative per garantire la gestione e lo sviluppo del business in Italia e Sud America". L'Ad è responsabile anche delle componenti della funzione Public & Regulatory Affairs che curano i rapporti con  Agcom e Agcm e le corrispondenti autorità estere, coordinandosi con il presidente.
Per quanto riguarda i comitati interni, il cda ha rinnovato  il Comitato per il Controllo e Rischi i Consiglieri di cui fanno parte Lucia Calvosa, Laura Cioli, Francesca Cornelli, Giorgina Gallo e Giorgio Valerio. Per il Comitato per le Nomine e la Remunerazione i Consiglieri sono stati scelti Davide Benello, Flavio Cattaneo, Jean Paul Fitoussi e Denise Kingsmill.
Il cda ha inoltre preventivamente proceduto all’accertamento del possesso dei requisiti d’indipendenza qualificati - secondo le regole del Codice di Borsa Italiana - da parte dei Consiglieri Giuseppe Recchi, Davide Benello, Lucia Calvosa, Flavio Cattaneo, Laura Cioli, Francesca Cornelli, Giorgina Gallo, Denise Kingsmill, Luca Marzotto e Giorgio Valerio. A questo proposito gli stessi consiglieri hanno dichiarato il possesso dei requisiti d’indipendenza ai sensi del Testo Unico della Finanza, che valgono anche per il Consigliere Jean Paul Fitoussi.
Il board ha confermato Piergiorgio Peluso a Chief Financial Officer e Antonino Cusimano a segretario del Consiglio di Amministrazione.
Infine il cda ha aggiornato il calendario di approvazione della relazione trimestrale al 30 marzo, anticipando la riunione dal 13 al 12 maggio 2014 (invariate le date di approvazione della relazione semestrale e della relazione sulla gestione al 30 settembre: rispettivamente 5 agosto e 6 novembre 2014).


Tv: Sindacati, sottoscritto rinnovo Ccnl lavoratori radio e tv private

Il 17 aprile 2014, Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil unitamente alle segreterie territoriali e alle Rsu hanno sottoscritto con Confindustria Radio TV l’ipotesi d’Accordo per aggiornare economicamente il CCNL per i lavoratori delle imprese radio televisive private.
Non si è trattato di una rinnovazione piena, ma della sigla di un “Accordo ponte” che, in risposta alla difficile crisi economica e pubblicitaria che sta colpendo il settore, recuperasse valori economici lasciando pressoché invariata la parte normativa allungando, di fatto, la vigenza del CCNL 2010/2102 al 31 dicembre 2014.
Le parti hanno ribadito che il modello contrattuale rimane quello triennale stabilito dagli Accordi interconfederali, e che l’ipotesi d’accordo sottoscritta conferma ancora una volta la volontà di indicare nel CCNL il riferimento certo cui guardare per garantire diritti, tutele e recupero salariale.
Alla luce di questo a giugno sarà data disdetta dell’intero CCNL per avviare la discussione nei termini previsti. La volontà delle parti sarebbe quella di concludere i lavori in tempo utile per far decorrere il nuovo CCNL 2015/2017 dal 1 gennaio 2015.
A tal fine si è stabilito di dare corso all’attivazione definitiva dell’Osservatorio Nazionale insediando, entro il 30 giugno c.a., le commissioni degli osservatori nazionali che lavoreranno per punti sui temi normativi principali: appalti, mercato del lavoro, aggiornamento figure professionali, formazione, pari opportunità, sicurezza, etc. per iniziare nel più breve tempo possibile il percorso che porterà alla presentazione della piattaforma relativa al rinnovo del CCNL.
In particolare l’Accordo stabilisce aumenti sui minimi:
per le TV: al livello intermedio (5) 260 € di Una Tantum da erogare con le competenze di maggio, 20 € sui minimi sempre con le competenze di Maggio 2014, altri 31 € con le competenze di settembre 2014.
per le Radio: al livello intermedio (3) 182 € di Una Tantum da erogare con le competenze di Maggio, 20 € di incremento dei minimi con le competenze di Maggio 2014, altri 15,7 € con le competenze di Settembre 2014.
Per queste ultime infatti si è chiesto di erogare la tranche maggiore prima.
L’Accordo stabilisce anche l’istituzione, a partire dal 1 gennaio 2015, dell’assistenza sanitaria (Salute Sempre) per i lavoratori delle imprese radiotelevisive che ancora non hanno altre forme di assistenza.
Quest’ultimo punto rappresenta un importante segnale solidaristico tra lavoratori dello stesso settore che però, in forza delle proprie dimensioni, vivono condizioni  economiche e normative assai diverse.
Infine, le parti hanno condiviso di scrivere alle istituzioni per segnalare la gravità della situazione di un settore privo di qualsivoglia forma di ammortizzatori sociali per sollecitare la ricerca di soluzioni al problema, a partire dalla necessità di veder rifinanziata la cassa integrazione in deroga.

Per sciogliere la riserva sull’intesa in questi giorni si svolgeranno le assemblee consultive dei lavoratori interessati.

Call center: Slc Cgil, preoccupante situazione Voice Care su commessa Seat

“Sempre più preoccupante la situazione della Voice Care di Torino, il call center che lavora su commessa Seat e che è stato messo in liquidazione a seguito dei problemi legati al concordato richiesto da Seat e al conseguente mancato pagamento di crediti per circa due milioni di euro - così dichiara Riccardo Saccone, coordinatore Tlc di Slc-Cgil.
“Nonostante la piena disponibilità del sindacato a mettere in campo tutte le azioni opportune al contenimento del costo del lavoro per garantire la piena sostenibilità della commessa Seat, in scadenza a giugno 2015, dobbiamo registrare una chiusura netta da parte aziendale che, francamente, inizia a diventare poco comprensibile.”
“Non ci sfugge il particolare momento di difficoltà vissuto dai customer in outsourcing in questo Paese – prosegue il sindacalista - così come non ci sfugge il ruolo troppo spesso negativo che i grandi committenti, pubblici e privati, giocano nella tenuta complessiva del settore. Quello però che proprio non si comprende è il motivo per il quale non si possa, in presenza di commessa e di volumi stabili ancora per diversi mesi, intervenire per mettere in sicurezza duecento posti di lavoro.”

“Non vorremmo - conclude la nota- che si stia utilizzando questa situazione per intavolare una trattativa commerciale col committente, cosa legittima, anzi auspicabile, purché non ricada sul futuro dei lavoratori. Per parte nostra continueremo a chiedere alla dirigenza di Seat di garantire volumi stabili e a ricordare loro che, alla scadenza della commessa, occorrerà garantire la continuità occupazionale dei lavoratori del Gruppo Contacta\Voice Care e People Care attraverso il prolungamento della commessa stessa o garantendo comunque una continuità contrattuale. Ora è davvero il momento della ragionevolezza e della responsabilità.”

17 aprile 2014

Telecom: Cestaro (Slc Cgil) assemblea rappresenta una svolta, CDA ora deve rilanciare l’azienda

“L’assemblea di Telecom rappresenta una novità assoluta nella storia di Telecom. Dalla privatizzazione, per la prima volta c’è un presidente eletto e legittimato dal voto dell’assemblea e il mercato ha ottenuto più consensi del controllo esercitato di fatto da Telco. Una soluzione che potrebbe portare Telecom a diventare la prima Public Company italiana.” Così Massimo Cestaro, segretario generale Slc Cgil, sul Cda Telecom.
“E’ evidente che i prossimi mesi saranno determinanti in quanto potrebbe sciogliersi il patto di sindacato di Telco e aprirsi la strada alle modifiche statutarie necessarie a prevedere la contendibilità del controllo dell’azienda con norme che garantiscano un’equa rappresentanza all’interno del CDA, superando il controllo di fatto esercitato in questi anni da Telco e all’attenzione dell’antitrust Brasiliano.”
“Un apprezzamento – prosegue il sindacalista – va alla chiarezza con cui l’amministratore delegato è intervenuto sul futuro della società, ribadendo la strategicità della presenza in Brasile, sulla necessità di rilanciare l’azienda a partire dallo sviluppo delle reti di nuova generazione, vera e propria condizione irrinunciabile per far ripartire l’economia dell’intero Paese, e sulla volontà di mantenere la rete all’interno del perimetro aziendale ponendo fine alla inutile discussione che si è registrata nell’ultimo anno.”
“Con queste parole possiamo ritenere definitivamente archiviato il ridimensionamento dell’azienda volto a favorire interessi di singoli azionisti. Sul CDA ricade ora l’onere di operare nel pieno interesse dell’azienda, dell’insieme dei suoi azionisti e di tutti i lavoratori che quotidianamente operano per garantire il funzionamento di Telecom. Per la prima volta il CDA è legittimato a operare svicolato da interessi di parte e dovrà cimentarsi con il rilancio dell’azienda a partire dalla partita che riguarda il riassetto delle telco in Europa e in Italia.”
“Se questi saranno gli obiettivi – conclude Cestaro – potrà avviarsi un lavoro comune nei confronti della politica e del regolatore affinché si determinino le condizioni per implementare gli investimenti nelle reti di nuova generazione adottando normative che aiutino questo processo e non si limitino a proseguire la corsa al ribasso dei prezzi, condizione per la quale nel nostro Paese sono a rischio gli investimenti.”
“I lavoratori e il sindacato si adopereranno sin da subito perché il quadro di riferimento scaturito dall’assemblea degli azionisti favorisca la svolta epocale di realizzare una Public Company, sostenuta già nel corso della privatizzazione,  archiviando definitivamente il sistema delle “scatole” di controllo che hanno determinato, negli anni, le attuali difficoltà di Telecom. Sopravvivono, dentro Telecom, competenze e professionalità che vogliono riportare l’azienda ai fasti del passato: il CDA raccolga la sfida e si occupi del business e non solo della finanza. Troverà  i lavoratori pronti a rispondere.”


16 aprile 2014

Marco Patuano: "Telecom Italia azienda solida proiettata al futuro"

Telecom Italia è un'azienda solida, vitale, concentrata sul futuro, orientata a generare valore per gli azionisti e a farsi interprete e fattore abilitante del progresso tecnologico del Paese, soprattutto riguardo agli obiettivi posti dall'Agenda digitale". Così Marco Patuano, Ad di Telecom Italia, ha aperto i lavori dell'Assemblea di Telecom Italia. Il manager ha ricordato che "la storia recente e' ricca d sfide che abbiamo affrontato con altissimo livello di condivisione".

"Sono convinto - ha dichiarato Patuano - che l'assemblea di oggi costituisca un punto di svolta che ci proietta verso il futuro". L'Ad ha sottolineato che il "dibattito schietto" sulla governance ha consentito di avviare un progetto di rifondazione delle regole e degli assetti interni che pongono Telecom fra i casi di studio a livello internazionale.

Il piano industriale presentato a novembre "ha delineato un radicale cambiamento di prospettiva, ci siamo concentrati su una strategia fondata sugli investimenti e sull'innovazione".  Il rafforzamento di capitale realizzato nel 2013 "ci permette di mantenere un approccio positivo sulla congruità della struttura patrimoniale di Telecom e sulla sostenibilità del debito".

Nel triennio, ha ricorda l'Ad, verranno investiti quasi 14 miliardi di euro, di cui oltre 9 miliardi in Italia: 3,4 mld saranno destinati alla componente innovativa italiana (il doppio rispetto al precedente piano). Al fine di perseguire gli obiettivi "ambiziosi" industriali, unitamente alla riduzione del debito, Patuano ha ricordato poi che il gruppo ha già rafforzato il patrimonio per due miliardi (convertendo da 1,3 miliardi di euro più 700 milioni di euro da vendita Argentina, "di cui abbiamo già incassato la prima tranche"), a cui si "aggiungeranno altre operazioni straordinarie che, perseguendo una logica industriale, incrementeranno la liquidita' del gruppo per ulteriori 2 miliardi di euro e che riguarderanno le torri di trasmissioni mobili in Italia e Brasile, nonché l'infrastruttura di broadcasting televisivo". Riguardo a quest'ultimo punto, Telecom ha recentemente annunciato l'operazione di integrazione tra i Mux di TiMedia, controllata di Telecom e quelli de L'Espresso (ReteA).

"Dobbiamo continuare a puntare sull'innovazione, sull'ammodernamento delle infrastrutture, sulla semplificazione delle reti, sulla selezione di partner d'eccellenza, ma occorre soprattutto investire sulle nostre persone, sui nostri collaboratori: un patrimonio da valorizzare e non un peso di cui doversi liberare - ha sottolineato - Dobbiamo tornare ad assumere giovani e questo significa portare nuove idee in azienda, nuove competenze e nuove energie. Significa trasferire competenze tra generazioni, costruire un ponte tra l'oggi e domani. Significa crescere, avendo un interesse convergente con quello del Paese. Ma qualunque passo verso la crescita deve poter poggiare su di una base solida e questa non puo' che essere una ritrovata armonia dei soci".

"Tim Brasil rappresenta per noi un asset primario", che contribuisce per circa un terzo ai ricavi totali del gruppo e che "deve essere valorizzato, iniziando da una politica di investimenti in frequenze e in tecnologie di nuova generazione", ha sottolineato nel discorso di apertura. Per quanto riguarda la rete, Patuano spiega che il gruppo, con il piano presentato lo scorso novembre, ha "archiviato lo scorporo della rete fissa: forniamo a tutti gli operatori le migliori garanzie in termini di parità di trattamento. "Ci siamo resi disponibili - ha spiegato - a rafforzare il modello dell'equivalence of output, che è già una riconosciuta best practice europea, con l'evoluzione verso l'equivalence of input. Riteniamo che così si possa superare la logica di competition by litigation, posta in essere da alcuni nostri concorrenti e dannosa per tutto il settore".

"Abbiamo archiviato lo scorporo della rete fissa e forniamo a tutti gli operatori le migliori garanzie in termini di parità di trattamento - ha proseguito - Ci siamo resi disponibili a rafforzare il modello di 'Equivalence of Output' che è già riconosciuta best practice europea, con l'evoluzione verso l'Equivalence of Input. Riteniamo che così si possa superare la logica di 'competition by litigation', posta in essere da alcuni nostri concorrenti e dannosa per tutto il settore".

Secondo l'Ad "il semestre europeo di presidenza del consiglio ci offre un'opportunità". "La necessità e l'urgenza di ridefinire politiche regolamentari è al centro del dibattito - ha spiegato - a quello che alcuni hanno definito 'populismo regolamentare' si contrappone una visione che pone al centro l'innovazione e il recupero di competitività". Secondo Patuano è essenziale che il quadro regolatorio, sia europeo, sia nazionale, evolva tenendo conto degli sforzi richiesti in termini di investimenti necessari per raggiungere gli obiettivi fissati dall'Agenda Digitale, consentendo una maggiore flessibilità operativa e una remunerazione degli investimenti in infrastrutture di rete adeguata al rischio sostenuto".

Nel 2013 nel mercato della telefonia mobile "il principale protagonista è stato l'atteggiamento iper-competitivo degli operatori e "l'accelerazione impressa agli investimenti in tecnologie di nuova generazione è funzionale a interrompere la spirale negativa caratterizzata dall'esclusiva attenzione al prezzo - Le offerte commerciali di Telecom saranno le migliori offerte disponibili sul mercato in termini di rapporto qualità-prezzo ma non necessariamente quelle con le tariffe più basse. Questo è il terreno che lasciamo ad altri concorrenti che sulla qualità non sono in gradi di seguire".

"I segnali" per Telecom sul mercato azionario "sono stati decisamente favorevoli, smentendo i timori legati ai presunti effetti del declassamento del rating. "Malgrado tali downgrades - ha detto - Telecom Italia ha confermato la sua piena capacita' di accesso al mercato dei capitali, come dimostrato, tra l'altro, dal successo ottenuto dall'emissione obbligazionaria completata a gennaio e collocata a un costo ben inferiore a quello medio del debito".

Dall'amministratore delegato arriva infine un appello ai soci perché si ricompattino e trovino armonia per il futuro del gruppo. "Questa assemblea - ha affermato Patuano - deve essere il luogo in cui gli azionisti ritrovino la volonta' di ricompattarsi intorno a un progetto, che è il progetto di Telecom Italia". Per traghettare la compagnia verso il futuro, "ogni singolo passo verso la crescita deve poter poggiare su una base solida", ha detto al termine del suo lungo intervento, "e questa non può che essere che la ritrovata armonia tra i soci, condizione essenziale per dare concretezza al futuro di Telecom Italia".

Ancora una volta Telecom Italia ha fatto il "tutto esaurito" all'auditorium di Rozzano: è stato depositato - record anche rispetto all'assise di dicembre (54%) - oltre il 56% del capitale. Anche in questo caso Telco, con il suo 22,5%, sa di aver garantiti i 4/5 dei posti in cda. I gestori dei fondi italiani che hanno presentato una lista con soli tre nomi, sono titolari dell'1,8% ma nelle attese dovrebbero coagulare ben di più andando a insidiare il primato di Telco e per Findim potrebbe riproporsi lo stesso film di tre anni fa quando rimase a bocca asciutta, senza nemmeno un rappresentante in consiglio nonostante il suo 5% (esattamente il 4,989%). Quest'anno Fossati ha presentato 5 nomi e per avere una chance di fare entrare in cda almeno il suo candidato alla presidenza, Vito Gamberale dovrebbe raccogliere consensi per ben più del 6% su cui ad oggi è sicuro di poter contare (5% di Findim e quasi l'1% di Asati).

Oltre a Recchi e Patuano, il cda ridotto a 13 componenti, dovrebbe dare spazio a Tarak Ben Ammar, Jean Paul Fitoussi, la parlamentare britannica e baronessa Denise Kingsmill, l'Ad di Terna Flavio Cattaneo, il presidente onorario di L'Oreal Italia Giorgina Gallo, l'Ad Cartasì Laura Cioli, l'ex manager Rcs Giorgio Valerio, e l'Ad di Zignago Holding Luca Marzotto.

I gestori di fondi (titolari di oltre l'1,8% del capitale) puntano su Lucia Calvosa, forte del suo profilo di accademico di diritto e corporate governance, affiancandole David Benello (ex McKinsey oltre che consigliere di Telekom Malaysia) e Francesca Cornelli (professore ordinario di finanza alla London Business School e direttore del Coller Institute di Private Equity).

La novità sarà comunque la nomina diretta in assemblea del presidente e il paradosso, se Gamberale non dovesse essere nominato in cda, è che il primo motore di questo cambiamento nella governance è stato proprio Fossati.

Oltre alla nomina del cda sono numerosi i punti all'ordine del giorno, che prevede - nella trattazione ordinaria - l'approvazione al bilancio chiuso al 31 dicembre 2013, la distribuzione del dividendo privilegiato alle azioni di risparmio attraverso l'utilizzo di riserve, la lettura della relazione sulla remunerazione, oltre alla discussione in merito al piano di stock option proposto e l'integrazione della remunerazione attribuita al Collegio dei sindaci. La parte straordinaria prevede invece la delega per un aumento di capitale a servizio del piano di stock option e la riduzione della riserva di rivalutazione.

L'assemblea di oggi, comunque vada, sarà uno spartiacque. Dopo anni passati a sciogliere i nodi del debito, a lavorare sulle tematiche di governance e sulla necessità di accelerare gli investimenti sulla fibra potrebbe essere ora il tempo di passare oltre.

Tra gli investitori istituzionali, solo BlackRock partecipa oggi all'assemblea di Telecom Italia con una quota rilevante. Presente anche la Consob tramite i suoi funzionari, con il compito di assistere allo svolgimento dei lavori assembleari e alle votazioni. Per l'ormai "vecchio" cda, oltre all'ad Marco Patuano e al presidente Aldo Minucci, sono presenti Lucia Calvosa, consigliere indipendente, candidata nella lista Assogestioni per il prossimo triennio, Jean Paul Fitoussi (ricandidato lista Telco) e Luigi Zingales, consigliere indipendente che ha deciso di farsi da parte e non ricandidarsi, venendo meno dopo nove anni i requisiti stessi di indipendenza (entrerà nel cda di Eni). Presente anche Dario Trevisan, rappresentante comune degli azionisti risparmio. Tornando ai fondi, secondo le azioni depositate, BlackRock, che a dicembre deteneva oltre il 7,789% di Telecom Italia, è presente in assemblea con una quota pari al 4,823%, in linea cioe' a quanto comunicato alla Consob nel mese di marzo.

Nessun altro azionista risulta avere una partecipazione significativa, dopo che Norges Bank è scesa sotto il 2%. Tra i soci che negli ultimi mesi hanno fatto parte del capitale di Telecom, secondo alcune ricostruzioni, vi sono, oltre a Blackrock e al Governo della Norvegia, The Vanguard group - investitore molto attivo in Italia - con una quota vicino all'1%, Dodge & Cox, Fmr llc, Grantham Mayo van Otterlo, Majedie am e molti altri.