Anche la Rai dovrà contribuire al risanamento dei conti pubblici con un “contributo volontario, ma obbligatorio” di 150 milioni di euro dal 2015. La notizia di per se non scandalizzerebbe se quel contributo dovesse - come qualche giorno fa era stato ipotizzato -essere una parte dei 600 milioni circa che il governo potrebbe far recuperare autorizzando la Rai a collegare il Canone alla bolletta elettrica. Ma è' evidente che la impopolarità che deriverebbe d una scelta del genere ha fatto scegliere un'altra strada, quella della riorganizzazione (leggasi riduzione!) delle sedi regionali o peggio ancora quella della vendita di Raiway. Nessun intervento strutturale, nessun obiettivo di salvaguardare il servizio pubblico, semplicemente tagli.
E' evidente che questo rappresenta l'ennesimo attacco alla tenuta della Rai. Vendere Raiway significherebbe colpire al cuore l'azienda, così come chiudere una parte delle sedi regionali significherebbe mettere a rischio posti di lavoro e pluralismo nell'informazione.
E' questo il "si cambia verso?". A noi sembra tutto tristemente già visto!
Noi crediamo che per cambiare verso davvero servirebbe più coraggio per affrontare il tema dell'evasione del canone. Da li sarebbe possibile recuperare 600 milioni circa, necessari per rilanciare un servizio pubblico in grado di competere con quelli degli altro paesi europei e al tempo stesso nelle condizioni di garantire quel "contributo volontario ma obbligatorio" richiesto in questa fase straordinaria.
Per una volta non sarebbero i lavoratori a pagare il prezzo di scelte impopolari e la qualità dei prodotti editoriali e dell'informazione avrebbe qualche garanzia in più.
Ma siamo sicuri di volerlo proprio cambiare questo verso?
Barbara Apuzzo
Slc Cgil Nazionale