03 aprile 2014

Provvedimenti disciplinari che Telecom Italia ha inteso assumere nei confronti dei lavoratori on field di Reggio Calabria.

Slc Cgil Calabria
Si è concluso, nei giorni scorsi, l’iter procedurale, previsto dal CCNL, sui provvedimenti disciplinari che Telecom Italia ha inteso assumere nei confronti dei lavoratori on field di Reggio Calabria.
L’azienda ha colpito duramente l’ultimo anello della catena, arrivando a contestare 17 lavoratori, licenziandone uno e applicando provvedimenti conservativi per li altri con un criterio di gradualità legato alle quantità di WR lavorate..
I lavoratori, “colpevoli” di avere svolto la propria attività lavorativa secondo le disposizioni aziendali, si sono visti comminare un provvedimento che va dal rimprovero scritto a 2 giornate di sospensione dall’attività lavorativa “..in via del tutto eccezionale..”.
Il criterio applicato si basa sulla quantità di lavorazioni assegnate e definite dai lavoratori, pertanto chi più ha lavorato più è stato sanzionato dall’azienda. “SIC”
Ci domandiamo quale è la “gravissima” responsabilità dei Lavoratori? Quella di aver operato in linea con le indicazioni ricevute, oppure quella di aver rispettato “gli ordini di servizio”, chiudendo le WR assegnate, nel rispetto delle indicazioni impartite dall’Azienda.
Visto quanto successo non possiamo esimerci dall’esprimere tutto il nostro sdegno nei confronti di “chi”, senza approfondire i fatti, ha voluto “lavarsi le mani” scaricando sui lavoratori le responsabilità della “Governance”.
Telecom Italia, infatti, farebbe bene a riflettere. Il comportamento posto in essere mina alla base il rapporto di fiducia con i propri dipendenti, i quali, hanno dimostrato senza possibilità di smentita alcuna, oltre alla disponibilità, di avere svolto attività lavorative nell’intero arco orario di lavoro oggetto di contestazione.
Sarebbe poi sufficiente osservare come, a seguito dei provvedimenti adottati, a livello Italia si è assistito a un generale calo di produttività. E’ una coincidenza?.
A nostro avviso le responsabilità vanno ricercate tra “chi” non riuscendo a trovare modelli organizzativi validi per un reale aumento della produttività, ha studiato un meccanismo d’incentivazione (canvass) e, per far raggiungere i vertice delle “classifiche”, a prescindere, ha consentito persino di adottare anche metodi di “terrorismo psicologico”.
Le canvass, pensate e messe in atto da chi ha un solo scopo “ cioè quello di aumentare a dismisura il proprio reddito”, nascono senza strumenti di controllo, e, con l’unico obbiettivo, di raggiungere i “famosi” numeri a qualunque costo a discapito dei reali livelli di qualità. L’imperativo delle canvass in questo settore è quello di ottenere “niente ripetute, niente tempi lunghi, niente tempi morti, niente bene prove, niente attività sotto i 30 minuti, chiusura nei tempi, a prescindere, dalle WR con SLA corto ecc. ecc. ecc..
La SLC-CGIL ha da sempre e a tutti i livelli, contestato la nascita delle canvass. La SLC-CGIL inoltre trova alquanto strano che da una parte si chiedano sacrifici ai lavoratori (vedi accordo del 27 marzo compresa la mancata erogazione del PDR nel 2013) e dall’altra si continuano ad erogare premialità unilaterali.
La SLC-CGIL ritiene che i lavoratori non siano i responsabili dei fatti a loro addebitati. Gli unici veri responsabili sono gli “inquilini” di quelle stanze dove queste cose sono state ideate e realizzate attraverso i lavoratori. A tali “inquilini” le contestazioni purtroppo non arrivano ma al contrario sono quei soggetti ai quali vengono erogate le premialità.
Se, a qualcuno piace pensare che un AOT, da solo, abbia architettato il sistema, mente a se stesso sapendo di farlo. Infatti, in una grande azienda come Telecomitalia non è possibile costruire attività lavorative “virtuali” valutabili ai fini della produttività senza che chi è preposto al controllo ne sia a conoscenza e ne condivide il metodo. Cosa guardavano i “controllori” che nel riportare i dati della giornata esprimevano consensi per il lavoro svolto ad alcuni mentre dimostravano disappunto verso altri (“..oggi non siamo andati bene … che c…. hai fatto domani devi recuperare altrimenti perdiamo la canvass e ti assumi la responsabilità..”)?.
Purtroppo ancora qualcuno pensa di poter fare “ciò che vuole” si continua infatti a chiedere di chiudere le WR non prima di 30 minuti e con motivazioni non inerenti all’attività realmente svolta.
Come SLC-CGIL invitiamo i lavoratori a RIFIUTARSI di operare fuori dalle regole e soprattutto di non scendere a compromessi rispettando le procedure e usando il buon senso. Le lavorazioni vanno chiuse nei tempi necessari indicandone la reale motivazione. Pertanto invitiamo, inoltre, i lavoratori a denunciare questi comportamenti e a svolgere il proprio compito con la diligenza da sempre messa in atto.
Infine la SLC-CGIL ritiene che i provvedimenti comminati siano illegittimi e spropositati, sarà pertanto a fianco di tutti i lavoratori che decideranno di impugnarli nelle sedi opportune.