Al termine del XV Congresso della CGIL di Catania, l'assemblea dei delegati ha eletto Giacomo Rota Segretario Generale della Camera del Lavoro Metropolitana.
La due giorni congressuale della Cgil etnea si chiude nel segno della continuità con la gestione precedente. Il testimone di Angelo Villari viene raccolto da Giacomo Rota, già membro della precedente segreteria. Il discorso d’insediamento del nuovo segretario, eletto con novantacinque voti favorevoli su centouno, si apre proprio con un commosso ringraziamento al suo predecessore. “La mia elezione è per me una responsabilità e un onere insieme”, dice a caldo. “Dovrò dimostrarmi all’altezza della Cgil”, continua il nuovo segretario, dedicando un pensiero ai padri nobili del sindacato rosso che hanno fatto storia: Giuseppe Di Vittorio e Placido Rizzotto.
Per quanto riguarda il futuro, Rota, che ha annunciato una gestione rispettosa del pluralismo, non nasconde che la strada sarà in salita. “Abbiamo di fronte una città che versa in una condizione difficilissima”. La squadra di Rota, votata dal congresso, rispecchia una chiara continuità con la gestione Villari. Ai membri della vecchia segreteria Margherita Patti, Giovanni Pistorio e Pina Palella si uniscono Claudio Longo e Nicoletta Gatto. L’assise congressuale, inoltre, ha approvato il documento politico e accolto tre Odg (contro la costruzione del Muos, in favore delle politiche abitative e per una legge elettorale rispettosa della parità di genere). L’ordine del giorno per la chiusura del Cara Mineo, invece, è stato respinto dalla maggioranza della platea dei delegati. L’iter congressuale giunge così alla fine. A questo punto sembrano d’obbligo le parole del segretario regionale Michele Pagliaro: “Il nostro lavoro si svolge fuori da queste mura, dove ci sono le vertenze”.
Villari ha salutato il sindacato catanese dopo una militanza in Cgil durata sin dall'inizio della sua vita lavorativa. "Non riproporrò la mia candidatura a segretario della CGIL catanese. Ho maturato questa decisione dopo lunga riflessione. Non lascio perché l’Organizzazione vive momenti di difficoltà, anzi , oggi la CGIL catanese è solida e forte; né lascio perché ho finito i mandati previsti dallo Statuto, che come sapete prevede massimo otto anni per ogni incarico ed io ne ho fatti solo la metà. Ho assunto questa decisione perché considero chiuso un ciclo, che è iniziato dieci anni fa con la segreteria di Francesco Battiato e che ha portato un profondo ricambio e rinnovamento del gruppo dirigente che insieme ai tanti militanti, ai tanti delegati, alle migliaia e migliaia di donne e di uomini, giovani ed anziani, iscritte ed iscritti, che rappresentano una ossatura che non rischia di essere indebolita".
La platea - erano presenti numerose personalità delle istituzioni e non solo, dal sindaco Bianco al rettore Pignataro, dai segretari generali di Cisl, Uil e Ugl, Rotolo, Mattone e Mazzeo, a Ivan Lo Bello vicepresidente di Confindustria, all'amministratore delegato della Sac, Gaetano Mancini, al sindaco di Biancavilla, Pippo Glorioso , al deputato regionale del PD, Concetta Raia- ha manifestato più volte stima e apprezzamento per l'operato di Villari, nel corso della lettura della relazione che ha puntato ai temi caldi del territorio. "Abbiamo voluto aprire i nostri lavori con un forte riferimento alla cultura, per sottolineare da un lato la qualità di tanti talenti artistici e culturali presenti in questa città che chiedono rispetto, riconoscimento dei loro diritti, del loro lavoro e delle loro retribuzioni, ma anche per richiamare l’attenzione di tutti sui temi della cultura e della sua funzione in una città come quella di Catania".
Villari ha fatto riferimento ai principali temi nazionali affrontati dalla Cgil ( la crisi, il lavoro perduto, illegalità ed evasione fiscale, la critica alle politiche di austerità, la necessità di un'Europa che conti di più) e non ha mancato di sottolineare il ruolo delle donne dentro e fuori il sindacato. Il segretario uscente ha poi citato il Report pubblicato dalla Fondazione Curella sulla Sicilia, dove si evidenzia come la recessione che va avanti dal 2008 abbia avuto un impatto devastante sulla disoccupazione, salita al 20.9% , mentre la percentuale dei giovani e delle donne senza un lavoro è arrivata all’insostenibile soglia del 50%, globalmente, 67 mila occupati in meno nel 2013.
Le previsioni per il 2014 prevedono un ulteriore aumento della disoccupazione che si attesterà sul 22%. Il documento prende le mosse dai numeri del 2° semestre del 2013, dove il PIL è sceso del 3.2%, per valutare le attese per il 2014: nel complesso nei sei anni dalla crisi, ovvero dal 2008 ad ora, la caduta della ricchezza prodotta sfiora il 14% nell’Isola mentre i consumi delle famiglie ripiegano di un ulteriore 3.7%.
Il PIL per l’anno in corso si prevede scenderà di un punto e si perderanno per strada altri 25/30 mila posti di lavoro. Il capitale umano più prezioso fugge in massa dall’Isola a caccia di un ‘opportunità.
Ogni anno 4/5 mila dei circa 13 mila laureati siciliani lasciano la Sicilia e trovano lavoro altrove, spesso all’estero. Per formare ciascuno di loro dalla prima elementare alla discussione della tesi, la collettività , ha speso almeno 250 mila euro.
"Soldi spesi bene, - dice Villari- ma i nostri laureati hanno successo all’estero o nelle aree più avanzate del Paese. Pertanto, le risorse pubbliche della Sicilia impegnate per la formazione dei nostri giovani beneficiano altri territori".
Ma Villari ha anche fatto riferimento alle esperienze di respiro internazionale che regalano nuove speranze al territorio, come la "Edison web" di Mirabella, nata solo dal coraggio e dal talento di alcuni giovani che dopo importanti esperienze all' estero, sono tornati in patria con risultati eccezionali.
Credo che la politica si debba porre il problema di creare strumenti di accompagnamento e guida, connessi a progetti di start- up sul modello anglosassone.
"Questo potrebbe essere - ha aggiunto- uno dei compiti della costituenda “Agenzia per lo sviluppo locale” annunciata dal sindaco Bianco che sarà guidata dall’ ingegnere Pistorio. Credo che sia utile che il governo regionale assuma una iniziativa simile per tutta la Sicilia. Così come dovrebbe essere sostenuta una politica di investimenti per la banda larga e, quindi, l’ammodernamento della rete. Il governo Crocetta, rappresenta senza alcun dubbio un elemento di discontinuità con le esperienze di governo precedente sul terreno della legalità".
Ma la Cgil di Catania non ha risparmiato qualche frecciata al governo regionale: "A nostro avviso ancora manca una visione, un progetto organico per fare uscire la nostra Regione dalle sabbie mobili della crisi che da troppo tempo è in atto e che si manifesta con l’alto tasso di disoccupazione , la contrazione della base produttiva ed un progressivo impoverimento della popolazione. Se da una parte Crocetta può agitare l’alibi della pesante crisi finanziaria che investe la Regione, dall’altra non riesce a cambiare passo nell’utilizzo del fondi strutturali che provengono dall’Europa, che potrebbero in parte compensare le carenze finanziarie proprie. Questo fatto continua a pesare sul giudizio negativo sulla politica ancor di più sulla burocrazia siciliana, che appare per lo più un fattore di freno per la nostra economia".
Villari ha inoltre fatto riferimento alle principali vertenze cittadine: dalla Micron alla Myrmex, dall'avventura Cesame , alla crisi Aligrup, ma ha anche voluto sottolineare l'impegno del procuratore Salvi e della magistratura catanese per la lotta alla criminalità organizzata e l'alto valore del dialogo tra sindacato e l'amministrazione comunale guidata da Bianco.
Dal canto suo il primo cittadino catanese ha riconosciuto il peso specifico della Cgil nelle dinamiche di rilancio della cittá: "Le presenze al congresso di oggi dimostrano anche la considerazione dell'importanza del lavoro - ha etto Bianco- che la Cgil che ha saputo fare in città. Catania sta tornando ad essere un luogo dove si elaborano idee".