Londra, 6 giugno 2014 - Il gruppo britannico Vodafone, la seconda società mondiale di telefonia mobile, denuncia che le agenzie governative di alcuni Paesi in cui il gruppo opera hanno accesso diretto alla sua rete e possono ascoltare le telefonate dei suoi utenti. “In un limitato numero di Paesi - si legge nel ‘disclosure report’ di Vodafone - le legge prevede che alcune specifiche agenzie e autorità debbano avere accesso diretto alla rete di un operatore, bypassando qualsiasi forma di controllo operativo sulle intercettazioni legali da parte dell’operatore stesso”.
Nel rapporto Vodafone viene precisata che in molti dei 29 Paesi in cui opera le agenzie governative hanno bisogno di un mandato legale per intercettare le comunicazioni, ma in alcuni paesi la procedura è più semplice e diretta. Vodafone non intende fornire le richieste che ha ricevuto, perché diffondere queste informazioni è illegale, e non ha neanche fornito la lista dei Governi che hanno accesso diretto alla rete, ma ha chiesto che dove ciò avviene la legislazione venga modificata.
ITALIA NEL MIRINO - E' l’Italia uno dei paesi più spiati nel network di Vodafone. Questo emerge dall’analisi delle tabelle pubblicate questa mattina dal Guardian, che hanno come fonti l’azienda stessa e i report governativi. Tuttavia, questa mattina, il gigante delle comunicazioni non ha rivelato se anche in Italia siano in vigore le intercettazioni “ad accesso diretto” di cui tanto si parla nelle ultime ore.
Secondo la tabella pubblicata dal giornale progressista,nel 2013 Vodafone ha ottenuto 606mila richieste di “metadata” (identita’, numero e indirizzo dell’intercettato) da parte del nostro Paese, contro le 99mila circa della Tanzania, le 76mila dell’Ungheria, le 49mila della Spagna e le 6mila dell’Albania.
La tabella, in molte parti incompleta, riporta per l’Italia anche 140.577 intercettazioni legali (dato 2012), il numero più alto della classifica dei paesi più “spiati”. Il Guardian tira in ballo la mafia e la criminalità organizzata come uno dei motivi principali del primato italiano in senso assoluto, anche se il paese europeo più controllato della rete Vodafone risulta comunque Malta, con 3.800 richieste su 420mila abitanti nel 2013.
LA REPLICA DI ROMA - "Sicuramente l’Italia non agisce al di fuori delle prerogative e delle leggi,” ha risposto Antonello Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle telecomunicazioni, a chi chiedeva un commento sul rapporto Vodafone. “Credo che si possa escludere che l’Italia possa agire al di fuori delle prerogative della Costituzione e delle leggi”, ha aggiunto Giacomelli parlando a margine di un consiglio Ue telecomunicazioni a Lussemburgo.
L'IRA DEL GARANTE - “Non è tollerabile che i Governi svolgano un’opera di sorveglianza così massiva,generalizzata ed indiscriminata come quella rivelata dal Rapporto Vodafone. Così come non è accettabile che i Governi accedano direttamente alle telefonate dei cittadini, al di fuori delle garanzie previste dalla legge e senza un provvedimento della magistratura. E questo vale innanzitutto per i Paesi europei dove vige un ordinamento rispettoso dei diritti fondamentali delle persone.” Lo afferma Antonello Soro, Presidente dell’Autorità Garante per la privacy, commentando il rapporto Vodafone diffuso. “Quello che a partire dal Datagate sta emergendo a livello globale - sottolinea Soro - è l’assoluta necessità di ripensare e riequilibrare il rapporto tra sicurezza e privacy, spostando il baricentro nella direzione della difesa del diritto al rispetto della persona e quindi della sua liberta’ e della sua dignita’”. Secondo il Garante, “va riaffermata l’idea che il rispetto dei diritti fondamentali debba ancora essere una delle principali discriminanti tra i regimi democratici e quelli illiberali. Non si può in alcun modo giustificare - conclude - la pretesa di proteggere la democrazia attraverso la compressione delle libertà dei cittadini perché in questo modo si rischia di calpestare l’essenza stessa del bene che si vuole difendere”.
REAZIONI IN GRAN BRETAGNA - La stampa britannica accoglie la notizia dei controlli sul network di Vodafone parlando apertamente di “possibile effetto Snowden”.Guardian a mettere in diretto collegamento la notizia di questa mattina con il caso di Edward Snowden, l’informatico e agente della National security agency americana che rivelò al mondo l’esistenza e l’entità del programma di sorveglianza americano. Secondo il Daily Telegraph, inoltre, in molti paesi dove opera Vodafone, come India ed Egitto, e’ illegale rivelare come le agenzie governative di spionaggio operino, con possibilità di ritorsioni e di processi penali contro chi riveli qualcosa di segreto. Ecco di qui la cautela di questa mattina, da parte dell’azienda, nel rivelare l’esatta lista di tutti i paesi coinvolti. Dopo le rivelazioni di Edward Snowden sui controlli della Nsa, molti Paesi hanno deciso una stretta sulla possibilità di acquisizione delle informazioni e di intercettazione da parte di agenzie governative. I programmi di sorveglianza statunitensi e britannici comprendevano l’accesso da parte di agenzie governative a comunicazioni telefoniche ed elettroniche.
SI MUOVE LA UE - La commissaria Ue alla giustizia, Viviane Reding, ha esortato l’Ue a dotarsi di regole comuni sulle intercettazioni che limitino queste attività al minimo.
Lo ha detto a margine di una conferenza stampa a Lussemburgo.
“E’ veramente importante avere regole che blocchino questo ricorso massiccio alle intercettazioni. Quando si tratta di una normale azione di polizia, non di una situazione di emergenza, bisognerebbe usare le pinze, non l’aspirapolvere”, ha commentato Reding con i giornalisti presenti alla conferenza.
Il commissario ha sottolineato che “quando si tratta di sicurezza nazionale, l’Ue non ha poteri”, ma ha esortato a norme comuni in materia di normali azioni di polizia. “Bisogna avere una legge e un giudice che autorizza ad accedere a dati personali”, ha aggiunto Reding.