Il panorama degli incentivi alle assunzioni di personale si è, nel corso degli anni, arricchito sempre di nuovi elementi e condizioni in maniera tale che lo stesso, oggi, può essere definito particolarmente nebuloso, affastellato ed aggrovigliato, sì da rendere pressoché impossibile, per un normale operatore, aggirarsi tra le varie disposizioni per scegliere quella che, alla luce delle caratteristiche potenziali del soggetto da assumere e della situazione aziendale sulla quale va ad incidere, appare più idonea.
Agevolazioni di natura economica, contributiva, fiscale e normativa, sovente introdotte, o riconosciute, dalla normativa nazionale, locale od europea, convivono tra di loro, in un quadro legislativo che, a mio avviso, postula la necessità di una revisione organica della materia, atteso che le situazioni particolari, la gestione della crisi e dell’emergenza, hanno prodotto, anche nell’ultimo periodo (ne è un significativo esempio la legge n. 191/2009), agevolazioni finalizzate al reingresso sul mercato del lavoro di soggetti potenzialmente esclusi o con grosse difficoltà che, tuttavia, per mancanza di provvedimenti attuativi il cui iter è particolarmente accidentato (si pensi, alla ricollocazione incentivata di lavoratori attraverso le Agenzie del Lavoro), a distanza di mesi dalla loro emanazione, non sono “spendibili”.
L’esposizione che segue, lungi dall’affrontare le peculiarità delle singole tipologie contrattuali, si soffermerà soltanto sugli incentivi all’occupazione rinvenibili in ognuna, correlando, se del caso, le varie situazioni.