On. Luisa Albanella
Camera dei Deputati
Partito Democratico
Delocalizzazione call center. Albanella (PD) presenta interrogazione "no a ulteriore emorragia di posti di lavoro"
"Il Governo nazionale impedisca che la delocalizzazione all'estero che riguarda le attività dei call center si trasformi in un'ulteriore emorragia di posti di lavoro in Sicilia, e a Catania, in particolare, dove i lavoratori assunti a tempo indeterminato sono tremila e quelli a progetto sono quasi diecimila, i quali vivono ogni giorno con la paura di trovarsi senza lavoro da un momento all'altro".
Lo dichiara la parlamentare nazionale del partito Democratico Luisa Albanella, componente della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati, che ha presentato un'interrogazione parlamentare al Ministro del Lavoro, facendo seguito all'incontro romano da lei promosso con il presidente Cesare Damiano e una delegazione di sindacalisti della Cgil di Catania.
"Abbiamo raccolto la preoccupazione ed il malessere di migliaia di giovani per i quali il lavoro in questo settore rappresenta l'unico spiraglio di luce nel deserto delle opportunità lavorative che il nostro territorio purtroppo offre - spiega la deputata Albanella - la delocalizzazione in questo senso non è una semplice operazione di marketing ma un vero e proprio scippo del reddito e del futuro per i nostri giovani e riteniamo grave che vengono delocalizzati anche i servizi delle aziende che operano dietro concessione governativa ". "Chiediamo al Governo nazionale di adottare misure che rafforzino la tutela del reddito dei lavoratori perché il sistema delle aggiudicazioni delle commesse assegnate mediante il meccanismo del massimo ribasso non consente una piena garanzia di un reddito dignitoso e costringe spesso le aziende di call center che rispettano le norme a chiudere i battenti". "Crediamo che il Governo debba seguire il modello virtuoso tracciato nel 2008 dall'allora Ministro del lavoro Damiano che ha insediato una commissione ad hoc ed ha consentito la stabilizzazione di 24 mila lavoratori assunti a tempo indeterminato ed è da tale punto che bisogna ripartire". "E' necessario invertire una tendenza che rischia di estromettere dal mercato del lavoro migliaia di addetti che negli ultimi anni hanno sviluppato professionalità di alto livello e adottare provvedimenti che permettano di stabilizzare l'occupazione nel settore che sennò rischia di essere quasi cancellato"
"Ma c'è anche una grave questione legata alla privacy dei dati sensibili dei cittadini italiani che il governo deve preservare - spiega - in quanto la differente legislazione sulla tutela e sul trattamento e la conservazione dei dati personali vigente presso alcuni Paesi extraeuropei, compromette seriamente la riservatezza delle informazioni personali quali i dati anagrafici, il codice fiscale ed in qualche sofisticato caso il tracciamento del profilo psicologico dell'utente soprattutto quando questi vengono gestiti e trattati in stati considerati canaglia dalla stessa UE" "Il lavoro delle fasce meno tutelate, và difeso e tutelato e non mercificato, così come devono essere tutelati complessivamente i cittadini la cui privacy è serio a rischio.
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE
Al Ministro degli interni, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali – per sapere – premesso che:
il settore dei call center – che nella provincia di Catania è un importante fattore di occupazione, impiegando circa 3mila lavoratori a tempo indeterminato e, a seconda dei periodi, tra i 6 mila e i 10 mila i lavoratori con contratto a progetto – sta attraversando una congiuntura fortemente negativa nel nostro Paese, anche a causa della progressiva e apparentemente inarrestabile tendenza alla delocalizzazione dei servizi verso Paesi extraeuropei;
i rappresentanti della CGIL di Catania nel corso dell’incontro svoltosi alla Camera il 4 dicembre con il Presidente della Commissione lavoro, Cesare Damiano, e con l’interrogante, hanno evidenziato tale problematica, affermando che sempre più frequentemente le aziende committenti, anche titolari di concessioni governative, trasferiscono all’estero importanti commesse di call center, che in passato hanno impiegato migliaia di giovani italiani;
durante l’incontro è stata posta l’attenzione anche su altre criticità: il sistema delle aggiudicazioni delle commesse - assegnate mediante il meccanismo del massimo ribasso - che non consente una piena garanzia di un reddito dignitoso, e la differente legislazione sulla tutela e sul trattamento e la conservazione dei dati personali vigente presso alcuni Paesi extraeuropei, che rischia di pregiudicare la privacy e la sicurezza dei cittadini italiani, i cui dati, sono spesso visionati e tracciati;
gli sforzi dovrebbero essere indirizzati all’adozione di misure volte a prevenire la perdita di ulteriori posti di lavoro e a rafforzare la tutela del reddito dei lavoratori, nonché a preservare la privacy dei dati sensibili dei cittadini italiani;
la Commissione per i call center istituita nella XV legislatura dal Ministro del lavoro, Damiano,– che ha consentito la stabilizzazione di 24 mila lavoratori assunti a tempo indeterminato – dovrebbe rappresentare il modello virtuoso da seguire, al fine di invertire una tendenza che rischia di estromettere dal mercato del lavoro migliaia di addetti che negli ultimi anni hanno sviluppato professionalità di alto livello - :
quali urgenti iniziative intenda intraprendere allo scopo di tutelare il posto di lavoro e il reddito dei lavoratori italiani impiegati presso i call center, anche mediante l’adozione di provvedimenti volti a incentivare l’occupazione legata a tale settore;
se siano a conoscenza delle problematiche citate in premessa, relative alla tutela della privacy e, per quanto di propria competenza, quali iniziative, anche di carattere normativo, intenda adottare al fine di assicurare, in ogni caso, la massima garanzia di un utilizzo corretto e coerente con il nostro ordinamento dei dati personali dei cittadini italiani in possesso di società di call center operanti in Paesi extraeuropei.
Luisa Albanella.