23 dicembre 2013

Cassazione, giusto licenziare chi spia colleghi


Roma, 29 nov. (Adnkronos Salute) - Giusto licenziare chi spia i colleghi di lavoro. A stabilirlo è una sentenza della Cassazione (n. 26143), che ha preso in esame il caso di un chirurgo plastico dell'azienda ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino, che aveva impugnato il licenziamento intimatogli dall'ospedale il 4 agosto del 2008, a seguito della "grave situazione di sfiducia, sospetto e mancanza di collaborazione venutasi a creare all'interno della equipe medica di chirurgia plastica dovuta al fatto che il medesimo aveva registrato brani di conversazione di numerosi suoi colleghi a loro insaputa".
Il camice bianco era stato accusato di aver utilizzato le registrazioni di brani di conversazioni di numerosi suoi colleghi senza che questi ne fossero a conoscenza, per poi usarli a sostegno della denuncia per mobbing che aveva presentato nei confronti del primario. La Corte d'appello di Torino aveva però respinto il suo ricorso contro il licenziamento.
Il chirurgo si è quindi rivolto alla Cassazione sostenendo che la registrazione "non poteva ritenersi di per sé illegittima, dato che le registrazioni costituivano legittimo elemento di prova utilizzabile in giudizio". La Suprema Corte ha però ritenuto "inammissibile il motivo di ricorso in quanto" la parte "ricorrente si era limitata a riproporre le proprie tesi sulla valutazione delle prove acquisite senza addurre argomentazioni idonee ad inficiare la motivazione della sentenza impugnata". Per la Cassazione, in definitiva, il ricorso del medico "va rigettato".