Sono oltre 80 le RSU che hanno lanciato una campagna per arrivare ad una mobilitazione dei lavoratori contro la legge Fornero in materia pensionistica. Si tratta di RSU nella loro composizione unitaria, quindi comprensive anche di delegati eletti nelle liste di Cgil, Cisl e Uil.
D’altronde le conseguenze nefaste della legge Fornero non fanno distinzioni di sigla, colpiscono indistintamente tutti i lavoratori ed è un bene, quindi, che la risposta che si sta costruendo sia la più unitaria possibile. Da sempre infatti, gli avanzamenti più significativi per i lavoratori e le lotte più riuscite hanno sempre avuto un carattere unitario.
La risposta, assai positiva sin qui ricevuta fornisce anche una importante indicazione politica: gli obiettivi di lotta debbono essere individuati e decisi prima di tutto dai lavoratori, non da loro finte rappresentanze che con i lavoratori non parlano mai, e che si dilettano in una gara tra chi le spara più grosse e più insensate; questi stessi obiettivi di lotta debbono essere di una concretezza estrema, cioè riguardare direttamente le condizioni di lavoro e di vita della nostra classe.
Per questo possiamo parlare di un dato politico assai rilevante: i lavoratori, in maniera unitaria e classista, prendono direttamente in mano una delle questioni sociali più scottanti (la riforma pensionistica) e si attivano per organizzare una risposta adeguata a questo attacco alle condizioni di classe i cui effetti concreti, già di per sé negativi, vengono amplificati dalla crisi in corso.
Si tratta di una iniziativa che si inserisce nell’ambito della più generale ripresa della lotta di classe che, finora, ha quasi sempre assunto le forme di resistenze e risposte puntuali nelle singole vertenze che di volta in volta si aprivano a livello di specifica fabbrica o settore; vertenze per lo più difensive attraverso le quali i lavoratori si organizzavano per resistere ai tentativi di licenziamenti, chiusure di fabbriche delocalizzazioni ecc.
Stavolta, invece, si tratta di un obiettivo aggregante e di offensiva di classe: il tema delle pensioni accumuna tutti i lavoratori (del settore privato e del pubblico impiego, delle grandi fabbriche e delle piccole imprese, uomini e donne, giovani e anziani) e che si propone specificamente di realizzare momenti di unità di classe avanzati contro i tentativi di dividere e contrapporre i lavoratori tra loro.
Queste RSU hanno definito un primo documento con un appello rivolto alle Confederazioni Sindacali per aprire una vertenza generale finalizzata ad ottenere un profondo cambiamento della legge Fornero sulle pensioni e di convocazione di una assemblea nazionale da tenersi a Milano il 20 dicembre per decidere le iniziative di mobilitazione a sostegno.
Da questa data, quindi, in ogni territorio verranno organizzate iniziative per coinvolgere altre Rsu unitarie o anche singoli delegati in modo da estendere il più possibile la mobilitazione ed arrivare all’importantissimo appuntamento del 20 dicembre con un significativo numero di adesioni in modo da discutere e decidere come concretamente portare avanti l’iniziativa.
I primi risultati vanno oltre ogni più rosea previsioni: in pochissimi giorni sono state raccolte, come detto, oltre ottanta Rsu unitarie per lanciare l’iniziativa; si tratta di organismi di rappresentanza importanti come quelli dell’Ilva, della Marcegaglia, dell’Electrolux, della CGT, del Pubblico Impiego, della Benetton, della Luxottica, di Hera ecc. Molte altre adesioni stanno arrivando da importanti città industriali (Genova, Milano, Torino) a comporre il quadro del primo coordinamento di Rsu che si sta costituendo. Un dato, tra gli altri, testimonia, della grande capacità di attrazione e aggregazione di questo tema: l’apertura della pagina Facebook (“Rsu contro riforma pensioni Fornero”) in pochissimi giorni ha avuto migliaia di contatti.
Ecco, quindi, l’esigenza di organizzare ovunque momenti di informazione e mobilitazione: da qui al 20 dicembre in ogni territorio si susseguiranno riunioni e assemblee pubbliche per raccogliere il maggior numero di forze possibili.
Nel documento approvato e diffuso vengono stabiliti obiettivi chiari, immediatamente comprensibili dai lavoratori, sui quali verranno prodotti anche specifici materiali: sia di approfondimento (da mettere sulla pagina Facebook e sul sito internet), sia di propaganda da diffondere nei luoghi di lavoro (volantini, manifesti ecc.).
La legge Fornero sulle pensioni è sbagliata, dannosa per i lavoratori e il Paese. Essa sta provocando disastri sulle condizioni dei lavoratori che non riescono più ad andare in pensione, sui giovani che, anche per questo motivo, non entrano nel mondo del lavoro, sulla produttività delle imprese che sono bloccate nella possibilità di attuare il dovuto ricambio generazionale. Il sistema previdenziale oggi si fonda su una solidarietà a rovescio: pagano di più e godono meno dei benefici i lavoratori a basso reddito e i precari.
Gli obiettivi: salvaguardia del potere d’acquisto delle pensioni e limiti alle pensioni d’oro; flessibilità in uscita; ripristino dei vecchi requisiti, 65 anni per gli uomini, 60 per le donne e i 40 anni di contributi per l’accesso alla pensione di vecchiaia e di anzianità in particolare per coloro che hanno iniziato a lavorare in età precoce e per i lavori usuranti; il superamento delle attuali sperequazioni per le donne; garanzia di una pensione dignitosa per i giovani, i precari e i migranti;
il superamento dell’attuale giungla dei fondi integrativi.
Su questi punti le Rsu sostengono che le confederazioni sindacali debbano aprire una vertenza reale con il Governo sostenuta da una duratura mobilitazione generale.