“Non ci sentiamo il sindacato della conservazione, basta dire che questi anni sono stati attraversati da migliaia di accordi che hanno visto concordare la riorganizzazione nelle imprese, che hanno visto discutere di come si utilizzavano i contratti di solidarietà, che hanno visto discutere di riconversione di aziende al fine di salvaguardare il lavoro”. Così Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, nell'intervista che andrà in onda stasera (6 maggio) a Ballarò su Raitre. Lo riferiscono le agenzie di stampa.
“Tutto un mondo - ha aggiunto Camusso - di cui non si parla mai ma che è quello di affrontare questi sei anni di crisi. Poi ci sono cose che noi continueremo a dire che non vanno bene. Se si sostiene che cambiare vuol dire rendere più debole il lavoratore, noi continueremo a dire che non va bene. Siamo convinti che non è la ricetta giusta".
"Se ci dice che bisogna riformare la Pubblica amministrazione - dice ancora Camusso - non possiamo che brindare, sono anni che chiediamo che ci sia una grande rivoluzione nella pubblica amministrazione. Che parte dal fatto che un rapporto lavoro pubblico sia un rapporto di lavoro contrattuale, non sia deciso dalla politica, non sia fatto per nomine. Che però - chiede il leader Cgil - intervenga non a penalizzare i lavoratori, ma che rompa i nessi di potere corruttivo, di concessione degli appalti, di organizzazione dell'amministrazione per interessi invece che al servizio dei cittadini".
"Bisogna avere un grande coraggio per riformare la pubblica amministrazione - ribadisce Camusso - ma proprio per questo bisogna scegliere l'obiettivo giusto. Il rischio è che alla fine si traduca tutto con sei anni di blocchi contrattuali. Il problema semplicemente è mandare via i lavoratori, ma in questo modo si indeboliranno i servizi per i cittadini e non si fermerà quel blocco di potere che oggi paralizza il paese”.