Bologna, 12 maggio 2014
Prima di procedere ad alcune considerazioni di carattere generale che formuleremo in seguito, ci soffermiamo intanto su alcune considerazioni/chiarimenti sul tema dell’integrazione del 10% che l’azienda erogherà a dicembre 2014 (somma ancora da stabilire……minimo 200 euro) per i lavoratori in regime di Solidarietà.
Le modalità di erogazione individuate sono:
1- In busta paga per chi non è iscritto al fondo Telemaco
2- Direttamente sulla propria posizione contributiva del fondo Telemaco per gli iscritti al fondo.
Perché le due modalità?
La tassazione applicata ai versamenti effettuati in Telemaco è inferiore a quella applicata ai versamenti in busta paga. Tenendo conto che circa l’80% dei lavoratori Telecom è iscritto a Telemaco, la Telecom versando su Telemaco metterà a disposizione dei lavoratori, per effetto della tassazione inferiore, una cifra complessiva netta superiore a quella risultante dal versamento in busta paga per tutti.
A questo si aggiunge che per l’iscritto a Telemaco la tassazione del rendimento del Fondo sarà inferiore a quella prevista sui soldi in busta paga.
E’ infine da evidenziare che il contributo erogato sarà uguale per tutti, dando così una risposta fattiva soprattutto ai salari più bassi.
Questo è il risultato del lavoro che come SLC-CGIL, unitamente a FISTel e UILCOM, stiamo portando avanti da mesi, anche sotto la spinta dei nostri iscritti. Due comunicati nazionali chiedevano quanto sopra e il tutto è stato ribadito anche nell’ultimo Coordinamento nazionale RSU di marzo.
Al di là dei criteri di erogazione, è innegabile che si tratta di un risultato che restituisce qualche soldo ai lavoratori Telecom coinvolti nella Solidarietà.
Quanto avvenuto in questi ultimi mesi in Telecom, ci fa interrogare se siamo al cospetto di una svolta nei rapporti sindacali e nell’approccio aziendale alla crisi che stiamo attraversando. E’ prematuro rispondere a tali interrogazioni, ma alcuni segnali ci sono.
Relativamente all’integrazione del 10% sulla Solidarietà, è opportuno ricordare a tutti che Telecom non era neanche tenuta a rispondere ai nostri comunicati e sollecitazioni varie sul tema, come del resto sino ad oggi non stanno facendo tutte le altre aziende che utilizzano la Solidarietà, che non ci pensano minimamente di coprire il 10% che il Governo ha deciso di non integrare ulteriormente.
Rammentiamo anche il ripensamento di Telecom, a seguito decisa pressione sindacale, sulla societarizzazione dei negozi. Per quanto riguarda l’approccio aziendale alla crisi, si deve tenere in considerazione che quest’anno i dividendi non sono stati erogati ed a ciò si aggiunge i 4 milioni di EURO, sugli 8 milioni che l’azienda ha deciso di stanziare per coprire parzialmente il 10% della mancata integrazione governativa sui CDS ( a fronte dei 9 milioni stimati come impatto complessivo della diminuzione del 10% dell’integrazione), che sono il frutto di un accordo tra azienda e le Rappresentanze sindacali (RSA) dei dirigenti aziendali (l’accordo prevede interventi sulle ferie residue, riduzione delle giornate lavorate e revisione della diaria in caso di trasferte giornaliere). Del resto ci risulta che il nuovo responsabile del personale Di Loreto abbia detto chiaramente alle RSA dei dirigenti che l’azienda avrebbe “beneficiato” anche dei loro di sacrifici.
I parziali sacrifici richiesti ai dirigenti rappresentano indubbiamente anche una risposta positiva alla nostra pressante richiesta di distribuire il più equamente possibile i sacrifici.
E’ per noi sufficiente?
No e continueremo a tenere alta la pressione sull’equità.
Siamo indubbiamente al cospetto di segnali importanti, ma tanto altro è ancora da definire: si lavora sulla Solidarietà, si lavora sul PDR relativo ai risultati economici aziendali dell’esercizio finanziario del 2013 ( rammentiamo che l’eventuale corresponsione del PDR, è il frutto dell’accordo sindacale in merito sottoscritto da SLC FISTel UILCOM il 27 marzo 2013 e del conseguimento degli obiettivi previsti da tale accordo, che si raggiungono ovviamente grazie al lavoro dei lavoratori), come si sta lavorando per ottenere risultati nel CARING, per dare risposte ai tecnici di OA, ad ASA, alle aree di STAFF e rammentiamo anche che a fine 2014 scade il Contratto di Settore CCNL delle TLC.
Seppure con qualche contraddizione, si stanno reinternalizzando attività in varie strutture Telecom, ricordando che tale processo è parte integrante dei sofferti accordi sindacali del 27 marzo 2013 ed è la parte fortemente voluta dalle OO.SS. SLC FISTel UILCOM e Coordinamento Nazionale RSU firmatari di tali accordi.
La produttività nei vari reparti Telecom sta migliorando e ciò fa ben sperare per i confronti futuri.Il CARING ad oggi non è stato societarizzato ed al momento non è stata chiusa nessuna sede di lavoro.
Attendiamo con un misto di tensione e di fiducia la verifica con l’azienda sul CARING che si dovrebbe tenere in questo mese di maggio ed il punto di partenza per noi resta invariato: il CARING non si societarizza/esternalizza!
Con gli accordi sindacali del 27 marzo 2013 abbiamo preso tempo rispetto ad un contesto sotto certi aspetti drammatico (per tutta Telecom e non solo per un pezzo di essa), che prevedeva scenari nefasti ed in questo lasso di tempo sono cambiate
molte cose, come ad esempio Telefonica che ha perso la forza che aveva solo qualche tempo fa (ed anche in tal caso come Sindacato siamo stati in campo) e l’attuale azionariato di riferimento non è ancora del tutto stabile e potrebbero
esserci sviluppi (positivi).
Nel Comunicato stampa del 29 aprile 2014, le Segreterie Nazionali SLC FISTel UILCOM rilanciano coerentemente la sfida che avevamo posto all’azienda all’epoca degli accordi del 27 marzo 2013 (e sotto certi aspetti anche a noi stessi):
come arrivare ad aprile 2015 (scadenza dei CDS) con le idee chiare su come rilanciare l’azienda nel prosieguo. C’è anche sul tavolo un ulteriore problema sotto certi aspetti devastante per un’azienda che opera nel campo della tecnologia in continua e costante evoluzione (senza contare che in certi settori tipo i tecnici di OA, certe lavorazioni sono fisicamente probanti ad una certa età): l’età media dei lavoratori Telecom è elevata.
Per sopravvivere aziende come Telecom hanno anche la necessità di assumere giovani ed è anche doveroso per una delle poche grandi aziende italiane (ma anche per noi Sindacati di categoria) dare una risposta alla drammatica situazione dell’occupazione giovanile nel nostro paese.
La “riforma” delle pensioni pone un serio ostacolo all’indispensabile ricambio generazionale e in mancanza di novelle legislative in merito, si dovrà comunque trovare una soluzione.
I temi in campo sono indubbiamente tanti e molto complessi, ma dobbiamo avere la forza e il coraggio di affrontarli, perché in caso contrario o nessuno li affronterà con tutte le conseguenze del caso, oppure qualcuno li affronterà in solitudine con tutte
le conseguenze del caso.
Il tutto ovviamente non può prescindere da un serrato confronto ai tavoli negoziali con l’azienda e su questi tavoli il Sindacato (quello che ricerca soluzioni e non quello di pura testimonianza) deve essere: rappresentativo, credibile e propositivo, perché in caso contrario l’azienda non avrà la minima remora a procedere senza nessun confronto.
Anche in questa fase negoziale, che vede in “prima linea” le delegazioni sindacali, le lavoratrici e i lavoratori hanno e devono ricoprire un ruolo importante: votando massicciamente alle elezioni RSU e iscrivendosi alle Organizzazioni sindacali, consegnandoci quindi un’ampia rappresentanza, elemento di indubbia forza nei confronti dell’azienda in una fase negoziale.
Sollecitando le Strutture sindacali in tutte le loro articolazioni (dal funzionario sindacale territoriale, al delegato sindacale, alla RSU) e sollevando: problemi, proposte e anche critiche ma costruttive.
Pretendendo di essere costantemente informati sullo stato dell’arte, in modo da essere pronti a rispondere ad eventuali periodi di mobilitazione che si dovessero rendere necessari in mancanza di risultati sui tavoli negoziali.
E non da ultimo ci deve essere un impegno costante giornaliero sui luoghi di lavoro, sia dal punto di vista strettamente professionale, ma anche dal punto di vista del confronto quotidiano con i propri responsabili, che non sempre hanno a cuore le sorti complessive dell’azienda (quindi dei lavoratori), ma perseguono altri obiettivi spesso di carattere meramente personale, tratteggiando un’azienda “falsa” e consegnando ai propri collaboratori un’organizzazione del lavoro non in linea con le necessità di un’azienda che eroga un servizio pubblico essenziale.
Dobbiamo e possiamo andare oltre!!!
SEGRETERIA REGIONALE E.R.
SLC-CGIL