24 giugno 2010

Slc-Cgil Segreteria Nazionale: Lettera aperta alle lavoratrici e lavoratori del 119

119: BASTA CON IPOCRISIE E PROVOCAZIONI DA PARTE
DELL’AZIENDA
Cara lavoratrice e caro lavoratore del 119, il giorno 21 Giugno Telecom Italia ha convocato il Sindacato e il Coordinamento Nazionale delle RSU per il prossimo 5 luglio (4 giorni prima dello sciopero nazionale) al fine di svolgere un esame congiunto in materia di turni e – recita la convocazione – per affrontare le “nostre richieste di approfondimento sull’organizzazione del settore”.
Come giudicare tutto ciò? Una svista, una provocazione o che altro? Innanzi tutto ci corre l’obbligo di evidenziare che, con il recente comunicato sul 119, non si è chiesto di approfondire alcunché: sono state denunciate pressioni sui
singoli lavoratori, il non rispetto delle norme sul controllo a distanza, un aumento di indebiti interventi da parte delle linee, in barba anche agli accordi sottoscritti in materia di benessere.
Nulla che l’azienda deve approfondire: Telecom Italia deve solo far rispettare ai suoi dirigenti le leggi e gli accordi sindacali sottoscritti! Quindi è evidente la strumentalità di una convocazione per un esame congiunto sui turni: l’azienda si è forse accorta che i nuovi turni sono insopportabili, stanno penalizzando i lavoratori oltre ogni limite e non servono neanche a recuperare competitività? Bella scoperta: come sindacato lo abbiamo denunciato sin dal primo momento.
Ma forse l’obiettivo non dichiarato dall’azienda è un altro: applicare unilateralmente la proposta finale fatta al sindacato l’11 Gennaio scorso (migliorativa di quella attuale certo, ma sicuramente non in grado di venire incontro ai bisogni dei
lavoratori), che però fu bocciata nelle assemblee dal 90% dei lavoratori e che portò al riuscito sciopero unitario del 15 febbraio.
Sbaglia l’azienda se confida che i lavoratori siano senza dignità alcuna, pronti “ad accettare di tutto”, anche una brutta e finta mediazione di fronte a turni ancora peggiori (come quelli attuali). Ribadiamo oggi, con ancora più convinzione di ieri, alla luce del piano industriale, degli oltre 7000 esuberi dichiarati, del non rilancio del 1254 (con oltre mille colleghi in solidarietà) che, come Sindacato, riteniamo che la discussione deve tenere insieme più piani di merito.

Prima di tutto servono garanzie rispetto ai volumi di attività e rispetto al fatto che non vi sarà nessuna esternalizzazione verso “la grande Telecontact”, già minacciata da Telecom Italia nei recenti incontri di giugno. Quindi è precondizione per ogni confronto che l’azienda si impegni a tornare indietro rispetto all’attuale politica di aumento delle attività di customer date in appalto esterno e rispetto all’attuale strategia di delocalizzazione verso la Tunisia e l’Albania.
Solo con queste premesse, siamo disposti a presentarci ad un tavolo specifico sull’organizzazione del lavoro e sulla turnistica del 119.
Qualsivoglia modifica dei turni (e quindi dell’organizzazione del lavoro) è infatti subordinata al fatto che si mantengano inalterati perimetri aziendali, missione industriale del servizio e volumi di traffico (e quindi si tutelino concretamente i livelli
occupazionali).
Infine sul merito della cosiddetta “proposta finale aziendale” ribadiamo che sono necessari ulteriori passi avanti. Una brutta proposta 4 mesi dopo non diviene bella per magia. La proposta finale dell’azienda prevedeva infatti (lo ricordiamo a tutte le lavoratrici e lavoratori del 119):
Per full-time: un’ eccessiva incidenza dei turni serali nella matrice (quasi 4 settimane su 6, più del 50%, sono nella fascia 12-22,30). Prima invece nello stessa fascia sono 3 su 9 (pari al 33%); un’eccessiva presenza di Sabato al lavoro. 6 in più
all’anno, 26 in totale in un anno, ossia il 50% dei turni totali; distribuzione delle pause pranzo in orari assolutamente impensabili, che non rispettano nemmeno quanto previsto dal CCNL, art. 26 comma 4 sulla durata minima e massima dei
semiturni (ad es. 13,30-14 del turno A, 14,45-15,15 del turno C o peggio 15,15- 15,45 del turno D); riduzione del numero delle giornate di libertà e riposo contigue nella matrice, dalle 6 su 9 a 3 su 6.
Per i part-time 75% mattina: allungamento dell’arco orario di presidio di 1h e 30 minuti, portando l’uscita dal lavoro dalle 15,58 alle 17,28 e per un complessivo di 10 ore, contro le 7 ore complessive di quello dei part-time 75% sera.
Per I part-time 50% mattina: anticipazione del turno J dalle ore 9 alle ore 8 (turno 50D). Molte/i lavoratrici/lavoratori sono mamme e papà, quindi l’anticipo crea comunque problemi di gestione dei figli.
Per part-time 50% sera: raddoppio della settimana con turno estremo in uscita (turno 50S), seppure portando l’arco orario di chiusura del presidio dalle 23,30 alle 22,30. Prima la settimane il turno estremo era solo 1 su 5.
Al riguardo proponiamo ancora di intervenire con strumenti e soluzioni diverse e fattibili come per esempio turni part-time ad hoc (anche per venire incontro alle esigenze di specifici lavoratori), estensione dei part-time mamma anche ai part-time
50%, l’introduzione della possibilità di cambi turno su base nazionale (come per il 191), il ripristino dei sabati, la riduzione dei turni serali, ecc. Soluzioni tecnicamente fattibili, che garantirebbero la copertura delle attuali curve di traffico e gli obiettivi di produttività indicati dalla stessa azienda.
Per tutte queste ragioni di merito chiediamo all’azienda di intervenire per far rispettare le leggi e gli accordi in essere e – se vuole un confronto sul 119 – di farci sapere prima del 5 luglio se vi sono (e quali sono) le garanzie sul mantenimento del
perimetro dei call center e dei volumi di attività e livelli occupazionali, per l’intero arco di piano 2010-2012, come richiesto nella piattaforma varata il 14 giugno dal Coordinamento Nazionale delle RSU e dalle Segreterie Nazionali di SLC-CGIL,FISTEL-CISL e UILCOM-UIL.
Altrimenti non ci presenteremo all’incontro del 5 luglio ritenendo più utile impiegare il nostro tempo e le nostre energie alla preparazione della mobilitazione contro il piano industriale.
La Segreteria Nazionale SLC-CGIL