- COMUNICATO STAMPA -
“Una vergogna si aggira per l’Italia: si chiama Teleperformance. In queste ore il management dell’azienda, invece di interrogarsi sul tanto malessere che vivono i propri dipendenti (da anni ormai sballottati tra contratti di solidarietà e cassa integrazione) continua nel suo comportamento da padroni delle ferriere, minacciando di licenziare e contestando in termini disciplinari delegati e dirigenti della CGIL”. Così dichiara in una nota la Segreteria Nazionale di SLC-CGIL.
“Piccoli Marchionne crescono insomma. Unendo alla clava contro i rappresentanti dei lavoratori il ricatto verso migliaia di persone. Come chiamare altrimenti quello che sta facendo l’azienda, in queste ore, chiamando i lavoratori ad uno ad uno e proponendo loro di ridursi il contratto part-time da 6 ore a 4, magari per essere riassunti anche come lavoratori a progetto; pena - in caso di rifiuto - essere dichiarati “infungibili” e quindi i prossimi a finire in cassa integrazione o peggio, licenziati?”.
“Di fronte ad una vergogna così, noi come CGIL, non ci stiamo e facciamo appello a tutte le forze politiche e sociali, alle amministrazioni locali e al Ministero del Lavoro perché tale comportamento cessi subito. Si sta creando infatti un clima di paura e tensione che rischia di esplodere. Noi continuiamo a fare appello alle lavoratrici e lavoratori affinché mantengano la calma: chiediamo però all’azienda di ritirare i provvedimenti e di fare la propria parte per riportare su un tavolo di confronto normale la vertenza”.
“Altrimenti – conclude SLC-CGIL – il management di Teleperformance se ne assumerà la responsabilità per intero. Ovviamente sempre che abbia ancora interesse a rimanere in Italia e a non far precipitare il tutto perché – come da tempo denunciamo – altro è il vero obiettivo. Portare tutto in Albania e lasciare il nostro Paese”.