10 maggio 2010

COMUNICATO DEL COMITATO DEGLI ISCRITTI TELECOM CATANIA

In data 05 maggio u.s. si è teneta una riunione del Comitato degli Iscritti Telecom della SLC CGIL Catania, alla riunione sono stati presenti, tra gli altri, per la Segreteria Provinciale Davide Foti ( Resp. TLC ) e Arduino Denti( Resp. Organizzazione ).
Dopo una breve introduzione del Segretario Tlc sul nuovo “Piano Industriale” Telecom si è lungamente dibattuto sulle ricadute che questo “cosiddetto” piano industriale potrebbe determinare sulle risorse professionali presenti in azienda e sul futuro di Telecom nel mercato TLC nazionale ed internazionale.
Nel corso della riunione è stato denunciato l’atteggiamento nichilistico di Telecom che, anziché dotarsi di una vera e propria politica industriale, ha deciso di presentarsi sui mercati attraverso un piano esclusivamente finanziario messo in atto da un management che fa dei dividendi da distribuire agli azionisti la propria ragione d’essere. Ed infatti si evidenzia che l’utile netto dichiarato (1.5 miliardi di euro ) è frutto non di innovazioni e/o investimenti ma viene ma da recuperi economici determinati dalla cessione della consociata tedesca Hansenet ( 0.9 miliardi ).
Dal punto di vista degli investimenti si evidenzia, invece, il calo globale su tutte le linee strategiche di Telecom ( Rete, Customer etc… ). Nello specifico il calo degli investimenti viene reso evidente per le seguenti riduzioni: 700 milioni sulla rete di nuova generazione ( NGN ); 100 milioni sul Customer; 400 milioni sul costo del lavoro. Se a questo si aggiunge che Telecom vuole recuperare circa 5 miliardi sul debito ( nel biennio passato sono stati recuperati 600 milioni ) possiamo ben capire quale strada vuol seguire Telecom.

La dichiarazione di Telecom di voler procedere dichiarando in esubero 6822 nel triennio è l’ennesimo colpo basso che l’azienda sferra a danno dei propri lavoratori e della clientela. Aggiungiamo che se per 2.300 dipendenti potrebbero esserci le possibilità, come è stato fino ad oggi, di essere accompagnati alla pensione, per i rimanenti 4522 lavoratori non esiste, allo stato delle cose, un ammortizzatore che possa agevolarne l’uscita.
Il comitato degli iscritti nel suo dibattito sottolinea le seguenti questioni:

1. Si ha l’urgenza di richiedere a Telecom la ricapitalizzazione societaria anche attraverso la rinuncia da parte degli azionisti ai dividendi e ciò a salvaguardia dell’occupazione che degli investimenti da fare nella infrastruttura di rete, colonna portante dello sviluppo. Riprendere in termini economici gli investimenti da fare vuol dire non mettere qualche pezza alla rete di rame ma creare una rete adeguata alla “digitalizzazione” vera fonte per lo sviluppo non solo di Telecom ma di tutto il sistema italiano.
2. Mantenere e non spezzare l’asse verticale dell’azienda. Ciò dovrebbe avvenire facendo di IT un asse portante di Telecom ( strategico per il riposizionamento nel mercato). “Rimettere in moto la qualità” con efficientamento nel settore del customer, in poche parole consolidare il core business con tutte linee operative presenti in questo momento.
3. Iniziare a discutere in maniera seria di appalti. Nell’area customer care ( 119/187 ) il 95% viene del servizio viene esternalizzato ( per lo più clientela consumer ) ad aziende che vessate attraverso lo strumento della gara al massimo ribasso vengono spinte da Telecom stessa a delocallizzare all’estero le proprie attività ( segnalazioni in lingua araba e rumena arrivano quotidianamente ai colleghi ). In ambito Rete bisogna fare una vera e propria pulizia rispetto alle centinaia di sub appalti e alle cooperative che operano in orbita assurance e delivery. Tale ricorso continuo ad appalti esterni continua a creare lavoro irregolare, e ciò è sotto agli occhi di chi fa finta di non vedere, a discapito delle professionalità interne a Telecom stessa.

In conclusione il comitato degli iscritti, valuta negativamente il nuovo “Piano Industriale 2010-2010” , per nulla industriale ed interamente fondato su ragioni finanziarie e commerciali; valuta negativamente la contrazione dei livelli occupazionali e professionali che attraverso tale piano farebbe crollare del 20% il numero dei lavoratori occupati tra il 2008 e il 2012 ( circa 13000 ); valuta negativamente lo sperpero di denaro causato dall’assurda distribuzione di dividendi realizzata a danno di una vera e propria politica industriale che dovrebbe essere fatta di investimenti ; valuta negativamente la scarsa trasparenza che da anni caratterizza il mondo degli appalti il cui ricorso oltre che a generare dumping sul costo del lavoro serve esclusivamente ad incentivare il lavoro in nero e le lavorazioni sommerse nel settore.
A tal fine il comitato chiede alla Segreteria Provinciale della SLC CGIL di Catania di avviare una discussione unitaria su tali fatti e su tali questioni e si dichiara disposto ad eventuali forme di lotta a sostegno ed supplementari alla procedura di raffreddamento aperta unitariamente dalle Segreterie Nazionali.
Catania lì, 10/05/2010
Il Comitato degli Iscritti Telecom Catania