01 maggio 2010

Franco Bernabè A.D. Telecom Italia scrive a Beppe Grillo.

Spero vivamente che l'Amministratore Delegato Franco Bernabè risponda pure alla lettera aperta scritta, in questi giorni, dai dipendenti Telecom Italia ed indirizzata alla sua cortese attenzione. E' un invito ufficiale che facciamo da questo blog, perchè abbiamo la netta sensazione che con tutti gli impegni che sicuramente il Dott. Bernabè ha avuto, abbia perso di vista il vero punto essenziale di tutta questa vicenda,ovvero, che sono proprio i 6.800 esuberi e tutti i rimanenti lavoratori che hanno permesso a Lui, agli Azionisti ed a tutti i massimi Dirigenti Telecom (NAPOLETONE COMPRESO) di fare cassa ed appropiarsi di dividendi e bonus di ogni genere e tipo. Per cui sarebbe stato più "carino" che prima di Grillo avesse risposto a chi giornalmente svolge con dignità, professionalita e serietà il proprio lavoro per far si che l'Azienda in questione sia sempre al top e leader indiscussa nel mercato delle TLC.
Salvo Moschetto
Slc Cgil Catania


Lettera di Franco Bernabè.
"C’è una cosa di cui sono contento, caro Grillo: sia io che lei, come per fortuna molti altri, abbiamo ben chiaro che l’infrastruttura portante per il futuro del nostro Paese si chiama soprattutto Telecom Italia. Su altre cose non sono d’accordo come lo ho detto ieri rispondendo al suo intervento in Assemblea, ma lei è andato via dopo aver parlato, quindi mi pare opportuno risponderle ora sul suo blog, dove il suo intervento di ieri è riassunto.

Ieri le ho detto che non c’era nessun funerale da celebrare, perché Telecom non è morta. È stata ferita, questo si, molto valore è stato sottratto nei passati dieci anni, ed io stesso ne fui facile profeta cercando fino alla fine di evitare l’Opa a debito. Ma i dati che abbiamo presentato dimostrano che possiamo farcela a rimettere in carreggiata questa importante realtà, nell’interesse dei suoi lavoratori, dei suoi azionisti e di tutti i cittadini.
Non abbiamo alcuna intenzione, né lo abbiamo mai fatto, di rinunciare ai nostri migliori ingegneri e informatici e non stiamo escludendo dall’azienda nessuna figura centrale per il nostro futuro. Stiamo solo creando strutture più razionali per poter essere un operatore del futuro, nella struttura e nelle competenze, che le garantisco deve essere ben diverso da quanto il mercato ha chiesto fino ad oggi. E mentre altri operatori che lei ha citato hanno molto da fare per gestire imperi geografici imponenti che noi non abbiamo più, pur nella cattiva sorte di doverci occupare oggi prioritariamente di creare le condizioni di una ripartenza, ci presenteremo meglio attrezzati di molti per le nuove sfide che attendono tutti, in un mondo interconnesso e digitale.
I dividendi che secondo lei non sono dovuti agli azionisti di aziende fortemente indebitati sono oggi sostenibili e sono stati tagliati dei due terzi da quando io sono in azienda. La rete non è un colabrodo ma da molti dati risulta essere una struttura di eccellenza (e lei che gira il mondo dovrebbe facilmente accorgersene), così come i nostri investimenti, che ci sono e sono ingenti, stanno continuando a far migliorare tutti gli indicatori di qualità, certificati dalla Autorità di settore, sviluppando la rete per tutti i cittadini.
Quello per cui siamo ultimi nelle classifiche europee non è come lei dice la diffusione dell’infrastruttura per la banda larga, ma il suo utilizzo presso famiglie, scuole, aziende e amministrazioni. Lo stimolo della domanda, che passa principalmente per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, è già partito con la recente introduzione della Posta Elettronica Certificata, e siamo con lei nello sperare che il processo sia veloce e produttivo per tutti.
Infine il suo lungo argomentare sulle responsabilità delle passate gestioni e sulla destinazione a lei oscura dei soldi provenienti delle molte dismissioni. Io ho sempre detto che dei reati si occupa la magistratura, io faccio il manager, non il poliziotto, e gestisco al meglio quello che mi hanno consegnato. La magistratura, che ha mezzi ben più penetranti di una azienda, mi pare invece stia già occupandosi molto di cosa è accaduto in Telecom Italia negli anni passati. Noi non possiamo che affidarci a chi deve e sa come fare il proprio mestiere, e con ogni evidenza lo sta già facendo.
Sono comunque sempre a disposizione sua e dei frequentatori del suo importante blog per chiarire tutto quello che in uno spirito costruttivo possa contribuire a far crescere la cultura digitale nel nostro Paese."
Cordialmente, Franco Bernabè