Di fronte alla crisi che sta colpendo il nostro paese, il lavoro e l'occupazione debbono rappresentare “la priorità delle priorità”. E' il Segretario Generale della CGIL, Guglielmo Epifani, ad indicare questa come una necessità assoluta, e lo fa da Rimini durante il suo intervento introduttivo al XVI Congresso della CGIL.
Si sono persi oltre un milione di posti di lavoro, di cui un terzo al sud, dove sono a grave rischio i pochi insediamenti industriali esistenti. Si apre sempre più la forbice che separa il lavoro stabile da quello precario, che nell'industria ha raggiunto l'80% delle nuove assunzioni. Si è aperta una voragine nell'occupazione giovanile e quella femminile è in grave sofferenza.
Per questo è necessario, spiega Epifani rivolgendosi al governo, “un piano straordinario per il lavoro e l'occupazione”. “Un impegno – prosegue il Segretario - di almeno tre anni, attraverso il quale reperire e convogliare risorse verso investimenti capaci di favorire occupazione aggiuntiva”.
Il leader della CGIL, nell'avanzare questa richiesta, ha anche indicato i tre elementi che dovrebbero comporre l'intervento del Governo. Secondo Epifani dovrebbe partire subito uno stimolo fiscale mirato, su ricerca, innovazione e formazione; un allentamento del patto di stabilità degli Enti locali, soprattutto in rapporto ai lavori di messa in sicurezza di campagne, quartieri e città, di riconversione ecosostenibile, di risparmio energetico di abitazioni, uffici, impianti industriali e, inoltre, la riapertura del turn over nella scuola, nell'università, nelle pubbliche amministrazioni, allo scopo di favorire nelle forme corrette l’ingresso di giovani laureati e diplomati, chiudendo anche tutte le sacche di precariato ancora esistenti. “Di fronte a una disponibilità del governo – spiega Epifani - a muoversi in questa direzione, siamo pronti ad armonizzare i rinnovi contrattuali che vanno definiti nei settori pubblici e nella scuola come una parte dei costi di questa scelta”.
Nel proseguire il suo intervento Epifani indica anche i numeri che accompagnerebbero una scelta di questo tipo. “Una manovra di questa portata - dice il numero uno della CGIL – abbasserebbe la percentuale di tassi reali di disoccupazione dall'attuale 10% al 7,5% entro la fine del 2013”.
Manovra 2011/2012: Epifani, la crisi non è finita, Tremonti convochi le OO.SS:
“La manovra annunciata da Tremonti conferma ciò che la CGIL sta dicendo ormai da tempo: la crisi non è finita, si sta trasformando. Chiediamo a Tremonti di convocare le organizzazioni sindacali per spiegarci in cosa consiste”.
E' quanto ha affermato il Segretario Generale Guglielmo Epifani durante l'incontro convocato coi giornalisti sull'andamento del referendum per l'acqua pubblica. Il Segretario ha illustrato i dati di adesione, oltre 240 mila adesioni in poco più di dieci giorni, e ha posto, davanti alla stampa, la propria firma all'iniziativa.
“Si tratta di uno dei referendum più partecipati della storia delle consultazioni dirette” ha commentato. “Siamo tra i suoi promotori. Parliamo di un tema caro all'organizzazione, già elemento di una campagna sostenuta da anni dalla Funzione Pubblica”.
“Quello dell'acqua pubblica – ha spiegato il leader della CGIL – è un tema molto sentito tra la gente, soprattutto a livello territoriale, con un fiorire di iniziative in tutto il paese”. “Sappiamo che ci sono problemi di gestione industriale dell'acqua – ha aggiunto – siamo disposti a discuterne, mantenendo ferma la sua essenza pubblica”.
Epifani ha quindi risposto alle domande dei giornalisti su quanto emerso nella RUEF (Relazione unificata sull'economia e la finanza pubblica) in merito alle nuove previsioni del Tesoro.
“Fino a ieri - ha sottolineato Epifani - eravamo una nazione virtuosa, sembrava tutto perfetto e ora paghiamo il fatto che questi anni non abbiamo fatto investimenti a sostegno dell'occupazione, dell'economia reale”.
“Paghiamo la difficoltà della politica di contrastare le ondate speculative. Oggi è bastato che l'ennesima agenzia di rating desse parere negativo, perché precipitassero di nuovo le borse italiane ed europee. Siamo nelle mani di tre agenzie. In assenza di regolazioni del mercato siamo di fronte ad un assunto e poi ci sono le responsabilità dell'unione Europea che in mancanza di indicazioni lascia spazio di azione alle speculazioni. Ciò apre lo spazio a politiche restrittive” ha denunciato il Segretario.
“Abbiamo bisogno di mercati più trasparenti” ha concluso. “Non c'è scritto da nessuna parte che le agenzie di rating debbano essere soltanto tre. E' necessaria la costituzione di un'agenzia europea composta da soggetti terzi ed autorevoli”.
Epifani, unificare il mondo del lavoro:
Unificare il mondo del lavoro. E' questa l'obbiettivo da perseguire, secondo quanto detto dal Segretario Generale della CGIL, Guglielmo Epifani, per superare le “profonde segmentazioni, le diseguaglianze che non attengono solo alla tipologia di lavoro e la frantumazione dei diritti”.
Durante il suo intervento dal palco di Rimini, per il XVI Congresso della CGIL, Epifani ha ricordato che da tempo la CGIL sta lavorando per una drastica riduzione delle tipologie di lavoro, sapendo che “il contratto a finalità formativa, incentivato e con trasformazione a tempo indeterminato continua ad essere per noi la scelta più coerente, più forte, più praticabile”.
Unificare, spiega Epifani, vuol dire ricomporre e non solo ridurre il numero dei contratti, assumendo “la scelta della clausola sociale”, pensando “a come riguadagnare una capacità di controllo e di informazione preventiva su appalti-cessioni di ramo e terziarizzazioni, per determinare in quella sede le condizioni di unificazione dei lavoratori”, attraverso la pratica della “contrattazione di sito e di filiera, scegliere come la CGIL, le sue categorie, si reinsediano nei luoghi dove ci sono 6 o 7 contratti, e dove chi si colloca nell’ultimo segmento della filiera può solo soccombere”.
Per una reale unificazione, prosegue Epifani, bisogna “aprire un confronto sul lavoro pubblico o meglio sulla responsabilità pubblica nella gestione diretta dei servizi che distanziano i diritti di cittadinanza, contrattando le condizioni degli appalti. Non possiamo continuare a nascondere che spesso è proprio il pubblico a praticare appalti con il 50-60% di ribasso”,
Ed infine, conclude Epifani sull'argomento, “unificare vuol dire agire perché non si determinino nuove diseguaglianze tra nativi e migranti, spesso altamente qualificati ma occupati nei settori più deboli o in quelli che derivano da privatizzazioni con la relativa collocazione e la messa sul mercato di domanda e risorse pubbliche, come ad esempio la sanità privata”